TennisManiac: i tic nervosi e le bizzarre superstizioni dei tennisti

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TennisManiac: i tic nervosi e le bizzarre superstizioni dei tennisti

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Simpatico viaggio alla scoperta dei gesti più curiosi e delle abitudine più stravaganti dei tennisti di oggi e di ieri

Di tic nervosi soffriamo, o abbiamo sofferto almeno in qualche periodo della nostra vita, un po’ tutti. Il ripetere gesti e movimenti, come toccarsi i capelli, aggiustarsi gli occhiali, sistemarsi il collo della camicia, soprattutto durante i momenti di agitazione o di massima concentrazione, possono essere considerati gesti nervosi involontari e spesso passeggeri. Tra gli sportivi, per qualche strana ragione, i giocatori di tennis sembrano esserne i più forniti: tic, fobie, strani rituali sono all’ordine del giorno, probabilmente perché il tennis è uno sport con molti tempi morti, tra un punto e l’altro, e ciò aiuta a notare i comportamenti bizzarri dei protagonisti in campo.

Tra le varie routine del tennista, più o meno professionista, ci sono quelle della scelta delle palline, o quella della richiesta dell’asciugamano. Capita spesso infatti che un giocatore chieda quattro o cinque palline prima del servizio e poi le scarti subito senza neanche averle guardate. Si vedono tennisti che si asciugano il sudore ad ogni punto, anche dopo un ace. Personalmente mi è capitato di vedere addirittura, in un torneo sociale, un giocatore in trance agonistica chiedere l’asciugamano con un cenno della mano senza che ci fosse nemmeno qualcuno dietro di lui!

Tornando ai nostri idoli professionisti ci sono molti tic e manie che oramai vengono visti come veri e propri marchi di fabbrica. Tra emblematiche superstizioni ed evidenti maniacalità, vediamo allora le più celebri e le più evidenti.

RAFAEL NADAL

Non potevamo che partire da lui… forse il tennista che ha il “repertorio” più completo: Rafael Nadal. La lista dei tic dello spagnolo è lunga ed è aumentata nel corso degli anni. Dal mettere in ordine maniacale le bottigliette durante il cambio campo (anche i raccattapalle ormai cercano di assecondare i suoi vizi!) a quelli famosissimi prima del servizio: la famosa “smutandata” (oggetto di scherno da parte di Soderling durante un incontro a Wimbledon e disimpatiche prese in giro dei colleghi), il tocco sulla spalla sinistra, poi quella destra, il naso, poi i capelli spostati dietro l’orecchio sinistro, di nuovo il naso e chiusura con i capelli dietro l’orecchio destro.

MARIA SHARAPOVA

Credo non vedremo mai, ma proprio mai, la bella Maria camminare sulle linee del campo tra un punto e l’altro. Di certo più che un tic nervoso questo atteggiamento è collocabile nella superstizione vera e propria. Il motivo è ignoto, ma alla fine l’importante è che non si faccia problemi a calpestarle durante lo scambio! Nadal, grande amante del genere, non ci ha messo molto per inserire tale procedura nel suo già ampio bagaglio …

I più attenti avranno inoltre osservato la sequenza di azioni che la bella Masha mette in atto prima dei punti decisivi. La tennista russa cammina verso i teloni di fondo dando la schiena alla rete, cerca la concentrazione sistemando le corde della racchetta e, laddove il punteggio lo richieda, si incita con il pugnetto senza farsi vedere all’avversariaUna volta giunta sulla riga di fondo, qualche saltello per scaricare la tensione, piccola sistematina ai capelli, occhiataccia di fuoco all’avversaria, un paio di meticolosi palleggi e via..

ANDY RODDICK

Il repertorio di A-Rod prima del servizio era una vera e propria goduria per gli amanti dei gesti frenetici. Aggiustatina alla visiera del cappellino (sempre grondante di sudore..), una bella scrollata al polso per sistemare il braccialettoseguita dalla consueta sistemata alla maglietta (prima una spalla poi l’altra), per chiudere con un una serie di violenti rimbalzi della pallina con la racchetta.

Roddick faceva quasi concorrenza a Nadal, ma di certo tutto questa concitazione veniva ben scaricata dalla sua bomba di servizio.

DUSTIN BROWN E RICHARD GASQUET

Sia il giamaicano naturalizzato tedesco Dustin Brown che il francese Richard Gasquet seguono un rito particolare durante le partite. Ogni volta che vincono un punto, richiedono la stessa pallina. Questa è superstizione pura e addirittura s’incamminano verso la rete se il raccattapalle si dimentica di riconsegnargli la pallina “vincente”. Durante un match di Gasquet agli US Open contro Nikolay Davydenko, una pallina finì in tribuna (Gasquet aveva vinto il punto). Lo spettatore che aveva raccolto la pallina, eccitato, voleva tenersi il cimelio; Richard andò dall’uomo e gli chiese la pallina ma quest’ultimo fece finta di non sentire. Il francese non volle mollare e richiese la pallina “fortunata” ma, dopo trenta lunghissimi secondi, Gasquet si arrese. Alla fine vinse in tre set, a conferma quindi che la pallina “fortunata” non aveva alcun influsso benefico.

MARION BARTOLI

Veder giocare l’ex tennista francese non era proprio il massimo per gli amanti del tennis “estetico”. Oltre che per la vittoria di Wimbledon nel 2013 e per il discusso rapporto con il padre allenatore, Marion rimarrà sicuramente famosa per le strane azioni che metteva in atto tra un punto e l’altro,saltellando, scattando e simulando i movimenti dei fondamentali senza la pallina, con la faccia rivolta verso i teloni, quasi in preda a degli attacchi isterici. Sicuramente la resistenza fisica non è mai stato un suo problema, visto il dispendio di energie che sprecava a gioco fermo..

ANDY MURRAY

Generalmente i gesti nervosi di Andy si amplificano soprattutto quando gioca male (un po’ come i malanni fisici…). In particolare se sbaglia la prima battuta, prima della seconda di servizio lo scozzese si sistema il polsino sinistro, tirandolo un po’ su. I sostenitori di Murray non potranno non essersi accorti di un’altra mania: quella di aprire la bocca quasi a sbadiglio tra un punto e l’altro.

JOHN ISNER E MARCOS BAGHDATIS

Non capita spesso di trovare un tic comune a due giocatori, ma proprio questo è un caso. Sia Isner che Baghdatis, prima di servire, si passano la pallina sotto le gambe. E pensare che il primo a farlo fu Roger Federer, che però nel tempo ha abbandonato questa abitudine.

NOLE DJOKOVIC

All’inizio era un’agonia. Djokovic al servizio, e partono i palleggi con la pallina. Secondi interminabili, soprattutto prima della seconda. Rimbalzi frequenti con la mano sinistra, piegato sul campo, sguardo a terra. Il tempo concesso tra un servizio e l’altro era sempre sforato, con la pallina che spesso compiva anche più di 20 rimbalzi prima di essere lanciata in aria. Ora in effetti questa routine si è un po’ smarrita, anche grazie alla maggior severità degli arbitri, ma nei punti chiave a volte ritorna.

ERNESTS GULBIS

Prima che Gulbis vada al servizio, esegue una routine ben precisa: chiede tre palline, ci giochicchia con una mano e le controlla con le punta delle dita, prima di scartarne una, metterne un’altra in tasca ed apprestarsi al servizio con l’ultima. Tutto questo mentre si toglie il sudore dalla fronte con il polsino.

JOHN McENROE

Non potevamo lasciar fuori il mitico John da questa speciale classifica. Il suo servizio, oltre che efficace, era anche il risultato di una serie di tic: giratosi di lato, si accarezzava la testa prima con una mano, poi con l’altra. In seguito, dopo essersi inarcato con la schiena, ecco tre movimenti della racchetta, su e giù. Una preparazione macchinosa, ma dal risultato davvero eccellente.

 

Patrizio Cigolla

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