Mai dare Nole Djokovic per morto. Quinto Australian Open e ottavo Slam.

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Mai dare Nole Djokovic per morto. Quinto Australian Open e ottavo Slam.

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Novak Djokovic ha battuto Andy Murray 7-6 6-7 6-3 6-0 nella finale degli Australian Open vincendo il quinto titolo a Melbourne e l’ottavo Slam nel palmares. Chi lo dava per sconfitto si è dovuto ricredere quando ha infilato una striscia di game decisiva
I twittologhi scrivevano che era in crisi, che sembrava provatissimo, quando Andy Murray, dopo aver vinto il secondo set al tiebreak, il secondo del match e dopo 2 ore e 32 minuti di tennis estenuante e di mediocre livello per un ora e 3 quarti ma salito invece ad altisismi livelli negli ultimi 3 quarti d’ora, si è trovato per la prima volta in vantaggio nel match: 2-0 al terzo.
Era anche la prima volta nel corso di tutto il torneo che Djokovic era indietro nel punteggio. Aveva sempre condotto. Chi non lo conosce e lo vedeva una volta lamentarsi per un problema ad una mano, poi per un problema ad un piede, poteva pensare che Djokovic stesse davvero cercando alibi a se stesso per perdere senza…perdere la faccia.
Beh, da quel momento in poi, Djokovic ha infilato 12 games dei successivi 13.  Aveva distrutto Stan the Man Wawrinka 60 al quinto (3 h e 30m) e ha distrutto Andy Murray 60 al quarto (3h e 39).  E chi pensa che sia stato Murray, a regalare la partita secondo me non capisce granchè di tennis. Se Murray ha perso 4 finali di fila all’Australian Open, e quattro volte qui con Djokovic, un motivo ci sarà.
Per esempio la fondamentale differenza sui fondamentali: di dritto Murray è molto più falloso, soprattutto quando le gambe non sono più quelle dell’inizio. E di rovescio la differenza sta nel fatto che quando è in allungo ed in difesa Djokovic riesce ancora a colpire con le due mani dei colpi tesi e forti, a piedi quasi uniti e piegando le ginocchia fino a terra da uomo di caucciù (Tiramolla), mentre Murray mette la gamba destra davanti e si rifugia in un rovescio slice che è attaccabile. Sono differenze fondamentali. Che sull’erba di sentono meno perchè anche se l’erba non è più veloce come quella raramente si vedono 24 o 26 scambi come oggi.

La partita ha vissuto un’oretta di grandissimo tennis, per l’appunto dopo 1 ora e 48 minuti dall’invasione di due ragazzi – arrestati mentre un esercito di guardie del corpo in divisa gialla – che protestavano per come vengono trattati dal Governo australiano i “rifugiati” di Manus Island, che è protesta analoga a chi lamenta che le cose a Lampedusa potrebbero essere fatte molto meglio.
Forse quell’interruzione ha contribuito a liberare un po’ le teste dei due finalisti, fino a quel momento troppo tesi e capaci di perdere una quantità inconsueta di servizi. Ok che siano forse migliori com ribattitori che come “servitori” (scusate l’orribile neologismo tennistico), ma 8 break in 24 games non è roba da loro. E ci sono state palle break in tantissimi altri games. Se pensate che prima del match con Wawrinka Djokovic aveva perso una sola volta il servizio, con Kuznetsov, avendo servito 73 games, beh capirete quel che dico.
Vero che dopo 10-12 scambi l’effetto del servizio ha perso importanza, però di solito chi comanda all’inizio del punto lo dovrebbe portare a casa. Oggi non era così, ripeto, per un’ora e tre quarti. Poi però il match è salito incredibilmente di livello, la qualità è diventata spettacolare, e forse il ritmo spaventoso di quegli scambi ha pesato su Murray che, ricordiamolo, viene da un’annata da convalescente e ancora non è al meglio.

Novak porta a casa 3 milioni e 100.000 dollari australiani (all’incirca 2 milioni e mezzo di euro, ma il cambio preciso please fatelo voi: in dollari supererà così i 75 milioni! Può comprarsi buona parte della Serbia…), 2000 punti Atp mentre Andy Murray si accontenta di risalire al 4° posto mondiale (sarebbe diventato n.3 scavalcando Rafa Nadal, se avesse vinto) e i Fab Four a dispetto di tutti sono ancora lassù in cima, come non lo erano più stati da metà 2013. E nessuno se lo aspettava più. Pareva in declino Federer, un po’ meno vincente Djokovic, accciaccati Nadal e Murray. Beh, i più forti sono ancora loro. I giovani incalzano, ma per ora sono più le volte che vengono respinti che quelle che hanno successo. Non potrà durare ancora a lungo, però Roger fino alle Olimpiadi di Rio non si ritira di sicuro e allora mi sa che debbano avere pazienza. Novak ha vinto il 38mo torneo della sua carriera e soltanto Roy Emerson, che però ebbe il vantaggio di approfittare dell’assenza dei professionisti “banditi dal circuito dilettanti” (Hoad, Laver, Rosewall, Gonzales, e tanti altri) per vincere i suoi titoli Australiani. Ma non erano Open come quelli di Novak.

Per il serbo sono 8 vittorie in 15 finali di Slam…ne aveva perse 3 di fila prima di battere Federer a Wimbledon (quando già qualcuno mormorava che fosse un tantino perdente! Pensate come è sciocca certa gente).
Aveva battuto gli ultimi 8 top-ten incontrati (grazie all’eccellente Masters Cup nelle finali Atp) e ora sono nove. Il tennis ha il suo indubbio n.1 de mondo, gli altri in questo momento non mi sembrano in grado di bttarlo giù dal trono.
I due protagonisti di questa finale, che senza essere eccelsa perchè l’ultimo set non c’è stato e il primo set e mezzo è stato inferiore alle attese anche perchè mancava un vero contrasto di stile a renderlo affascinante come quando da una parte del campo c’è un Federer (ma se vogliamo anche un Nadal che per il solo fatto di essere mancino offre situazioni diverse…), non sono ancora arrivati in conferenza stampa mentre invio queste righe. Ma ho raccolto qualche frase di quelle dette ancora sul campo. Eccole qua.
Novak Djokovic: “Sei un grande avversario, Andy, un guerriero e mi congratulo con te e ti auguro un grande matrimonio e molti figli! Da padre mi scuso per aver fatto un discorso un po’ diverso dal solito. Il mio team fa molti sacrifici per sopportarmi, grazie mille per sostenermi. Poi i fans 700.330 spettatori, un record”.

Andy Murray: “Grande record, hai fatto un grande torneo Novak, meriti di averlo vinto ancora. Non ho vinto questo torneo ma è il torneo dove sono arrivato più regolarmente in fondo. Purtroppo non ho vinto ma ci sono arrivato un po’ più vicino che negli ultimi mesi. Spero di uscirne la prossima volta con un esito …leggermente differente!

In conferenza stampa Murray ha dichiarato: “sono estremamente soddisfatto di come ho giocato in questo torneo. Mi sono preparato al meglio per due mesi e mezzo e non ho nulla da rimproverarmi” Poi sulla partita “ho avuto opportunità nei primi tre set. Il terso set è stato frustrante, mi sono distratto quando lui è caduto e sembrava avere crampi. Nel quarto non ho rimpianti, lui ha attaccato ogni palla cercando le righe e gli entrava davvero tutto“. Il cinque volte campione dell’Australian Open è arrivato in sala stampa con grande ritardo, più che giustificato dai festeggiamenti con il suo team: “La partita è stata molto simile alla finale del 2013.E’ stata una battaglia estremamente fisica e sono contento di aver vinto. Ho avuto momenti difficili all’inizio del terzo set ma ne sono venuto fuori”. Ubaldo ha chiesto dei crampi: “non ho avuto crampi, ma solo un grande calo fisico. Sapevo di dover resistere e non poter mollare perché si trattava di una finale di Slam. Ricordavo la finale del 2013 e sapevo di poter recuperare“. Djokovic ha continuato, “sono concentratissimo sul mio tennis e sulle persone che mi circondano. La nascita di mio figlio mi ha dato una motivazione grandissima, gioco per lui e per rendere migliori le persone che mi circomndano”.

stastiche


Il commento di Ubaldo Scanagatta e Luca Baldissera:

Il commento di Ubaldo e Ben Rothenberg:

 

Ascolta la conferenza stampa di Andy Murray

 

Djokovic: “Non voglio dire cose cattive su Andy Murray se dice che l’ho distratto ma…”

 

 

Djokovic: “Ho vinto la partita più sotto il profilo mentale, ho avuto 20 minuti di crisi ma mi sono ripreso e questo mi incoraggia”

 

 

Djokovic: “Ho giocato meglio stasera che contro Wawrinka, ecco perchè sono più forte mentalmente”

 

 

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