Australian Open, perchè Camila Giorgi ha perso?

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Australian Open, perchè Camila Giorgi ha perso?

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La partita persa a Melbourne contro Venus Williams ha molti punti in comune con altri recenti match di Camila Giorgi. Riconsiderarli alla luce di quanto successo può essere utile per provare a capire le ragioni di una sconfitta

Dunque Camila Giorgi ha perso contro Venus Williams, dopo avere avuto l’occasione di servire per il match. E così, come quasi sempre dopo una sconfitta, sono cominciati i “processi” e i tentativi di spiegare perché ha mancato una grande occasione.
Del resto lo dice il classico adagio: “chi vince festeggia, chi perde spiega“.

E siccome Camila è una protagonista che suscita molte discussioni, leggendo anche nel passato i commenti ormai ho notato che ci sono diverse tesi che emergono con regolarità. Vale a dire: il suo gioco è scriteriato, tatticamente non ci capisce niente, troppi doppi falli, il padre è un peso, non vince mai due partite di fila, deve cambiare tutto, etc etc.

Personalmente rimango convinto che il suo sia un tennis estremo, ma complessivamente produttivo (l’anno scorso è salita dalla posizione 93 alla 35), molto meno assurdo di come a volte viene raccontato. E che la principale ragione di quest’ultima sconfitta sia piuttosto banale, e nemmeno molto originale.
Per spiegarlo vorrei partire dai tre match disputati agli ultimi Australian Open.

1) Pennetta
In un incontro piuttosto nervoso e non molto ben giocato da entrambe (come spesso succede nei “derby”) Camila si era portata avanti 5-1 nel terzo set; ma da lì in poi sono cominciate le maggiori difficoltà:  ha perso la battuta, e Flavia ha cominciato a risalire nel punteggio, sino ad avere anche la palla per il 4-5 e servizio. Alla fine la vittoria è arrivata, ma con molta fatica e sofferenza.

2) Smitkova
Contro Smitkova (che è una giocatrice molto promettente, e penso lo si vedrà in futuro) Giorgi ha disputato una partita quasi perfetta; ha avuto match point (mancato) sul 6-1 5-3 nel turno di risposta, e fino al game finale non aveva nemmeno concesso una palla break.
Eppure anche in questo caso per chiudere la partita ha faticato molto: ha concesso per la prima volta una palla break (per il 5 pari) che avrebbe rimesso in gioco un’avversaria sino a quel momento surclassata, e ha concluso solo al quarto match point.

3)Venus Williams
Contro Venus le cose sono andate in modo molto simile. E’ arrivata ad un passo dal doppio break nel secondo set, e comunque è stata in grado di spingersi avanti fino a servire per il match. E come nei due precedenti match, a quel punto sono cominciate le difficoltà serie.
Solo che un conto è avere di fronte un’avversaria inesperta come Smitkova, un conto una giocatrice di enorme classe come Venus; che infatti delle titubanze di Camila ha immediatamente saputo approfittare per rientrare in partita e girarla progressivamente a proprio favore.

A questi tre match vorrei anche aggiungere le due partite più importanti giocate da Camila l’anno scorso: mi riferisco alle finali dei tornei di Katowice e Linz contro Cornet e Pliskova.
Entrambe le partite sono state perse addirittura dopo aver avuto match point a favore.

Ecco, tenendo presente tutto questo, per me la spiegazione più semplice e logica è antica come il tennis, e si chiama braccino.
Vale a dire la cronica difficoltà di molti giocatori a chiudere i match, soprattutto quelli importanti.

Ma se questa è la spiegazione, allora c’entrano poco le decisioni tattiche o tecniche: e del resto se si arriva ad un passo dalla vittoria è difficile sostenere che fino a quel punto si sono intraprese scelte di fondo sbagliate.
Per me il comune denominatore di queste difficoltà è mentale; e si conoscono molte giocatrici che hanno avuto profonde ansie nel momento di chiudere i match. Penso a Jana Novotna in passato o, tra le tenniste in attività, a Kaia Kanepi, a Carla Suarez Navarro, a Lucie Safarova, etc etc.

Camila Giorgi entrerà stabilmente in questa categoria? Difficile dirlo: secondo me a volte questi scompensi sono comunque indice di un progresso del gioco sul piano fisico-tecnico non ancora accompagnato da un uguale progresso psicologico. C’è chi si ritrova con questo handicap per tutta la carriera, ma per alcune giocatrici si tratta appunto di fasi di crescita che si attraversano, e che si possono superare.
Sotto questo aspetto credo che solo il futuro potrà dirci se i timori di Camila saranno cronici o temporanei.

A margine di questo ragionamento vorrei anche aggiungere una nota positiva, legata ad una questione tecnica.
A mio avviso rispetto a molte partite dell’anno scorso a Melbourne Giorgi ha risposto complessivamente meglio. Soprattutto contro Venus è spesso riuscita ad entrare nel palleggio anche nei turni di risposta, evitando di cercare sistematicamente il vincente al primo colpo, e optando invece per soluzioni più interlocutorie che mi pare siano state fruttuose. E rispondere con una certa solidità contro il servizio di Venus non è affatto semplice.
Un progresso che si va ad aggiungere a quelli espressi nel 2014, (mi riferisco alla varietà dei servizi e al gioco di volo). Ma siccome alla fine Camila ha perso, anche questi aspetti positivi temo finiranno per non essere presi molto in considerazione.

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