Djokovic all'Expo e a Radio Deejay. E sul RG: "Per vincerlo niente di speciale"

Interviste

Djokovic all’Expo e a Radio Deejay. E sul RG: “Per vincerlo niente di speciale”

Star d’eccezione all’Expo di Milano ed ospite a Radio Deejay, Novak Djokovic ha trascorso la mattinata tra salute, benessere ed amore per il tennis. Senza distogliere l’attenzione dal grande obiettivo di questa stagione: il Roland Garros, unico Slam mai vinto in carriera

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Dopo la vittoria su Federer per il suo quarto titolo a Roma, Novak Djokovic è giunto stamattina all’Expo di Milano, dove è stato accolto dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Djokovic” afferma Maroni, “rappresenta i valori dello sport. La sana nutrizione, coerente con il tema dell’Expo, e soprattutto il fair play“. Per questa occasione è stato allestito un campo ad hoc davanti al nuovo palazzo della Regione Lombardia dove il serbo ha potuto giocare inseme a diversi bambini: “Spero di trasmettervi l’importanza di fare sport per il benessere fisico e non solo“.

E sempre in mattinata il tennista serbo è stato anche ospite del noto programma radiofonico Deejay chiama Italia, dove ha potuto parlare della vittoria a Roma e di quanto sia legato al nostro bel Paese. “Mi piace molto l’Italia, ci vengo spesso, e quando gioco a Roma c’è sempre una bellissima atmosfera, si sente la passione che gli italiani hanno per questo sport”.

Parla anche della sua infanzia e di come ha iniziato a giocare tennis “Ho iniziato a giocare a tennis quando avevo 5 anni. A 12 anni sono uscito per la prima volta dal mio Paese, sono andato ad allenarmi in Germania e ho iniziato a viaggiare per giocare i tornei. Ho capito subito che questa sarebbe stata la mia vita, che questo era quello che volevo fare. Avevo una gran voglia di successo, amo veramente questo sport, stare sul campo e giocare mi da una grande gioia”.

Sembra un’infanzia molto diversa da quella descritta nel libro di un altro grande del tennis, Andre Agassi. “Ho letto il libro di Agassi. E’ un libro scritto molto bene. E’ bello vedere che Agassi sia stato così onesto. Ha parlato di tutto, però per me come atleta sono stato un po’ dispiaciuto nel leggere che ha preso cose che non sono permesse nel nostro sport; però alla fine questa è una sua scelta e nel libro ha scritto che ha avuto molte difficoltà nella sua infanzia e con il papà. Non è facile. Io sono stato fortunato perché mio padre non mi ha mai spinto quando ero piccolo a giocare a tennis. Lui mi ha dato la possibilità di scegliere, mi ha appoggiato sempre, e quando ho scelto di giocare a tennis e gli ho detto che volevo diventare il numero uno al mondo lui mi ha detto ‘Ok, adesso devi prenderti le responsabilità di quello che hai detto’. Tutte le persone fanno delle scelte nella vita. La mia scelta è stata di giocare a tennis, mi sono preso le mie responsabilità e questa vita mi piace e mi da gioia”.

E chi era l’idolo di Djokovic? “Quando ero piccolo il mio più grande idolo era Pete Sampras, non tanto per il gioco, ma per la sua capacità di concentrazione e per la sua capacità di capire come si lotta in ogni situazione. In questo lui è sempre stato il migliore del mondo”. Conclude quindi l’intervista parlando del suo rapporto con i fans e con un classico del suo repertorio, l’imitazione dell’altra vincitrice degli Internazionali, Maria Sharapova.

Ora però per Djokovic è tempo di pensare agli Open di Francia, l’unico Grand Slam che ancora gli manca. Queste le sue dichiarazioni sulla vittoria di ieri. “Non penso che avrò bisogno di fare qualcosa di diverso o di speciale per avere successo al Roland Garros”, ha affermato il tennista. “Sono stato molto vicino a quel titolo prima, ho giocato diverse finali, ho solo bisogno di continuare a prepararmi per quel torneo come mi preparo per tutti gli altri, e provare ad essere costante per sperare di arrivare dove voglio essere”.

Djokovic ha vinto 22 partite di fila, e spera di ripetere quello che ha fatto nel 2011, dove la sfilza di partite vinte consecutivamente è stata di 43. “Il fatto che sono riuscito a vincere così tante partite di fila mi da modo di credere che posso farlo ancora. Voglio continuare così più che posso, senza interrompere questa sequenza. Cerco sempre di dare il massimo indipendentemente da quale sia il torneo. Questo tipo di atteggiamento mi ha aiutato ad essere dove sono adesso”.

Djokovic ha anche detto di aver superato la paura di vincere il tanto ambito Roland Garros. “Nel corso degli anni sono riuscito a capire come gestire la paura e come superarla. Ho vissuto diverse situazioni nella mia vita e sul campo dove la mia incertezza mi stava facendo fallire, ma questi momenti mi hanno fatto diventare più forte. Credo che sia importante credere in se stessi e affrontare la paura in ogni situazione, a volte fa venir fuori il miglio di te”.

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