Radwanska, caduta infinita Murray impara in fretta (Martucci), La Vinci cerca un futuro (Azzolini), Fognini festa a Parigi con un giorno di ritardo (Clemente), Vinci, l'incanto è senza lieto fine (Clerici), Bene gli italiani a Parigi (Giorni)

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Radwanska, caduta infinita Murray impara in fretta (Martucci), La Vinci cerca un futuro (Azzolini), Fognini festa a Parigi con un giorno di ritardo (Clemente), Vinci, l’incanto è senza lieto fine (Clerici), Bene gli italiani a Parigi (Giorni)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi


Radwanska, caduta infinita Murray impara in fretta

 

Vincenzo Martucci, la Gazzetta dello sport del 26.05.2015

 

Il potere logora chi non ce l’ha. Nel suo lungo inseguimento al vertice della classifica, tre anni fa, Agnieszka Radwanska è arrivata anche al numero 2, in coincidenza con la prima ed unica finale Slam, a Wimbledon, che ha mancato clamorosamente l’anno dopo, da favorita, scivolando in semifinale contro la Lisicki, ed è rimasta 187 settimane fra le «top ten», uscendone il 12 maggio e scadendo oggi al 14. «Non conta, quel che conta è vincere le partite, non il numero che hai scritto accanto al nome». Ma, in confusione tecnico-tattica totale, perde clamorosamente già al primo turno del Roland Garros (13′ sconfitta stagionale) come non le accadeva da Melbourne 2009. E si suicida contro Annika Beck, la numero 83 del mondo che l’anno scorso a Indian Wells aveva dominato 6-0 6-0: «Era successo due anni fa, in condizioni diverse». NUOVA E VECCHIA MARTINA Di sicuro, arriva davanti ai microfoni con gli occhi rossi di pianto senza saper spiegare dov’è finita «la nuova Hingis», la polacca dalle mani d’oro che duellava col fioretto contro le wonder-women del tennis. Inutile stuzzicarla sull’esperienza-lampo con coach Martina Navratilova con questa sconfitta, è già il passato, sto andando avanti con il solito staff». Inutile insistere sulla mancanza di lucidità: «Non sono nervosa per la pressione, ma perché in campo non riesco a fare quel che vorrei. Perciò sono anche molto arrabbiata, e frustrata». La convivenza con lo sparring partner/allenatore Dawid Celt non aiuta, come qualche problema familiare. La speranza è verde, come l’erba: «La stagione sulla terra non è la mia favorita, voglio dimenticarla e fare tutto quello che posso per giocar bene di nuovo». MURRAY Anche l’eroe britannico, Andy Murray, la pensava così…:

 

La Vinci cerca un futuro

 

Daniele Azzolini, tuttosport del 26.05.2015

 

Se sono state un inferno, le settimane dell’abbandono, è un tormento rimasto senza parole, senza colori, senza descrizioni né riferimenti. Potete immaginarlo, se vi va, ma lei non ha lasciato traccia alcuna che vi possa fornire un appiglia o un aggettivo, una conferma Non dev’essere stato facile, questo lo si intuisce, perché non v’è fase che si chiuda senza che un qualche sentimento le faccia da alcova. Rabbia, pena, sconforto, rimpianto, o l’esatto contrario, non fa differenza. Affiancate voi la parola che preferite alla vicenda di Roberta Vinci, un tempo Chi-chi, oggi ex, ma sappiate che non v’è garanzia che sia quella giusta Sarà lei a pronunciarla, se mai lo farà. Ma fino a oggi non l’ha fatto. Forse in attesa che nuove sensazioni tornino ad animarla Forse convinta che siano fatti privati. E sarebbe fuori luogo darle torto. Un’atleta che si sta rifondando, la Vinci di oggi. Questo è agli atti, e di questo si può parlare. Non così fortunata, ieri, ma nemmeno così lontana dalla nuova dimensione che va centrata, vivace, certo diversa da quella, all’apparenza svuotata, dei tornei di marzo, a rottura appena avvenuta, quando Roberta perse di colpo una compagna di strada, una vita tennistica in comune, e tanti obiettivi a lungo vagheggiati. Forse un oro olimpico. Forse un’amica. Di sicuro perse una Chi-chi, l’altra esatta meta di un insieme che funzionava Una frattura senza preavviso, per tutti noi. Chissà se fu lo stesso per lei. Carattere Ma Roberta è ragazza di carattere, e ora sappiamo che è ancora fra noi, per quanto le ricostruzioni procedano forzatamente a tappe. Un piano alla volta. Le fondamenta a Madrid, con tre turni incoraggianti, su una superficie di terra veloce, utile a recuperare il filo di quel suo tennis mai banale. Una pausa a Roma. Poi il primo piano, a Norimberga, «tra pioggia e tempo da lupi», racconta, «palle pesanti e muscoli stanchi». Li, una finale persa con la Knapp che nel frattempo è diventata la sua nuova compagna di doppio, tre mesi dopo l’ultimo match con la Ci-chi Errani, in Fed Cup. leri, Parigi, Roland Garros, nuova pausa, forse logica, magari sacrosanta e senza considerazioni troppo negative di cui farsi carico. Avversaria una francese, Alize Comet, battuta di recente a Madrid, ma ben più pericolosa davanti a un pubblico che sa come spingere le sue preferite. «Un buon primo set, giocato in leggerezza ma con attenzione», spiega Roberta, seccata il giusto. «Poi un po’ di stanchezza, alla fine è stata quella a farmi lo sgambetto. Qui la palla non viaggia così veloce, e lei è cresciuta molto, ha ripreso il match, con merito anche. Mende io ne sono uscita un po’ alla volta». È arrivata a Parigi l’altro ieri, Roberta, l’hanno spinta in campo senza troppe storie. «Si, forse un giorno in più sarebbe servito». È sulla strada giusta? «Lo sono, si. Penso ancora un po’ troppo al punteggio, tendo a irretirmi da sola, ma capita…..

 

Vinci, l’incanto è senza lieto fine

 

Gianni Clerici, la repubblica del 26.05.2015

 

Superate con qualche difficoltà le restrizioni sindacali e religiose imposte dal giorno festivo delle Pentecoste, l’Agenzia P. R. (Palle roventi) ha seguito per i nostri lettori le partite dei tennisti italiani. Eccone una sintesi. Cornet (Fra) b. Vinci 4-6, 6-4, 6-1 Ci pareva strano che un match giocato di mattino, sul Centrale, potesse risvegliare un atteggiamento tale da ricordare quello di Schauble verso i poveri Greci. Forse non è del tutto dissolta l’eredità giacobina, ma veder applaudirei’ 15′ della ragazza francese, ed ascoltare sospiri simili a ferite per quelli di Robertina, non poteva non stupirci. Il nome della francese, Alizee, simile al vento, può avere influito sulla isterica prestazione della cocca di casa, capace, in un istante d’ira, di sbattere una palla nel loggione del campo. Robertina, miglioresin chela fatica non ha prevalso, ha come al solito incantato con rovesci ad una mano, quelli delle racchette di legno. Che sono, purtroppo, scomparse. La discesa in campo di Fabio Fognini, ricoperto di neri panni, ci aveva fatto temere una vicenda dai risvolti funebri. Un nostro informatore ci ha allora indicato che il tennista aveva il capo avvolto da una fascia dai colori simili alle vesti indossati dalla sua amata Flavia Pennetta, ieri vincitrice. Sia stato o no la bandana, simbolo di squisita eleganza eterea attenzione, il Fognini di oggi ha dimostrato un’equilibrata continuità. Il più alto tennista italiano di tutti i tempi, più di due metri, si è dimostrato stravagante a causa della sua normalità. Era, Luca Vanni, n. 800 del mondo sino allo scorso anno, e per di più aveva subito una terrificante operazione al tendine rotuleo. Risalito l’anno passato al n. 300, eccolo addirittura in finale al recente torneo di San Paolo, di poco battuto da Cuevas. L’aspetto più curioso non è forse la sua tarda affermazione, ma l’intelligente umiltà che riesce a mantenere. Oggi ha spinto al quarto set il tede-slavo-australiano Tomic, ritenuto da alcuni malinformati un futuro First Ten. «Tento di immaginare Roland Garros un torneo casareccio» è stata una delle sue sagge affermazioni…..

 

Fognini, festa a Parigi con un giorno di ritardo

 

Valentina Clemente, il corriere dello sport del 26.05.2015

 

Il primo turno di un torneo, ancora di più se si tratta di uno Slam, può essere un salto nel buio. E la soddisfazione di Fabio Fognini, perla solida vittoria contro il giapponese Tàtsuma Ito (6-3 6-2 6-2) è tutta nello sguardo, che mostra una certa fierezza per l’equilibrio dimostrato. «Sono contento di come ho giocato, anche perché il primo incontro non è mai facile, pur essendo in un buon momento di forma. Amo il Roland Garros e qui ho sempre disputato belle partite, indipendentemente dal risultato. Contro Ito ho espresso un livello più alto sin dall’inizio e penso che lui. è una sorta di regalo di compleanno in ritardo (domenica ha compiuto 28 anni – ndr)». …. Rispetto ad altre discipline, il tennis vive su una linea di confine riguardo all’opposizione sportiva che si manifesta quando a scendere in campo sono uomini e donne, anche se non mancano ovviamente le critiche, come ha sottolineato di recente Andy Murray, che ha deciso di continuare a crescere seguendo i consigli di Amelie Mauresmo come coach. Al di là di una nuova ottica, confermata dallo stessi scozzese qualche giorno fair un’intervista alla Bbc, la possibilità di poter programma re ogni tanto allenamenti con l’altro sesso può aiutare (qualche volta allenarmi con Flavia è divertente e serve perche le donne non sbagliano mai».

 

Bene gli italiani a Parigi

 

Alberto Giorni, il Giorno del 26.05.2015

 

Inizia con il piede giusto l’avventura parigina di Fabio Fognini. Il ligure, che al Roland Garros vanta un quarto di finale raggiunto nel 2011, non ha avuto difficoltà ad accedere al secondo turno dominando 6-3, 6-2, 6-2 il giapponese Tatsuma Ito, n.106 della classifica. Vestito di nero e con una banda-na floreale colorata, Fabio ha festeggiato i 28 anni compiuti due giorni fa e se la vedrà con il francese Benoit Paire. «L’esordio in uno Slam è sempre delicato — ha spiegato Fognini —. Sono contento, perché mi sono dimostrato superiore al mio avversario e non gli ho concesso opportunità per rientrare; sono rimasto sempre concentrato». Sfoderando un ottimo servizio con 9 ace: «La battuta mi ha aiutato a TENNIS Roland Garros, Fognini, Errani e Bolelli ok Vanni-Vinci out velocizzare il match — ha proseguito —. Il Roland Garros è il torneo più duro della stagione ed è fondamentale non sprecare troppe energie per essere più freschi nelle fasi successive. Su questi campi ho giocato ottime partite e avverto buone sensazioni». Bene anche Simone Bolelli, che si è sbarazzato 6-3, 6-2, 6-3 del belga Darcis: ora avrà il serbo Troicki. Niente da fare invece per Luca Vanni, che non ha ripetuto l’impresa riuscitagli a Madrid contro Bernard Tomic; l’australiano, n.26 Atp, si è preso la rivincita imponendosi 6-3, 3-6, 6-3, 6-4. Tra le donne, qualche patema per Sara Errani, che ha ceduto un set alla statunitense Riske, ma ha finito per dominare 7-6(2), 2-6, 6-0; ora troverà la tedesca Witthoeft. Peccato per Roberta Vinci, che sul Centrale aveva iniziato alla grande vincendo il primo set con Alizé Cornet, poi però è calata fisicamente e la francese, sostenuta dal pubblico, ha vinto in rimonta 4-6, 6-4, 6-1.

 

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