TENNISPOTTING maggio: il quinto quarto degli Slam

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TENNISPOTTING maggio: il quinto quarto degli Slam

Novak Djokovic si ferma per rifiatare e scopriamo che anche Andy Murray è pericolo sul rosso. Poi Murray si ferma per rifiatare e Djokovic riprende a macinare gli avversari. Solo lo champagne può fermare il serbo verso il Career Grand Slam?

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Maggio è il secondo mese dell’anno dove si gioca solo su terra battuta. L’altro è aprile e, tanto per cambiare, ha visto Novak Djokovic trionfatore nel torneo più importante. A maggio, tanto per cambiare, Nole ha vinto l’unico torneo al quale ha partecipato: Roma. Il numero uno del mondo, disertando il torneo di Madrid, si è dimostrato magnanimo oltre che lungimirante. Solo che Rafael Nadal, uno dei primi a essere felici di questo forfait, non è riuscito a vincere neanche a casa sua, presentandosi quindi al Roland Garros senza aver vinto un Master 1000 sul rosso dopo dieci anni. Allora ne ha profittato Andy Murray. E insomma maggio è il mese del quinto Slam, quello della lotta politica fra la capitale spagnola e quella italiana, con la politica del tennis preoccupata per la futura decisione dell’ATP. E poi pazienza se il nostro torneo di Roma cresce di spettatori ma anche in disservizi.

QUINTO SLAM DEL MESE
Claudio Giuliani
Né io né Daniele Vallotto siamo mai stati a vedere il torneo di Madrid. Abbiamo amici che ci sono stati, e che ci raccontano di come il torneo sia “comodo”. Abbiamo letto poi i pareri dei giocatori al riguardo, i quali, a quanto pare, amerebbero Madrid più di Roma. Chissà. Ad ogni modo l’argomento mi interessa relativamente poco, anche perché appena se ne prova a scrivere con onestà intellettuale si subisce il reclamo della Federazione, dei tifosi del torneo di Roma tout-court e di qualche altro addetto ai lavori che infoltisce il gruppo dei corifei Fit. Il mio parere sul tema lo ha espresso un giornalista straniero su una testata molto importante e autorevole: i bagni della sala stampa. Io voto Nizza, sulla fiducia (ché poi è a due passi da noi e un tempo era roba nostra).

Daniele Vallotto: Parterre de rois a Nizza. C’erano (ci sono) Thiem, Gulbis, Coric, Dolgopolov, Kyrgios. Perfino Duckworth. E poi un torneo che ci fa vedere un Gulbis-Dolgopolov con il lèttone che pure vince si merita l’upgrade a prescindere.

TENNISTA DEL MESE
Claudio Giuliani
Eh, tennista del mese. Si parla di Novak Djokovic ovunque e ogni volta diventa difficile dire qualcosa di nuovo per lui. A maggio lo si vede, infine, in versione caritatevole. Rinuncia (per suo tornaconto personale, ovvio) al torneo di Madrid e quindi lascia la concorrenza a scannarsi per un Master 1000 importante. Poi quando torna a giocare, a Roma, vince i primi tre turni al terzo set. Lo abbiamo visto allenarsi e giocare in tutte le partite della Capitale e possiamo dire che nei primi giorni era un po’ arrugginito. Normale. Come è normale perdere qualche set per strada per “centrarsi” in vista del weekend, quando si assegnano i piazzamenti importanti. Cosa che poi si è puntualmente verificata. Nole ha demolito il giapponese con voglia di Slam. E ha poi battuto Federer in finale con i giri del motore al minimo. So che di Andy Murray parlerai tu e allora io scelgo Tomas Berdych come tennista del mese. Se molti gli “rimproverano” i mancati successi, più meriti altrui che demeriti suoi, il tennista ceco continua a fare il suo in quella che è la sua annata migliore di sempre. Più di quando arrivò in finale a Wimbledon, almeno stando ai risultati. Tomas, infatti, non è mai uscito prima dei quarti di finale in un torneo del 2015. Anche a maggio, sul rosso, centra la semifinale a Madrid, perdendo da Nadal, e si ripete una settimana dopo a Roma, perdendo nei quarti di finale da Federer. Non prima di essere uscito indenne dalla fossa dei gladiatori, il Pietrangeli, contro Fognini. In sala stampa ha detto che è la sua annata migliore di sempre e che sta progredendo settimana dopo settimana. Se fosse un cavallo sarebbe un piazzato, perché arriva sempre in fondo. Invece è un tennista e la sua sfortuna è quella di aver avuto i competitori migliori di sempre.

Daniele Vallotto
Il dubbio principale di maggio è: Murray ha vinto a Madrid perché non c’era Djokovic o Djokovic ha vinto a Roma perché non c’era Murray (sì, c’era e si è ritirato, lo sappiamo, grazie)? Difficile dirlo (anzi, è impossibile) e forse nemmeno è rilevante per assegnare il titolo del mese. Il modo con cui Murray ha cancellato il paradosso-Murray (un bicampione Slam senza finali sulla terra battuta) è un piccolo terremoto nelle gerarchie sul rosso. È per questo che lui è il mio tennista del mese. Perché di Djokovic sapevamo già tutto (tranne che non sapesse aprire una bottiglia di champagne) e Roma non ha fatto altro che confermarcelo ma di Murray non sapevamo nulla. O meglio, non sapevamo abbastanza: e cioè che bastava un torneo piuttosto brutto in Baviera per dargli la consapevolezza necessaria a superare un inspiegabile complesso d’inferiorità. Al Roland Garros non ha molta pressione: sicuri di volerci scommettere contro?

NADALOMETRO
Claudio Giuliani
Rafael si presenta al Roland Garros senza un torneo sul rosso col suo nome inciso sulla coppa del primo classificato, nel 2015. Se per lo spagnolo quest’anno sia un anno tipo il 2013 di Federer (viziato da infortuni che ne condizionarono negativamente la stagione) lo sapremo solo nel 2016. Intanto, il piatto langue e il Roland Garros è prossimo. E Djokovic si riposa pure per vincerlo. Nadal gioca bene a Madrid, anche se incontra Bolelli e Dimitrov, poca “roba”, e poi batte Berdych in semifinale prima di prenderle di brutto da Murray. Rafael che urla “vamos” sotto 1-5 nel secondo set rimane l’immagine tenera del mese di maggio, l’icona della mancata resa di fronte all’inevitabile: la sconfitta sul rosso. A Roma gioca meno bene di Madrid e perde da Wawrinka nonostante quattro setpoint a favore nel tiebreak del primo set. Cinque sconfitte sul rosso prima del RG: cose mai viste. Ora si giocherà tre su cinque. Nadal è in discreta forma e non lo daremmo mai vincente contro Nole sul due su tre. A Parigi è tre su cinque ma Nole è superNole. Come finirà? Che Nadal vincerà la decima coppa.

COLPO DEL MESE
Daniele Vallotto
In uno dei mesi più neri della sua carriera, i fan di Rafa si possono consolare con alcune perle che fanno venire un po’ di nostalgia ma che al tempo stesso danno un po’ di speranza per lo Slam che sta per arrivare: lo spirito combattivo di Nadal non se n’è andato. L’indecisione sta tra due colpi: la demivolée con cui annulla un break point a Madrid contro Murray a inizio secondo set o il lob a Bolelli, sempre nel torneo madrileno. Per me vince, di poco, il contro-lob a Bolelli: è vero che si gioca in tutt’altra situazione di punteggio e questi colpi vengono più facilmente ma quella naturalezza con cui esegue un gesto difficilissimo e l’esultanza quasi esagerata successiva sono marchiati Rafael Nadal al 100%.

Claudio Giuliani
Ancora Dimitrov nel colpo del mese. Solo che lo subisce, questa volta. Fognini si gasa sul Pietrangeli contro il bulgaro, uno del quale, a forza di collezionare sconfitte, un giorno bisognerà scrivere che era un sopravvalutato. Fabio dimostra il suo infinito talento, strapazzando l’avversario usando spada e fioretto, profondità e larghezza, non prima di avanzare in controtempo e chiudere una difficile volée bassa incrociata, piazzandola sulla riga mentre con i piedi è nella “terra di nessuno” (cit. Tommasi): superbo.

PARTITA DEL MESE
Daniele Vallotto
Torno a casa dal lavoro giusto in tempo per godermi un gustoso Kyrgios-Federer, secondo turno di Madrid ed esordio dello svizzero dopo il faticoso torneo di Istanbul. Mi aspetto una partita difficile e quando accendo Kyrgios è già avanti 3-1. Pian pian però Federer cresce, si riprende il break e gioca il solito tie-break da fuoriclasse. Quando lo svizzero va avanti di un break sullo slancio dell’entusiasmo già pregusto la serata perfetta: la partita finirà esattamente quando Barcellona e Bayern Monaco cominceranno la loro semifinale di Champion’s League. Il programma però non piace molto a Nick Kyrgios, che si riprende pian piano, la porta al terzo e poi vince il secondo tie-break giocando un punto più bello dell’altro (tipo quella smorzata che gli procura il match point sul 7-7). L’australiano è un fenomeno vero che spero di vedere vincere molto e magari pure presto. Io mi perdo tutto il primo tempo della semifinale, ma pazienza. E poi Messi non ha fretta: c’è un intero secondo tempo per segnare.

Claudio Giuliani
La potenza del pass giornalisti mi permette di prendere posto sul Pietrangeli, se non fosse altro che mi sono presentato quando Wawrinka e Thiem, match in programma prima di Fabio contro Tomas, erano agli inizi del secondo set. Un gustoso antipasto tennistico quindi, prima della partita più bella del torneo. Bella perché incerta fino agli ultimi punti. Bella perché è stata un crogiolo di emozioni dentro un catino altrettanto emozionante per via della partecipazione del pubblico. E poi tanti bei punti, con il Berdych migliore degli ultimi anni che è riuscito a prevalere di pochi punti (sul nostro taccuino se non ricordo male alla fine Fognini aveva fatto più punti di Berdych, perdendo comunque la partita) su Fognini, il quale, a fine partita, non aveva veramente nulla da rimproversarsi. Ha giocato alla pari con un top 10, e ci ha fatto vedere dei colpi assurdi, dei ribaltamenti di fronte fra l’attendismo del suo gioco e il contrattacco, capace com’è con la sua incresibile rapidità di braccio di invertire l’inerzia dello scambio, sia dalla parte del diritto che del rovescio. E poi tocchi sopraffini, teatro, un “mortacci tua” dopo una riga. Insomma: “tanta roba” direbbe Giulio Fedele, io invece dico: “Veramente bravo Fabio, #porcoDiaz per la sconfitta”.

DELUSIONE DEL MESE
Daniele Vallotto
La delusione del mese per me non è Nadal anche se mi fa un po’ impressione dirlo. Pare che dovremo abituarci ad un Nadal sottotono anche sulla terra europea: l’anno scorso riuscì comunque a portare a casa Madrid (ma l’infortunio di Nishikori ebbe un peso non indifferente), quest’anno resta a secco. Eppure, vi ricordate come giocava Nadal a Madrid l’anno scorso e come arrivò agli ultimi giorni di Parigi? Insomma, i risultati di questo mese non mi hanno sorpreso più di tanto (anche se ammetto che non avrei scommesso molto né su Murray né su Wawrinka). Ne riparliamo il mese prossimo, vedremo cosa ci dirà Parigi. Per me la delusione del mese è invece Kei Nishikori: stiamo aspettando da almeno un anno, quando entrò tra i top-10 dopo l’ottimo torneo di Madrid, che il giapponese porti a casa un titolo. Per ora, però, Nishikori ha ottenuto tanti piazzamenti nei tornei che contano: la finale agli US Open, la semifinale al Masters e a Madrid, i quarti agli Australian Open, a Miami e a Roma. Eppure, quando le cose vanno storte, il giapponese si scioglie: severissime lezioni da Cilic a New York e Wawrinka a Melbourne, due volte al terzo set con Djokovic (Masters e Roma) con uno score complessivo di un game su tredici, un 6-4 6-3 anonimo e senza lotta contro Isner a Miami e Murray a Madrid. Serve un po’ più di tigna e fiducia in se stessi per vincere questi tornei. Il tabellone a Parigi è stato piuttosto magnanimo con lui: tradirà anche questa volta?

Claudio Giuliani
Due erano i giocatori più attesi in questo mese, Nishikori e Nadal, ed entrambi hanno deluso. Si parla di Nishikori come del favorito al Roland Garros o giù di lì, mentre per Nadal si attendeva un sigillo che certificasse l’avvenuto ritorno: la vittoria del torneo di Madrid o Roma. Di Nadal parlo nella sezione apposita, e comunque le sue delusioni sono più certezze che sorprese oramai già da qualche settimana. Ma di Nishikori? Mi sono presentato in tribuna stampa per il match fra il giapponese e Djokovic con tante aspettative. E invece nulla. Una partita bruttina, con Nishikori in versione dimessa anche capace di vincere un set contro Djokovic, cosa che accadeva puntualmente in ogni match del serbo, e che quindi non destava preoccupazione. Deludente dal punto di vista dei risultati e anche della prestazione. Anche a Madrid aveva perso da Murray abbastanza in scioltezza. Per me è lui la delusione del mese e, onestamente, al prossimo Roland Garros non lo vedo arrivare davanti Novak Djokovic. Passi che vinca Nadal, ma per il serbo vedersi “scippare” il titolo che più desidera sarebbe veramente troppo. Corollario: delusione del mese è anche il mancato nuovo episodio del “Fedal” in quel di Roma. I due non si affrontano dal gennaio 2014, in Australia. Quest’anno sono già diverse volte che non riescono a trovarsi, ma mancano ancora sei mesi e passa di tennis.

SORPRESA DEL MESE
Claudio Giuliani
Facilissimo: Cilic che vince una partita di tennis, nel 2015.

Daniele Vallotto
Mi verrebbe da dire Murray ma ne abbiamo parlato a sufficienza più sopra e poi, se proprio vogliamo, è una sorpresa che un tennista come lui non avesse mai vinto un torneo su terra battuta. Tolto il pensiero, possiamo dedicarci ad altro. Scelgo Wawrinka perché la sua vittoria contro Nadal è probabilmente il risultato più inaspettato degli Internazionali. Voglio dire: quattro set point consecutivi contro Nadal sono una sentenza. Sul rosso, poi. E se sei Wawrinka, bisognerebbe aggiungere. Insomma, è lui la sorpresa del mese. Perché non si scioglie quando va sotto di un break, perché non va nel panico quando deve annullare quattro set point consecutivi (meglio ribadirlo) e perché gestisce con sorprendente calma il vantaggio del secondo set. Sorprendente, appunto.

METALLURGICO DEL MESE
Claudio Giuliani
La scuderia dei Metallurgici ha grandi  problemi a maggio. Robredo è out, Simon idem con la parentesi Roma dove si è ritirato. E quindi non rimane che affidarsi al vate, al corridore supremo, al lottatore prestato al tennis, alle gambe più veloci del rosso, al grugnito più costante nei decibel, alla fascetta tergisudore più sudata del circuito, insomma: a David Ferrer. Perde contro Nishikori, che è uno che fa le sue stesse cose ma meglio, a Madrid. E poi perde da Djokovic, che è uno che fa le sue stesse cose, ma molto meglio, più altre due o tre cosette, a Roma. Nulla da rimproverargli: David batte ancora tutti quelli che deve battere e nel tennis questa è la base per fare risultati.

VIDEO DEL MESE
Daniele Vallotto
C’è Murray in claymation (sarà un caso che sia fatto di clay?) che canta Happy di Pharrel Williams. A me ha fatto venire voglia di una puntata di Celebrity Death Match con un bel Fedal (o ancora meglio: Lendl vs McEnroe!).

https://youtu.be/dtrJou7YDs4

INVIATO DEL MESE
Claudio Giuliani
Battaglia dura fra Madrid e Roma, anche per l’inviato del mese. Scende in campo la borghesia nei tornei rossi di maggio, con Teo Gallo a Madrid e Carlo Carnevale a Roma, direttamente dal Vomero, con il supporto di Giulio Fedele sugli spalti in versione proletario. Ha vinto quello che, in uno scambio di mail per coordinarci sui match da seguire, ha scritto “Non seguo la WTA”. Io ho preso la tessera numero 1 del suo partito.

Daniele Vallotto
Non farò nomi perché non è stato un inviato a Roma ma io so di tribune del Centrale in cui a un certo punto è apparso un etto e mezzo di mortadella portati dal Carrefour. Mentre Federer dava lezioni di tennis a Cuevas. Ok che la mortazza è uno dei tre capisaldi ma il contrasto di stili è troppo marcato per nascondervelo.

TWEET DEL MESE

Andy Murray sapeva che non avrebbe avuto molte chance di vincere a Roma e ha voluto dirlo alla BBC:

 

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