Il tennis sulla sabbia che sogna le Olimpiadi: storia del beach tennis

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Il tennis sulla sabbia che sogna le Olimpiadi: storia del beach tennis

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È uno sport sempre più diffuso, praticato e conosciuto nel mondo. Ma come nasce e quali sono le sue caratteristiche essenziali?

 

Gioco, set, match; ma non stiamo parlando di tennis. Il celebre sport amato in tutto il mondo ha infatti un fratello minore, che un po’ alla volta, passo dopo passo, sta guadagnando il suo spazio.

Il beach tennis è sport di origini recenti e consiste in un’ evoluzione dei più antichi racchettoni. A partire già dagli anni 70, erano tanti i bagnanti che arrivavano al mare con racchette di legno e pallina al solo scopo di palleggiare in riva al mare; niente rete, né regole né punteggi, lo si poteva definire semplicemente un gioco. Quando poi si cominciarono ad organizzare i primi tornei nelle spiaggie, inevitabilmente si finì per creare regole differenti da luogo a luogo; un regolamento univoco e quindi l’evoluzione definitiva del beach si avranno solo dalla seconda metà degli anni 90. Lo sport nasce ufficialmente in Emilia-Romagna, secondo il sito della FIT nel 1996, dove furono organizzate le prime manifestazioni, per poi diffondersi in Italia e nel mondo. I primi campionati italiani risalgono al 2005, gli europei e i mondiali al 2007. Oggi il beach tennis è sotto l’egida tanto della FIT, quanto dell’ITF; entrambe hanno istituito il proprio calendario di tornei e i propri ranking, nazionale la prima e mondiale la seconda. Si è istituita una regolamentazione definitiva a livello mondiale e si organizzano tornei in oltre 50 nazioni del mondo. Data la diffusione e la notorietà ormai raggiunte da tale disciplina, il prossimo grande obiettivo è quello di far diventare il beach tennis sport olimpico.

Ma quali sono, più nello specifico, le condizioni di gioco?

Il campo –  Le dimensioni sono 16×8 metri, altezza della rete 170 centimetri, superficie ovviamente sabbia. A chi segue il tennis salta subito all’occhio la mancanza dei “corridoi” entro i quali la palla non è out solo se si gioca in doppio. In parole povere, lo si può definire un campo da beach volley di dimensioni più ristrette e con la rete abbassata.

Modalità di gioco – Basato su scambi al volo, disciplina prevalente è il due contro due (esiste anche l’uno contro uno in campi di dimensioni più ristrette). Per quanto anche nel beach si possa parlare di dritto, rovescio, smash, servizio eccetera è chiaro che i colpi si dovranno eseguire in modo differente rispetto al tennis, considerando soprattutto l’altezza della rete. La rapidità di esecuzione dei colpi, la velocità degli scambi, l’abilità nel gioco a rete sono caratteristiche fondamentali per praticare questo sport ai massimi livelli, che si contraddistingue per l’alto tasso di spettacolarità.

Punteggi – Come nel tennis, la partita è strutturata in giochi e set, col tie-break sul sei pari e cambi di campo ai dispari. Si gioca generalmente al meglio dei tre set. Le particolarità sono il killer point sul 40 pari, l’assenza del net e della seconda di servizio.

Organizzazione – Come il tennis, anche il beach a livello professionistico è basato su un tour organizzato dall’ ITF, composto da tornei di grado differente. La competizione regina è il mondiale, che si disputa annualmente a Cervia ed è un torneo di grado A1. Sulla base dei tornei si aggiorna settimanalmente il ranking dei giocatori. Anche la FIT ha un proprio calendario, composto da tornei che si disputano sul territorio nazionale e di conseguenza la propria classifica. Il tutto senza dimenticare le svariate competizioni a livello regionale, locale, di club eccetera. Importante ricordare che Presidente federale e Consiglio federale sono i medesimi del tennis. Si gioca sia in strutture outdoor che indoor.

In ultimo una precisazione sui materiali, sottolineando che si utilizzano racchette con piatto solido e manico più corto di quelle da tennis, e una pallina delle stesse dimensioni ma più morbida.

Forte del fatto di aver avuto origine nelle nostre spiaggie, il beach tennis è al momento uno sport dominato da atleti nostrani. Sette top ten in classifica maschile sono giocatori italiani, mentre in classifica femminile possiamo contare quattro beach tenniste tra le prime dieci. Sono italiani anche i campioni e le campionesse del mondo in carica (e i mondiali come detto si giocano in Romagna…). Tuttavia parliamo di uno sport oramai conosciuto e praticato in tutto il mondo, con un grande potenziale di intrattenimento e ampi margini di crescita. Basti guardare ad esempio al Sudamerica, in cui il beach tennis sta conoscendo una grandissima espansione e dove già sono presenti tornei di tutto rispetto e giocatori ai vertici del ranking. Sarà possibile mantenere una tale supremazia anche in futuro?

Andrea Gemmani

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