Australian Open interviste, Andy Murray: “Mi sento forte per domenica”

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Australian Open interviste, Andy Murray: “Mi sento forte per domenica”

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Australian Open, semifinale: A. Murray b. T. Berdych 6-7, 6-0, 6-3, 7-5. L’intervista del dopo partita a Andy Murray

Che cosa significa essere alla tua quarta finale degli Australian Open, l’ottava finale slam nella tua carriera?

È fantastico, ho giocato davvero molto bene stasera. Sono molto contento di come ho giocato la partita. Arrivare qui in finale per la quarta volta, quando sei circondato da persone come Roger, Novak e Rafa, può non sembrare molto, ma non capita così spesso, quindi sono molto orgoglioso.

Che cosa è cambiato tra il primo e il secondo set, sono stati così diversi.

Lui ha iniziato molto bene, io ero un po’ prudente all’inizio e cercavo di abituarmi alla sua palla. Colpisce la palla in modo estremamente piatto e duro. All’inizio stavo troppo sul piede posteriore. Alla fine del primo set ho iniziato a venire più avanti, ad essere più aggressivo. Poi il secondo set ho ripreso da come stavo giocando alla fine del primo. Sentivo che avrei potuto vincere il primo set e ho avuto alcune possibilità. Nel secondo set sono stato molto aggressivo e ce l’ho fatta.

Quand’è l’ultima volta che hai rotto una corda?

Mi succede di rado. A volte se non colpisci bene la palla nel punto giusto, la corda si può rompere nella punta della racchetta e in quel colpo si è rotta nella parte alta della racchetta. Sì, è accaduto in un momento poco propizio, sfortuna.

Qual è stato il problema con la palline nel primo set?

Non lo so, è lui che aveva un problema con le palline, non io.

Quello è stato uno di una serie di episodi, è sembrato un primo set pieno di episodi. Che cosa è successo durante il cambio dopo la fine del primo set? Hai riferito all’arbitro che lui ti ha detto qualcosa mentre ti passava accanto?

Sì, non so che cosa abbia detto, ma ha detto letteralmente qualcosa mentre mi passava vicino durante il cambio campo. Non so esattamente che cosa abbia detto, ho solo riferito all’arbitro che lui mi ha detto qualcosa, tutto qui.

Nell’intervista a bordo campo hai detto che c’è stata molta tensione legata a Vallverdu.

Voi volevate che ci fosse tensione. Può succedere ed è completamente normale. Ero seduto qui l’altro giorno e ci sono state più domande su Vallverdu che sul match che ho giocato, quindi volevate voi che ci fosse tensione. È stato tutto naturale, se sapete come funziona il cervello, è completamente naturale, quindi sì, me l’aspettavo ed ero preparato a ciò.

L’hai gestita meglio di lui, è sembrato che si sia distratto.

No, solo nel primo set c’è stata tensione, proprio all’inizio del match. Alla fine del set, durante il tie-break non c’è stato niente. Poi sì, alla fine del primo set, quando ha detto qualcosa, quello è stato davvero l’ultimo momento del match dove c’è stata tensione. Dopo è stato tranquillo.

Nel cricket ci si insulta tra giocatori per tutto il tempo, è così raro nel tennis che ci siano commenti tra i giocatori durante il cambio campo?

Penso che i giocatori non dicano nulla ai propri avversari perché ci sono telecamere e microfoni dappertutto. Dobbiamo venire qui dopo ogni partita e se abbiamo detto qualcosa, voi non fate altro che discutere di quello per il resto del tempo. Invece nel cricket non riesco a immaginare che quello che si dicono in campo i giocatori venga ripreso dopo. Non trasmettono tutto quello che si dicono i giocatori. I giocatori non dicono nulla perché gli causerebbe problemi o finirebbero per passare tutto il tempo a dover dare spiegazioni. La realtà è che quando hai due persone che competono tra loro e c’è un po’ di tensione, è naturale che accadano queste cose.

Hai indicato il tuo box alla fine del match. Pensi che abbiano avuto un ruolo maggiore in questa vittoria rispetto ad altre?

No, l’ho detto l’altro giorno, ho ricevuto solo domande sul mio ex-coach che lavora con Tomas e nessuno era interessato a quello che stavo facendo con Amélie o su come stavo giocando. Molte persone la criticavano alla fine dell’anno scorso, come se il modo in cui giocassi fosse colpa sua. Ho fatto due settimane di allenamento con lei alla fine dell’anno, non puoi cambiare le cose durante i tornei. C’è stato davvero poco tempo per lavorare insieme, davvero non c’era nessuna ragione per criticarla.

Giustificazione?

Non so se sia questo, ma sono molto felice per lei di aver vinto il match stasera.

Kim inavvertitamente ti è costata un warning per time violation ad un certo punto, è stata ripresa dalla telecamera mentre usava aggettivi anglosassoni, è qualcosa di cui eri consapevole?

Mi è stato riferito.

Qual è la tua reazione?

Di nuovo, quando c’è molta tensione attorno a qualcosa, che hai creato, è completamente normale, in tutto il primo set tutti erano tesi. Il mio preparatore atletico, il fisioterapista, sono sicuro che per Dani non sia stato facile. Anche Tomas, che raramente dice qualcosa sul campo, era teso. Nella tensione del momento puoi dire cose di cui poi ti penti. Tutto qui.

Tomas l’ha definita una battaglia sulla linea di fondo. Premesso che l’hai vinta tu, come ti preparerai per domenica?

Ovviamente mi sento bene perché penso di aver giocato bene stasera. La cosa più importante nelle partite è riuscire a fare degli aggiustamenti, delle modifiche quando le cose non vanno bene. Questa è una di quelle cose di cui non abbiamo parlato l’altro giorno. Tutti possono iniziare un match pensando di applicare certi schemi di gioco e certe idee su come vogliono giocare. Cercavo di spiegare che se qualcuno pensa che arriverò, guarderò il campo e farò qualcosa, se faccio qualcosa di completamente differente, se inizio a fare serve and volley, poi durante il match devi cambiare e aggiustare la tua tattica in base a cosa fa il tuo avversario. Stasera penso di aver fatto alcune importanti modifiche nel corso della partita rispetto a come stavano andando le cose all’inizio. Devo rifare la stessa cosa domenica contro Novak o Stan perché a volte le cose che pensi che funzionino, non sempre funzionano. Devi essere in grado di fare aggiustamenti nel mezzo del match e questo non dipende necessariamente dal coach. Dipende dall’individuo perché non possiamo avere il coach durante il match. Dobbiamo essere in grado di fare le variazioni da soli ed è una delle cose di cui sono stato più contento stasera, perché dopo il primo set ho variato il modo in cui stavo giocando e ho fatto girare il match a mio favore.

Nonostante l’attenzione hai perso un tie-break. Per emergere e riuscire vincere il secondo set, che cosa stavi cercando per raggiungere quel livello?

Ho fatto un ottimo blocco di allenamento dopo aver trascorso la off-season con Amélie a lavorare su una serie di cose, avendo avuto un buon periodo di tempo per lavorare insieme. Durante la off-season ho lavorato in maniera dura fisicamente, un paio di persone che erano con me hanno parlato con voi a riguardo. Sì, ho lavorato bene per darmi l’opportunità di giocare così. Non c’è paragone tra come mi sento oggi e come mi sentivo l’anno scorso dopo aver perso in quattro set, non riuscivo quasi a muovermi alla fine del match perché ero molto dolorante e rigido. Oggi mi sono sentito forte alla fine.

Quanto ti influenzano (se ti influenzano) le tre finali perse in vista di domenica?

Come ho detto, di sicuro perdere le finali è seccante, ma raggiungere quattro finali è una cosa davvero molto difficile. Non è facile da fare. Sono orgoglioso del mio record qui. Farò del mio meglio domenica. Entrerò in campo con la migliore tattica possibile, mi preparerò bene, ho un paio di giorni di riposo, mi riprenderò il meglio possibile. Tutto quello che posso fare è dare il mio meglio. Se è abbastanza, bene, altrimenti non potrei aver fatto di più per mettermi in una posizione migliore.

 

Traduzione di Ylenia Bellantoni

 

 

 

 

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