Wimbledon: Rischi Djokovic e Federer, occasione Giorgi (Martucci). Djokovic, buona "pesca" (Marcotti). Wimbledon, è subito derby Italia. Bolelli è dura, Fognini si può fare (Tuttosport). Wimbledon, sorteggio da brividi per Federer (Il Messaggero). Verso Wimbledon: Camila Giorgi, la ragazza "forte" del tennis azzurro (Azzolini)

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Wimbledon: Rischi Djokovic e Federer, occasione Giorgi (Martucci). Djokovic, buona “pesca” (Marcotti). Wimbledon, è subito derby Italia. Bolelli è dura, Fognini si può fare (Tuttosport). Wimbledon, sorteggio da brividi per Federer (Il Messaggero). Verso Wimbledon: Camila Giorgi, la ragazza “forte” del tennis azzurro (Azzolini)

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Wimbledon: rischi Djokovic e Federer. Occasione Giorgi (Vincenzo Martucci, LA GAZZETTA DELLO SPORT)

Equilibrio era già la parola chiave di Wimbledon, al via lunedì, e lo è ancor di più dopo il sorteggio che propone un test delicato, d’acchito, al numero 1 del mondo e del tabellone, Novak Djokovic, contro Kohlschreiber, e poi più avanti contro Tomic, sulla strada forse di Kokkinakis o dell’altro picchiatore Anderson, e di un quarto di finale con Nishikori. Il secondo spicchio del tabellone è di Raonic, Kyrgios, Gasquet, Dimitrov e Wawrinka. Anche Federer, 7 trionfi, avrà il suo daffare contro le bombe di Querrey e Sock, e quindi magari nei quarti contro Berdych. Con Nadal che, targato addirittura 10 del torneo (come da classifica, a dispetto dei due titoli a Wimbledon), potrebbe soffrire Troicki, sulla strada di Murray, eventualmente, nei quarti. Fra le donne Serena Williams, sempre strafavorita, potrebbe incrociare negli ottavi la sorella, Venus, verso un ipotetico quarto contro Azarenka e poi una dura semifinale. Chi troverà? Molta curiosità per la nuova super-picchiatrice, Karolina Pliskova, forse chiamata al derby ceco con Safarova, per sfidare, sulla carta, Maria Sharapova, che sembra avere il percorso più agevole, a dispetto delle incerte condizioni. Nella parte bassa del tabellone, la numero 2 Petra Kvitova, bi-regina di Wimbledon, potrebbe incrociare Aga Radwanska già negli ottavi, con poi le incognite Keys, Lisicki e Kerber. AZZURRI: Quattro gli azzurri al via: Bolelli ritrova subito Nishikori col quale l’anno scorso perse al quinto set in un match di due giorni. Durissimo per Lorenzi sfatare il tabù primo turno ai Championships, contro Vesely; Seppi, dopo la wild card locale Klein, troverà Stakhovsky o Coric, Fognini, che arriva a Wimbledon senza tornei preparatori, rischia con Smyczek. In caso di ritiri, subentrerà Luca Vanni, primo dei lucky loser. Sei le azzurre: subito derby fra Schiavone (60 presenze consecutive negli Slam) ed Errani, da doppiare subito, se Vinci batte Krunic; test impegnativo, d’acchito per la Pennetta, contro la pugnace Diyas, e ancor più duro per Knapp contro Rybarikova. Il sorteggio migliore sembra averlo la Giorgi, contro Pereira, sulla strada della acciaccata Wozniacki, per un pass a gli ottavi contro Kerber.

 

Djokovic, buona “pesca” (Gabriele Marcotti, TUTTOSPORT)

II più felice dopo il sorteggio era Novak Djokovic. Meglio di così non poteva sperare. Non solo per l’esordio contro il tedesco Philipp Kohlschreiber. Saranno loro due, lunedì all’ora di pranzo, a inaugurare l’erba del Centrale. Ma soprattutto perché è riuscito a tenersi a debita distanza dai rivali più temibili, Roger Federer e Andy Murray. I due favoriti dell’edizione 2015, secondo gli allibratori locali, dietro allo stesso campione serbo. Ma non solo. Nella parte bassa del tabellone è finito anche Rafa Nadal: dieci titoli in tre, un affollamento di ex campioni che rende il cammino alla finale come una corsa ad ostacoli. Se il primo pericolo Djokovic rischia di incontrarlo solo ai quarti, dove è atteso il giapponese Kei Nishikori (primo turno contro il nostro Simone Bolelli), il vero avversario sulla strada verso la finalissima è Stan Wawrinka. Un giocatore che Nole ha sempre sofferto, come conferma la finale di Parigi. I due giovedì, ancora ignari del sorteggio, si sono allenati assieme, entrambi apparsi di ottimo umore. Favorito numero quattro, Stan nei quarti potrebbe vedersela con Milos Raonic, non in perfette condizioni fisiche. Decisamente più incerta la parte bassa del tabellone con Federer, favorito numero 2, che esordisce solo martedì contro il bosniaco Damir Dzumhur. Reduce dalla vittoria di Halle, Federer è sbarcato a Londra con tutta la famiglia al seguito. Ieri si è allenato con Tomas Berdych, possibile avversario nei quarti. «I sorteggi sono importanti ma per i giornalisti – ha commentato Federer – Ogni partita, ogni avversario è un’incognita a questi livelli, soprattutto sull’erba». Ormai ambasciatore globale del tennis, ieri il sette volte re dell’All England Club ha inaugurato il nuovo spazio dedicato ai raccattapalle prima di mostrare via Periscope il dietro le quinte del torneo. Cammino in salita per Andy Murray: se scollinerà la prima settimana, potrebbe trovare Jo-Wilfried Tsonga agli ottavi, Nadal (o David Ferrer) nei quarti, Federer in semifinale. «Ma io guardo partita dopo partita, non ha senso guardare così avanti»

 

Wimbledon: E’ subito derby Italia. Bolelli è dura, Fognini si può fare (IL MESSAGGERO)

II numero uno Novak Djokavic con Stanislas Wawrinka e Kei Nishilori, rispettivamente testa di serie numero 4 e 5 nella parte alta. Nella parte bassa Federer, secondo favorito, in compagnia di Andy Murray, numero 3 del seeding, e dell’incognita Rafa Nadal, al quale gli organizzatori hanno assegnato la testa di serie numero 10, la stessa posizione che occupa nel ranking. Sono questi i verdetti del sorteggio dei tabelloni principali di Wimbledon, ossia i “Championships’: il terzo Slam della stagione, che parte lunedì sui più famosi campi in erba del mondo, quelle dell’All England Club di Church Road. Nadal è addirittura dietro il connazionale Ferrer (numero 8), che potrebbe incrociare negli ottavi, ma può comunque diventare la mina vagante della parte bassa del tabellone: nei quarti troverebbe Murray. Nella parte alta Djokovic, campione in carica, è atteso dal tedesca Philipp Kohlschreiber Nei quarti il serbo potrebbe incrociare uno tra Nishikori e Cilic. Per quanto riguarda la partecipazione italiana – donne e uomini- va messo in evidenza che c’è subito un derby tricolore al primo turno, quello tra Sara Errani, testa di serie numero 19, e Francesca Schiavone: uno pari il bilancio dei precedenti, entrambi disputati sulla terra, con la romagnola che sull’erba londinese non è mai andata oltre il terzo turno (2010 e 2012) mentre la milanese è stata l’ultima azzura capace di arrivare nei quarti nel 2009 (ed ancora negli ottavi nel 2012). La vincente di questo esame incontrerà al secondo turno la vincente della sfida tra Roberta Vinci, capace di arrivare negli ottavi nel 2012 e nel 2013, e la neozelandese Marina Erakovic: la tarantina si è aggiudicata l’unico precedente, giocato proprio a Wimbledon nel secondo turno del 2011 Sorteggio “tosto” per Flavia Pennetta, testa di serie numero 24, che a Londra ha raggiunto per ben tre volte gli ottavi (2005, 2006 e 2013): la giocatrice brindisina dovrà vedersela con la kazaka Zarina Diyas, prima giocatrice non compresa tra le teste di serie, che alla sua prima partecipazione allo Slam londinese, dodici mesi fa, ha raggiunto il quarto turno (ottavi). Tra le due non ci sono precedenti. Più agevole, sulla carta, il primo turno per Camila Giorgi che proprio sull’erba, quella olandese di ‘s-Hertogenbosch, due settimane fa, ha conquistato il suo primo titolo Wta: per lei, che sui prati di Church Road vanta il quarto turno nel 2012 (ed il terzo nel 2013), esordio contro la brasiliana Teliana Pereira che ha in comune con la giocatrice marchigiana il fatto di aver vinto il suo primo torneo Wta in questo 2015, a Bogotà. Anche in questo caso si tratta di una sfida inedita. Infine Karin Knapp, capace due anni fa di arrampicarsi fino agli ottavi (quarto turno), dovrà vedersela con la slovacca Magdalena Rybarikova, che nelle sette precedenti partecipazioni non ha mai vinto un incontro: l’altoatesina si è aggiudicata tutte e tre le sfide precedenti. Sono quattro azzurri al via nel main draw di Wimbledon. Sorteggio peggiore è toccato a Simone Bolelli che sui prati di Church Road vanta tre terzi turni (2008, 2011 e 2014): ha pescato subito il giapponese Key Nishikori, quinto favorito del seeding. Primo turno difficile anche per Paolo Lorenzi che punta a vincere il suo primo match giocando contro il ceco Jiri Vesely. E andata decisamente abbastanza bene ad Andreas Seppi, che a Wimbledon vanta gli ottavi nel 2013: il finalista della scorsa settimana ad Halle, esordirà contro la wild card britannica Brydan Klein. Buon sorteggio anche per Fabio Fognini, numero 30, che a Wimbledon ha raggiunto due volte il terzo turo (2010 e 2014): giocherà al primo turno contro lo statunitense Tim Smyczek, che quest’anno a Melbourne ha portato al quinto set Rafa Nadal. Da segnalare che in caso di ritiri dell’ultim’ora accederà nel tabellone principale Luca Vanni.

 

Verso Wimbledon: Camila Giorgi, la ragazza “forte” del tennis azzurro (Daniele Azzolini, AVVENIRE)

La vicenda di Camila Giorgi somiglia a un romanzo di formazione. La storia moderna di una costruzione tennistica. Lei è italiana, anzi, “italianissima’; come è solita rispondere quando è in buona con il nostro Paese e con i giornalisti italiani, malgrado le facciano domande in una lingua che ancora la intimidisce. Ma è anche argentina (molto), spagnola e francese (meno), e americana (un bel po’). La sua storia comincia a Macerata, dov’è nata, e prosegue verso Milano, Como, la Francia, poi la Spagna, Barcellona e Valencia, per giungere in Argentina e di lì risalire verso gli Stati Unti. Per un po’ la famiglia mise radici a Miami, ma papà Sergio – un tipo sempre arruffato, i larghi sorrisi che nascondono un animo di ferro, da militare (nella guerra delle Falkland, non a caso) – le migrazioni le ha nel Dna. II nonno da Macerata se ne andò in Argentina. Il padre lo seguì. Lui stesso è di Buenos Aires. Ora la famiglia è tornata in Italia, a Tirrenia, centro federale. Camila, le hanno chiesto una volta in barba a ogni ovvietà, ti piace più Tirrenia o Miami? E lei, caruccia: «Tirrena, of course». L’insegnamento, se c’è, è questo: «Si prende il meglio di ogni esperienza vissuta». Serve a fortificarsi, spiega papà Sergio. Fra le poche, fondate speranze di vedere una bandiera italiana sventolare fino alla seconda settimana dei Championships a Wimbledon, che vanno a cominciare lunedì, Camila di esperienze forti ne ha vissute sin troppe. E non merita di essere giudicata solo per il tennis che pratica, a volte talmente esagerato, impulsivo, sbagliato, da far credere che non abbia anima, né pensieri. Quel tennis è il suo riparo, il suo sfogo. Colpire sempre più forte, con rabbia, le ha permesso di curare il vuoto di una vita segnata dall’improvvisa scomparsa della sorella, Antonella, studentessa a Parigi, un incidente stradale di pochi anni fa. «Solo due anni dopo quella tragedia- ha raccontato il padre- Camila mi chiese di portarla dove la sorella è caduta. Ma lei di Antonella non parla mai. Cura così il suo dolore». Quel tennis tutto istinto, negli anni ha assunto una veste propria, definitiva. Non impeccabile, ma decisamente personale. Un pezzetto alla volta, Camila ha messo su un gioco forgiato sui muscoli e sul carattere, mosso dalla convinzione di essere lei la sola protagonista della sua storia, lei l’unica con cui valga la pena fare i conti. Gioca per se stessa Camila, senza troppo riflettere su chi abbia di fronte. Colpisce con forza, sempre, anche quando non ce ne sarebbe bisogna. Una ragazzina piccola così (quanto? Appena un metro e 67, quasi niente nel tennis femminile di oggi) che sviluppa una forza distruttiva impressionante, molto anticipando i colpi, talvolta gettandosi di slancio verso la pallina. Solo a darle un’occhiata, mentre si affanna a demolire le altrui difese, salvo prodigarsi subito dopo nel riportarle a nuova vita, regalando e scialando come solo lei sa fare, e tomare da capo a slanciarsi contro di esse, felice solo di poterle sbriciolare una seconda volta, Camila ha il potere di farvi sentire insignificanti ospiti di un evento che soltanto a lei appartiene, e che non ha alcuna intenzione di condividere con chicchessia, disinteressata allo stupore del pubblico quanto ai gemiti delle avversarie. E un fenomeno naturale, la ragazza del futuro (del nostro tennis, di sicuro). Come la risacca che deforma la spiaggia prima che prenda forma uno tsunami. Se vi basta osservarla, e trasecolare di ciò che combina, non è poi così necessario che la comprendiate. E sufficiente farsene una ragione. Ma nel gioco dei contrasti, Camila offre spunti di riflessione interessanti, e paragoni alti-sonanti. Adriano Panatta, che la vide in campo a Macerata, durante un evento creato per i bambini (Camila aveva 7 anni), disse di aver visto la prima Agassi al femminile, e ne parlò a lungo con il padre, per convincerlo a fare tutti gli sforzi necessari. «Io la invidio», ci disse Flavia Pennetta, sospirosa e parecchio afflitta, dopo la sconfitta del gennaio scorso a Melbourne, la seconda in uno Slam contro Camila. «Colpisce senza pensare, e non pensa altro che a colpire». Dev’essere liberatorio, concluse Flavia, forse un po’ invidiosa. Ad Agassi ha continuato a ispirarsi, la giovane Camila. E molto agasseggiando ha vinto di recente il suo primo titolo, sull’erba olandese di ‘s-Hertogenbosch, o Den Bosch se preferite, o Rosmalen se ricordate come la chiamavano un tempo. Di buono, in quella felice occasione, c’è che ha battuto molte ragazze di valore tennistico inferiore al suo, le stesse che in mille altre occasioni le avevano creato problemi. Camila è così, forte con le forti e debole con le deboli. Stavolta, però, ha invertito la tendenza e lo ha fatto schiumando ardore, come suo solito, ma anche trattenendosi, senza sparare colpi “alzo zero”. E la svolta? Il padre le sta accanto, «senza sapere nulla di tennis», ma pronto a motivarla, «perché quello serve maggiormente a Camila». I consigli, però, non sembrano poi campati per aria. «Mi chiede di essere solo un po’ più riflessiva», racconta Camila pescando le parole giuste nel mare della sua timidezza, «ma non di rinunciare al mio istinto». Una volta le abbiamo chiesto: sei così anche nella vita? Quando prendi una decisione, ci pensi, o la percuoti come una pallina? «Il campo è una cosa, la vita un’altra. Sì, quando prendo una decisione, ci penso…». Chissà perché, ma siamo stati felici di sentirglielo dire. *** WIMBLEDON DUE MILIONI E MEZZO PER CHI VINCE Al torneo di Wimbledon non basta essere il più prestigioso, vuole puntare ad essere anche il più ricco. E quest’anno il montepremi ha ritoccato il proprio record: più di 37 milioni di euro. Il perdente al primo turno si consolerà con 40.500 euro, mentre i vincitori ne incasseranno 2,6 milioni, la cifra più alta fra i tornei storici. Nel main draw del terzo Slam della stagione, che inizia lunedì, ci sono 10 azzurri (6 donne e 4 uomini). Si parte con un derby fra Sara Errani e Francesca Schiavone, chi vince incontrerà la vincente della sfida tra Roberta Vinci e Marina Erakovic. Flavia Pennetta dovrà vedersela con Zarina Diyas, Camila Giorgi affronterà Teliana Perdra e Karin Knapp la slovacca Rybarikova. Nel sorteggio maschile Simone Bolelli ha pescato l’avversario peggiore: il giapponese Nishikori. Andreas Seppi affronterà la wild card Brydan Kein, Fabio Fognini lo statunitense Smyczek e Paolo Lorenzi il ceco Vesely.

 

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