Australian Open interviste, Djokovic: "Quando ci affrontiamo, io e Stan tiriamo fuori il meglio delle nostre abilità"

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Australian Open interviste, Djokovic: “Quando ci affrontiamo, io e Stan tiriamo fuori il meglio delle nostre abilità”

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Australian Open, quarti di finale: Djokovic b. Raonic 7-6 6-4 6-2. L’intervista del dopo partita a Novak Djokovic

Se avesse vinto il primo set sarebbe stato un match completamente diverso, giusto? Sentivi la pressione?
Beh, sicuramente è stato un set combattuto, ma credo di aver avuto più possibilità di lui nel primo. Sono riuscito a tenere duro nei momenti importanti e a vincere il set cruciale. Ovviamente vincerlo al tiebreak e fare un break al primo game del secondo set è stato importantissimo per me, mi ha permesso di giocare con più varietà ed essere più aggressivo sul campo. Da lì in poi ho giocato un gran match.

Quanta fiducia hai guadagnato dagli ultimi due match che sono stati molto insidiosi ma non hai perso un set?
Sì, ho preso molta fiducia e cerco di portarla in ogni match successivo. Ora affronterò Stan che è il campione uscente qui e abbiamo giocato incontri di 5 set nel 2013 e nel 2014 agli Australian Open, sono pronto per la battaglia. Ma sapere che ho alzato il livello questa sera e aver giocato il mio miglior match del torneo incrementa la mia fiducia positivamente. Sperò di portarla nel prossimo incontro.

Ci sono modi per giocare ancora meglio?
Beh, io sono autocritico ma cerco di prendere il meglio da ogni partita e oggi c’è poco di cui potrei lamentarmi, dal primo all’ultimo game ho giocato nel modo in cui avrei voluto. Mi sono creato molte palle break. Una delle chiavi di questa sera era quella di rimandare il più possibile la palla dall’altra parte e credo che da fondo campo ho più possibilità di vincere i punti. È facile dirlo una volta fatto ma mi sento molto bene riguardo al mio gioco di oggi.

Ti ricordi della prima volta che affrontasti Stan qui nel 2005 alle qualificazioni?
Contro Stan nel 2005 alle qualificazioni? Sei sicuro?

E tu vincesti; puoi controllare.
Bravo per quella statistica ma onestamente non riesco a ricordare il match. Comunque è bello vedere qualcuno che conosco da molto tempo, Stan è due anni più vecchio di me ma abbiamo giocato alcuni eventi junior insieme. Fa piacere vederlo ottenere successi, lui ama questo sport, lavora duro. Per tutti questi anni noi sapevamo che aveva grandi qualità ma mentalmente non credeva abbastanza di poter vincere uno Slam e credo che la cosa sia cambiata negli ultimi due anni. Ed è per questo che i suoi risultati sono cambiati ed è un campione Slam e di Davis. Gioca fiducioso e non vedo l’ora di sfidarlo.

Non ricordi quel match?
Forse il primo round? Io ricordo che al terzo round fu Wesley Moodie, grazie per avermelo fatto notare, lo ricorderò a Stan quando lo vedrò domani.

Hai avuto vittorie facili su Stan al di là degli Slam. Le ultime tre volte in uno Slam siete arrivati al quinto. Cosa rende questi match più intensi? Come ti prepari sapendo quanto siano durati gli altri?
Come ho detto prima, sono pronto per la battaglia. Quando abbiamo giocato gli incontri precedenti erano ad una fase finale di uno Slam, e questi sono i tornei dove tu vuoi fare meglio e sono sicuro che entrambi siamo consapevoli di questo fatto. Per questo aumentiamo il livello e ci spingiamo oltre i limiti, è anche una battaglia fisica. Ma io non ho avuto lunghi match in questo torneo, mi allenerò domani analizzando il suo gioco e capendo di cosa ho bisogno per vincere.

Stan ha giocato un match incredibile contro Kei oggi, hai visto qualcosa?
Sì, ha giocato un gran match e Kei ha giocato il suo miglior tennis negli ultimi 12 mesi. Vincere senza perdere un set contro di lui e piuttosto impressionante, essendo il campione in carica ovviamente ha un po’ di pressione. Si trova a vivere questa situazione per la prima volta in carriera e sta giocando un gran tennis, bisogna dargliene credito, mi piace Stan e lo rispetto molto. Ma sono sicuro che quando saremo sul campo, entrambi vorremo vincere.

Hai guardato gli highlights del match dello scorso anno contro Stan?
No, ma forse ora è il momento, non guarderò gli ultimi punti (sorride), tutto il resto va bene. Ovviamente bisogna analizzare i video, per un match del genere bisogna entrare nella giusta condizione mentale perché ora sei in una semifinale Slam e affronti top player, non si torna indietro. È il momento di mostrare il meglio di sé.

Quello che vediamo sul tuo servizio è l’effetto di Boris Becker?
Ovviamente c’è il suo contributo, nessuna discussione. Si è aggregato al team lo scorso anno e abbiamo lavorato insieme 12 mesi e sta migliorando il mio gioco portandolo al livello più alto possibile. Il servizio è stata una delle cose che volevamo migliorare, so di non poter servire forte come Milos, ma cerco di sfruttare gli angoli, la precisione, dandomi la possibilità di avere alcuni punti facili col servizio.

Sei stato in molte semifinali in uno Slam e ne hai vinte sette, puoi dire a questo punto qualcosa, se questa ti sembra buona o cosa accadrà ora?
Certo che mi sento bene. Alcune volte le persone vicino a te credono sia facile per un top player raggiungere semifinali Slam, tutti si aspettano che tu giochi bene, ma io non do nulla per scontato. Io cerco di essere consapevole che ci sono centinaia di giocatori nel mondo che lottano tanto quanto me per trovarsi in questa posizione. Questo mi fa restare coi piedi per terra e provo a godermi ogni momento e lavoro duro per quello che ho.

Avere Boris dalla tua parte, quanto beneficio ti da sull’aspetto mentale?
Questo è il più grande contributo che potesse darmi perché è stato numero uno e vincitore di molteplici Slam e conosce esattamente il tipo di sfide mentali che io sto passando e che devo affrontare durante i Match, specialmente nelle fasi finali di un torneo. È qui che parliamo molto, ci è voluto tempo all’inizio del rapporto per capire come lavorare, qual’è la routine quotidiano, qual’è lo stato mentale perché siamo persone diverse, ma durante le nostre carriere abbiamo passato le stesse  circostanze. E qui è dove lui può aiutarmi maggiormente.
Traduzione di Paolo Di Lorito

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