ATP Miami interviste, F. Verdasco: “Sono felice ma voglio restare concentrato sul torneo”

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ATP Miami interviste, F. Verdasco: “Sono felice ma voglio restare concentrato sul torneo”

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ATP Miami. F. Verdasco b. R. Nadal 6-4 2-6 6-3. L’intervista del dopo partita a Fernando Verdasco.

 

Dopo il secondo set cosa ti è passato per la testa? Perché avevi giocato molto bene il primo e poi nel secondo hai perso due break consecutivi.
Beh, quello che ho detto sul campo subito dopo il match, no? Mi hanno chiesto la stessa cosa. Ho detto che ho solamente cercato di pensare al primo set e a come avessi giocato e ho cercato di riacquistare quella sensazione. Questa è l’unica cosa a cui stavo pensando, ritornare a giocare bene come avevo fatto nel primo. Dunque ho provato a restare calmo ed essere aggressivo ma ovviamente non puoi essere molto aggressivo, è molto ventoso e a volte hai bisogno di adeguarti, persino così è stata dura. Ho giocato punto dopo punto cercando di fare il mio meglio.

Considerando il luogo e l’avversario, come classifichi l’importanza di questa vittoria?
Insomma, è molto importante. Ovviamente battere un giocatore come Rafa è come battere, non so, Murray o Federer o questi giocatori qui, è una delle più grandi vittorie che puoi raggiungere nel tennis. Certamente è una grande vittoria ed è sempre una sensazione piacevole, sai, in uno stadio pieno o quasi, in un torneo importante come questo e giocare contro uno dei più forti della storia. Alla fine cerchi solo di goderti la situazione, non importa neanche vincere o perdere,  tu cerchi sempre di vincere, ma goditi il momento. E credo che con gli anni ne capisci di più al riguardo, quando giocavo in queste condizioni a 21 o 22 anni, mentalmente era differente rispetto a ora. Dunque questo è ciò che sto cercando di fare ed oggi è stata una buona giornata, ho giocato bene e ho vinto, che posso dire? Sono molto felice e ora devo solo cercare di riposare e prepararmi per il prossimo incontro.

Quando inizi un match contro un top player come Rafa, fai qualcosa di diverso per prepararti mentalmente?
Solo l’adrenalina, e poi, sai, non hai neanche bisogno di riscaldarti per i match come quello di oggi, devi solo pensare a che tipo di incontro andrai a giocare, il tuo corpo è carico e pronto per questo. Certamente cerchi di fare un po’ di stretching, di muoverti un po’, ma non ne hai bisogno come in un match normale. Mentalmente è sempre qualcosa di speciale, tu sai che stai andando ad affrontare uno dei migliori e, alla fine, tu non hai nulla da perdere. Quando giochi non solo con Rafa, direi anche Roger o Novak, tutti loro, normalmente dovrebbero vincere contro un giocatore come me. Quindi io cerco di dare il meglio. Io finisco con una vittoria poche volte rispetto a quelle che vorrei, ma ci provo ogni volta, no? E oggi è stata una di quelle volte. Devo gioirne molto ma, alla fine, l’esperienza mi ha già detto che quando fai una vittoria del genere bisogna stare molto attenti, bisogna restare concentrati sul torneo. Non è che hai vinto il torneo e puoi tornare a casa, ci sono ancora match che devono venire, il prossimo sarà tra due giorni quindi devo restare con la mente sul torneo. Sai, gli amici ti chiedono tutto il tempo, hai intenzione di celebrare? Io rispondo, non ancora. Se vado a festeggiare oggi e domani, il giorno successivo perderei sicuramente. Questa parte del tennis è dura ma sono felice ugualmente.

Una delle cose che ha detto Rafa nella sua conferenza è che da quando è tornato non sta giocando più con molta libertà e si sente nervoso. Questa è la quindicesima volta che giocate, hai sentito dal tuo lato che ci fosse qualcosa di diverso rispetto alle esperienze passate?
Beh, abbiamo giocato molte volte ed è successo di tutto, insomma 15 volte più tutte gli incontri prima che fossimo professionisti quando eravamo bambini, a 15, 16, 17 anni. Sai, dall’ultima volta che l’ho battuto a Madrid, ci sono 13 vittorie di fila per lui, alcune molto facili, in altre ho avuto addirittura match point. Tutti gli incontri sono diversi, in alcuni ti senti incredibile in altri non ti senti bene, e riguardo al match di oggi le condizioni non erano facili. Con il vento è stata dura, muoveva la palla per tutto il tempo, è stata dura per me e per lui. Ma suppongo che oggi mi sia adattato meglio rispetto a lui, normalmente è uno dei giocatori migliori con questo tipo di vento, per esempio l’ho visto battere pochi anni fa Andy Murray in finale ad Indian Wells  6-2 6-1 e c’era un vento incredibile. So che è un giocatore duro quando tira vento come oggi ma forse non si sentiva in forma, non lo so, non sono dentro di lui. Dunque è lui che deve parlare delle sue sensazioni non io. Quello che ho visto è che con questo tipo di vento ha sbagliato più del normale, ma anche io ho sbagliato molto quando la palla si muoveva e non è facile sistemarsi per colpire la palla dove vorresti tu.

Traduzione di Paolo Di Lorito

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