La Patria è una…ma non sempre

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La Patria è una…ma non sempre

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Il passaggio di Aljaz Bedene alla cittadinanza britannica riapre la polemica sui cambi di nazionalità nello sport e nel tennis. Andiamo a ripercorrere i casi più famosi della Storia del tennis

La settimana che volge al termine era iniziata in Italia con la polemica legata alla convocazione del brasiliano Eder nella nazionale di calcio azzurra, grazie a lontani parenti italiani.

E’ da considerarsi corretto per uno sportivo cambiare nazione?

E’ un quesito che investe molti Paesi, perché in questi giorni, parlando di tennis, lo sloveno Aljaz Bedene, classe 1989, ha chiesto ed ottenuto la cittadinanza britannica con la speranza di poter giocare anche in Coppa Davis. Per questo ha messo in piedi anche un ricorso per annullare nel suo caso la norma, in vigore dal 1° Gennaio 2015 che impedisce a chi ha già giocato nelle competizioni a squadre ITF con una casacca, di scendere in campo per un secondo Paese. Questo perché Bedene ha giocato per la Slovenia tra il 2010 e il 2012, quando la norma non esisteva ancora e dunque difficilmente potrà essere applicata in modo retroattivo. Per questo è probabile che il nuovo british man possa affiancare Andy Murray per difendere l’onore della Regina.

Al di là di quale possa essere l’opinione di ognuno su questa delicata questione, non c’è dubbio che la Storia del tennis sia colma di esempi anche prestigiosi in questo senso. Alcune delle leggende del nostro sport hanno cambiato patria strada facendo. Alcuni per motivi politici, altri per motivi economici ed altri ancora per motivi tecnici.

I primi 2 esempi che vengono alla mente in questo senso sono i 2 più grandi tennisti cecoslovacchi dell’Era Open, Ivan Lendl e Martina Navratilova. Vincitori in due di 26 titoli del Grande Slam in singolare e dominatori negli anni ’80.

In realtà la Navratilova era diventata campionessa già alla fine degli anni ’70 sotto la bandiera cecoslovacca ma aveva poi chiesto ed ottenuto la cittadinanza degli Stati Uniti nel 1981. Lendl ha fatto lo stesso 11 anni dopo nel 1992 quando però la sua carriera era già sul viale del tramonto. Infatti se Martina ha vinto 16 dei suoi 18 Slam in singolare da cittadina americana, Lendl ha vinto i suoi 8 titoli tutti per la Cecoslovacchia (l’ultimo nel Gennaio 1990 in Australia). Si sarebbe poi ritirato al termine della stagione 1994.

Altro nome illustre a cambiare maglia è quello di Monica Seles che ha abbondonato la Jugoslavia (o meglio la Serbia) nel 1994 sempre per la cittadinanza americana. Monica in quel momento non era più la straordinaria giocatrice capace di vincere 8 Slam in meno di 3 anni tra il 1990 e il 1993, dopo l’assurda aggressione di Amburgo. Riuscì comunque a conquistare un nono titolo Major a Melbourne nel 1996 sotto la nuova bandiera. Nel 2007 ad attività conclusa ha ricevuto anche la cittadinanza ungherese in quanto Paese d’origine della sua famiglia.

Parlando di Gran Bretegna, il caso più famoso è stato certamente quello di Greg Rusedski che è passato sotto l’egida della Union Flag abbandonando il suo Paese d’origine, il Canada nel 1995. Nel Regno Unito l’accoglienza nei suoi confronti non è mai stata troppo calda soprattutto se paragonato all’affetto dimostrato dal pubblico nei confronti di Tim Henman. Per uno scherzo del destino però fu proprio Rusedski a diventare il primo giocatore british a raggiungere una finale Slam nell’Era Open, a Flushing Meadows nel 1997 (sconfitto da Pat Rafter).

Altro caso di finalista Slam naturalizzato è quello di Kevin Curren, sudafricano che ha ottenuto la cittadinanza USA nell’Aprile 1985, 3 mesi prima di giocare la finale di Wimbledon, persa contro un giovanissimo Boris Becker (Curren aveva giocato nel Dicembre ’84 una prima finale Major in Australia, sconfitto da Mats Wilander).

Il suo connazionale Johan Kriek ha seguito lo stesso percorso prendendo la cittadinanza USA lasciando il Sud Africa nell’Agosto 1982. Kriek ha vinto 2 edizioni minori dell’Australian Open nel biennio 1981-1982 battendo sempre in finale l’americano Steve Denton. Il secondo titolo dunque arrivò sotto la bandiera a Stelle e Strisce.

Caso particolare quello del Kazakistan che negli ultimi anni ha fatto “la spesa” in Russia per quanto riguarda i giocatori da schierare nelle competizioni a squadre. E’ il caso di Golubev, Korolev nel maschile ma anche di Putinseva, Shvedova, Voskoboeva nel femminile.

Tuttavia se pensate che il cambio di nazionalità sia fatto recente, ripensateci, perché il grande Jaroslav Drobny, grande campione dei primi anni ’50 ha lasciato la Cecoslovacchia dopo il colpo di stato comunista del 1948. Dal 1949 ha ottenuto la cittadinanza egiziana vincendo 3 titoli dello Slam tra il 1951 o il 1954, l’unico giocatore di nazionalità egiziana a conquistare un Major. Nel 1960 giocò Wimbledon sotto la bandiera britannica, facendo un tris di passaporti.

Certo le motivazioni del cambio erano molto più serie di quelle di oggi, ma evidentemente cambiare nazione era normale molto prima di Eder, Rusedski e Bedene.

 

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