Wimbledon, italiani: Bolelli cede al quinto con Nishikori. Fuori Pennetta e Vinci, Errani vince il derby con Schiavone

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Wimbledon, italiani: Bolelli cede al quinto con Nishikori. Fuori Pennetta e Vinci, Errani vince il derby con Schiavone

Il contingente azzurro a Wimbledon perde tre giocatrici. Flavia Pennetta recupera un set di svantaggio contro la kazaka Zarina Diyas ma cede alla distanza, perdendo il terzo parziale con il punteggio di 6-4. Sara Errani invece batte Francesca Schiavone in 3 combattutissimi set, approdando al secondo turno mentre Roberta Vinci cede nettamente alla numero 82 del mondo, Aleksandra Krunic. Simone Bolelli lotta strenuamente contro Nishikori (numero 5 del mondo) e cede soltanto per 6-3 al quinto dopo 3 ore e 22 di gioco

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[5] K. Nishikori b. S. Bolelli 6-3 6-7(4) 6-2 3-6 6-3 (Giovanni Vianello)

È stata sconfitta, ma al nostro Simone Bolelli, n.56 del ranking va reso l’onore delle armi. L’impegno odierno, infatti, lo vedeva opposto a Kei Nishikori, tds n.5 del tabellone e n.5 del mondo, e ciononostante il nostro connazionale si é arreso solo al quinto set. Va detto che il nipponico non ha offerto una prestazione del tutto convincente, tuttavia ha comunque fornito una buona performance. Simone è stato abile nello sfruttare gli alti e bassi del giapponese e ad aggiudicarsi il secondo ed il quarto set, mostrando di non volersi arrendere molto facilmente ad un sorteggio per lui nefasto. Nel primo set il primo ad andare a palla break è stato proprio Bolelli, che tuttavia non è riuscito a sfruttare nessuna delle tre occasioni che si è guadagnato nel secondo game, Bolelli che poi è calato nettamente a partire dal 3-3 ed ha ceduto due volte consecutive la battuta. Nel secondo set più equilibrio, con il nostro compatriota che ha giocato un gran tie-break ed ha pareggiato il conto dei set chiudendo 7-4 il gioco decisivo con delle grandi giocate difensive. Nel terzo parziale Bolelli è in pratica uscito dal campo a partire dal 2-1 in suo favore, così la frazione è andata per 6-2 a Nishikori. Nel quarto set l’italiano è finalmente riuscito a breakkare il suo avversario sul 2-1 in suo favore ed ha mantenuto il vantaggio per tutto il set, vincendolo per 6-3. L’avvio del quinto set si è rivelato, come spesso accade, decisivo. Bolelli nel game d’apertura ha rimontato da 40-0 a 40-40 su servizio del giapponese ma non è andato oltre. L’emiliano ha avuto un passaggio a vuoto nel game successivo, in cui è andato sotto 15-40 sbagliando in particolare un dritto a campo aperto, e sul 30-40 ha sbagliato la direzione di un facile approccio a rete in seguito alla prima di servizio, perdendo la battuta. In seguito Nishikori si è limitato a tenere i propri turni di servizio, accusando una ricaduta dell’infortunio al polpaccio che lo ha estromesso dalla semifinale di Halle, senza offrire nemmeno una palla break, ed aggiudicandosi il parziale decisivo per 6-3.

Stat Bolelli-Nishikori

A. Krunic b. R. Vinci  6-2 6-4 (Diego Serra)

Roberta Vinci sbaglia partita con la serba Krunic, pagando fatalmente dazio ai dieci anni che separano le due tenniste. Krunic è numero 82 del mondo, e Vinci su questa erba ha vinto l’ultima finale di doppio, con Sara Errani. Si inizia subito il primo set con il break iniziale della giocatrice serba, che vive a Mosca, e poi di nuovo break nel terzo game. Roberta davvero troppo fallosa in questa fase. Un po’ meglio nei successivi game dove l’azzurra colleziona due palle break, che però risultano inutili. Chiude la Krunic per 6 a 2, sfruttando il terzo set point. Nel secondo set si capisce quanto Roberta Vinci faccia fatica a tenere il servizio, spesso stranamente non supportato sotto rete. Ci riesce nel primo game, subisce il break nel terzo game e deve lottare come una belva nel quinto. Riesce a respingere ben quattro palle break in un interminabile game. Lo sforzo sembra fatale alla Krunic più che alla Vinci, che approfitta dello smarrimento serbo e mette a segno un break. Segue però un disastroso game di servizio, con la battuta ceduta a zero. Chiude Krunic nel decimo game con il servizio che non lascia scampo a Roberta Vinci. Ora per Krunic un’altra italiana Sara Errani. Per Sara, evitato un secondo derby azzurro, il compito di vendicare Roberta.

Stat Vinci-Krunic

S. Errani b. F. Schiavone 6-2 5-7 6-1 (Alberto Prestileo)

Un sorteggio troppo sfortunato ha messo di fronte al primo turno dei Championships Sara Errani e Franchesca Schiavone. Rispettivamente numero 19 e numero 80 del mondo, le nostre ragazze hanno dato vita ad una partita molto bella, intensa e, come sempre, combattuta. Nessuna delle due voleva perdere, troppo importante poter avanzare al secondo turno lì dove entrambe, lo scorso anno, hanno perso. Andare avanti dunque per poter conquistare punti in ottica classifica, per poter guardare con più ottimismo alla seconda parte di stagione.

Ed è ciò che può fare Sara Errani che, in tre set, si è alla fine sbarazzata della più “anziana” connazionale. 6-2 5-7 6-1 alla fine il punteggio per la bolognese, capace di tenere in mano le redini della partita all’inizio e alla fine. Sarita ha messo in mostra una condizione fisica e mentale troppo superiore a quelle della leonessa, comunque in grado di rimanere sempre a contatto con l’avversaria. E proprio questa capacità di rimanere agganciata al match, permette alla milanese di vincere il secondo set, brekkando Errani per due volte in fila, e costringendola al terzo. Superato il passaggio a vuoto di fine secondo parziale, però, Sara riprende il proprio percorso, chiudendo definitivamente i conti 6-1 al terzo.

Per la bolognese a secondo turno c’è il rischio di un secondo derby, questa volta contro la sua vecchia compagna di doppia Roberta Vinci, impegnata contro Aleksandra Krunic.

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Z. Diyas b. [24] F. Pennetta 6-3 2-6 6-4 (da Wimbledon, AGF)

Che il primo turno di Wimbledon per Flavia Pennetta non sarebbe stato facile lo diceva molto semplicemente la classifica della sua avversaria: Zarina Diyas è numero 34 del mondo, appena fuori dalle teste di serie, e ha confermato in campo il suo valore.
Dopo i break e controbreak iniziali, il primo set ha avuto la svolta decisiva con il break del 5-3 ottenuto da Diyas, che ha poi chiuso a suo favore (non senza fatica) il lungo nono game.
La mia impressione è che nel primo set si sia giocata la partita che voleva fare Diyas: era chiaramente scesa in campo con l’idea di sollecitare il dritto di Flavia e soprattutto di evitare il suo rovescio, e ha perseguito il proprio piano sistematicamente. Lo ha fatto almeno in tre modi: con la direzione del servizio, con l’uso del rovescio lungolinea per evitare di cristallizzare il gioco sulla diagonale sinistra e con la direzione delle risposte. Forse proprio quest’ultimo aspetto è stato quello che ha fatto la differenza in termini di break: rispondendo lungolinea Diyas riusciva immediatamente a impostare il palleggio sui binari desiderati, neutralizzando l’inerzia del servizio di Pennetta.
Del resto le poche volte in cui Zarina ha provato (o dovuto) a utilizzare di più nello scambio il rovescio i gratuiti si sono moltiplicati.

Tutto sommato anche nel secondo set le cose non sono cambiate, e Pennetta ne è venuta fuori semplicemente alzando il proprio livello di gioco. Bene per lei sul piano caratteriale e tecnico, anche se forse provare a cambiare qualcosa sul piano tattico poteva essere una opzione da prendere in considerazione. D’altra parte quando Diyas ha provato a modificare la direzione del servizio (nell’ottavo gioco del secondo set) è stata ripagata da alcune risposte direttamente vincenti di rovescio di Flavia.

Dopo lo sprint necessario per pareggiare i conti, ad inizio terzo Pennetta ha rifiatato giocando un game insufficiente: abbandonata dalla prima di servizio e per ben tre vole anche in doppio fallo, si è subito ritrovata sotto. Diyas sullo slancio ha facilmente mantenuto la battuta, e poi ha dato probabilmente la svolta al match quando ha nuovamente ribrekkato Flavia, in un game molto più combattuto, che le garantito un doppio vantaggio di sicurezza.
Sotto 0-4 Pennetta ha dato tutto con la forza della disperazione: si è rifatta sotto 3-4, ma non le è riuscito il riaggancio nel game conclusivo.
Dopo una partita senza alcune polemiche arbitrali nel decimo gioco si sono concentrati i dubbi: prima sulla volèe del 40-15 che ha consentito a Flavia di salvare il primo match point. Poi, dopo il doppio fallo della parità, un’altra palla di difficilissima interpretazione che è stata chiamata fuori. E così il terzo match point è stato quello buono.
In un campo senza hawk-eye, chiamate come questa rimangono senza conferme. Quello che posso dire è che la parte di pubblico seduta a ridosso del punto di rimbalzo sembrava piuttosto convinta che la palla fosse buona. E non erano solo tifosi italiani. Anche a me è parsa dentro.
In compenso avevo avuto dubbi sulla volèe precedente, che poi Pennetta ha giurato fosse buonissima. Punti di vista, di difficile valutazione.

Una nota di cui non mi ero mai reso conto riguardo al servizio di Zarina Diyas (che vedo per la prima volta dal vivo). Diyas non ha tempi di routine nel movimento: prima di effettuare il lancio della palla si ferma per alcuni secondi a guardare l’avversaria, come per individuare l’istante di debolezza altrui, in cui è meglio effettuare il movimento.
La cosa è abbastanza sorprendente perché questo implica tempi differenti per ogni movimento preparatorio. Mi piacerebbe rivederla in futuro per capire se ho intuito correttamente la situazione.

In sede di bilancio si potrebbe fare un ragionamento schematico in questi termini: Pennetta ha giocato meglio nel secondo set; nel terzo la freschezza di Diyas è stata fondamentale per l’allungo che si è rivelato decisivo.
Di conseguenza il set su cui forse potrebbe recriminare Pennetta è stato il primo, in cui entrambe hanno giocato discretamente, ma a mio avviso il quadro tattico lo ha disegnato Zarina Diyas. Un merito che credo le vada riconosciuto, e che probabilmente è stato determinante.

Stat Pennetta-Diyas

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