Pianti e confusione. Federer e Wawrinka puniti a Montecarlo (Clerici). Federer e Wawrinka insieme sulla via di casa (Martucci). Brindisi, il ciclone Serena (De Simone).

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Pianti e confusione. Federer e Wawrinka puniti a Montecarlo (Clerici). Federer e Wawrinka insieme sulla via di casa (Martucci). Brindisi, il ciclone Serena (De Simone).

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Pianti e confusione. Federer e Wawrinka puniti a Montecarlo (Gianni Clerici, La Repubblica).

In una densissima giornata, nella quale si sono svolte ben otto partite, chiamate anche ottavi di finale, ho fortunatamente ritrovati i miei informatori dell’Agenzia Palle Roventi, con l’aiuto dei quali spero di informare i lettori. Monfils b. Federer 6/4 7/6. Il match ha scoraggiato la maggior parte degli spettatori, tra i quali si è comunque riuscita a distinguere la Signora Federer, che ha confermato di aver mancato una carriera teatrale, peraltro incompatibile a quella di fattrice. Monfils è tennista capace di incredibile creatività, come di eccessi negativi, ma oggi è stato aiutato da un Federer che non è mai riuscito a staccarsi dalla linea di fondo – dalla quale non comandava il gioco – con i suoi abituali controbalzi, oggi irregolari, sino ad un totale di 38 errori, contro i 22 del moro francese. Alcuni hanno giustificato Federer per la confusione causata dall’abituccio di Monfils, verde percorso da ondeggianti strisce giallodorate. La principale ragione è parsa ai tecnici la mancanza di riadattamento alla terra rossa di Roger, dopo i dignitosi tornei sul cemento. Dimitrov b. Wawrinka 6/1, 6/2. A conclusione del disastro dei due elvetici, l’anno passato finalisti del torneo, Wawrinka ha perpetrato incredibili nefandezze, passando meno di un’ora quasi il suo solo scopo fosse quello di colpire winners, che non trovavano invece il campo. Stan ha addirittura pianto negli spogliatoi, mentre qualcuno dei colleghi svizzeri attribuisce la sua confusione mentale alla preparazione dell’allenatore Paganini, da non confondere col violinista. Cilic b. Tsonga 6/3, 7/6. Diceva ieri un noto allenatore croato che non possiamo citare, che Cilic non ritornerà probabilmente il tennista capace di vincere uno Slam, come l’anno scorso a New York. Non abbiamo osato rivolgere la domanda alla sua vittima di oggi, Tsonga, perché simile opinione non venisse smentita. Nadal b. Isner 7/6 4/6 6/3. Scriveva ieri il povero vecchio Clerici che Nadal gli appariva del tutto guarito. Il Rafa di oggi, costretto all’attrito con i teloni di fondo dal servizio e diritto dello svettante Isner ci è parso, al più, convalescente, e non riteniamo che riuscirà a vincere il torneo, come altre otto volte. Raonic b. Robredo 6/3 3/6 6/3. Assistito da non uno ma due coach, Piatti e Ljubicic, l’altissimo canadese è tuttavia obbligato a giocare solo. Deve anzi dimostrare che è possibile riuscire nel tennis con le caratteristiche di un pivot del basket. Robredo, l’avversario di oggi, è un tipo che non fallirebbe, da solo, mezza palla. Raonic ve lo ha costretto. Berdych b. Bautista Agut 7/5 6/4. Due cognomi sono forse troppi per un singolarista modesto quale lo spagnolo. Ferrer b. Simon 6/2 6/7 6/1. Polemiche si sono accese sul numero degli errori gratuiti di Ferrer. Chi sostiene che siano stati due e non tre ha probabilmente ragione. Djokovic b. Haider-Maurer 6/4 6/0. Qualche perplessità hanno destato i tatuaggi ritenuti simbolici e propiziatori, che coprono il braccio sinistro dell’austriaco. Ma ci si è presto resi conto che il tennista utilizza il destro.

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Federer e Wawrinka insieme sulla via di casa (Vincenzo Martucci, La Gazzetta dello Sport).

I loro soprannomi sono Grisha e Lamonf, e non li abbiamo certo scoperti oggi; oggi tutti li conoscono come i ragazzacci terribili che in un colpo solo eliminano Wawrinka e Federer, ossia i finalisti dello scorso anno. Grigor Dimitrov e Gael Monfils, così diversi di fisico, aspetto e tecnica, sono fra i guastafeste più pericolosi del circuito, un concentrato di talento finora mai espresso compiutamente. Parliamo di nitroglicerina pura, col sorriso che conquista e la passione — contraccambiata — per le donne. Come dice la sfilza di conquiste del Moro di Francia e quella ancor più nobile del fidanzato ufficiale di Maria Sharapova. Chiamati nei quarti a un incrocio da scintille fra narcisi da grandi ribalte. Dimitrov è l’eroe dello sport bulgaro che ha fatto buone scuole, tutte all’estero. A 23 anni, non gli basta più essere l’elegantissimo sosia di Federer: “Tutto è cambiato perché sono a posto fisicamente”. In realtà è cresciuto di testa e fotografa al meglio l’harakiri di Wawrinka: “Lui non ha giocato il suo miglior tennis, ma io gli ho fatto il break al primo game e sono salito in fretta in cima al match. Ho fatto un bel lavoro, ho giocato il mio gioco e ho fatto meno errori. Sono stato molto consistente”. Grigor è stato molto aiutato dall’orrido Stan: “Semplicemente non avevo voglia di star lì, in campo, non so nemmeno dov’ero, non è questione di punteggio è che non accetto di aver giocato così male”. Grigor sta capendo se stesso: “Già contro Fognini ho espresso un buon livello, e mi sono ripetuto. Non devo fare molto di più. Finalmente ho più fiducia e riesco a ripetermi”. Senza specchiarsi nei colpi e cercare l’applauso. “La mia partita da sogno potrebbe essere a Wimbledon. Ma sono cresciuto sulla terra, per cui mi ci sento a mio agio”. Quindi la pazienza è istinto, non sacrificio: “Ma poi devo attaccare, sono un giocatore aggressivo e mi piace esserlo”. Monfils è il manifesto delle banlieu di Parigi: padre della Guadalupe, madre della Martinica, alto e magro come una pertica, un viavai di allenatori per imparare a vivere sulla strada del tennis. “Sono stupito di come cresco sempre più in potenza, posso colpire forte da fondo ed essere aggressivo”. Nadal lo teme e lo chiama “la pantera”, Federer lo soffre: “Gael gioca in un modo diverso da chiunque altro, sta lontano dal campo ma riesce a trovare profondità, effetti e angoli su qualsiasi palla. Mi sorprende. Ha un potenziale incredibile, ho avuto spesso difficoltà a batterlo. Ma certo avrei potuto servire meglio, variare di più e usare lo slice di rovescio; è il primo torneo dell’anno sulla terra, nessuno è ancora a posto”. Nel 2014 ci ha vinto sul cemento di Cincinnati e di New York, ma la rimonta da due set sotto, salvando due match point, gli ha pregiudicato un altro Slam. Stavolta, Roger sa che dovrebbe essere aggressivo, ma perde il primo set perché, avanti 3-1, smarrisce tempo e posizione in campo. E perde il secondo perché è titubante davanti ai passanti dell’avversario, cambia spesso idea, colleziona 38 errori (21 di dritto), si suicida sul 5-3 del tie-break e promuove Monfils ai primi quarti a Montecarlo. “Non ho mai avuto la sensazione che le cose andassero come volevo”.

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Brindisi, il ciclone Serena (Franco De Simone, La Gazzetta del Mezzogiorno).

Tre gli eventi che hanno caratterizzato la giornata di ieri in merito all’imminente week end di Fed Cup. Il primo evento è rappresentato dall’arrivo della n. 1 del mondo, Serena Williams (con un volo Alitalia proveniente da Parigi); l’altro evento, immediatamente successivo, che la grande atleta americana ha chiesto dove si trovasse il campo di gara perché aveva voglia di allenarsi. Tanto per far capire quali siano le intenzioni di Serena che, di certo, non è certamente arrivata in questa parte d’Italia per passatempo o per una breve vacanza nel Salento. L’ultima novità della giornata l’hanno lanciata i dirigenti del Ct Brindisi, che in accordo con la Federazione Italiana Tennis hanno annunciato che la cerimonia dei sorteggi si svolgerà presso l’antico Palazzo Granafei, costruito nel XVI secolo e oggi sede municipale. Il tutto avverrà alla presenza dei capitani: Mary Joe Fernandez per la squadra nazionale a stelle e strisce; Corrado Barazzutti per la squadra italiana. Domani, alle 13, i primi due incontri in programma. Poi, domenica, dalle 11, i match numero tre e quattro di singolare. Quindi, a seguire, l’eventuale partita di doppio, qualora il punteggio dovesse vedere le due squadre perfettamente in parità al termine della gare di singolare. Affermare che la due giorni tennistica sarà un grande successo è scontato. Malgrado dal punto di vista sportivo, l’incontro con le atlete americane sarà duro, considerando che le nostre rappresentanti si troveranno di fronte non solo Serena Williams ma anche le altre tre a disposizione di Mary Joe Fernandez: Alison Riske, Christina McHale, e Lauren Davis, convocata dopo il forfait di Venus Williams. Ad ogni modo, è altrettanto certo che le atlete convocate da Corrado Barazzutti ce la metteranno tutta per onorare l’impegno davanti al pubblico di casa. Brindisi è pronta. I quattromila che gremiranno il centrale fremono. Tutto è pronto: che la festa abbia inizio.

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