Andy Murray: "Dico quello che penso, non mi importa delle conseguenze"

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Andy Murray: “Dico quello che penso, non mi importa delle conseguenze”

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In una lunga intervista rilasciata a Sport360°, Andy Murray dice basta alle frasi fatte e di facciata e racconta della sua voglia di essere onesto con se stesso, con il pubblico, i media e più in generale, nella vita di tutti i giorni

Andy Murray non ha più paura di esprimere la sua opinione come accadeva in passato, a differenza di molti suoi colleghi che si sono spesso trincerati dietro al “politically correct”, spaventati per le possibili ripercussioni delle loro parole sulla loro immagine perfetta.

Anche a costo di attirare su di sé qualche antipatia di troppo, Andy ha ormai da tempo deciso di parlare a cuore aperto e far sentire la sua voce. Pur consapevole che questo atteggiamento potrebbe creargli non pochi problemi, ha deciso di percorrere una strada tortuosa, di non preoccuparsi più delle possibili conseguenze ed essere semplicemente se stesso. Una scelta sicuramente atipica per uno sportivo di grande livello e proprio per questo coraggiosa.

“Onestamente, durante il corso della mia carriera,sono stato criticato più di altri giocatori”, ha dichiarato il giocatore scozzese a margine del torneo ATP di Dubai a cui partecipa questa settimana. “Non vedo perché dovrei cercare di cambiare quello che sono. Mi sembra che la vita sia più facile nel momento in cui cerchi di essere te stesso, di essere onesto, il più onesto possibile e dici quello che pensi. Perché alla fine, qualunque cosa tu dica, non puoi piacere a tutti”.

Ricordiamo negli ultimi mesi, giusto per citarne alcune, la forte presa di posizione di Murray sul voto per l’indipendenza della Scozia – a cui si è dichiarato favorevole puntando il dito contro la campagna per il “no” – la scelta di rompere con il suo storico team e affidare il suo tennis ad Amelie Mauresmo, la recente polemica agli Australian Open per la differenza di trattamento riservata dalla stampa a lui e a Rafa Nadal dopo essersi ritrovati nella medesima situazione – Nadal ha “sconfitto” i crampi ed è sembrato un eroe mentre lui è stato accusato di aver finito un malanno fisico – e, sempre a Melbourne, quel leggero malcontento che non ha mancato di esprimere dopo la finale persa da Novak Djokovic, reo di aver distratto Andy durante la partita esasperando un momento di leggera difficoltà fisica.

Murray ha anche parlato del nervosismo che troppo spesso lo assale quando è in campo, della rabbia che sfoga su se stesso, considerando questo aspetto come una delle cose che non apprezza della sua personalità.

“Sto lavorando su questo aspetto ormai da molto tempo, e devo dire che, rispetto a quando ero giovane, sono sicuramente migliorato. Ma rimane il fatto che questi comportamenti devono finire e ci sto davvero provando. Ogni volta che succede qualcosa del genere in campo, dopo la partita mi ritrovo ad essere davvero giù di morale perché non sono riuscito ad essere buono con me stesso. Visto che sto lavorando sodo, mi sto allenando bene e sto facendo tutte le cose giuste, dovrei semplicemente darmi un po’ di tregua, quando sono sul campo”.

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