Roland Garros uomini: oltre al derby svizzero, avremo Djokovic vs Nadal

Roland Garros

Roland Garros uomini: oltre al derby svizzero, avremo Djokovic vs Nadal

Mercoledì ci sarà il tanto atteso quarto tra Novak Djokovic e Rafael Nadal. Nole non ha problemi con Gasquet mentre Nadal è costretto al quarto da Sock. Roger Federer si impone in 4 set su Gael Monfils. Nella prosecuzione del match interrotto ieri sera per oscurità, il campione svizzero non lascia scampo al tennista francese, a cui lascia appena 5 giochi in 2 set. Ottima prova di David Ferrer che domina Marin Cilic in 3 set mentre Andy Murray lascia per strada un set contro Jeremy Chardy

Pubblicato

il

 

Marián Vajda: “Djokovic-Nadal sarà il match dell’anno” (AUDIO)

[6] R. Nadal b J. Sock 6-3 6-1 5-7 6-2 (da Parigi, Antonio Garofalo)

Rafa Nadal fa cifra tonda, raggiunge le settanta vittorie in carriera al Roland Garros e tutti ora aspettano di capire se la settantunesima arriverà mercoledì preannunciando il decimo titolo parigino o se il maiorchino dovrà attendere il 2016.
Il dato preoccupante per Nadal, non si offenda l’ottimo e generosissimo Sock, è che il nove volte vincitore a Parigi sia riuscito a perdere un set sulla terra in vantaggio per 5-3 contro un giocatore che non abbia il rovescio.

Nei primi due set è assai arduo dare un giudizio sulle reali condizioni del numero sette del mondo – la resistenza che oppone  Sock è davvero pochissima cosa – l’impressione dal campo è che il diritto, la chiave di volta del suo gioco, abbia guadagnato qualcosa in potenza rispetto agli ultimi tempi ma non in penetrazione.
Il momento più emozionante sino a metà del terzo set si ha  al cambio campo  quando i due giocatori si cambiano la maglietta scatenando l’entusiasmo delle ragazzine sugli spalti del Lenglen, ed in verità anche di qualche attempata signora.

Quando Rafa conquista due volte il break di vantaggio la partita sembra finita. Poi, come tante altre volte quest’anno, prende a giocare sempre più corto. L’avversario, ricevuta cotanta grazia, spara tutto ciò che ha con il diritto, riuscendo a giocarlo anche dal suo vertice sinistro tanto i colpi di Nadal sono rabberciati. E così, tra l’entusiasmo del pubblico che ha pur sempre pagato un caro biglietto per assistere ad un po’ di spettacolo, lo spagnolo va in crisi totale di fiducia – il suo body language è chiarissimo – ed è costretto ad un’oretta supplementare. Nulla di più, perchè Sock, che ha comunque giocato un ottimo torneo, dimostra sì di sapersi adattare anche su questi campi, ma se non si iscrive rapidamente ad un corso di recupero di rovescio rimarrà un giocatore a metà.

Contrariamente a quanto pensa Marian Vajda, per Nadal il match con Djokovic non sarà il match dell’anno. ” Non penso proprio, i match dell’anno sono quelli decisivi, sono le finali che assegnano i trofei e questo è solo un quarto di finale. Non mi piace giocare con Nole nei quarti ma dipende dal fatto che non ho giocato per sei mesi”. Sulle sue chance Nadal non si sbilancia: ” Giocherò contro un giocatore che sta dominando da un anno a questa parte. Mi sono trovato anche io nelle condizioni in cui si trova oggi Nole e so quanto conta in campo avere quella fiducia. Io sono contento di avere un’illusione di poter competere. Ma la cosa più importante è poter giocar euna stagione intera senza infortuni”. Rafa si è detto comunque soddisfatto del suo livello di gioco. ” A Miami e a Rio ero molto ansioso e nervoso, a Montecarlo, Barcellona, Madrid e Roma ho giocato ad un ottimo livello. Oggi ho avuto un livello alto nei primi due set, non so se sarà sufficiente per battere Novak”.

[1] N. Djokovic b. [20] R. Gasquet 6-1 6-2 6-3 (Raffaello Esposito)

Djokovic non impugna una racchetta ma il martello di Thor in questo 2015. Trentotto vinte, due perse, una striscia aperta di 25 vittorie consecutive e non si vede come il tennis tecnico ma leggero di Gasquet, sconfitto in dieci degli undici precedenti, possa opporsi oggi al monarca serbo sullo Chatrier. Nole insegue il sogno di essere il primo tennista, dopo Rod Laver nel 1969, a completare il Grande Slam nell’anno solare e due autorevoli campioni come Agassi e Wilander ritengono che sia l’anno giusto per lui. Il francese serve per primo e tiene a fatica ma già nel terzo game cede la battuta alla settima palla break. Nole lo lavora al corpo come un pugile, soprattutto con la smorzata, puntando a sfiancarlo per poi allungare, cosa che puntualmente accade perché dopo quel terzo game da 10 minuti Gasquet è in apnea e cede di schianto il primo set per 6 a 1. Oltretutto sono possibili proteste dallo sponsor del torneo perché Richard gioca così indietro da coprire la scritta posta ai confini del campo. Amenità a parte l’iter dell’incontro non cambia nel secondo parziale, con Novak che concede e annulla qualche palla break per il gusto del brivido. Altri due break nel secondo e nell’ottavo gioco conducono al 6-2 che porta Djokovic due set a zero. Forse Nole ha letto l’intervista del suo avversario che definiva “noiosa” la rivalità fra lui e Murray e si vendica facendogli fare il podista prima di beffarlo a suo piacimento con la smorzata o con cross di rovescio così stretti che sfidano le leggi della fisica. Sia come sia anche il terzo parziale scorre via, con lo squillo dell’unico break subito dal serbo, che in due ore passa ai quarti dove troverà Rafa che ha dovuto sudare per arginare la potenza di Jack Sock..

[2] R. Federer b. [13] G. Monfils 6-3 4-6 6-4 6-1 (da Parigi, Antonio Garofalo)

Non c’è storia nella prosecuzione del match interrotto ieri sera. Roger Federer annichilisce Monfils in meno di un’ora centrando l’undicesimo quarto di finale al Roland Garros, il quarantaquattresimo a livello Slam. E così, dopo Roma anche Parigi avrà il suo derby svizzero. Monfils avrà dormito poco pensando alla chance di battere per la terza volta di fila Federer dopo le vittorie in Davis e a Madrid, o forse semplicemente non ne aveva più dopo le due maratone al quinto dei turni precedenti.

Diciassette ore dopo l’interruzione di ieri sera sul punteggio di un set pari, Gael Monfils e Roger Federer riprendono il discorso. C’è tutto un altro clima, fa decisamente più caldo e c’è anche un pallido sole.
Il francese, sceso direttamente dal letto col suo pigiamino a righe, si addormenta subito facendosi breckare d’acchitto in un game in cui era 40-0.
Lo svizzero avrebbe l’opportunità di ammazzare il set nel quinto gioco quando si issa 0-40 con un paio di magie, ma Gael è bravissimo a mettere cinque prime di fila non lasciando in verità occasioni a Federer. Il quale a sua volta è salvato da San Servizio nell’ottavo gioco nel l’unica palla break concessa al francese. È invece interessante notare come Federer che sulla prima di Monfils è poco dietro la riga, indietreggi vistosamente per impattare sulle seconde. Nei game di servizio invece Roger non ha nessuna intenzione di farsi agganciare in scambi lunghi, presentandosi spesso a rete e portando così a casa il terzo set.

C’è anche Ion Tiriac in tribuna mentre il Presidente francese Gachassin accompagna con eloquenti gesti di disapprovazione i colpi di Monfils che non trovano il campo e che offrono su un piatto d’argento a Federer il break in apertura di quarto set con lo svizzero che – udite udite – dopo un’ora e cinquantaquattro minuti si ricorda di saper fare anche le palle corte.
Gianni Clerici indossa un cappellino nero molto trandy e guarda con umana compassione un cronista francese che bestemmia ad ogni errore di Monfils che rapidamente esce dalla partita. Federer regale e imperturbabile approda ai quarti di finale.

La cronaca dei due set giocati ieri

Sarà un inusuale match al meglio dei tre set a decidere domani chi tra Roger Federer e Gael Monfil sfiderà Stan Wawrinka in quarti di finale. I due giocatori, scesi sullo Chatrier quando a Parigi erano le 19.23 (giocheranno il primo punto alle 19.23) per colpa della pioggia, di Tsonga che non ha chiuso in tre set e degli organizzatori che potevano gestire meglio la situazione con tutti i campi che hanno a disposizione, viene infatti interrotto alle 20.33 sulla situazione di un set per parte.
In sala stampa non pochi sospettano che la collocazione del match sia stata fatta con l’intenzione di sfavorire lo svizzero, chiaramente penalizzato dal campo più pesante.
Il boato che accoglie Federer non è inferiore a quello riservato a Gael, neanche i nipoti di Monsieur Chovin riescono a schierarsi totalmente contro il primatista Slam.
Sembra avere una discreta fretta Roger che strappa subito il servizio al francese e vola 3-0 in un amen spingendo il suo avversario fuori dal campo con il diritto. Non c’è molta luce, c’è un bel vento che accarezza i back dello svizzero e il pubblico si copre dal freddo con felpe e cappellini: c’è Mirka, non le gemelline, mica vorrete che si ammalino? Per fortuna il puntuale Zirone mi ha consigliato di portare il piumino.
Quando Monfils si issa a 30-30 nel sesto gioco parte un timido “Gael! Gael!” subito stroncato da una prima vincente e un dritto sulla riga di Federer. In 29 minuti il primo set è già in banca (svizzera, off course) con il francese che ha raccolto le briciole nei game di risposta (appena cinque punti).
Nel secondo parziale invece cambia la musica. Come ha raccontato Franck Lamella ( potete leggerlo nel pezzo tradotto da Laura Guidobaldi che gli è valso il premio Denis Lalanne) Assistere ad un match di La Monf vuol dire cambiare idea mille volte, prenderlo per un giocatore cauto, poi per un titano, poi per… già per cosa? Monfils è capace di sbagliare tutto prima di rinascere. O prendere tutto per poi riuscire a distruggere ancora meglio”. Monfils appunto cambia improvvisamente strategia, guadagna due metri buoni di campo e riesce a trascinare in  il pubblico. Approfitta di un passaggio a vuoto di Federer che sbaglia due comode volée (e partono i  boati dello Chatrier) e centra il break nel secondo gioco. In tribuna si dà il primo responso: la partita non finirà stasera.
Non si capisce perché Federer abbia dimenticato il drop, arma sempre utilizzata in larga misura nelle precedenti sfide contro il francese, spesso lontano dal campo. Soprattutto nei game in cui gioca contro vento, come si usa in terza categoria, mi ricorda  Enrico Milani che siede alle mie spalle. Ad un cambio campo LeMonf chiede direttamente a Gachassin delle coperte per ripararsi dal freddo.
Sul 5-3 per il francese, Federer trova un game di risposta sublime con due volée di rovescio scuola Edberg,ma al cambio di campo Monfils gli rende il favore e con due terribili accelerazioni lungolinea una di diritto e una di rovescio porta al casa il set. Se ne riparlerà domani.

[3] A. Murray b. J. Chardy 6-4 3-6 6-3 6-2 (Valerio Vignoli)

La testa di serie n.3 del tabellone, Andy Murray, non si fa condizionare da un Suzanne Lenglen a lui ostile e supera, per la settima volta su otto incontri disputati, il francese Jeremy Chardy, n.45 del ranking ATP, in quattro set. Questa vittoria abbastanza convincente permette al campione scozzese di raggiungere per la quinta volta in carriera i quarti di finale al Roland Garros. Nel primo set è Murray grazie alla sua maggiore solidità da fondocampo a fare la differenza, chiudendo con un agevole 6-4. Il parziale successivo si apre con Chardy che salva 3 palle break in un primo game di servizio da 15 minuti. Da quel momento il tennista transalpino si galvanizza e rimette in equilibrio il match con un meritato 6-3. Sull’onda dell’entusiasmo, Chardy nel terzo set continua a comandare gli scambi con il suo dritto ma nell’ottavo gioco perde la battuta per colpa di uno dei suoi troppi doppi falli, spianando la strada ad un Murray come al solito straordinario in difesa e lucido nei momenti decisivi. Il quarto set si rivela una formalità per il due volte vincitore slam, che travolge il suo demoralizzato e stanco avversario per 6-2.

[7] D. Ferrer b. [9] M. Cilic 6-2 6-2 6-4 (Michele Gasperini)

Nel primo degli ottavi di finale della parte alta dello Slam parigino, programmato sul Court No.1, agevole successo per la testa di serie No.7 David Ferrer, il quale ha avuto ragione in tre rapidi set e in poco meno di due ore su Marin Cilic, non proprio nella sua miglior giornata, raggiungendo per la 16ª volta in carriera i quarti in un Major (6ª a Parigi). Parte subito molto forte “Ferru”, imponendosi, asfissiando con i propri colpi di rimbalzo il croato, No.9 del seeding, il quale cede immediatamente la battuta non esattamente battagliando ferocemente. Il valenciano azzanna la preda e, come al solito, non la molla: Cilic è costretto a cedere il servizio ancora una volta e il set, incapace di imbastire una reazione importante. Il secondo parziale è molto simile nella dinamica, con Ferrer che strappa ancora una volta la battuta al primo gioco al suo avversario, il quale però ha un sussulto di orgoglio nel game successivo, procurandosi due palle break, le prime dell’incontro: lo spagnolo le annulla con autorità, chiudendo in pratica il match del campione in carica degli US Open, consegnandosi ancora una volta all’ottavo gioco. La terza frazione è una formalità, con l’iberico che chiude il match breakkando Cilic al settimo gioco. L’ex No.3 del mondo attende in quarti il vincente del match fra Murray e Chardy.

(in aggiornamento)

Risultati:

[2] R. Federer b. [13] G. Monfils 6-3 4-6 6-4 6-1
[1] N. Djokovic b. [20] R. Gasquet 6-1 6-2 6-3
[3] A. Murray b. J. Chardy 6-4 3-6 6-3 6-2
[6] R. Nadal b. J. Sock 6-3 6-1 5-7 6-2
[7] D. Ferrer b. [9] M. Cilic 6-2 6-2 6-4

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement