In singolare c’è Bolelli. Fognini: “Giusto così” (Semeraro). E’ scoppiata la guerra della Davis (Valesio). Una Fed Cup made in Puglia (De Simone).

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In singolare c’è Bolelli. Fognini: “Giusto così” (Semeraro). E’ scoppiata la guerra della Davis (Valesio). Una Fed Cup made in Puglia (De Simone).

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In singolare c’è Bolelli. Fognini: “Giusto così” (Stefano Semeraro, La Gazzetta dello Sport).

Com’era nelle previsioni, esce Fognini ed entra Bolelli. Senza polemiche. L’obiettivo, da oggi ad Astana, nel cuore del Kazakistan, è dimostrare che la semifinale dello scorso anno non era un caso. Che è appena cominciato un ciclo positivo. Bolelli sarà il primo a scendere in campo, alle 7 italiane, opposto al n. 1 kazako (e 58 Atp) Mikhail Kukushkin, a seguire toccherà ad Andreas Seppi (35) sfidare Andrey Golubev (91), suo ex compagno di squadra nel campionato di Al. “Di questa scelta avevo già parlato una settimana fa a Buenos Aires con Barazzutti – spiega Fognini – quindi sapevo tutto prima di partire”. A Rio Fabio è arrivato in finale, battendo anche Nadal, ma in Sudamerica ha avuto la febbre per due giorni e cambiare fuso, clima e soprattutto superficie in fretta, non è facile. “Simone e Andreas nelle ultime settimane hanno giocato sul veloce indoor, la stessa superficie che c’è qui ad Astana, io invece sulla terra rossa: giusto così. E poi sono pronto per scendere in campo sabato a fianco di Simone”. Si preannuncia una bella sfida anche nel doppio: da una parte la coppia Bolelli-Fognini (campioni in carica agli Australian Open) e dall’altra Golubev-Nedovyesov, capaci l’anno scorso di battere Federer e Wawrinka in casa loro. In singolare Fognini vanta una classifica migliore rispetto a Bolelli (22 contro 49), ma con Kukushkin ha perso due volte su due, sempre sul cemento, mentre Simone è 3-0, anche se i precedenti sono tutti sulla terra rossa. Seppi e Golubev invece non si sono mai affrontati. Il Kazakistan non è da prendere sottogamba. Oggi è 10 nel ranking mondiale e in casa ha perso solo una delle ultime sette sfide, contro la Repubblica Ceca nel 2013. Dal 2010 vantano tre quarti di finale e lo scorso anno hanno rischiato di battere la Svizzera a Ginevra. “Anche noi come gruppo siamo molto cresciuti negli ultimi due-tre anni”, ribatte Bolelli, “Siamo più consapevoli, forti su tutte le superfici. Qui partiamo favoriti al 55 per cento”. Superati due anni bui e l’operazione al polso Simone ha ritrovato il tennis che lo aveva portato al n.36 Atp. Oggi è un uomo e un giocatore più maturo. “Finalmente mi sento bene fisicamente, sto attraversando un buon momento anche in singolare. Sono felice di questa opportunità, giocare con la nazionale mi è sempre piaciuto. Il campo non è veloce né lento, ma Kukushkin ha un tennis molto aggressivo quindi saranno fondamentali il servizio e i colpi di avvio scambio: non dovrò lasciargli campo”. Come lui Seppi è reduce da un ottimo avvio di 2014 fra la semifinale a Doha, il successo contro Federer in Australia e la finale di Zagabria. “Mai avuto un inizio così”, ammette. Golubev ha provato ieri a metterci un po’ paura (“Italia favorita? Le classifiche dicono così, ma in Davis te la giochi sempre al 50 per cento, e poi il tifo sarà caldissimo”); Barazzutti come al solito ostenta tranquillità: “Siamo favoriti, ma è vero che in Davis le classifiche contano meno. E il Kazakistan in casa è molto forte. Noi però siamo pronti”.

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E’ scoppiata la guerra della Davis (Piero Valesio, Tuttosport).

Domandina facile facile: come vedete la Svizzera in serie B? “Ma come?”, potrebbe dire qualcuno, “appena pochi mesi fa Federer e Wawrinka sollevavano l’Insalatiera davanti a migliaia di loro connazionali dopo aver battuto la Francia. Ora che affrontano il Belgio sono praticamente invincibili, qualora schierassero quei due. Il punto è proprio questo: “qualora”. E stavolta Federer e Wawrinka non giocano, perché non ne avevano voglia, e la Svizzera campione in carica si ritroverà a dover supplicare i due campioni di giocare per evitare la retrocessione. Se una possibilità del genere è realtà allora vuol dire che c’è qualcosa che non funziona. E infatti c’è qualcosa che non funziona. Il n. 1 Djokovic sarà in campo nel derby contro la Croazia, ma per un anno ha disertato la Davis. Andy Murray l’anno scorso ha giocato contro Stati Uniti e Italia. I francesi non fanno testo perché hanno un serbatoio piuttosto amplio a cui attingere. In Fed Cup quest’anno l’aria è cambiata ma solo perché le top players sentono aria di Olimpiadi e necessitano di presenziare, altrimenti a Rio 2016 non si va. Ma il punto è chiaro: la Davis, così com’è, corre seri rischi. Il suo fascino rimane inalterato negli anni: basti pensare a cosa è successo pochi mesi fa in Francia in occasione della finale con la Svizzera. Prima un caso di Stato e poi una delusione di massa, con accuse e contro-accuse. Nella realtà i top player non vedono sempre di buon occhio l’eventualità di interrompere la loro programmazione per andare a giocare la Davis. Al di là di tutte le proposte di riforma (dal farla diventare biennale e della durata di una settimana, alla finale in campo neutro, alla sua trasformazione in una sorta di esibizione milionaria), bisognerebbe porsi una semplice domanda: perché i giocatori (per fortuna non tutti e non sempre) si arrogano il diritto di rifiutarsi di giocare (due tre volte l’anno) per il loro paese che invece sono pronti a incensare a parole? Basterebbe un minimo accordo fra chi gestisce il tennis, ATP, WTA e Federazione internazionale: chi gioca a tennis gioca la Davis, punto. Ma non si fa, chissà perché. Senza dimenticare che gli stessi giocatori pronti a lamentarsi per il troppo giocare sono poi quelli che a dicembre vanno in Asia a farsi fotografare per qualche milione).

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Una Fed Cup made in Puglia (Franco De Simone, La Gazzetta del Mezzogiorno).

II circolo Tennis Brindisi ospiterà il 18 e 19 aprile il playoff Italia-Stati Uniti, gara valida per la permanenza nel gruppo A della Fed Cup. In campo, probabilmente, scenderanno Flavia Pennetta, Roberta Vinci e Sara Errani, mentre per la squadra statunitense dovrebbero atterrare a Brindisi le sorelle Venus e Serena Williams. A dieci anni dalla disputa della Fed Cup Italia-Russia, che si svolse nel 2005, il Circolo Tennis, oggi presieduto da Angelo Argentieri, torna ad essere sede di uno dei più grandi eventi sportivi dell’anno che si terrà in accordo con la Federtennis e con il supporto organizzativo della MCA Events. “Siamo pronti ed orgogliosi di poter ospitare il playoff. Faremo di tutto perché l’intera struttura (saranno realizzate tribune in grado di ospitare quattromila spettatori) possa offrire il massimo del comfort all’intera organizzazione”, ha affermato il presidente del Ct Brindisi, Angelo Argentieri. “Dire che sono contento è dire un’ovvietà”, ha affermato Oronzo Pennetta, il papà di Flavia. “Di soddisfazioni ne abbiamo avute tante. Ora speriamo che possa darne ancora davanti ai suoi tifosi, visto che Flavia sperava da tanto tempo di poter giocare un match molto importante sul campo dove ha iniziato». Secondo quanto prevede il programma i playoff si articoleranno in due giornate, sabato 18 e domenica 19 aprile a partire dalle 9. L’arrivo delle squadre nazionali è previsto lunedì 12 aprile.

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