Seppi si arrende al 5 contro il baby Kyrgios (Crivelli), Seppi torna sulla terra contro Nick il Selvaggio (Bertolucci), Kyrgios blocca la corsa di Seppi (Semeraro), Seppi torna sulla terra contro Nick il Selvaggio (Azzolini), Seppi si ferma al match point (Clerici), Seppi, con Kyrgios il rimpianto più grande (Giorni)

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Seppi si arrende al 5 contro il baby Kyrgios (Crivelli), Seppi torna sulla terra contro Nick il Selvaggio (Bertolucci), Kyrgios blocca la corsa di Seppi (Semeraro), Seppi torna sulla terra contro Nick il Selvaggio (Azzolini), Seppi si ferma al match point (Clerici), Seppi, con Kyrgios il rimpianto più grande (Giorni)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Seppi si arrende al 5 contro il baby Kyrgios

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 26.1.2015

 

L’urlo stavolta rimane strozzato in gola in un groviglio di rimpianti ed emozioni, un brivido incompiuto che raggela dopo il miraggio di un nuovo orizzonte di gloria. Non basta un’altra grande partita, con il pathos epico della sfida portata all’eroe nella sua patria e la freccia fatidica di un match point a favore, perché Andreas Seppi incida il suo nome nella pietra su cui poggerà la storia di questo Australian Open. Vince, dopo un dramma in cinque atti, il golden boy di casa Kyrgios, certamente sfacciato e spocchioso, ma con il marchio incancellabile di chi farà tanta strada. E se Federer si era dovuto inchinare al coraggio del biondo di Caldaro, stavolta la nemesi agonistica premia il più giovane, che non trema quando il mondo sembra crollargli addosso. Gli annali raccontano che l’ultimo teenager due volte ai quarti di uno Slam (Nick ci era già riuscito a Wimbledon l’anno scorso) si chiamava Roger e veniva dalla Svizzera. Predestinazione? INIZIO ITALIANO Le cronache diranno che il prode Seppi, addirittura più imperioso al servizio del Kid di Canberra che tira a oltre 200 all’ora, si allungherà fino ad assaporare la gioia di due set di vantaggio, perché i suoi colpi da fondo, e soprattutto la risposta, tracciano il campo e tolgono a Kyrgios l’abbrivio della spinta aggressiva sul primo rimbalzo. I diecimila della Hisense Arena, rumorosi, variopinti ma corretti e che si aspettano la festa in anticipo (oggi è l’Australia Day), assistono invece a una passerella solo straniera, anche se Andreas aveva fiutato il pericolo: «Ero avanti due a zero, ma non mi ero piaciuto molto, con Federer avevo giocato meglio, qui stavo regalando troppo con il dritto». Avvolto dal conforto di un inizio perentorio e probabilmente inatteso, l’allievo di Max Sartori si accomoda fuori dallo stadio e con 9 gratuiti nei primi tre game del terzo set riporta dentro MOMENTI CHIAVE Forse aver concesso quel parziale con troppa facilità finirà per rendere pesante il saldo finale, ma il rammarico viaggia a braccetto dell’equilibrio che si instaura da lì in poi, sublimandosi nel match point Seppi del 6-5 del quarto, annullato da una bordata al servizio dell’intrepido Nick e poi nel decimo punto del tie-break, quello che Andreas fatica a mandare giù: «Sono sopra 5-4, seconda sua, mi aspetto che rischi e invece mi manda una palla normale. Mi ha sorpreso, non ho giocato un rovescio aggressivo e mi è venuto sopra con il dritto. Se avessi ottenuto altri due match point, chissà…». E invece si va al quinto, con la folla in tumulto come a uno spettacolo di *** gladiatori. Esaltato dalla rimonta e dai boati, Kyrgios sale 4-1 ma non possiede ancora la forza mentale per affondare il colpo di grazia e si affloscia d’improvviso. Il nostro infila 12 punti consecutivi, lo affianca e sul 4-4 ha la palla break che aprirebbe il sesamo dei quarti, mai raggiunti in un Major: ace del ragazzino. Incoscienza. E tanta classe. Fino al 14 gioco della sventura tricolore, Kyrgios si sottrarrà dai guai chiedendo e ottenendo la luna dal servizio. ….

 

I limiti di Andreas e la polizza sul 2015

 

Paolo Bertolucci, la gazzetta dello sport del 26.1.2015ù

 

Chiariamolo subito: non è stato Andreas Seppi a perdere, ma Nick Kyrgios a vincere. Il tenace italiano ha ceduto di una incollatura, dopo essere stato in vantaggio di due set e aver avuto un match point a favore, contro il futuro campione australiano. Da solo, ha tenuto testa all’avversario e alla marea di spettatori che hanno sorretto l’idolo locale nella fantastica rimonta. Dispiace che Andreas, dopo aver liberato la strada verso i quarti eliminando Federer, non abbia potuto gustare fino in fondo la ghiotta opportunità. Nel momento decisivo ha rallentato la spinta e il pressing, dando fiato alle speranze di Kyrgios. Credo che i nodi dei precedenti sforzi siano venuti al pettine e abbiano reso vano il colpo di coda nella fase centrale del quinto set. Alcuni limiti tecnici di Seppi sono affiorati qua e là e l’abilità nel distribuire i servizi o i colpi vincenti non è mai frutto della casualità, ma il marchio inconfondibile che distingue il campione dal buon giocatore. Il ragazzo australiano, a mio parere, ha tatuato sul corpo le stimmati del futuro protagonista ad altissimo livello. Un futuro che potrebbe essere prossimo se, alla continuità di rendimento, saprà affiancare ulteriori progressi tecnici nel rovescio…

 

Kyrgios blocca la corsa di Seppi

 

Stefano Semeraro, il corriere dello sport del 26.1.2015

 

….Lo spartiacque dell’ottavo di finale più atteso dai tifosi “aus-sie” asserragliati nella Hisense Arena, pronti a doparsi di futuro, a celebrare un nuovo eroe. Il Messia meticcio strappato al basket – papà greco-australiano, mamma malese – che dovrà far risvegliare dal Grande Sonno la patria dei Laver e dei Rosewall, dei Newcombe e dei Rafter. Un match-point arrivato sul 6-5 per Andreas nel quarto set, dopo che “Seppiolo” si era ritrovato avanti di due, magari non giocando bene come contro Federer ma a sufficienza per mettere sotto Nick mano calda, un po’ irrigidito dalla tensione e da un pizzico di mal di schiena il pericolo, Kyrgios lo ha allontanato con una manata di servizio, a modo suo, poi si è preso anche il tie-break e il quinto set, 8-6, e Andreas è sincero: «Troppi regali, ma vado via contento perché mai così bene a inizio anno» l’urlo dei pubblico mentre si schiantava a terra con le mani sulla faccia, e l’onore e la gloria di sfidare Andy Murray nei quarti dello Slam di casa. Dove nessun australiano era più arrivato dopo Lieyton Hewitt nel 2005. Non sarà un caso se l’ultimo teenager, l’ultimo campione adolescente capace di toccare i quarti di due Slam diversi era stato Roger Federer; nel 2001. Quattordici anni fa, una vita. «Nei primi due set non ho giocato al meglio – si rammarica Andy, gli occhi azzurrissimi che colano una delusione nera – f to regalato troppo, poi nel terzo l’ho fatto scappare via troppo in fretta, ma il rimprovero che devo farmi è che avrei dovuto rispondere al meglio sul 5-4 del tie-break del quarto. Lui si è tirato fuori dai momenti difficili con il servizio, che nel tennis di oggi conta tre-quarti del lavoro. Migliorerà ancora, presto per dire se arriverà numero 1. Io sarò arrabbiato ancora per qualche giorno, ma lo sport è così. Vado avanti, pensando che non ho mai iniziato una stagione così bene». Kyrgios ha quasi 12 anni meno di Andreas, ma sta imparando in fretta. ranno La gioia di Nick “mano calda”: «Tutto pazzesco! Ora ansò Murray posso batterlo» scorso dopo Wimbledon per qualche mese ha smarrito la bussola, licenziato il coach di sempre. Quando è in giro per torneo soffre di nostalgia, gli mancano i “mates” i compagni, tanto che dopo gli US Open ha deciso di tornarsene a Canberra, casa sua e del centro tecnico nazionale. Rafter in Davis lo tratta con la striglia, perché non ama i suoi capricci da bim-bone e i tagli da mohicano, a lisciarlo ci pensa Vika Azarenka, campionessa dai gusti un po’ tamarri che dopo la fine della love-story con Redfoo pare avergli messo gli occhi addosso (basta leggere i tweet che si scambiano su #NKrising)….

 

Seppi torna sulla terra contro Nick il Selvaggio

 

Daniele Azzolini, tuttosport del 26.1.2015

 

Sarà il numero uno, dicono. Non subito, e nemmeno domani, ma presto. Appena gli ardori della gioventù si ammorbidiranno lasciando spazio alla consapevolezza, quando il piacere dei giochi pericolosi farà posto alla certezza di poterseli permettere, e solo dopo che avrà imparato ad arrossire delle smanie di protagonismo di cui oggi si fa scudo, per non sentirsi troppo ragazzino. Allora Nick Kyrgios prenderà il sopravvento, raccontano gli aedi australiani, e porrà fine alla lunga attesa di una nazione pazza di tennis, che ha dominato in passato e non sapeva darsi risposte sul presente così gramo. Lul come loro n gruppo dei Fanatics è in visibilio. Di lato al campo della Hi Sense, zazzeruti e pittati, cantano le lodi al ragazzino che più di tutti li rappresenta, inneggiano alla sua strafottenza. Lui è come loro. Stessi capelli mohicani, di lato scolpiti da una ragnatela di ghirigori che s’intrecciano, stessa baldanza nell’affrontare la vita, stessa rabbia, che è la molla che lo sostiene e lo rende, insieme, incantevole e cafone. Nick il Selvaggio, lo chiamano così… II tennis australiano gli sta costruendo un centro tecnico tutto per lui, a un passo da Adelaide, e gli antichi campioni si alternano al suo fianco, per consigliarlo e affrettarne la crescita. A Melbourne è nei quarti, avrà un Murray in grande ripresa Ha battuto Seppi, «mi sarebbe piaciuto di più battere Federer», dice con la stessa faccia di tolla con cui si rivolse al pubblico di Wimbledon per chiedere di mettere da parte Nadal e di tifare solo per lui «Mi piace l’ idea che il pubblico pensi di aver speso bene i suoi soldi». Viene da una famiglia molto unita, solida, lo si vede dal fatto che è tranquillo con se stesso. Padre greco, imprenditore. Madre malese. Fratelli avvocati. Amatissimo da tutti… Ma è presto, troppo presto. E non vanno commessi errori. Nick ha solo quattro anni di tennis alle spalle, di “vero tennis” per meglio dire. Ha cominciato a sette, ma è stato in bilico fra racchette e palloni da basket fino ai quindici. Poi ha scelto. 11 tennis in Australia è più importante del basket e Nick cercava il palcoscenico più illustre. Nuova pagina Nel passaggio dall’antico numero uno, Federer, battuto in modo a dir poco sontuoso, al futuro primattore del tennis, che lo ha piegato a stento, Seppi ha scritto una pagina nuova della sua carriera, con parole che solo due settimane fa avrebbe forse giudicato troppo altisonanti. Le merita, invece. In pochi giorni ha cambiato marcia e imboccato una nuova strada lia lavorato per quello, dice coach Sartori, convinto che ora Andreas possa affrontare la rimanente stagione con prospettive ben più alte. «Resta l’amarezza per i quarti di finale sfuggiti di un nulla», ammette Andreas, (ma per fortuna si accompagna a sensazioni positive». Per due set Seppi ha tenuto in ostaggio Kyrgios, ma l’impresa è svanita sul match point del quarto set, l’azzurro avanti 6-5. Nick l’ha annullato con una pallata insolente, e li è girata la partita In quel momento, a un passo dalla caduta del Selvaggio, le radio australiane hanno dipinto l’azzurro con parole accorate, chiamandolo builder, il costruttore, e anche eraser l’uomo che dopo aver cancellato Federer stava per dissolvere il loro protetto. Fra le due, meglio la prima, il costruttore, in piena assonanza con la storia che la comunità italiana ha scritto in Australia «Avrei potuto giocare meglio, anche nei primi due set Poi c’è stata un po’ di baruffa, il pubblico s’è fatto sentire, il match è diventato teso». II Selvaggio tirava la seconda di servizio a 191 orari. Esagerato. «E io un bel po’ sfigato», si tormenta Seppi «Non so se Kyrgios diventerà il numero uno», risponde Sartori alla domanda iniziale.

 

Seppi si ferma al match point

 

Gianni Clerici, la repubblica del 26.1.2015

 

Qual’è la differenza tra un tennista di diciannove anni, di indubbio futuro e dilettevole istinto, e un altro ormai trentenne, via via migliorato e molto pia razionale, in ottima forma, reduce da una vittoria contro il primo del mondo, e vicino a raggiungere il suo miglior risultato in uno Slam, sino ad ottenere addirittura un match point? La differenza è quasi impercettibile, in atletica si definirebbe in un centesimo di secondo. Si tratta, per uno che ha visto la partita in TV, del match point che Andreas Seppi non ha trasformato contro Nick Kyrgios, dopo averlo raggiunto nel quarto set. A quell’istante che avrebbe potuto essere decisivo, Andreas era giunto dopo aver vinto i primi due set, nei quali aveva dimostrato tutto il suo buon senso, e un gioco simile a quello dell’inatteso match contro Federer. Serviva profondo, Seppi, pia spesso al centro, prediletto piazzamento mento anche perché possiede meno slice. E mi pareva meno infastidito del-l’arrotatissimo diritto del giovane avversario che di un rovescio più regolare, trai due colpi, anche se meno violento. Mi tornava in mente quel che mi disse il mio amico Tony Roche, un giorno di tre anni addietro, quando passando su un campo secondario vidi un ragazzone dalla pelle scura e dall’ apparenza asiatica. «È un new australian — come si definiscono gli immigrati. — E ha un talento da vincere uno Slam». Guardai, e rimasi ammirato dalla disinvoltura, dalla creatività, e capii che a sedici anni si possono infrangere racchette sul cemento, se lo sponsor è generoso, e il maestro tollerante. Gli squilibri dell’adolescente Kyrgios, figlio di un greco e una malese, son diminuiti, grazie ad un’educazione sportiva che in Australia certo non manca. Nonostante i cosiddetti “Fanatics”, ricoperti di giallo e verde, si manifestassero in un tifo molto rumoroso ma non contrario all’italiano, Nick ha trovato modo di battergli le mani, e di osservare”welldone’ (ben fatto) per pia di un punto di Andreas. Nick ha molto probabilmente incontrato difficoltà contro il gioco lungo e solido del Seppi dei primi due set, ma ha avuto il merito di credere in se stesso, e di non accontentarsi di errori dell’avversario, tentando, a suo rischio, di mantenere una tattica aggressiva anche quando questa non pagava. Nel terzo set è stato favorito da una logica flessione di Seppi, nel quarto si è salvato, come si ricorda, dal match point del nostro, e nell’ultimo, apparentemente suo, in vantaggio per4 a 1, è riuscito a sfuggire alla passività di dodici punti perduti consecutivamente, che avevano riportato Andreas da 1-4 a 4 pari; e addirittura a una palla break per il 5 a 4, che avrebbe nuovamente rovesciato la parti ta. Palla break salvata con uno dei suoi frequenti e illeggibili aces, in tutto venticinque, una sua caratteristica per averne collezionati 72 negli ultimi 3 match. All’amico Ubaldo, Massimo Sartori, il fraterno coach che segue Andreas da quando aveva dodici anni, e l’ aveva scoperto a Caldano, ha detto: «La partita è stata molto equilibrata, peccato non aver approfittato appieno dei momenti di scarsa luci-dita di Kyrgios, ma non si put) rimproverare nulla ad Andreas, che nel terzo set non poteva non rifiatare. Sul match point del quarto ha tirato un gran servizio l’australiano e al quinto poteva finire in qualsiasi modo».

 

Seppi, con Kyrgios il rimpianto più grande

 

Alberto Giorni, il Giorno del 26.1.2015

 

Nei suoi incubi riapparirà spesso quel match-point sul 6-5 del quarto set, che poteva spalancargli le porte del quarto di finale degli Australian Open, il primo in uno Slam. Ma sull’ottima prima di servizio di Nick Kyrgios, Andreas Seppi ha messo lunga la risposta ed è stato l’inizio della fine. Un vero peccato perché, dopo l’exploit con Federer, l’altoatesino aveva vinto i primi due set ed era in controllo della partita. Però il 19enne australiano, in un clima da stadio calcistico, si è caricato e ha fatto esplodere la Hisense Arena imponendosi 5-7, 4-6, 6-3, 7-6(5), 8-6. Sotto gli occhi del c.t. azzurro Barazzutti, Seppi ha avuto occasioni anche nel quinto set, quando ha recuperato da 1-4 a 4-4 non sfruttando poi una palla break, ma gli dei del tennis hanno strizzato l’occhio al predestinato Kyrgios che, con servizi bomba e dritti sulla riga nei momenti decisivi, ha mostrato stimmate da fuoriclasse. Padre greco e madre malese, fino a poco tempo fa sfidava tra gli Juniores il nostro Gianluigi Quinzi. Si è fatto conoscere l’anno scorso con un clamoroso successo su Nadal a Wimbledon e da lì ha spiccato il salto di qualità, con atteggiamenti a volte sopra le righe. Ora è n.53 Atp: gli australiani hanno trovato il futuro campione atteso da troppi anni. Seppi esce a testa alta: «Sono deluso e lo rimarrò per qualche giorno. E’ stato un match equilibrato, forse avrei dovuto rischiare di più nel tiebreak del quarto, poi nel quinto lui a tratti è stato ingiocabile. Punto a rientrare fra i primi 30». Kyrgios è incontenibile: «Dopo aver battuto Federer, sapevo che lui era in fiducia. E’ una vittoria più bella di quella su Nadal, perché questo è il mio torneo di casa». Nei quarti se la vedrà con Murray che ha eliminato Dimitrov in quattro set, mentre Nadal ha dominato in tre set il sudafricano Anderson e attende Berdych. Anche tra le donne avanti le favorite: la Sharapova ha lasciato tre game alla Peng e ora troverà la stellina canadese Bouchard.

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