ATP Miami interviste, A. Murray: "Pochi sono i giocatori a poter avere 500 vittorie come me"

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ATP Miami interviste, A. Murray: “Pochi sono i giocatori a poter avere 500 vittorie come me”

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ATP Miami. A. Murray b. S. Giraldo 6-3 6-4. L’intervista del dopo partita a Andy Murray

Quali sono le tue riflessioni su questa vittoria?
Ho giocato bene, penso sia stata una buona prestazione, ho colpito la palla in maniera piuttosto pulita. Lui è venuto fuori verso la fine del match e ha reso la cosa un po’ più complicata, ma credo di aver giocato bene la maggior parte del tempo.

Il finale del match è stato davvero una sfida, come vedi i giocatori colombiani?
Beh, non ne ho affrontati molti nel circuito, ho giocato contro Santiago qualche volta e lui ha decisamente giocato bene negli ultimi nove, dodici mesi. Ha raggiunto il suo miglior ranking e ha migliorato anche il suo gioco sul duro. Ma non credo di aver giocato contro molti altri, ho giocato con Falla in passato e lui è un ragazzo talentuoso, sai, lui ha uno stile di gioco molto diverso rispetto agli altri giocatori del Sud America, lui gioca meglio sulle superfici veloci. Ma comunque qua e la hanno alcuni ragazzi bravi.

Hai 499 vittorie ora; ne basta una per raggiungere 500. Significa qualcosa per te? Ti senti in qualche modo sentimentale o nostalgico?
Insomma, è bello perché quando vedi la lista di giocatori che hanno vinto così tanti incontri, sai, non sono molti, penso siano circa 40 i giocatori che l’hanno fatto. Credo ne potrò vincere di più nella mia carriera, cioè, forse non accade in un paio di giorni; spero succeda. Ovviamente voglio provare a vincerne di più, e spero di avere ancora qualche anno davanti a me per aumentare quel numero. Sono un sacco di vittorie, non è facile di questi tempi vincere così tanti match, quindi è un buon segnale.

Il tuo prossimo avversario, Kevin Anderson; so che hai avuto un match duro contro di lui lo scorso anno credo a Valencia. Potresti parlarci un po’ di lui, del suo gioco e di cosa ti aspetti?
È un gran servitore, gioca principalmente da fondo campo, quando il suo gioco va bene è davvero un giocatore difficile da affrontare perché può tenere il servizio. Lui è ovviamente abituato a queste condizioni, abita a 45 minuti da qui, quindi gioca e si allena molto con questo tempo. Io non avrò un grande vantaggio contro di lui come forse potrei avere su altri ragazzi, perché lui è abituato. Dunque sarà un match duro.

La ITF sta cercando idee per abbreviare le partite, no? L’anno prossimo ci sarà il tiebreak al quinto set negli incontri di Coppa Davis. Vorrei sapere la tua opinione al riguardo.
Sì, insomma, credo che mettere il tiebreak al quinto accorci un po’ i match. Non ci sono molti match che realmente arrivano a 86 o 108 al quinto; è vero che in questo ultimo turno ce ne sono stati un paio estremamente lunghi, ma è piuttosto raro. Non credo che questo abbrevierà gli incontri in maniera significativa. Insomma, se giochi cinque set ed è 7-6 nel terzo, sarà comunque un match di 5, 5 ore e mezza. Potrebbe evitare che match di 6 ore accadano, ma ce ne saranno ancora di molto lunghi.

Restando sullo stesso argomento, riguardo al match di 5 anni fa tra Isner e Mahut a Wimbledon finito 70-68, da capogiro, quanta attenzione gli hai dato con il passare dei giorni, e potresti persino immedesimarti? Come credi saresti stato coinvolto nel match?
Credo che la lunghezza del match e come sia andata fu ridicolo. Io, personalmente, a causa del mio stile e del modo in cui gioco, non penso sarò mai vicino a giocare un incontro così lungo. Ho visto spezzoni del match ed entrambi ovviamente hanno servito estremamente bene, non cerano molte opportunità da entrambe le parti per via del modo in cui stavano entrambi giocando. Non ne ho visti molti del genere ma era alquanto strano, sono andato ad allenarmi e quando sono tornato il match era ancora in corso, e il giorno dopo vado ad allenarmi e proseguiva ancora. Fu strano, non vedi mai niente del genere nel tennis, è estremamente raro. L’intero mondo del tennis parlava di questo quando stava accadendo.

Ti senti dispiaciuto per Nicolas Mahut, metterci tutto quello sforzo e…
Beh, avrebbe dovuto strappare il servizio in 70 turni di risposta. (Sorride.) Sì, insomma, in altri sport la cosa sarebbe finita con un pareggio, ma questo non è il caso del tennis. Fu un peccato, ma anche se avesse vinto l’incontro non c’è modo che tu recuperi e faccia qualcosa nel turno successivo. Ovviamente questo è ciò che accadde a John. Quindi non so, non credo ci sia stato un vero vincitore in quel match.

Tu sei famoso per avere una buona risposta sui buoni servizi, uno dei migliori attualmente. Quando giochi con giocatori come Kevin Anderson che hanno grandi servizi, ti senti di avere un vantaggio su altri giocatori?
Sì, ovviamente aiuta per molte ragioni poter rispondere bene quando giochi contro i miglior servitori e mettere molte palle in campo. Una è che forse non sono molto abituati a questo, quindi quando devono giocare scambi più lunghi la cosa può distrarli un po’ se non ottengono molti punti gratuito come al solito. Ma comunque non è facile perché non sei abituato a giocare contro giocatori che servono così per tutto il tempo, tuttavia sta diventando sempre più frequente. Molti dei giocatori che stanno venendo fuori ora sembrano essere un po’ più alti e stanno servendo più forte. Dunque è ancora complicato.

Traduzione di Paolo Di Lorito

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