La crisi di Eugenie Bouchard: l'analisi di Tom Tebbutt

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La crisi di Eugenie Bouchard: l’analisi di Tom Tebbutt

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Dopo le non  esaltanti prestazioni di inizio anno, il giornalista canadese Tom Tebbutt fa il punto su cosa sta succedendo ad Eugenie Bouchard

Uno dei più grossi interrogativi del tennis al femminile di questo 2015 è il rendimento di Eugenie Bouchard, ben al di sotto delle aspettative dopo l’exploit dello scorso anno, quando aveva raggiunto la finale a Wimbledon ed altre due semifinali slam. Le inattese e premature sconfitte ad Indian Wells, Miami e Charleston, contro avversarie decisamente meno quotate di lei, hanno scatenato le ipotesi degli addetti al settore. Da ultimo, sul sito della federazione canadese, è intervenuto sul tema Tom Tebbutt.

Ad avviso del giornalista canadese, non è stata sicuramente felice la scelta della tennista di accettare la wild card a Charleston dopo le deludenti prestazioni sul cemento americano, come la stessa Bouchard ha ammesso dopo la sconfitta al primo turno contro Laureen Davis: “Volevo giocare altri incontri, per questo sono venuta qui, ma forse avrei dovuto fermarmi soltanto ad allenarmi”.

Di certo nemmeno la salute la ha assistita troppo nell’ultimo periodo: a Dubai si è dovuta ritirare dal tabellone per un infortunio all’avambraccio destro, ad Indian Wells ha risentito di un affaticamento addominale nel match perso contro la Tsurenko e a Charleston aveva problemi ad entrambi i piedi. Consapevole di questi problemi, Bouchard ha dichiarato: “Ho dovuto combattere un po’ ultimamente. Tutto sembra essersi ristabilito ma anche se non ho più dolore, sento la mancanza di allenamento e delle giuste sensazioni in campo… Adesso il più è rientrare nel gioco”.

In considerazione della sua popolarità fuori dai campi, alcuni ritengono che le attività extra-professionali siano state una distrazione: prima di Indian Wells aveva giocato con Justin Bieber per un evento di beneficenza e dopo Miami era stata fotografata mentre giocava con la modella Hannah Davis.

Altri, con un’analisi puramente tennistica e severa, sostengono che la canadese non abbia un piano B quando le partite non si mettono bene per lei. Al riguardo, Tebbutt giustamente ricorda che anche la Sharapova non ha un piano B e comunque riesce a fare buone cose, e quindi alla stessa Bouchard – considerando che comuqnue il suo gioco, quando va, è molto efficace – potrebbe bastare impegnarsi a non mettersi in situazioni di difficoltà.

Non mancano quelli che ritengono che sia ancora troppo leggera (è alta 1,78 m e pesa 61 kg) e quindi forse avrebbe bisogno di aggiungere un po’ di peso. Ma anche questa teoria, secondo il giornalista canadese, può essere rifiutata dal momento che in passato ha fatto bene anche in assenza di particolare peso.

Il cambiamento più evidente  del 2015 è la separazione dal suo precedente allenatore Nick Saviano ed il passaggio al francese Sumyk, ex coach di Victoria Azarenka (che con lui ha conquistato due Australian Open a le vetta del ranking WTA) e di Vera Zvonareva quando era nella top-ten. Di questo cambio la tennista ne ha parlato ampiamente in un’intervista al “The Guardian”. Per quanto riguarda il rapporto con l’allenatore, Tebbutt ha notato che Bouchard, decisamente nel pallone, non abbia chiamato l’intervento del coach nel match perso contro la Davis a Charleston, cosa che potrebbe invece rafforzare il loro rapporto ed aiutare  a comprendere i reciproci punti di vista quando le cose non vanno bene (ma a quanto pare, il coaching non piace molto a Genie, nda).

Bouchard giocherà in questo fine settimana lo spareggio di Fed Cup contro la Romania, probabilmente il supporto del pubblico di casa le sarà di aiuto. Ad ogni modo, conclude Tebbutt, Eugenie non deve preoccuparsi eccessivamente, di sicuro ha classe per essere arrivata fin dove è arrivata e le cose possono cambiare rapidamente: Madison Keys, dopo le semifinali agli Australian Open in gennaio dove si è infortunata all’adduttore sinistro, ha incontrato non poche difficoltà al rientro sul cemento americano per poi raggiungere la finale a Charleston solo due settimane dopo.

Come Eugenie stessa ha detto, dovrà avere pazienza. Se un anno fa l’impazienza l’aveva portata agli exploit di Wimbledon e degli Open di Australia e di Francia, probabilmente quest’anno sarà la pazienza la chiave per raggiungere simili successi.

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