ATP Indian Wells: (s)punti tecnici, terzo turno - ottavi di finale

(S)punti Tecnici

ATP Indian Wells: (s)punti tecnici, terzo turno – ottavi di finale

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Analizziamo un altro dritto estremamente personale, estremo ed efficacissimo: Bernard Tomic e il suo colpo alla Mecir

La manata a braccio disteso di Bernard

Dopo il dritto ultracompatto, praticamente rattrappito, di Dustin Brown, analizzato qui, andiamo doverosamente ad approfondire un’esecuzione del “drive” completamente opposta, altrettanto personale e fuori dai canoni tecnici “standard”, ma ugualmente efficace, in parte proprio per le peculiarità degli impatti sulla palla che produce: quella dell’australiano Bernard Tomic.

Il giovane “cavallo pazzo” aussie (non dimentichiamo che ha solo 22 anni, anche se, tra risultati altalenanti e comportamenti un po’ borderline fuori e dentro dal campo, se ne parla da così tanto tempo che rispetto agli altri canguri emergenti, Kyrgios e Kokkinakis, che hanno solo 2 e 3 anni meno di lui, sembra un veterano), a parte qualche evidente problema di attitudine mentale che sembra finalmente superato, è universalmente riconosciuto come un talento manuale di livello assoluto.

Il fondamentale dal quale potrebbe e dovrebbe ricavare qualcosa in più è il servizio, che con un caricamento molto rigido su gambe e schiena, e un mulinello molto breve e anticipato, è un buon colpo, ma da un ragazzone con quel fisico e quell’altezza (1 e 96 per 90 chili di muscoli) ci si aspetterebbe una velocità di palla e un’incisività maggiori. Il rovescio bimane, pulitissimo e filante, è forse il colpo migliore in senso “scolastico” e stilistico, con il grande surplus di una variazione in slice tra le migliori del circuito. Dove Bernard fa davvero la differenza, però, è dal lato destro. Vediamo i dettagli, con l’ausilio di qualche video.

Come detto, siamo all’esatto opposto di un Brown. L’impugnatura è una semiwestern standard, piuttosto caricata, ma è la dinamica dell’intera esecuzione a essere decisamente unica. Il footwork è corretto, step di posizionamento, pivot (rotazione in fuori) con successivo affondo sull’appoggio del piede destro, ingresso di anca non eccessivo, ottimo accompagnamento della spalla. Ma è quello che avviene dalla spalla in giù ad essere unico, a partire dal backswing di preparazione.

Tomic porta indietro il braccio-racchetta distendendolo quasi completamente da subito, ed non esegue nemmeno metà dell’ovalizzazione: al contrario, prona l’avambraccio-polso a chiudere del tutto la testa della racchetta allineandola all’arto e rivolgendola verso il basso, in orizzontale. In questo ricorda vagamente Gulbis, un altro con il dritto “tutto suo”. La cosa incredibile, però, è che tale backswing si ferma appena dietro la linea delle spalle, e non viene portato per nulla fino in fondo: una “mezza preparazione”, che di norma si vede fare solo in risposta ai servizi veloci, e certamente non con braccio e racchetta totalmente distesi.

Il via al movimento a colpire non viene quindi dato dall’ingresso del gomito, come fanno tutti sia che utilizzino la comune tecnica double-bend, con angolo di gomito e polso vicino ai 90° (esempio, Djokovic) o quella meno utilizzata detta outside-out con braccio semidisteso (esempio, Federer, Del Potro e Nadal). Al contrario, Bernard entra sula palla di pura mano, caricando la spinta esclusivamente a partire dalla flessione posteriore del polso (poi giustamente bloccato fino all’impatto), e facendo praticamente seguire la racchetta dal braccio, invece del contrario.

Oltre a questo, non si vede nemmeno un accenno di discesa, o fase di caduta, della testa della racchetta sotto il colpo: Tomic rimane dall’inizio alla fine parallelo o sopra la palla con l’attrezzo, e ricava top-spin (non molto, ma c’è eccome, ricordiamo sempre che i dritti piatti da fondocampo – in avanzamento dall’alto è un altro discorso – semplicemente non esistono) esclusivamente dalla successiva rotazione interna dell’avambraccio. Insomma, l’articolazione più importante nello sviluppo di velocità della testa della racchetta nel dritto, ovvero il gomito (non si accellera di gomito, ma di gomito si mantiene e si gestisce l’assetto braccio-racchetta che finalizza la spinta di gamba esterna, anca e rotazione busto-spalle), Bernard la utilizza poco e nulla: da dove arrivino l’energia cinetica e il trasferimento del peso sulla palla lo sa solo lui.

O meglio, è chiaramente frutto di timing, sensibilità nell’anticipo, e pura e semplice manualità, detta anche talento: da un movimento tanto esteso ma insieme breve escono traiettorie di difficilissima lettura per gli avversari, visto che senza modificare appoggi, stance, e apertura del compasso busto-spalle, Tomic riesce a mollare fucilate in cross come questa:

così come autentiche magie con il taglio in fuori come questa, roba da Miloslav Mecir dei bei tempi:

Dopo l’ottima affermazione sul sempre ostico David Ferrer, e il derby vinto con il giovane connazionale Kokkinakis, ai quarti Bernard trova l’esame definitivo, ovvero Novak Djokovic: match a mio avviso potenzialmente interessantissimo, proprio per vedere come si svolgerà il duello sulla diagonale sinistra, tra il super-rovescio di Nole e l’alternanza di rovesci coperti, slice, e appena possibile dritti a sventaglio con effetti imprevedibili verso l’esterno di “Bernie”.

One-Handed Backhand Appreciation Corner

Perso anche l’Apprendista Bulgaro Grigor, sconfitto nello scontro fratricida dall’Indomito Veterano Tommy, che ha poi a sua volta dovuto soccombere al Bombardiere Canadese Milos, si rimane con il Vecchio Jedi Roger e il sorprendente Scudiero Iberico Feliciano, che ha compiuto l’impresa contro l’infida Nemesi del Sol Levante Kei.

Il Vecchio Jedi se la vedrà con il Picchiatore Pallido Tomas, mentre lo Scudiero Iberico affronterà lo Scozzese Rantolante Andy: favorito Roger, sfavorito Feliciano. Ma comunque vada, che gli Eroi della Luce facciano il loro meglio, impugnando Eastern con orgoglio.

Come invece spesso avviene, ormai, nelle fasi finali del tabellone femminile la Notte e la Barbarie Bimane hanno avuto la meglio, con l’uscita dell’Ultima Highlander, la leggendaria Carlita Suarez Navarro, eroica ma sconfitta dalla Feroce Trottolina Romena Simona. Che la Forza abbia pietà delle povere tormentate anime che popolano il circuito WTA, ormai precipitato in un’oscurità senza ritorno.

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