ATP Madrid: vincono Wawrinka, Dimitrov (che affronterà Fognini) e Raonic

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ATP Madrid: vincono Wawrinka, Dimitrov (che affronterà Fognini) e Raonic

Al Masters 1000 di Madrid debutto vincente per Wawrinka contro Joao Sousa. Tutto facile per Grigor Dimitrov contro Donald Young (costretto al ritiro sul 6-3 3-0) e per Gael Monfils contro Victor Troicki. Tsonga e Raonic superano Rosol e Monaco in 2 set. Kyrgios lascia appena 5 giochi a Gimeno-Traver e al prossimo turno affronterà Roger Federer, buon esordio per Richard Gasquet

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[8] S. Wawrinka b. [LL] J. Sousa 7-6(1) 7-5 (Roberto Dell’Olivo)

Partenza tutta in salita per Wawrinka contro il lucky loser Sousa. Il portoghese, alla sua quarta partita alla Caja Magica, dimostra di essere più a suo agio sulla terra rossa madrilena rispetto all’elvetico. Che parte subito sotto di un break, complice una sola prima di servizio a segno, con Sousa che realizza subito la prima palla break del match, grazie ad un dritto anomalo vincente in risposta alla seconda di servizio poco incisiva di Wawrinka. Troppi gli errori di Stan the man, troppa fretta nel cercare accelerazioni vincenti. Sousa non soffre alcun timore reverenziale e vince anche il suo secondo servizio a zero e sale 3-1. Qui lo svizzero torna a servire con più sicurezza e tanto sembra bastare per recuperare il gap iniziale. Ci sono anche due palle break a suo favore (15-40) sul turno successivo in battuta del portoghese. Ma Wawrinka è ancora lontano dalla bella copia della passata stagione, ma anche dal buon inizio 2015 (semifinale in Australia e due titoli a Chennai e Rotterdam). L’errore di rovescio incrociato su una palla più corta di Sousa sta lì a dimostrare la mancanza di fiducia di questo periodo per Wawrinka. Che però ha il merito almeno di non  mollare; magari si innervosisce con il supervisor per il fastidio creato dai display luminosi, ma resta lì e aspetta il primo calo del portoghese che arriva proprio quando sul 5-4 serve per chiudere il primo set.

I regali di inizio set Stan non li commette più e Sousa inizia a fare fatica a chiudere, si rifugia al tie break che Wawrinka chiude in modo impietoso (7-1). Il secondo set scivola via senza tanti sussulti e senza break fino al 5 pari, quando Stan the man, al secondo tentativo, infila il break decisivo per il 7-5 finale. Wawrinka approda così agli ottavi di finale e aspetta il vincente del match tra il nostro Fognini e Dimitrov, già giustiziere dello svizzero a Montecarlo, cui è seguita la notizia della fine del suo matrimonio con Ilham Vuilloud. Per vincere servirà un altro Wawrinka, magari quello che nel 2013 qui a Madrid sconfisse proprio Dimitrov in tre set negli ottavi, successo che gli spalancò la strada verso la finale allora persa da Rafa Nadal.

[5] M. Raonic b. J. Monaco 6-3 6-4 (da Madrid, Matteo Gallo)

Milos Raonic viaggia spedito e si qualifica per il terzo turno al Masters 1000 di Madrid eliminando Juan Monaco in due sets (6-3, 6-4 ). Un match lineare e preciso quello del canadese, molto concentrato come sempre e implacabile al servizio nonostante i problemi fisici che non gli permettono di essere al 100%. La resistenza e le possibilità di Monaco, spinto da molti tifosi argentini in tribuna, dipendevano da fattori che non si sono dati. A parità di forma Raonic è un giocatore imprendibile per l’argentino, così come per la maggior parte dei giocatori ATP. E il fatto che oggi Raonic fosse menomato fisicamente, come ci dirà dopo il match coach Ljubicic, conferma il divario tra i due. Raonic è ormai un progetto di giocatore ottimamente riuscito: continua a lavorare sulle fondamentali sfumature necessarie per vincere un grande torneo, ma la sua solidità non è in discussione. L’ordine, la calma, la precisione sono gli elementi fondamentali nel mondo di Raonic: dai capelli perfettamente ingellati al suo modo di camminare, tutto è sempre ordinato, nella buona e nella cattiva sorte. Si ride poco e si lavora tanto per imparare a soffrire un po’ di più.

Non un sorriso quando il canadese porta a casa il primo set per 6-3 con un unico break nel quarto game. Monaco cerca complicità in tribuna e quando riesce a mettere in sequenza qualche bel colpo trova los hinchas argentini pronti a sostenerlo. “Vamo’ loco!” gli gridano ad ogni colpo vincente. Nel secondo set Monaco sembra più determinato e lascia andare il braccio: ne guadagna la partita, che diventa più equilibrata ed esige a Raonic un passo avanti. Si arriva al sesto gioco senza break e con Monaco ringalluzzito; adesso ogni suo errore sembra un’occasione persa perché Raonic lascia qualche spiraglio: ogni tanto Milos si butta a rete e viene infilato. Monaco serve sul 3-3 e Raonic trova il vincente per lo 0-15. È il preludio al break, che arriva poco dopo e segna la fine del match. Lo sa bene Monaco, che tira la racchetta per terra e si trascina al suo angolo senza più alcuna fiducia. Il servizio di Raonic non perdona.

Dopo il match Ljubicic ha commentato così: “Oggi Milos ha fatto il minimo, non riusciva a muoversi bene perché questi problemi fisici non sono risolti (si è fatto male a un piede durante un allenamento prima di Madrid). Non ha corso ma ha servito bene e ha fatto quello che doveva fare: non ci siamo allenati in settimana e ha ancora dolore al piede. Andiamo avanti per ora”. L’infortunio è l’unico pensiero del coach: “Abbiamo una diagnosi ma non troviamo una soluzione e non so quando tornerà al 100%, spero più presto possibile. Abbiamo sentito mille opinioni di medici diversi ma non abbiamo una cura ancora: andiamo avanti giorno per giorno. A volte sta meglio, altre peggio, ma lui è competitivo anche così perché sa soffrire. Ora però pensiamo alla Champions League”.

R. Gasquet b. I. Karlovic 6-3 6-4 (Ferruccio Roberti)

Non  era assolutamente un match facile quello che attendeva Richard Gasquet: non solo perché quando si affronta un giocatore dal servizio esplosivo come Ivo Karlovic la partita si gioca su pochi punti, ma anche perché una delle più antiche leggi non scritte del tennis recita che quando si vince un torneo, il primo turno nel successivo presenta grandi probabilità d’insuccesso, a causa della fatica fisica e psicologica accumulata precedentemente. Per fortuna del tennista bretone, ogni regola ha le sue eccezioni: dopo la bella vittoria di domenica scorsa ad Estoril, battendo nel suo esordio stagionale sulla terra rossa in finale il giovane australiano Krygios, arriva un agevole successo in meno di un’ora di gioco su un Karlovic mai in partita ed assolutamente deludente. Il match ha avuto pochi lampi tecnici di rilievo ed anche agonisticamente è stato tutt’altro che elettrizzante, con la partita che non è mai arrivata ai vantaggi, seguendo pedissequamente nel punteggio i turni di servizio, tranne che in due occasioni, una a set: nel primo parziale il break decisivo è arrivato nell’ ottavo game, nel secondo lo strappo nel punteggio si è verificato nel settimo gioco. Come detto, il trentaseienne di Zagabria ha offerto una prova mediocre, ma va dato merito a Gasquet di aver fornito una buona prova, in particolar modo dal punto di vista mentale. Il francese dovrà però salire ancora di livello se domani vorrà sconfiggere uno dei giocatori più in forma del 2015, quel Tomas Berdych contro cui quest’anno ha già perso a Doha, ma nei confronti del quale è comunque in vantaggio per 6-5 nei confronti diretti (2-1 anche sulla terra rossa).

[12] J.W. Tsonga b. L. Rosol 7-5 6-3 (Riccardo Urbani)

Esordio discretamente morbido per Tsonga a Madrid. Il transalpino, testa di serie numero 12 del torneo, liquida in poco più di un’ora un Rosol mai apparso in grado di preoccupare davvero il più celebre rivale. Nella prima partita i servizi dominano il gioco. Del resto la natura dei due giocatori e l’ingannevole terra battuta spagnola non possono che determinare un simile andamento. Fino al 6-5 non si registra alcuna palla break, nonostante un numero troppo alto di gratuiti infilati dal ceco sia motivo di sicuro allarme e pericoloso indizio dell’infausto esito. Ed ecco infatti che la prima occasione coincide con un set point, il francese non si fa pregare e chiude 7-5 con apparente facilità. Nella seconda partita Rosol va fuori giri, se possibile, anche con maggiore assiduità, tanto che il francese scappa sul 3-0 e si limita a piazzare il suo servizio per chiudere con un 6-3 senza altri sussulti. In definitiva le specialità di casa Tsonga, servizio e dritto, hanno funzionato in modo egregio, ma restano alcune perplessità sulla mobilità, sulla distanza dalla linea di fondo, su un atteggiamento troppo difensivo che rendono sbiaditi i ricordi dei giorni migliori. Servono test più probanti, meglio sospendere il giudizio, ma la sensazione è che con i più forti serva qualcosa di più, a partite da un passetto in avanti e dall’abbandono di quei colpi portati in arretramento. Quanto a Rosol, in fondo non può non affascinare un giocatore che non conosce alcun tipo di attesa o di mediazione. Tira sempre ogni colpo come se fosse il definitivo, anche se spesso ne trae un tennis che non si può permettere. Forse è proprio questa frustrazione a generare un atteggiamento in campo non propriamente incline alla correttezza. Stavolta è andato tutto liscio, ma non sempre va così. Chiedere al povero Murray sull’argomento.

[13] G. Monfils b. V. Troicki 6-2 6-0 (Diego Serra)

Se del resto Troicki negli ultimi tre incontri contro Monfils aveva racimolato solo un set, perdendo sempre, un motivo c’è.  Se poi aggiungete lo stato di forma del francese, che spinge e corre come un dannato, e che oggi metterebbe in difficoltà i primi del ranking mondiale, allora ecco spiegato il risultato.  Nel primo set Monfils strappa nel terzo e nel sesto game il servizio all’avversario, senza quasi mai soffrire in battuta. Troicki tormenta gli occhialini gialli e nel secondo set non riesce a portare a casa nemmeno un game. Però spacca due racchette (la seconda a dire il vero l’ha calpestata), attirando i fischi del pubblico di Madrid e beccandosi, come se non bastasse, un penalty point nel quarto game, iniziato da 15-0. Da parte di Monfils invece una volée vincente a metà campo quasi da seduto, che dimostra il suo stato di fiducia. Incredibilmente si accende solo l’ultimo e decisivo game, dove Monfils fallisce tre match point, e si trova poi ad affrontare due palle break del serbo. Ma per Troicki non è davvero giornata e rintuzzate le palle break, Monfils chiude al quarto match point, venendo a prendersi il punto sotto rete. 

[10] G. Dimitrov b. D. Young 6-4 3-0 rit. (Giovanni Vianello)

La prima partita maschile di giornata sul campo Arantxa Sanchez ha visto sfidarsi due giocatori che qualche anno fa sembravano promettere grandi cose, ma che finora non sono riusciti a mantenere le aspettative. Si sono infatti contesi il secondo turno di Madrid la testa di serie numero dieci Grigor Dimitrov, che qui due anni fa eliminò addirittura Novak Djokovic, e Donald Young. La partita è stata combattuta ed anche piuttosto divertente fino alla fine del primo set, poi un infortunio di Young ha permesso a Dimitrov di dilagare nel punteggio e la partita si è interrotta sul 3-0 in favore di Dimitrov nel secondo set, con lo statunitense non se l’è sentita di continuare.

Il primo set ha visto Young servire per primo e tenere facilmente il game d’apertura; Dimitrov ha risposto nel gioco successivo vincendo il game a 0. Il terzo gioco ha visto Dimitrov portarsi a palla break, ma in quest’occasione Young è riuscito ad imporsi rendendo più pressante il proprio ritmo da fondo ed infine l’americano ha vinto il game, portandosi 2-1 senza break. Il quarto game ha visto Dimitrov vincere agilmente, con due ace ed un servizio vincente inframmezzati da un errore di Young. Nel quinto gioco il bulgaro riesce in un quindici a mettere sotto da fondo l’avversario, ma nel complesso gioca troppo lontano dalla linea di fondo e Young rimonta il primo quindici di svantaggio vincendo il game a quindici. Nel sesto game Young cerca più accelerazioni anche in risposta e ciò lo conduce a raggiungere prima lo 0-30, poi anche il 30-40, ma Dimitrov annulla la palla break senza troppi patemi e poi, dopo qualche occasione sciupata a causa di qualche gratuito, vince il gioco, portando il punteggio sul 3-3. Nel settimo game, come spesso accade, la svolta del set, con Dimitrov che si porta prima 15-40, poi a vantaggio ed infine riesce a strappare la battuta all’avversario. I successivi tre game vedono i due giocatori tenere i rispettivi turni di battuta agilmente, e così il set si chiude 6-4 in favore di Dimitrov. Da segnalare però che tra il nono ed il decimo gioco Young ha chiamato il fisioterapista che è stato riconvocato anche nella pausa tra primo e secondo set. Il secondo parziale ha visto Young servire male a causa del dolore alla schiena per cui ha chiamato il medical time-out, e si è giunti rapidamente al 3-0 in favore di Dimitrov. A questo punto è giunto il ritiro di Young, che ormai non reggeva al meglio neanche negli scambi da fondo.

Risultati:

Primo Turno

[10] G. Dimitrov b. D. Young 6-4 3-0 rit.
[13] G. Monfils b. V. Troicki 6-2 6-0
L. Mayer b. G. Muller 6-3 6-3
F. Verdasco b. G. Garcia-Lopez 4-6 6-2 6-3
J. Sock b. [WC] P. Andujar 6-4 7-5
[12] J.W. Tsonga b. L. Rosol 7-5 6-3
[14] R. Bautista Agut b. [WC] M. Copil 7-5 6-3
R. Gasquet b. I. Karlovic 6-3 6-4
P. Kohlschreiber b. [Q] A. Falla 6-1 6-4
[Q] A. Ramos-Vinolas b. P. Cuevas 3-6 6-3 6-4
N. Kyrgios b. [Q] D. Gimeno-Traver 6-2 6-3
[WC] M. Granollers b. M. Klizan 5-2 rit.

Secondo Turno

[5] M. Raonic b. J. Monaco 6-3 6-4
[8] S. Wawrinka b. [LL] J. Sousa 7-6(1) 7-5

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