ATP Roma interviste, R. Federer: “Essere europeo è un vantaggio per restare longevi nel tour”

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ATP Roma interviste, R. Federer: “Essere europeo è un vantaggio per restare longevi nel tour”

ATP Roma: R. Federer b. T. Berdych 6-3 6-3. Lo svizzero si sofferma su molti aspetti e ripete sicuro: “Rafa è il favorito al Roland Garros”

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Roger, un’altra vittoria, come ti sei sentito oggi contro Tomas Berdych?
Penso che sulla linea di fondo ho giocato molto bene, il servizio invece all’inizio non c’era, ho dovuto appoggiarmi troppo sulla seconda e lui ha potuto approfittarne per brekkare presto, quindi dovevo assolutamente migliorare la battuta, che è forse la cosa più facile da fare, soprattutto se stai servendo, cerco di indovinare il 30% -40%… Volevo solo questo perché la risposta era buona e mi muovevo bene, così man mano che il match proseguiva sono entrato in partita sempre meglio. La vittoria nel secondo set è arrivata nel momento, penso, in cui Tomas non giocava più così bene. Sono riuscito a fare un buon lavoro quindi sono molto, molto contento di come è andata la partita.

Molti giocatori di solito quando raggiungono la trentina cominciano a saltare molti appuntamenti del calendario, preferirebbero saltare l’intera stagione sulla terra e concentrarsi solo su Wimbledon o qualcosa del genere … Voglio dire, tu giochi ancora molto bene sulla terra rossa e ora sei in semifinale a Roma, ma hai mai pensato a una scelta così drastica, come hanno fatto molti giocatori negli anni Ottanta e Novanta?
Beh ci ho pensato, ma non so, probabilmente perché sono svizzero e non australiano, o americano, sud americano, non ho bisogno di fare questo. Qui è molto facile viaggiare, ovunque. Penso che sia un vantaggio essere un giocatore europeo del tour, e se puoi avere due basi dove allenarti, per esempio negli Stati Uniti e altrove in Europa, o dovunque tu preferisca, questo aiuta anche a rimanere longevi e a stare bene. Basta anche avere solo una stanza dove puoi lasciare le tue cose, dove sai che puoi tornare a casa, cioè non necessariamente una vera casa, ma un luogo dove sei felice di essere. Potrebbe essere una città che funziona bene, o condizioni di allenamento favorevoli, qualsiasi cosa… quindi per me avere una base in Svizzera ha rappresentato un vantaggio enorme. Inoltre, preferisco essere certo di avere abbastanza tempo, nei periodi fuori stagione, da dedicare al riposo e alla salute del corpo per poi riprendere a lavorare sodo, senza pensare di saltare tutto per tre mesi. Non ho mai avuto infortuni a causa degli impegni e non ho mai avuto problemi di motivazione, quindi non ho mai pensato di saltare degli appuntamenti.

Una domanda su Novak e l’Open di Francia. Dal 2011 passa attraverso il Roland Garros ogni anno e non lo vince. Vincerlo invece significherebbe completare il suo Career Grande Slam. Ha detto che ci vuole provare ma forse mette troppa pressione su di sé per riuscirci. Ripensando a te stesso, cosa ricordi? Per 2-3 anni ti sei trovato nella stessa situazione: l’Open di Francia per completare la serie.
Sì, ma per me è stato cinque anni, probabilmente. Credo dal 2004, quando è cominciata la rincorsa, dopo aver vinto gli US Open, sì il 2004 credo, ho vinto i tre major e l’unico mancante era Parigi … Non sono sicuro se questo influiva tanto su di me. Ho davvero cercato di concentrarmi sul mio gioco per prendere la fiducia costruita in tutta la stagione fino a quell’appuntamento e sperare di vincere. Naturalmente l’ho sentito in maniera molto forte nel 2009 dopo l’eliminazione di Rafa, sentivo tutta la pressione per l’opportunità che si presentava rispetto agli anni precedenti e allo stesso tempo non significava molto, perché aveva perso presto e forse anche questo era un po’ un problema. Non so se era meglio o no, ma è qualcosa che mi ha condizionato per una decina di giorni, forse otto. Poi affrontare la stampa, le difficili partite con Haas e Del Potro, dovevo giocare ancora molti turni ed è stata dura… Credo che, fino a quando Rafa è nel draw, sei davvero molto concentrato… ma poi ognuno la vive in modo diverso, è stato così anche per me.

Roger, in questa stagione giochi meno con il diritto inside-out?  Sembra che tu stia giocando più dal centro del campo?
Giusta osservazione. Forse dovrei anche correre più. Non lo so, sto colpendo il mio rovescio molto bene in questo momento, quindi sto bene in mezzo al campo. Poi sai, alcuni punti li giochi con certi avversari e il gioco sembra più naturale rispetto ad altri. Il mio obiettivo è sempre quello di cercare di muovermi velocemente, come la maggior parte dei colleghi, ma in questo momento mi sento a mio agio con il rovescio, è così e non è una decisione particolare che ho preso con il mio allenatore.

Rafa ha detto di recente di essere sorpreso da come si sente nervoso in questa stagione, ed è una cosa nuova per lui. Pensavo che hai attraversato un periodo nel 2013 in cui la tua fiducia è andata un po’ giù dopo i problemi che hai avuto alla schiena… Mi chiedevo se hai trovato delle somiglianze tra le situazioni?
Francamente non ne ho idea, non ho sentito i suoi commenti, non ho letto i giornali, non l’ho visto giocare abbastanza per commentare. Certamente so cosa significa sentirsi fiduciosi o insicuri e puoi chiederlo ad ogni giocatore. Forse noi due abbiamo più cose in comune perché abbiamo più successo rispetto agli altri e le persone possono meravigliarsi nel sentire che a volte dubitiamo di noi stessi. Ma è normale in una carriera di 15 anni, un solo colpo qui o là, un match, un giorno o un anno… ci sono momenti in cui non sei così sicuro di quanto aggressivo debba essere il tuo gioco. Ci sono tante decisioni che dobbiamo prendere in campo ed è molto difficile essere costantemente concentrati sul piano del gioco, perché il tuo avversario è sempre in palla, poi pensi a come i punti sono stati giocati e costruiti, sempre e ogni volta, e questo si trascina oltre la partita. Forse non si sentiva bene fisicamente, la cosa che sai bene è che se non vinci così tanto come sei abituato a fare e come le persone sono abituate a vedere, ovviamente non ti sentirai bene come dopo una striscia di 30 partite vinte, è chiaro. Ma per me non è una notizia speciale, anzi. Mi sembra invece che stia facendo solo bene e, a prescindere da ciò che possono dirmi, lui è il favorito per il Roland Garros. Rafa ha perso solo una volta in 10 anni, non c’è nessuna possibilità di pensare che non sia il favorito per il torneo.

Berdych ha battuto tutti i giocatori al di fuori della top 10 di quest’anno, ma ha battuto solo Rafa in una delle quattro partite giocate contro dei top ten, hai pensato a questi dati? Alcuni pensano che quando gioca contro i primi dieci giocatori sia destinato a perdere. Conosci questi dati?
Non ho ben capito tutto quello che hai detto, ma… non mi interessa questo, oggi ero concentrato solo sul mio incontro con lui a Indian Welles e sul suo livello costante di quest’anno. Non sapevo di tutta la top ten e delle statistiche. Per me lui, il n. 12 del mondo, che non può giocare a tennis contro i primi dieci, è come dire… Non leggo quelle statistiche più di tanto. Penso che sia stato molto solido, ha provato cose nuove, ha ottenuto dei buoni risultati contro di me in passato ed è su questo che mi sono concentrato, non su quel tipo di statistiche.

Roger, oggi hai giocato ancora molto bene di rovescio, cosa che, di recente, non avevo visto tanto spesso.  Mi piacerebbe però sapere se non usi più l’arma del drop shot sulla terra perché non si gioca abbastanza sul rosso o perché non ti viene più naturale? Qualche volta lo fai quando sei sulla difensiva ma quando lo usi per essere offensivo, arrivano sempre punti.
Hai visto ieri, o no?

No
OK. Guarda la partita e poi ne riparleremo domani. La risposta sta lì, nella partita, ho giocato cinque drop shot.

 

Traduzione di Maria Cristina Graziosi

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