Che Errani con la Radwanska, a Barcellona Nadal-Fognini (Crivelli). Djokovic, l’ultimo universale (Semeraro)

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Che Errani con la Radwanska, a Barcellona Nadal-Fognini (Crivelli). Djokovic, l’ultimo universale (Semeraro)

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Che Errani con la Radwanska, a Barcellona Nadal-Fognini (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)

Non è mai facile battere una top ten, anche se ormai decadente come Agnieszka Radwanska. Ma evidentemente l’adrenalina di Brindisi ha giovato a Sara Errani, che a Stoccarda (700.000 , terra indoor) batte per la terza volta su dieci la polacca, annullando tre set point all’avversaria nel tie-break del primo set e poi rintuzzando la rimonta di Aga nel secondo da 2-4 a 4-4. Ecco le sue parole: «Sono stanca, ma i successi in Fed mi hanno dato la carica e ho giocato molto bene». Ora affronterà la kazaka Diyas, n. 32 Wta, che ha travolto la Lisicki. Il momento negativo della Radwanska, 13 vittorie e 11 sconfitte in stagione nonostante la cura Navratilova, non piace a papà Robert, suo ex allenatore, che ha tuonato contro l’attuale coach Tomasz Wiktorowski: «Se avesse un pizzico di dignità si dimetterebbe subito e il suo posto dovrebbe essere preso da un allenatore esperto».

RAFA VS FOGNA A Barcellona (1.800.000 , terra), intanto, il torneo è subito vivace. C’era attesa per la rivincita tra Nadal e Almagro, perché l’anno scorso Ni-co in Catalogna batté Rafa per l’unica volta in carriera (su 13): stavolta non c’è stata storia, e l’otto volte vincitore del torneo, in grande risalita verso Parigi, non ha mai corso rischi, in particolare in un secondo set di eccellente qualità. Oggi Nadal trova Fognini, che lo ha battuto in febbraio nella semifinale di Rio, per la prima volta. Fabio, dopo aver concesso il primo set al talentino Rublev, 17 anni, n. 329 del mondo, ha finito per dominare (…)

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Djokovic, l’ultimo universale (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Lo chiamano l’Uomo di Gomma, perché sa allungarsi e colpire come neppure il boss dei Fantastici Quattro, e in effetti fra i Fab Four del tennis – che da lunedì si sono ricomposti al vertice del ranking mondiale – Novak Djokovic non potrebbe che essere Mr Fantastic.11 supereroe della racchetta che sa sorridere e usare l’ironia, certo, ma che vuole comandare: sempre e dovunque. Una delle caratteristiche della gomma del resto è la capacità di adattarsi alle situazioni e Djokovic è di fatto uno dei tennisti più “universali” della storia, capaci cioè di imporsi su ogni superficie, dalla più veloce alla più lenta. Per diventarlo anche di nome non gli resta che centrare un obiettivo: vincere il Roland Garros, dominare il più prestigioso dei tornei sulla terra. Gli altri tre Slam il Joker se ti è giàmessi4n saccoccia almeno una volta: cinque Australian Open, due Wimbledon, uno US Open. A Parigi è arrivato due volte in finale, nel 2012 e nel 2019, sempre battuto da Nadal, ma quest’an-no al Bois de Boulogne partirà lui da favorito. Non che già adesso gli manchino le credenziali da “terricolo” intendiamoci, visto che nella sua bacheca fanno bella mostra le coppe di Roma, Madrid e Montecarlo. Parigi però significa Immortalità.

ECLETTICI. Nella storia sono solo sette i tennisti che sono riusciti ad artigliare almeno una volta tutti i quattro “major”: Rod Laver e Don Budge, gli unici che ce l’hanno fatta in un solo anno solare; prima di loro Fred Perry poi Roy Emerson, Andre Agassi, Roger Federer e Rafael Nadal. Solo gli ultimi tre però hanno fatto poker su tre superfici diverse, perché a lungo in passato tre Slam su quattro si sono giocati sull’erba. Va aggiunto che negli ultimi 10-15 anni la differenza di velocità (meglio dire: di altezza di rimbalzo) fra i vari “pavimenti” è andata diminuendo, e l’erba in particolare è stata “rallentata” – qualcuno direbbe: maturata – operando sul tipo di sementi e sul taglio. Ciò non toglie che ancora oggi non sia da tutti riuscire a cavarsela egregiamente sul Verde come sul Rosso e sul Grigio (indoor e outdoor). Anzi. Da Ivan Lendl in poi gli unici capaci di vincere nello stesso anno almeno un torneo Atp sulle quattro superfici tradizionali (terra, erba, cemento e sintetico indoor) sono stati Pete Sampras, Michael Stich, Miloslav Mecir, Andre Agassi, Andy Roddick, Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic. Poi ci sono atleti meno blasonati ma sicuramente “a trazione integrale” come gli ex numeri uno Yevgheny Kafelnikov e Stefan Edberg, oppure Tomas Berdych, David Nalbandian (almeno una semifinale in tutti gli Slam) e potenzialmente il giapponese Nishikori. O ancora, per restare in Italia, Andreas Seppi, che in carriera vanta titoli su terra, erba e cemento indoor (…)

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