Gilbert Ysern: "Federer ha tutte le ragioni di essere scontento. Ma non è la fine del mondo"

Interviste

Gilbert Ysern: “Federer ha tutte le ragioni di essere scontento. Ma non è la fine del mondo”

In conferenza stampa, il direttore del Roland Garros Gilbert Ysern ha commentato l’episodio dell’invasione in campo da parte di un tifoso di Federer

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Alcune dichiarazione della conferenza stampa di Gilbert Ysern, direttore del Roland Garros, dopo l’invasione in campo di un ragazzino tifoso di Federer che voleva farsi immortalare con il campione svizzero.

Come ha reagito ai commenti di Roger Federer?

Non reagirò ai commenti ma ai fatti. Ha senso quello che ha detto [Federer]  perché ciò che è accaduto in campo lo ha davvero contrariato. Aveva tutte le ragioni di essere scontento. In un certo senso, non è la fine del mondo ma quando si organizzano eventi come questo, quando accadono queste cose, ci si rende conto che è stato fatto un errore da parte dell’organizzazione, abbiamo fatto un errore. Tocca a noi rimediare all’errore perché non accada più.

Prenderete alcune misure per aumentare la sicurezza?

Non vi dirò certo che sono contento di quello che è successo. Tuttavia, ora come ora non ci sono ragioni per cambiare le procdure. In ogni caso gli agenti della sicurezza che erano sul Centrale non hanno fatto il loro lavoro come si deve. Oggi, come negli altri sport, la gente è sempre più vicina agli atleti. Chiedono autografi, fotografie, selfies. È in questo che è mancata la giusta valutazione di cui parlavo. Infatti la reazione della sicurezza sarebbe dovuta essere immediata e non è stato così; non è accettabile. Non sono le procedure che bisogna rimettere in discussione perché non sono sbagliate. Certo, il messaggio è stato ripetuto più volte a tutte le squadre di sicurezza, deve essere estremamente chiaro. Sono contento che la stanza sia piena perché voglio ribadire che nessuno deve entrare in campo, è assolutamente vietato. Ci sono i momenti per i tifosi, la folla e i giocatori ci aiutano molto in questo, sono disponibili, dedicano del tempo ai loro fan. Ma il campo è sacro e i tifosi e il pubblico non possono assolutamente entrarvi. Devono rispettare le regole e saranno più severe dopo quello che è successo oggi.

Cosa è successo al bambino che è entrato in campo?

È stato escluso di campi oggi e per il resto del torneo. Sappiamo chi è questo bambino. In effetti, credo che suo padre gli stia facendo una bella ramanzina in questo momento.

Com’è riuscito ad avvicinarsi a Roger?

Era nei box, proprio accanto al campo. È facile oltrepassarli e può capitare che gli agenti della sicurezza non vedano se c’è qualcuno che passa. Non credo venisse dai posti più alti.

Roger ha detto che lei gli ha parlato. Cosa le ha detto?

La prima cosa da fare è scusarsi. Quando mi hanno parlato di questo incidente, è quello che ho fatto. Sono andato a parlargli nello spogliatoio e gli ho detto quanto fossi dispiaciuto.

In conferenza stampa Federer ha evocato l’episodio di Monica Seles, episodio che ha rovinato una vita e una carriera. Sarete quindi più vigili sulla sicurezza nello stadio del Roland Garros?

C’è stato effettivamente un prima e dopo Monica Seles. A partire da quell’episodio, la sicurezza negli stadi è stata rafforzata e, in particolare, sui campi da tennis. Siamo nella fase del dopo quindi abbiamo un livello di sicurezza molto più elevato di quello di prima. Gli addetti alla sicurezza sono numerosi. Non è stata un’invasione di campo aggressiva, come invece è accaduto nel 2009, altrimenti il personale di sicurezza sarebbe intervenuto molto più rapidamente. Ma il messaggio deve essere ripetuto con la più grande fermezza.

C’è stato un altro errore di valutazione sul sito del Roland Garros con un articolo sulla vita privata di Stan Wawrinka. Ha delle spiegazioni a tal proposito?

L’organizzazione di un torneo come questo è enorme, ed è un’organizzazione fatta di persone, l’errore è umano. Tutti aspiriamo all’eccellenza ma l’eccellenza non significa perfezione. Ieri un giornalista ha scritto un articolo inappropriato e gli addetti incaricati della rilettura non se ne sono accorti. Può succedere. Ne sono stato vittima personalmente non molto tempo fa. Anche in questo caso, abbiamo ribadito il messaggio. Con il sito Internet, abbiamo una massa rilevante di articoli e il livello del controllo è molto elevato. È complicato controllare tutto. Abbiamo cercato di rimediare all’errore il prima possibile. Non siamo infallibili e dobbiamo riconoscerlo.

 

 

 

 

 

 

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