Sergio Giorgi: "Il doping nel tennis c'è. Legalizziamolo"

Interviste

Sergio Giorgi: “Il doping nel tennis c’è. Legalizziamolo”

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Alla vigilia del tie di Fed Cup tra Italia e Francia a Genova, Sergio Giorgi ha rilasciato un’intervista al Secolo XIX. Tra le tante cose, il padre di Camila ha fatto dichiarazioni sorprendenti e che fanno discutere sul doping nel tennis

Ecco una sintesi dell’ intervista rilasciata a Claudio Paglieri per Il Secolo XIX , 5 febbraio 2015

Sergio Giorgi ha una testa particolare. E non tanto per quei lunghi capelli bianchi (s)pettinati strani, ma per le idee che ci frullano dentro. Con le quali si può essere o non essere d’accordo, ma che indubbiamente hanno il pregio di essere chiare e originali. A Genova per l’incontro di Fed Cup tra Italia e Francia, parla a ruota libera della figlia Camila, del tennis, della boxe, del doping. Vale la pena ascoltarlo senza pregiudizi. Camila ha raggiunto il numero 31 Wta, best ranking (…).

Qual è l’obiettivo per il 2015?

«Arrivare nelle top 20, più vicino alle top 15».

(…)

Agli Australian Open ha perso con Venus Williams una partita quasi vinta. Le è rimasta sullo stomaco quella sconfitta?

«No, perché Camila ha giocato malissimo, al 30-40% delle sue possibilità, eppure ha quasi vinto. Va bene così».

Avete altri obiettivi a più lunga scadenza?

«Certo, con Camila abbiamo stilato una lista di 13 “goal”».

Magnifico. Ce li elenca?

«No no, se glieli dico poi mi massacrano».

Almeno qualcuno.

«Gliene dico quattro. Roland Garros, Wimbledon, Us Open, Australian Open. Penso che Camila possa vincere tutti i tornei dello Slam».

(…)

Parliamo del gioco di Camila. Non fa troppi doppi falli?

«I doppi falli sono un falso problema. Camila serve benissimo, serve a 203 all’ora. Certo deve lavorare, sulla seconda magari deve dare più forma alla palla, renderla più solida. Ma il servizio tecnicamente va bene, c’è solo da aggiustare un aspetto mentale: lei è molto ansiosa e gioca molto in anticipo, le serve pazienza».

Il gioco di piedi invece è impressionante

«Merito della ginnastica artistica fatta da piccola, e della boxe che pratica. Tennis e boxe sono molto simili, manca il contatto fisico ma bisogna combattersi psicologicamente. Camila fisicamente è tra le prime tre al mondo: ha fisico, potenza, coordinazione».

(…)

(…)

Giorgi, è vero, come dicono, che lei è un padre padrone?

«Il 99% della gente che parla fa blablabla. Gente che non ha fatto niente. Io non li seguo, io lavoro giorno per giorno, otto ore al giorno».

Non ha risposto alla domanda

«Sono stato un padre padrone, sì. Le faccio un esempio: i miei figli, quando avevano un anno e cominciavano a camminare, quando mi vedevano si buttavano per terra. Sapevano che io non volevo».

Non ho capito. Non voleva che camminassero?

«Non così presto. Hai tutta la vita per camminare, in quella fase è meglio esercitare le braccia. Camila l’ho guidata molto, per fare sport di alto livello servono disciplina e senso di responsabilità».

(…)

(…)

Pensa che giocherà in singolare contro la Francia?

«Penso di sì, la logica dice di sì. Ma io sono il padre, decide Barazzutti e io lo rispetto, lui è bravo e quello che decide per me va bene».

Camila con i giornalisti parla poco. È timida?

«Parlare con i giornalisti le dà molto fastidio. Una volta le hanno chiesto “In percentuale, quante volte piangi dopo una sconfitta?”. Lei si è messa a ridere e ha risposto “Tra il 2 e il 7%”. Poi mi ha detto “papa, ora capisco Marcelo Rios”. Che pagava la multa e disertava le conferenze stampa».

Il doping esiste, nel tennis?

«Certo che esiste. È pieno. Qualcuno ha un bravo medico che lo copre, ma basta guardare i muscoli di certe tenniste, o quanto corrono certi tennisti. Non è normale».

E i controlli?

«Sono ridicoli, inutili. L’unica soluzione è lasciare il doping libero, la gente deve essere libera di drogarsi, se vuole. Io non permetterei mai che Camila lo facesse perché il doping ti distrugge, e nella vita non c’è solo il tennis, è importante stare bene dopo».

Ma uno che è pulito, come può giocare contro uno che si dopa? Non è giusto

«Lo so, ma il tennis è un riassunto della vita. E nella vita c’è chi gioca sporco, usa i gomiti, gli sgambetti, o ti pianta un coltello nella schiena. La vita è una giungla e devi essere pronto a tutto».

Claudio Paglieri

 

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