ATP Roma: Wawrinka "mata" Nadal, trova Federer. Djokovic e Ferrer vincono in tre set

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ATP Roma: Wawrinka “mata” Nadal, trova Federer. Djokovic e Ferrer vincono in tre set

Roger Federer si libera in due comodi set di Tomas Berdych, ma non trova Nadal in semifinale, battuto da Wawrinka in due set. David Ferrer ha la meglio al terzo su David Goffin e trova in semifinale Novak Djokovic, che lascia per strada un set ma poi domina Nishikori

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[8] S. Wawrinka b. [4] R. Nadal 7-6(7) 6-2 (da Roma, Claudio Giuliani)

Il big match della giornata è anche quello conclusivo. Stan Wawrinka e Rafael Nadal non si incontrano dall’Australia 2014, prima vittoria dello svizzero sullo spagnolo in carriera, e fin qui anche l’ultima. Stan vinse poi lo Slam asiatico. La Sharapova ha finito da poco, e quindi si smontano velocemente i drappi della WTA posti in favore di telecamera e si sostituiscono con quelli della birra Corona. Nadal scatta in campo facendo la solita serpentina per raggiungere la linea di fondo. Stan sbatte la sua Yonex sotto la suola delle scarpe. Una musica che farebbe rabbrividire il peggior coro parrocchiale della chiesa di paese accompagna il palleggio di riscaldamento dei due, mentre lo speaker elenca il palmares di Nadal e gli toglie subito un Roland Garros, attribuendogliene 8, lui che cerca il decimo. In tribuna Ben Stiller dà il cambio a Owen Wilson, che oggi era sugli spalti a seguire Djokovic. La telecamera ruffiana lo inquadra e quindi si può cominciare. Al pubblico non sembra vero che già al primo game arrivino delle palle break dopo la noia di oggi. Stan ne salva due ma capitola alla terza. Nadal ricambia il favore cedendo il servizio subito dopo. Otto punti a testa, pochi errori e qualche bella volèe. C’è spettacolo, anzi: c’è tennis. Sul 2 a 2 un rovescio ad uscire di Stan, vincente, fa meravigliare il pubblico. Ché un conto è vederlo in TV, un altro dal vivo. Si arriva sul 3 a 3 in perfetto equilibrio: 21 punti Nadal, 22 Wawrinka, che ha avuto una palla break in meno rispetto allo spagnolo, 2 contro 3. Qui si rivede un ottimo Nadal in fase difensiva, mentre Wawrinka sbaglia qualcosa e concede due palle break: Nadal sale 4 a 3. Poi succede quello che accade sempre più di frequente: Nadal tira fuori tre diritti di fila e lo svizzero lo aggancia sul 4 a 4. Si riparte. Stan scende un po’, sparacchia rovesci out di molto. Entrambi hanno alti e bassi, e questa non è una notizia. È più notizia il fatto che in tribuna non siedono vicino Pericoli e Pietrangeli. Si arriva quindi al tiebreak. Nadal allunga sul 4 a 2, che diventa 6 a 2. Qui Wawrinka si riaccende e annulla con coraggio tutte le palle set, procurandosene una sul 7 a 6. Nadal la annulla con un gran diritto ma capitola sotto le cannonate successive di Wawrinka, che chiude 9-7 il tiebreak dopo 1 ora e 17 minuti.

Duro da mandare giù questo finale di set. Infatti, Rafa peggiora. L’umidità crescente fa girare ancora di meno la sua palla e lui tira fuori dei diritti che anni fa sarebbero stati vincenti e Wawrinka, uscito rinfrancato dal primo set, gli toglie il servizio sull’1 a 1. Nadal cerca di scuotersi dopo ogni suo punto ma non riesce proprio a mettere pensiero allo svizzero. Sul 3 a 1 per Stan lo spagnolo tira fuori un diritto sul 40-30 e poi ne mette in rete uno sulla palla break. È la fine, e allo stesso tempo lo specchio di Nadal. “Tu puedes” grida dalle tribune qualche irriducibile fan. Ma Wawrinka di diritto fa solo vincenti e sale 5-1 salvando quattro palle break. Quando manca un quarto d’ora a mezzanotte Stan serve per il match. Concede l’ennesima palla break ma è solo l’ennesima illusione: sigilla la sua seconda vittoria su Rafael Nadal in carriera con il 6-2 finale. Ora per lui c’è il derby con Federer. Per Nadal c’è il Roland Garros. E se a Parigi saprà ritrovarsi lo scopriremo solo a inizio giugno.

Wawrinka-Nadal

 

[1] N. Djokovic b [5] K. Nishikori 6-3 3-6 6-1 (da Roma, Claudio Giuliani)

Il motivetto principale di Star Wars è la colonna sonora che accoglie le due stelle in campo, quella di oggi, Djokovic, e quella di domani, Kei Nishikori. Nel giorno della morte di B.B. King si poteva fare un qualcosa di più raffinato che proporre l’anthem dei Pirati dei Caraibi, che segue quello di Guerre Stellari, ma vabbè. Arbitra Mohamed Lahyani. Si parte con i due che steccano molte palle nei pochi palleggi da fondo campo, tirandone alcune addirittura in tribuna. I due sembrano essere leggermente disturbati dal vento e anche dal campo, che proprio perfetto non deve essere. Entrambi sbagliano da fondo campo ma Nishikori più di Djokovic. Il giapponese si complica la vita nel suo primo turno al servizio e lo perde. Questo break si rivelerà decisivo. Non succede praticamente nulla fino al momento in cui Nole arriva a servire per il set, sul 5 a 3, dove è arrivato facendo il minimo sindacale. A questo punto, però, il serbo concede due palle break, che però annulla e quindi chiude 6-3 in 43 minuti, fra il torpore generale sulle tribune.

Si riparte nella speranza che ci sia partita. Fino al 3 a 2 per Nishikori non è così, con i due che lasciano le briciole sui propri turni al servizio. Qui, finalmente, si vede il Nishikori che in molti pronosticano futuro vincitore di Slam. Strappa il servizio a Djokovic piazzando un rovescio dei suoi e poi consolida il break salendo 5 a 2, chiudendo un rovescio ad uscire da centro del campo. Il pubblico spera nel terzo set. Che arriva, quando tiene la battuta lanciando un urlo dopo l’ultimo punto: 6-3 in 34 minuti, 24 punti a 19 in suo favore.

Inizia il terzo con la statistica che darebbe in vantaggio il giapponese. Nishikori è, ad oggi, il tennista con la migliore percentuale di partite vinte al set decisivo con l’80%. Nelle ultime 52 settimane, nelle partite finite al terzo set, Djokovic vanta 17 vittorie e 1 sconfitta (Karlovic a Doha), Nishikori 21 vittorie e 2 sconfitte (Raonic a Brisbane e Djokovic alle ATP Finals).

Sull1-1, quando mancano quindici minuti alle sei del pomeriggio, si accendono le luci, tanto sono grigie le nuvole in cielo. I game scorrono copiosi e il primo punto combattuto del match arriva sul 2-1 Djokovic, Nishikori al servizio. Lo vince il giapponese, che scalda la platea, ma non basta però: Kei capitola e perde il servizio per la seconda volta del match. Nole allunga sul 4-1. Nel game seguente il giapponese si arrende: perde nuovamente la battuta e esce definitivamente dal match. Nole chiude 6-1 in 26 minuti, 27 punti a 13 il parziale del set.

Il numero uno del mondo vince il ventesimo match di fila quest’anno, una sequenza di vittorie già colta tre volte in passato. Allunga sul 4 a 2 nel computo degli scontri diretti con Nishikori e domani sfiderà in semifinale David Ferrer, già battuto nei quarti di finale del 2014 proprio qui a Roma. Gli scontri diretti vedono Djokovic in vantaggio 14 a 5, ma con Ferrer che guida 3 a 2 quelli sulla terra battuta.

Dirà Nishikori in conferenza stampa: “Dopo il primo set ho iniziato a giocare bene. Il primo set lui è stato molto solido, ha sbagliato poco, io ho sbagliato molto invece. Nel terzo set poi lui ha iniziato a giocare molto bene e io non sono stato capace a fermarlo“.

Djokovic invece, dopo di lui: “I tre match che ho giocato sono stati diversi ma anche molto vicini. Per me è difficile dire quale di questi tre ho rischiato di perdere. Ho cercato di trovare la giusta intensità per trovare l’energia per prevalere ma ho avuto alti e bassi durante questi match. Delle volte Questo che serve per vincere: trovare una via per esprimersi al meglio. Le condizioni del campo? Oggi sono state brutte. Il campo non era in buone condizioni. Molto ventoso poi, difficile giocare un tennis di qualità ma questo, di certo, valeva per tutti e due. Ho giocato un buon primo set, tenendo sempre il servizio. Nel secondo lui è cresciuto e io ho sbagliato un po: lui ha meritato di vincere quel set“.

Djokovic-nishikori

[2] R. Federer b. [6] T. Berdych 6-3 6-3 (da Roma, Carlo Carnevale)

Via i dubbi. Via le incertezze della vigilia del torneo, via le insicurezze che Monfils e Kyrgios avevano instillato nel pubblico ed eventualmente in Federer. Via il ciuffo dalla fronte ad ogni vincente, generato da un dritto solido (seppur non devastante) e un rovescio di rara bellezza quando in lungolinea (“Sto sentendo molto il rovescio ultimamente, ma il dritto inside-out resta il mio schema principale”). Via le palline verso il lato opposto del campo, con stizza, quando Fergus Murphy dichiara un overrule in plateale ritardo, a punto già abbondantemente concluso, nel settimo game del secondo set, vinto poi con il servizio successivo. Roger Federer gioca un incontro da professore, pressoché sempre in controllo e solo in avvio costretto ad accelerare per riagganciare un Berdych forse un po’ stanco a causa della sua finora sontuosa stagione (insieme ai quarti di Indian Wells, persi sempre da Federer, questo di Roma è il peggior risultato dell’anno): “Oggi è andata così, ma sono contentissimo delle ultime cinque settimane, sono state fantastiche. Sono molto fiducioso per il Roland Garros”, le parole di Berdych nella brevissima conferenza stampa postpartita. Il ceco, che come Federer è privo della dolce metà nel proprio box, parte in quarta e con il consueto dritto esplosivo costringe l’avversario ad appoggiarsi alle corde, facendolo giocare corto e scentrato, prima dell’uppercut in diagonale con cui sale 3-2 e servizio. Federer si scuote subito, avvelena il back di rovescio con cui causa ansie a Berdych, che infila tre gratuiti e un doppio fallo per restituire il break con gli interessi, tre giochi consecutivi a favore dello svizzero; la palla break per allungare arriva dopo un passante di rovescio incrociato giocato con il polso praticamente liquido, poi Berdych fa da sé e si incarta nuovamente in un doppio errore al servizio. Federer salva tre palle break (le ultime concesse nell’incontro) utilizzando dritto e dropshot, poi si asciuga con il polsino mentre va a sedere con il primo 6-3 in tasca. Successo numero 14 su 20 incontri per Federer contro Berdych, che specialmente negli ultimi anni era diventato uno scoglio importante da superare per lo svizzero (sconfitta in quattro set agli US Open 2012, e in tre a Dubai 2013 sprecando matchpoints, al celebre quarto di finale a Wimbledon 2010); Federer giocherà adesso una semifinale che a prescindere dal contendente, comporterà un tasso di fascino fuori dal normale; il derby con Wawrinka per riscattare l’insuccesso a Montecarlo dello scorso anno, o ancor di più la trentaquattresima sfida contro l’eterno rivale Rafael Nadal.

Il secondo set si decide nel settimo gioco, in cui con due rovesci lungolinea a velocità laser Federer trafigge Berdych per andare 4-3 e servizio, prima di giustificare l’acquisto del biglietto per gli spettatori con un lob in allungo di dritto nel game successivo, fino al secondo break che un ormai prosciugato Berdych cede nel finale; Marcello Lippi in tribuna applaude, e sorride quando l’arbitro invita al “Let!” i giocatori a causa dell’obiettivo mobile di una macchina fotografica che cade in mezzo al rosso del Centrale.
Semifinale numero 55 in un Masters 1000, dietro alle 56 di Rafa Nadal che in serata contro Wawrinka cercherà di staccarlo ancora, per regalare al pubblico romano un’ennesima pagina di uno dei libri più epici della storia del tennis.

Berdych-Federer

[7] D. Ferrer b. D. Goffin 6-2 4-6 6-3 (da Roma, Roberto Dell’Olivo)

David Ferrer è il primo semifinalista di Roma 2015. Il numero 7 del seeding ha superato in tre set il belga Goffin, numero 20 al mondo. Lo spagnolo, alla sua dodicesima partecipazione, riesce così a  superare l’ostacolo dei quarti di finale raggiunti per ben sei volte.

E sicuramente il valenciano sarà rimasto contento di incontrare oggi David Goffin anziché Andy Murray, ritiratosi proprio poco prima del match contro il belga. Il belga invece è alla sua prima partecipazione in Italia, forse già felice di essere approdato ai quarti, grazie ai successi sul nostro Arnaboldi e soprattutto su Jo Tsonga, rivincita del recente Montecarlo. Ferrer  aveva invece eliminato l’altro top di Francia Richard Gasquet.

Uno solo il precedente  tra i due David,  in tre set lo spagnolo si è imposto a Bercy l’anno scorso, giusto in tempo per bloccare il periodo d’oro del belga che da luglio a  dicembre 2014 vinse 44 match, perdendone solo 4, meritandosi il trofeo come miglior “Comeback player” dell’anno, con tanto di premiazione alla O2 Arena di Londra.
Ferrer, alla Grandstand Arena, parte decisamente meglio, il rovescio di Goffin non funziona e lo spagnolo lo cerca con insistenza. Il belga non riesce a pungere, mentre il valenciano sembra più preoccupato del suono di un telefonino che lo blocca due volte di seguito al servizio. E’ l’arbitro italiano Moscarella a rispondere “Hello ?” con il cellulare che continua a suonare. Inevitabile! Il cameramen, giusto dietro Ferrer, ha le cuffie e non sente né il monito dell’arbitro né il suo telefonino.

Il numero 8 al mondo  (già numero 3 nel 2013)  sale fino al 4-2. Qui Goffin inizia a sentire meglio i suoi colpi e chiude lo scambio forse più lungo del match con un bellissimo rovescio  lungo linea, si procura due palle break, che Ferrer stoppa, anche con un ace, chiudendo il set 6-2 in 41 minuti.
Ma è iniziato il miglior momento del match del belga.  Ora in  palla, proprio soprattutto con il rovescio, che gli regala il break che lo porta a condurre 2-1.  Goffin è più libero di esprimere il suo talento, va 5-2 e commette solo qualche  errore banale. Per troppa sufficienza, sbaglia in particolare due smash facili, recuperati dal guerriero Ferrer, con volée successiva appoggiata in corridoio. Rischia così di rimettere in corsa lo spagnolo, che sale 4-5, con il braccio del belga che trema ancora.Ma al terzo set point, Goffin riesce a portare il match al terzo set .

Il finale del set sarà lo specchio del terzo parziale. Goffin, in calo fisico, esce velocemente dalla partita e Ferrer impietosamente raccoglie punto su punto fino al 5-1.  Tra gli spalti una sola bandiera belga, qui non siamo al Roland Garros dove i tifosi belgi arrivano in un attimo per sostenere i  loro campioni. E Goffin è sempre più solo, contro il David spagnolo, oggi nella parte di Golia. Non c’è scampo per “La Goff” che perde 6-3 al terzo in 2 ore e 9 minuti.

Ferrer vola in semifinale dove incontrerà il vincente tra Nishikori e Djokovic.

Goffin-Ferrer

 

Risultati:

[7] D. Ferrer b. D. Goffin 6-2 4-6 6-3
[2] R. Federer b. [6] T. Berdych 6-3 6-3
[1] N. Djokovic b [5] K. Nishikori 6-3 3-6 6-1
[8] S. Wawrinka b. [4] R. Nadal 7-6(7) 6-2

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