"Caro Pete..." Sampras scrive al se stesso sedicenne

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“Caro Pete…” Sampras scrive al se stesso sedicenne

Pete Sampras scrive su theplayerstribune.com una lunga ed emozionante lettera al se stesso sedicenne che sta per passare al professionismo. Il rapporto con Agassi, la morte del suo coach, i consigli affettivi ed anche tecnici, quel set point nella finale dell’Australian Open ’95, le voglie di hamburger nel bel mezzo della notte, gli affetti più cari. Consigli per la carriera, ma anche per la vita

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“Caro Pete sedicenne,

stai per diventare un professionista, e non vedi l’ora. Nel profondo del tuo cuore sai che, alla fine, sfonderai. Ma credimi, sarà più tardi di quello che pensi. All’inizio avrai i tuoi alti e bassi, ma in pochi anni, lotterai per entrare nella Top 5 del ranking mondiale, e vincerai lo US Open, sconfiggendo Ivan Lendl, John McEnroe e Andre Agassi nel cammino. A 19 anni, sarai il più giovane giocatore a vincere lo US Open.

È allora che cambierà tutto.

Sarai un emergente tennista americano con nessuna esposizione mediatica un giorno, poi ti sveglierai dopo lo US Open e passerai di talk show in talk show. Tutti gli occhi saranno puntati su di te, e ci vorrà un po’ di tempo per abituarti all’attenzione di tutti, non andrà d’accordo con la tua personalità riservata.

Essere un tennista professionista vuol dire anche altro oltre a giocare soltanto. Più successo hai, più le persone vorranno qualcosa da te. Non sarà sempre qualcosa che ti andrà di fare, non sarà sempre divertente. La pressione sarà estenuante come qualsiasi cosa che farai mai su un campo da tennis. Ma come campione di tennis, hai una responsabilità. Giochi a tennis perché ti piace, non perché ami le luci della ribalta, quindi sii pronto. Pensa a fare un po’ di allenamento ai media. È una strada lunga. Fortunatamente, sarai fuori dai giochi prima che vengano fuori queste cose chiamate Twitter e Facebook. Sii grato per questo. Un giorno capirai cosa intendo.

Ah, non guardare i giornali. Non leggere quello che dice la gente su di te. Nulla di buono ne verrà fuori. E se senti o leggi qualcosa di negativo, non preoccupartene. Lascia parlare la tua racchetta.

Ora parliamo un po’ del tuo gioco. Durante la tua carriera, inventeranno un nuovo tipo di corda che ti aiuterà a guadagnare un po’ più di spin e velocità. Vedrai uno come Gustavo Kuerten usarla sulla terra e avere successo, e anche i coach più duri e gli altri giocatori ti diranno di usare la nuova corda, assieme al piatto corde più ampio per darti quel margine di errore in più di cui hai bisogno per vincere sulla terra, ma tu resisterai. Sei un po’ nevrotico con il tuo equipaggiamento, come molti altri tennisti, ma se vuoi vincere il Roland Garros e completare il Career Grand Slam, devi provare qualcosa di nuovo. Sii aperto nei confronti della nuova tecnologia.

Per prima cosa, non dimenticarti di prenderti cura della tua arma più importante: il tuo corpo. Stai attento a quello che mangi. Ci saranno momenti in cui ti sveglierai nel bel mezzo della notte mangiando cose da pazzi tipo hamburger e pizza. Perché al tuo corpo manca qualcosa. Se ignori questi desideri e non pensi a quello di cui il tuo corpo ha bisogno (e sicuramente non sono hamburger e pizza), il giorno dopo andrai in campo e ti accascerai al suolo.

Questo non sarà mai così evidente come allo US Open 1996. Affronterai Alex Corretja nei quarti di finale, e nel quarto set finirai la benzina perché non hai mangiato correttamente prima del match. Avrai bisogno di una ricarica, e cercherai una bottiglia di Coca-Cola. Quella non è la risposta. Tutto quello che la Coca-Cola farà sarà farti vomitare sul campo durante il tiebreak del quinto set. Andrai avanti a vincere il match, ma credimi, non sarà divertente (anche se tutti ameranno il dramma).

Un giorno, tutti saranno dei malati della nutrizione. Precedili.

Poi, stai attento alle pillole che prendi. Se prendi dei sonniferi per il jet lag, prima che tu lo sappia, inizierai a prenderle ogni notte. Quando il tuo braccio ti fa male e prendi delle medicine, butta via quella bottiglia. Quelle pillole ti causeranno una dolorosa e persistente ulcera. Stai attento a quello che assumi nel tuo corpo.

Ti capiterà di giocare contro i tuoi eroi, come Ivan Lendl e Jimmy Connors, quelli con cui sei cresciuto. Ti capiterà addirittura di giocare con John McEnroe in doppio, che si rivelerà essere stranamente una combinazione perfetta. Tu, il calmo e controllato destro, e lui il mancino emotivo ed energico. Quando uscirà pazzo, tu sarai la sua influenza calmante. Quando starai dormendo, lui ti caricherà. Vi compenserete l’un l’altro alla perfezione. Vincerete insieme la Davis Cup, e sarà una delle cose più divertenti della tua carriera con probabilmente il più forte giocatore di doppio di tutti i tempi.

Ma quando lascerai il campo definitivamente, ci sarà un avversario che verrà menzionato accanto a te per sempre.
Andre Agassi.

So che non puoi vederla ora, ma avrai una fiera e speciale rivalità con Andre Agassi. Lui sarà il miglior giocatore contro cui giocherai durante la tua carriera, e tirerà fuori il meglio di te. Voi due diventerete i migliori al mondo insieme, e sarà sempre un match tra pesi massimi quando vi affronterete. Ci sarà sempre tanto rumore attorno.

Sarai abbastanza fortunato da giocarci contro in cinque finali del Grande Slam, e ne vincerai quattro. Ma se vuoi vincerle tutte e cinque, ascoltami.

Nella finale dell’Australian Open del 1995, starete sul punteggio di un set pari. Sarai in vantaggio 6-4 nel tiebreak, servendo per il set, cosa che ti porterebbe avanti due set ad uno in buona condizione. Non servire esterno. Vai al centro. Se vuoi andare esterno, ti passerà sul dritto e vincerà il set, il tiebreak ed il match. Sarà l’unica finale Slam in cui ti avrà battuto. Questo aggiustamento non ti garantirà la vittoria, ma ti metterà in una posizione molto migliore.

Vincerai il tuo primo ed ultimo Grande Slam contro Andre, e qualcun’altro in mezzo, inizierai a capire quanto è importante questa rivalità per il tennis americano e quanto è speciale per entrambi come individui. Questa rivalità sarà molto più grande di quanto ciascuno di voi possa aver mai sognato. I vostri stili di gioco sono così differenti, ed anche le vostre personalità. Mantenerla sul professionale e conservare sempre il rispetto reciproco renderà questa rivalità una delle migliori di tutti i tempi.

Non soltanto per Andre e per quella rivalità devi smettere di essere grato, comunque. Ci saranno molte persone che avranno un enorme impatto sul tuo tennis e sulla tua vita, nessuna ha più importanza del tuo futuro coach, mentore e amico, Tim Gullikson.

Durante quello stesso Australian Open del ’95, dove perderai contro Andre nella finale (a meno che non ascolti il mio consiglio), Tim collasserà misteriosamente e sarà costretto a mancare il torneo. Vederlo in ospedale e vedere suo fratello in lacrime, sarà molto più di quello che puoi sopportare da solo.

Parlane. Lo so, sei introverso e riservato. Ma questa cosa è troppo grande per affrontarla da solo. Se non ne parli, la cosa continuerà a crescere ed esploderai in un grande sfogo di emozioni durante i quarti di finale contro Jim Courier, e scoppierai e piangerai proprio lì sul campo.

Tim alla fine soccomberà al tumore al cervello che gli ha causato il collasso, e questo ti colpirà in maniera ancora più forte. Apprezzalo finché ce lo hai con te, e quando sarà andato via, parlane con qualcuno. Mi ringrazierai dopo.

Sono persone come queste, come Tim, che ti condizioneranno. Apprezzali.

Apprezza il tuo amico John Black. Quando ti darà il numero di quella ragazza carina che si chiama Bridgette che hai visto sul teleschermo, ringrazialo, e chiamala. Lo so, non è da te metterti in gioco così. È strano. Ma fallo, chiamala. E dopo, quando diventerà tua moglie, apprezza anche lei. Ogni giorno, apprezzala.

Apprezza le tue sorelle, Stella e Marion, e tuo fratello Gus. Ascoltali, avranno buoni consigli. E sappi che loro ti supporteranno sempre non importa cosa succederà.

Apprezza i tuoi genitori. Ti  daranno gli insegnamenti di cui hai bisogno. Ti supporteranno sempre. Ti lasceranno essere l’uomo che sei. E ora che sei pronto a diventare professionista, apprezza che ti hanno dato un’infanzia normale per quanto possibile. Loro non ti hanno mai messo e mai ti metteranno troppa pressione addosso. Queste sono cose che non puoi vedere a 16 anni, i sacrifici che hanno fatto i tuoi genitori.

Presta attenzione ai tuoi genitori e prendi nota. Ti servirà quando un giorno avrai un paio di bambini tuoi.

Hai sedici anni e la tua vita è solo all’inizio, ma non farti risucchiare e guarda sempre avanti. È difficile perché in ogni torneo, anche quando vinci, la tua attenzione immediatamente passa a quello successivo. Prenditi del tempo per apprezzare le tue vittorie più importanti e condividile con la tua famiglia e con i tuoi amici. Approfitta della tua giovinezza e goditela. Il viaggio è la vera ricompensa.

Gioca intensamente, fallo nei tuoi termini, e rimani vero con te stesso. Fai questo, e non puoi sbagliare.

Cordialmente,

Pete”

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Traduzione di Giulio Fedele

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