Richard Norris Williams: il Campione sul Titanic

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Richard Norris Williams: il Campione sul Titanic

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Forse non tutti sanno che un sopravvissuto del Titanic vincerà due US open. Oggi recensiamo per voi un libro che dalla tragedia del 1912, di cui oggi ricorre l’anniversario, estrae due piccole grandi storie di Tennis

Azzolini D., I ragazzi di prima classe, Absolutely free Editore, 2012.

Il naufragio del Titanic è senza dubbio una delle tragedie più affascinanti della storia e per questa ragione è stata narrata negli anni da documentari, film, libri, articoli di giornali e mostre mettendo in risalto di volta in volta le vite dei 2223 passeggeri che nella sfortunata notte tra il 14 e il 15 Aprile 1912 si trovavano a bordo del transatlantico che da Southampton faceva rotta su New York.

Daniele Azzolini pur andando a scegliere come argomento del suo libro un tema difficile e soprattutto inflazionato riesce nell’impresa di narrare le vicende originali seppur opposte di due passeggeri accumunati dalla stessa passione per il tennis. Richard Norris Williams e Karl Behr si conoscono per la prima volta proprio a bordo del Titanic e stringono poi una profonda amicizia sulla nave che soccorre i naufraghi: la Carpathia. Il primo, sopravissuto per miracolo e non senza conseguenze alle gelide acque dell’oceano restando aggrappato a un pezzo di legno, è solo un giovane e promettente tennista mentre il secondo, uscito indenne dal naufragio salendo con la propria fidanzata a bordo di una delle prime scialuppe di salvataggio, è già un affermato campione, arrivato a disputare addirittura la finale di doppio del torneo di Wimbledon.

La storia viene narrata direttamente da Richard Norris Williams durante un’immaginaria intervista rilasciata dopo 10 anni dalla fatidica notte. Il lettore si trova così a rimbalzare tra scenari opposti: da una parte l’elegante sala del bovindo del tennis club di Newport, dove ha luogo appunto la chiacchierata tra il tennista e un giovane reporter, e dall’altra la tragedia di una nave che in poche ore imbarca tanta acqua da affondare; da un lato il caldo del porticato con vista sui campi da tennis del circolo americano e dall’altro il gelo del pavimento di seconda classe del Carpathia, dove vengono accolti i passeggeri feriti. Il punto di vista sulla tragedia è assolutamente originale pur andando a raccontare alcuni aneddoti già sentiti e più che altro visti sul grande schermo attraverso il kolossal di James Cameron, al quale tra l’altro l’autore fa riferimento nell’ultimo capitolo del libro.

Per l’intero racconto Azzolini sottolinea come il tennis sia metafora della vita soprattutto nelle difficoltà e come lo stile di gioco di un tennista sia influenzato dalle esperienze passate. Richard Norris Williams diventa infatti un campione (vincitore per ben due volte degli Us Open nel 1914 e nel 1916) aggressivo e coraggioso proprio per merito, se così si può osare, delle sofferenze patite nel tragico naufragio.
“Il tennis è uno sport che più di altri fa compendio alla vita. Pone problemi particolari. (..) In dieci anni di tennis ne ho viste di tutti i colori. Ma tutto ciò che ho visto e talvolta subito, rientra nella sfera degli atteggiamenti umani, gli stessi che si riscontrano nella vita, che governano i nostri rapporti.” (Pag. 75)
Il libro “I ragazzi di prima classe” è un inno alla speranza e alla capacità dell’uomo di rialzarsi da ogni tragedia e andare avanti.
E’ la dimostrazione che dalla notte più buia si può rivedere la luce più splendente aggrappandosi solamente alla propria forza di volontà.
E’ la metafora della lotta psicologica insita in ogni sfida, dentro e fuori un campo da tennis.
Ma più d’ogni altra cosa è la vittoria del coraggio sulla paura, della vita sulla morte.

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Chiara Gheza

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