Marián Vajda: "Djokovic-Nadal sarà il match dell'anno"

Interviste

Marián Vajda: “Djokovic-Nadal sarà il match dell’anno”

Mariàn Vajda parla del suo pupillo Novak Djokovic e del possibile quarto con Nadal. “Il match più importante, ma non sarà una finale anticipata”

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Siamo con Marian Vajda. Allora cosa succederà con Djokovic, batterà finalmente Nadal al Roland Garros o no?
È troppo presto, ci sono ancora due match da giocare ma se ci sarà, allora sarà sicuramente il match del torneo e della stagione su terra. Oggi comunque sono concentrato sul match contro Richard Gasquet.

Tutti pensano che il match Djokovic-Nadal sarà una finale anticipata. Sei d’accordo o credi che sia solo una trovata giornalistica?
La seconda che hai detto. Nel torneo ci sono sempre molte sorprese, ci sono giocatori molto forti e anche se quello sarà il match più importante abbiamo visto che c’è Murray in gran forma, e poi Roger. Il torneo non è finito fino alla finale e la finale è la finale.

Quale credi che sia il più grande miglioramento fatto da Djokovic? Il servizio, il rovescio, il dritto, l’attitudine mentale…
È diventato molto forte mentalmente ed è migliorato anno dopo anno. Ora ha delle ottime armi: un ottimo servizio, un ottimo dritto, è un giocatore completo. In particolare è diventato molto più professionale, lavora ogni giorno, ha tantissime risorse da usare durante il match e vincendo tante partite è diventato più sicuro di sé.

Che cos’hai imparato da lui in questi ultimi due anni?
Mi piace il suo modo di imparare, non si accontenta mai e pensa di poter migliorare ancora. Io potrei dire che è un giocatore completo ma lui continua a lavorare ogni giorno perché sa che ha ancora la possibilità di fare dei miglioramenti. Il suo impegno giornaliero è fantastico.

Tu sei anche un suo tifoso oltre che un allenatore, in certi sensi sei un secondo padre per lui. Cosa ti dà più soddisfazione? Le sue vittorie o magari la persona che è, ora che si è sposato ed è diventato papà.
Mi piace il suo approccio olistico alla vita. Nel tennis è uno dei migliori, anzi il migliore, l’impegno che ci mette è incredibile, ma allo stesso tempo riesce a bilanciare col tennis anche la vita privata, la famiglia, non tanti giocatori ci riescono.

Ti ricordi qualche giocatore dei tuoi tempi a cui assomiglia? Magari Lendl che era molto determinato.
Sì, sono d’accordo ma Novak mi sembra per così dire, più composto nell’atteggiamento, nella filosofia di vita. Anche il rapporto con la stampa o con la Serbia, lui riesce sempre a non scomporsi. È molto motivato, va sul campo per vincere, per il torneo, per il pubblico, non per i soldi.

Ora voglio farti una domanda personale. Perché verrai in Italia e cosa vuoi scoprire nel nostro paese?
È un paese fantastico, lo adoro, è la mia nazione del cuore. Anche quando giocavo adoravo gli italiani, la loro ospitalità. Sono stato per molto tempo in Toscana perché è un posto fantastico con moltissima varietà, bellissimo, tantissima gente me l’ha consigliato e anche tu!

 

Traduzione Paolo Valente

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