Australian Open interviste, Hingis: "Non sono mai stata lontana dal tennis"

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Australian Open interviste, Hingis: “Non sono mai stata lontana dal tennis”

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L. Paes/M. Hingis b. D. Nestor/K. Mladenovic 6-4, 6-3. L’intervista del dopo partita

Martina, quando hai deciso di tornare a giocare, solamente in doppio? C’è stato un momento in cui ha capito che ti mancava troppo?

Hingis: Non sono mai stata davvero lontana dal tennis, è sempre stato parte della mia vita in un modo o nell’altro. Ho partecipato a delle esibizioni, ho allenato. Allenare, soprattutto, mi ha riavvicinato al gioco perché mi sono confrontata con alcune delle migliori giocatrici al mondo, come Anastasia Pavlyuchenkova e Sabine Lisicki. Questo mi ha fatto pensare che potevo giocarmela, su metà campo. Non avrei dovuto correre molto: sentivo di poter dire la mia. Leander mi ha chiesto per tre anni di tornare: forse avrei dovuto accettare prima, ma non mi sentivo pronta a reggere lo stress della competizione.

Cosa vuol dire assaporare un nuovo successo qui, così tanti anni dopo il tuo debutto all’Australian Open?

Hingis: Durante la cerimonia, ho quasi perso la voce dall’emozione. Essere di nuovo qui dopo vent’anni: chi lo avrebbe mai detto. E poter alzare un altro trofeo con Leander…è più di quanto osassi sognare.

Speri di giocare le Olimpiadi l’anno prossimo?

Hingis: Manca ancora molto. È una possibilità, ma non gioco le Olimpiadi dal ’96

Giocare insieme nel World Team Tennis vi ha aiutato? Vi conoscete bene

Paes: Ci capiamo benissimo. Martina è molto intelligente, sa esattamente quali saranno i miei movimenti, e io so quali saranno i suoi. A un certo punto oggi, dopo un mio errore, è venuta da me e mi ha detto che avevamo sbagliato, e che dovevamo puntare sulla formazione a I. Da lì in poi, non abbiamo avuto più problemi. In quindici Slam che ho vinto, è la prima volta che non perdo neanche un set, ed è grazie a questa signorina qui accanto. È la sua intelligenza che spicca.

Leander, hai giocato con quasi cento partner, e Martina ovviamente è tra le migliori. Ma per un giocatore normale, qual è il segreto per abituarsi a un nuovo partner?

Paes: La cosa fondamentale è conoscersi bene. Se sei onesto con te stesso, sui tuoi punti di forza ma soprattutto sulle tue debolezze, puoi scegliere un partner che ti completa. La mia risposta al servizio è, quando va bene, nella media: nel mio caso è importante scegliere una partner capace di pensare velocemente da fondo campo, anche quando, nel misto, gli uomini le servono contro. Daniel Nestor ha uno dei migliori servizi nel circuito: Martina, anche in questi casi, è in grado di pensare velocemente, fare una scelta e portarla avanti. Questo mi ha insegnato molto: quando ho tempo, tendo a pensare troppo; Martina invece sceglie un colpo e lo esegue. A un giovane, direi quindi di imparare a conoscersi, e di ricordare che in doppio il valore della squadra deve essere maggiore della somma dei singoli.

Avete in programma di giocare altri Slam?

Hingis: Certo, ne abbiamo già parlato. Non solo perché abbiamo vinto, ma perché ci troviamo molto bene insieme. Ora come ora ci sentiamo invincibili, specialmente sul cemento, perché ci completiamo perfettamente. Lee è un grande partner, con molta esperienza. Devo preoccuparmi solo di fare la mia parte, so che lui si prenderà cura del resto.

Ci sono ancora obiettivi che volete raggiungere?

Paes: Il mio obiettivo è far vincere a Martina il Career Grand Slam. Non importa se ci vorranno due anni, il mio obiettivo è questo.

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