Roland Garros italiani: passano Fognini, Bolelli ed Errani. Vanni non si ripete, fuori anche la Vinci

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Roland Garros italiani: passano Fognini, Bolelli ed Errani. Vanni non si ripete, fuori anche la Vinci

Roberta Vinci conquista il primo set, sciupa un break di vantaggio nel secondo e in preda alla stanchezza cede di schianto ad Alize Cornet nel terzo. Facile affermazione per Fognini, che in conferenza stampa parla dell’invasione di ieri. Vanni generoso ma cede in quattro set a Tomic. Sara Errani soffre ma batte Riske, Bolelli senza problemi con Darcis

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Adriano Panatta torna al Roland Garros e chi incontra? Pavel Hutka cui annullò il famoso match-point

[27] B. Tomic b. [Q] L. Vanni 6-3 3-6 6-3 6-4 (da Parigi, Antonio Garofalo)

Non ce l’ha fatta Luca Vanni a ripetere l’exploit di Madrid, arrendendosi in quattro set alla migliore condizione fisica di Bernard Tomic, ma va dato atto al ventinovenne numero 102 del mondo di aver lottato sino alla fine, andando vicino a riaprire il quarto set nel quale ha avuto la palla del 5-5 dopo aver annullato due match point.

Per l’esordio in uno Slam il sorteggio ha offerto al senese proprio la sua vittima più illustre,  che è si numero 28 del mondo ma sicuramente è poco a suo agio sulla terra, visto che in cinque partecipazioni al Roland Garros ha vinto un solo match e in stagione sulla superficie è 1-5.

Per la battaglia trai due giganti (198 cm Luca, due di meno l’australiano) si appalesano sul campo 7 anche Barazzutti e Palmieri ma il gap di esperienza a questi livelli a favore del giovane australiano – l’azzurro solo quest’anno è arrivato nel tennis che conta – si vede tutto nei primo game: Vanni non sfrutta una palla break in apertura mentre cede malamente il servizio nel sesto gioco e con esso il primo set. Il gioco mellifluo, vario (come il tempo oggi a Parigi che costringe a mettere e togliere giacca e cappellino) e apparentemente senza peso del l’australiano (“Mi giocava quelle palle seghine che erano difficili da spingere” dirà poi Luca a fine match in slang toscano) crea non pochi problemi a Luca che se la prende col nastro – “Non passa! Non passa!” – reo di limitargli la sua arma migliore, il servizio.

Nel secondo set Vanni però riesce ad allungare gli scambi, mettendo in mostra ottime soluzioni con il rovescio lungolinea, l’australiano soffre (e si autodefinisce con un intraducibile “fucking idiot!“) e arriva il break per il 3-1 al termine di uno scambio di 16 colpi, prodromico del 6-3 che pareggia i conti.

Inizia a fare decisamente caldo – povero il Direttore seduto di fianco a me senza il suo famigerato cappellino verde – e Vanni sembra accusare una flessione fisica: ha due chance per il break che spreca malamente sul 1-1 e al cambio campo perde il servizio complici tre gratuiti. Arriva anche il campione del 1976 Adriano Panatta ma il terzo set è australiano. “Non ero pronto mentalmente a vincere” dirà il senese dopo la partita “pensavo che tutto andava male, il servizio non mi funzionava“.

Il break in apertura di quarto set – il primo quarto set della carriera di Vanni – indirizza la sfida verso Tomic anche se Luca annullerà due match point e avrà anche la chance per il 5-5 prima di capitolare.  Avrà occasioni per riprovarci, magari a Wimbledon. Anche se poi in conferenza stampa dira: “Non ho mai giocato nella mia vita sull’erba, giocherò un challenger prima di Wimbledon. Sull’erba bisogna anche saper rispondere oltre che servire bene, si gioca tutto su pochi punti e a me non piace“.

Interessante e intelligente l’analisi di Vanni, passato in un anno dai futures agli Slam. “Penso di poter giocare a questo livello, non c’è molta differenza tra i primi 100 e il 200 del mondo. Personalmente cerco di considerare il campo di Parigi come quello di un future, in fondo le dimensioni sono le stesse. In realtà la differenza è che qui sei concentrato solo sul tennis, mentre nei tornei piccoli c’è un’atmosfera più casereccia, ci sono gli amici e quindi anche le distrazioni!”.

Divertente poi la causa a cui attribuire la sconfitta odierna. “Sono venuti i miei genitori, mi hanno fatto una sorpresa. Sarà meglio che non vengano più, ogni volta che vengono perdo! Magari devono venire senza dirmelo!“.

 

F. Fognini (28) b. T. Ito 6-3 6-2 6-2 (da Parigi, Davide Zirone)

Prima vittoria da ventottenne per Fabio Fognini che non ha avuto problemi a battere il giapponese Ito 6-3 6-2 6-2 in poco più di un’ora e mezza.

All’arrivo sul campo 2 con il collega Garofalo, sono stato favorevolmente sorpreso dalle file di spettatori in attesa di entrare nel campo. Fra questi, c’erano un centinaio di giapponesi e pochi italiani. Nel players box si faceva particolarmente sentire un nostro connazionale, Mimmo Criscito, amico di Fognini dai tempi del Genoa, che ha approfittato del weekend per assistere ai match di Fabio e Flavia – ripartirà domani perché sabato si gioca l’ultima di campionato in Russia – con famiglia al seguito.

Per quanto riguarda la cronaca del match, il copione è stato sempre lo stesso nei tre set, Fognini fa il break rapidamente e sale 3-0. Ito sorride guardando il proprio team solo dopo 20 minuti, quando riesce a conquistare il primo game. Solo sul 5-2 arriva in tribuna anche Flavia Pennetta, che farà in tempo a vedere la fine del set prima di congedarsi per i controlli antidoping. Proprio al momento di chiudere, Fabio sbaglia una smorzata e prima ancora manda – con qualche dubbio – una palla larga. Concede così due palle break sul 15-40, ma le salva entrambe. Ne salva una terza con un passante e al terzo setpoint chiude grazie ad un rovescio fuori del giapponese.

Nel secondo set, dopo un ottimo inizio, Fabio concede due palle break sul 15-40 e perde il servizio sulla seconda, 3-1. Conquista il doppio break sul 4-2, proprio quando in tribuna arrivano Barazzutti e Palmieri. Il secondo set si chiude 6-2 in meno di mezz’ora con un bel contropiede.

Ancor più facile la terza frazione di gioco con Fabio che strappa il servizio nel primo game e nel terzo chiudendo con un ace al primo matchpoint 6-2. Al prossimo turno affronterà il francese Paire o il portoghese Elias.

In conferenza stampa Fabio ha anche parlato del suo completo, praticamente identico a quello dei raccattapalle, salvo per un dettaglio: la bandana, che ha un motivo a fiori. “Non ne conosco il significato, per quello bisognerebbe chiedere ad Adidas, però me l’hanno imposta ed in caso di vittoria al primo turno posso eventualmente cambiarla con una bianca”. Gli ho pure chiesto il suo parere in merito ai problemi di sicurezza venuti fuori ieri con l’invasione di campo sul centrale, ma Fabio non si è schierato “Non penso nulla, non è normale che uno spettatore riesca ad entrare in campo, ma fin quando si tratta di un ragazzino non è un problema, se invece arriva un matto con un coltello, è diverso…”

S. Errani (17) b. A. Riske 7-6 2-6 6-0 (da Parigi, Davide Zirone)

Più difficile del previsto l’esordio di Sara Errani che è riuscita comunque a battere l’americana Riske in tre set 7-6 2-6 6-0 durati due ore e undici minuti.

Con un pizzico di amarezza, sono tornato sul campo 7 pochi minuti dopo la sconfitta di Luca Vanni. Nella tribuna stampa, condivisa anche con i team dei giocatori, sono presenti alcuni amici dell’americana mentre ad incitare sara ci pensano come sempre Barazzutti e Palmieri.

Parte fortissimo l’italiana che prende il break a zero nel primo game e sale 4-0. Nonostante conduca gli scambi, Sara perde tre game di seguito – di cui uno solo al servizio – e conduce 4-3. Sul 5-4 arriva in tribuna Karin Knapp, ma non riesce a portarle fortuna. Infatti concede una palla break e perde il vantaggio. Ottiene una palla del 6-5 ma non può nulla sul diritto vincente della Riske ed esclama stizzita “Ha preso 6 righe!!!”. Inizia ad alzarsi il vento quando si va al tiebreak: Sara parte ancora forte e sale 4-1 con l’americana che grida al proprio team “I totally disappeared”. Con una smorzata molle che finisce a rete si chiude il primo set 7-6.

Inizia male la seconda frazione di gioco per l’italiana che cede subito la battuta e spreca due palle del contro break e si ritrova sotto 2-0. Sul 4-2 poi concede il secondo – e decisivo – break, che consente all’americana di chiudere poco dopo il set 6-2 con due vincenti lungolinea di rovescio.

Sarebbe stato un peccato perdere questa partita contro un’avversaria nettamente inferiore. Entrambe lasciano il campo prima dell’ultimo set e, per fortuna, a scendere in campo è nuovamente la Sara Errani vista nel primo set. Prende il break nel secondo game su un errore dell’avversaria, poi concede cinque palle break con la terra che si alza per via del vento. Le salva tutte, si becca un warning per coaching – Lozano assisteva al match dalla tribuna dedicata agli spettatori più vicina al campo anziché dalla tribuna giocatori posta più in alto – e poi tiene il servizio sul 3-0. Il match si decide quando strappa nuovamente il servizio, a zero, concludendo con un vincente di dritto. L’ultimo break vale il set, 6-0 e via negli spogliatoi.

In conferenza stampa, fra il silenzio iniziale dei giornalisti presenti le ho chiesto tre parole per definire la partita di oggi. “Lotta, sofferenza e brutte sensazioni” mi ha risposto sorridendo. “Tennisticamente parlando lei giocava bene, io non le ho mai fatto male, giocavo troppo corto e la palla sembrava pesasse 100 chili… esco dalla partita con delle brutte sensazioni.” Poi ha aggiunto: “Non so nemmeno come ho vinto il primo set, fisicamente stavo bene ma il braccio non rispondeva ai comandi”. Quest’anno non giocherà il doppio con Roberta Vinci e questo potrebbe essere uno svantaggio, perché ha meno ritmo. “Ho più tempo per recuperare ed allenarmi, ma mi mancano anche quei minuti di tenni sin più e quelle vittorie che ti aiutano quando fatichi in singolare”. La finalista del 2012, preferisce non fissarsi obiettivi per questo torneo “Ho già rischiato oggi… facciamo un passo alla volta!”, ma si fa trovare impreparata sulla prossima avversaria, la tedesca Witthoeft: “Non so chi sia, nemmeno in viso, ma mi informerò”. L’ultima domanda è stata fatta dal collega Garofalo, riguardo al selfie con Federer sul centrale. La Errani non è parsa preoccupata, anzi, divertita, ha risposto: “Da me non c’è questo rischio, non entra nessuno!”. Alla faccia delle brutte sensazioni…

A. Cornet b. R. Vinci 4-6 6-4 6-1 (Da Parigi, Laura Guidobaldi)

Nuvole minacciose incombono su Parigi e il suo magnifico slam. Il tempo quest’oggi è uggioso e già alcune gocce di pioggia hanno bagnato il rosso del Roland Garros. La folla però non si fa intimidire dal probabile maltempo e il pubblico, sempre più numeroso, accorre ad ammirare i protagonisti di questo martedì di tennis parigino.

Ad avere l’onore di esordire oggi sul Philippe Chatrier è la nostra Roberta Vinci, n. 38 in classifica, che deve vedersela con una delle beniamine di casa, la grintosa e umorale Alizé Cornet, attuale n. 29 Wta. La tarantina è riuscita ad imporsi in tutti i 4 precedenti, sia sul duro che sulla terra, l’ultimo dei quali proprio quasi un mese fa a Madrid. Roberta, grazie al suo gioco vario e ricco di effetto, riesce a disorientare la francese, scardinandone i meccanismi. La Cornet potrebbe risentire della pressione di disputare il suo primo match al Roland Garros 2015 proprio sullo Chatrier.

E infatti la nizzarda parte alquanto male concedendo d’emblé il servizio a Roberta. Intanto alcuni raggi di sole squarciano le nuvole grige e sprazzi di cielo azzurro fanno capolino sull’impianto. Il controbreak non si fa attendere e Alizé pareggia i conti sull’1-1. Ma Roberta riesce ad allungare le distanze dall’avversaria portandosi sul 4-1. Niente da fare per la francese che non si rassegna continuando a sparacchiare, vedendosi però tornare indietro ogni volta colpi tagliati, smorzati e bassi. E quando, trafelata, si avventa nei pressi della rete, la volé la tradisce, permettendo all’azzurra di allungare il passo sul 5-2. All’ennesimo sbaglio, Alizé sfoga tutta la sua rabbia e, dalle sue corde partono alcuni fendenti che sorprendono l’azzurra, permettendo alla francese di ottenere il break e avvicinarsi sul 3-5. La Vinci non sfrutta due setpoint e concede qualcosa di troppo all’avversaria che accorcia ulteriormente le distanze sul 4-5. Ma è un fuoco di paglia. La Cornet continua a sbagliare e, tradita dal nervosismo, si lamenta, perde le staffe, scaraventa una palla sulle tribune e intasca un warning. Il primo set è dunque tutto italiano, vinto da Roberta per 6-4.

Il pubblico continua comunque ad incitare la nizzarda con i soliti “Allez! Allez!” o “Alizé! Alizé! con la francese che, all’inizio del secondo parziale, comincia a caricarsi ad ogni punto messo a segno. Ma Roberta è sempre lì, produce un tennis efficace, ragionato e piazzato, salendo così 2-1. La francese non smette di autoincitarsi, urlando i suoi soliti “Allez!”; strappa dunque la battuta alla tarantina e la raggiunge sul 2-2. La Cornet sembra avere il vento in poppa e sale a condurre per 3-2. Roberta comincia a farsi sorprendere dall’avversaria e a subirne il tennis aggressivo. I suoi colpi non sono più così precisi, le smorzate molto meno velenose e Alizé, che urla e stringe il pugnetto ad ogni punto, si allontana sul 4-2.

La nizzarda ora è un fiume in piena mentre Robi, che sembra subire un calo di energie, si trova aggredita più che mai. Ma reagisce ancora e, nel gioco di fino, prevale quasi sempre sulla transalpina. La rimonta dell’azzurra continua fino al 4-5 ma non basta. Alla fine, dopo aver salvato due palle break, la nizzarda ha la meglio su Roberta e incamera il secondo parziale per 6-4. Tutto da rifare dunque.

Le due continuano a darsi battaglia a suon di fendenti, volée e smorzate, con Cornet che cerca di sorprendere e far muovere il più possibile la Vinci, misurandosi spesso con le sue stesse armi. Roberta sembra sempre più affaticata ritrovandosi rapidamente sotto 0-4. Tutto facile ora per la transalpina che, nonostante stia prevalendo su una Vinci esausta e in preda ai crampi, continua ad autoincitarsi e a lamentarsi quando sbaglia. Il terzo set si conclude dunque 6-1 per la francese che intasca la sua prima vittoria su 5 partite contro la tarantina. La prossima avversaria di Alizé sarà la rumena Alexandra Dulgheru.

Si sapeva che sarebbe stato un match duro” ci ha detto Roberta in conferenza stampa, “ho fatto un buon primo set e poi ho perso alcune occasioni nel secondo. In effetti poi ero un po’ stanca, ho cominciato a giocare corto e lei mi ha messo molta pressione, ha cominciato a spingere. Poi nel terzo in effetti ho cominciato a sentire un po’ di crampi ai piedi. Vengo da giorni intensi perché ho fatto la finale a Norimberga e poi oggi ho giocato qui quindi ho avuto solo un giorno di pausa. Peccato, perché il primo set è stato buono. Lei è conosciuta per avere spesso in campo atteggiamenti un po’ strani, a volte si arrabbia, si lamenta, poi altre volte non dice niente. Non la frequento fuori dal campo, ogni tanto capita che si palleggi insieme nei tornei ma niente di più. E sinceramente ora non avrei voglia di frequentarla! [ride]”

Dal canto suo la Cornet si è dichiarata estremamente soddisfatta della prestazione odierna: “Adoro lo Chatrier, è il mio campo preferito, c’è una grande atmosfera. Nel secondo set ho aumentato l’intensità, mi sono innervosita e mi ha fatto bene perché mi ha aiutato a caricarmi e a concentrami; la mia tattica è stata buona, ho cominciato a spingere e ho avuto le idee più chiare. Roberta ha giocato più corto ma perché sono io ad aver spinto di più, ero sulla buona dinamica, sto ritrovando fiducia. Certo, lei viene da una settimana difficile ma io sono stata forte mentalmente, fisicamente, ho saputo davvero trovare la chiave per batterla e ciò mi dà fiducia per il prosieguo de torneo”.

S. Bolelli b. S. Darcis 6-3 6-4 6-3 (da Parigi, Ciro Battifarano)

Si chiude con una vittoria la giornata degli italiani oggi al Roland Garros con il solido esordio di Simone Bolelli contro il belga Darcis. I precedenti vedevano due le vittorie di Darcis, più datate, in turni di qualificazione mentre Bolelli si era aggiudicato l’ultimo incontro nel 2014 nel challenger di Ginevra. Oggi un break per set consentono a Simone di essere sempre avanti nel punteggio, e il break in chiusura di match, con tre vincenti di dritto, completa l’opera. Attaccabile soprattutto sulla seconda di servizio il belga, nei turni al servizio di Simone, invece, c’è davvero poca storia, i numeri sono sufficienti a descriverne l’andamento: nessuna palla break e percentuali di realizzazione del 92% sulla prima e 80% sulla seconda. E poi con il dritto (24 vincenti) il portacolori azzurro è riuscito con profitto ad accelerare e a scendere a rete appena possibile.

In sala stampa Bolelli si è dimostrato soddisfatto del suo match “Sono riuscito ad essere sempre aggressivo, a comandare sempre. Mi sentivo bene in campo, la palla usciva pesante, appena potevo prendevo la rete. Ho cercato di cambiargli ritmo, altrimenti lui si appoggia bene sulla palla dell’avversario e ha anche un buon tocco. Forse non si è ancora ripreso del tutto“. E proprio la discesa a rete l’ha definita “la nuova chiave da usare contro giocatori forti. Fare vincenti da fondo è sempre più difficile, anche in considerazione delle palline più pesanti. Ci sto lavorando, non è proprio nelle mie corde, soprattutto in uscita dal servizio. C’è da allenarsi, altrimenti in campo poi non lo fai. E anche con Troicki, prossimo probabile avversario (che nel frattempo ha vinto al quarto il suo match contro il tedesco Struff, nda), dovrò cercare di prendere la rete, difende molto bene e da fondo devo stare attento al suo rovescio lungolinea“.

 

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