Carlotta Nassi, miglior matricola NCAA: "Il college è l'esperienza più bella della mia vita"

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Carlotta Nassi, miglior matricola NCAA: “Il college è l’esperienza più bella della mia vita”

Nuovo capitolo dell’esperienza di Carlotta Nassi, che prosegue il suo viaggio negli Stati Uniti grazie alla borsa di studio di America International

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L’inizio del viaggio di Carlotta

Il secondo articolo di Carlotta

Si è concluso da poco il mio primo anno di college alla Queens University of Charlotte e, nonostante sia tornata in Italia da pochi giorni, devo dire che già mi manca la mia vita negli Stati Uniti. Come avevo scritto negli articoli precedenti, a Settembre mi sono ritrovata in una realtà nuova che mi ha affascinato fin dal primo momento. Quando a Dicembre sono tornata in Italia per passare il Natale con la mia famiglia, pensavo di aver appena passato i 4 mesi più belli della mia vita. In realtá mi sono ricreduta perché, se il primo semestre é stato fantastico, il secondo si é rivelato ancora meglio.

Finalmente , dopo mesi di allenamenti prima dell’alba, il 1 Febbraio è iniziato il tanto atteso campionato organizzato dalla NCAA, ovvero l’associazione che controlla gli sport nei college americani. Il regolamento prevede sei singolari e tre doppi e la squadra che raggiunge cinque vittorie si aggiudica l’incontro. Grazie agli ottimi risultati che ho attenuto il primo semestre, arrivando ad essere n.41 in Division II negli States, il mio allenatore ha deciso di farmi giocare n.1 in singolare e in doppio per tutta la stagione. Ciò significa che incontravo sempre la miglior giocatrice di ogni college e, anche se tutto questo mi metteva sotto pressione, allo stesso tempo mi ha spronato a dare il meglio di me. La cosa che più mi ha stupito e che dimostra ancora una volta la serietà degli Americani è che la formazione rispettava sempre il livello dei giocatori. In poche parole, i coach, che avrebbero potuto fare strategie e mettere il giocatore più forte al singolare n.6 per cercare di vincere, in realtà non baravano mai, permettendo un gioco onesto che in Italia non sarebbe stato così scontato.

È stata una stagione molto impegnativa perché, soprattutto nel mese di Febbraio, abbiamo dovuto rimandare molte partite a causa del maltempo. Di conseguenza, ci siamo ritrovati a Marzo e Aprile a dover giocare almeno 3 partite a settimana per recuperarle tutte. Nonostante giocassimo tanto e riposassimo poco, mi sono divertita tantissimo e sono contenta di aver condiviso quest’anno con i miei compagni di squadra, con i quali ho legato molto. È anche grazie a loro se ho giocato una stagione quasi perfetta. L’ambiente sereno e tranquillo che mi circondava mi ha permesso di esprimere il mio miglior tennis e di concludere la stagione con 23 vittorie, 3 sconfitte, e il titolo di “miglior giocatrice” della squadra. Inoltre, ho avuto l’onore di essere stata nominata “miglior matricola” e “miglior giocatrice dell’anno” nella mia Conference, che comprende un totale di 120 ragazze. Gli ottimi risultati anche come squadra ci hanno permesso di raggiungere la classifica n.28 negli Stati Uniti, che rappresenta un record per il mio college poiché negli anni precedenti la squadra non era mai rientrata tra le prime 50.

Le soddisfazioni a livello tennistico sono state accompagnate da grandi risultati a livello scolastico. Grazie ai miei voti e all’impegno che ho dimostrato durante tutto l’anno, il mio professore mi ha offerto di partecipare a uno stage come giornalista, che si terrà a Rio De Janeiro durante la seconda settimana delle Olimpiadi 2016. Mi sembra scontato dire che é un’opportunitá che capita una volta nella vita, quindi senza nemmeno pensarci ho accettato. Inoltre, essendo una studentessa di “Communication and Sports Management”, la possibilità di andare a lavorare alle prossime Olimpiadi, oltre ad essere un’ottima esperienza, è un sogno che si avvera.

I film americani ci insegnano che negli Stati Uniti tutto è possibile e, dopo averci vissuto per 8 mesi, posso solo confermarlo. L’impegno e i sacrifici verranno sempre ripagati con grandissime soddisfazioni. In questi mesi penso di essere cresciuta molto a livello tennistico, ma molto di piú come persona. Vivere lontano dalla mia realtà mi ha insegnato a sapermi adattare; a reagire davanti alle difficoltà; a migliorare l’inglese e lo spagnolo ma, soprattutto, mi ha permesso di conciliare la mia passione più grande, il tennis, con lo studio, cosa che non è possibile in Italia. É un’esperienza che mi ha cambiato la vita e che consiglio a tutti. Adesso sono pronta a passare l’estate in Italia con la mia famiglia e i miei amici, anche se non vedo l’ora di tornare a Charlotte per continuare a vivere il mio sogno.

 

(a cura di Carlotta Nassi)

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