Wimbledon interviste, Raonic: “All’inizio odiavo l’erba, ora ho imparato ad amarla”

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Wimbledon interviste, Raonic: “All’inizio odiavo l’erba, ora ho imparato ad amarla”

Wimbledon, secondo turno: M. Raonic b. T. Haas 6-0 6-2 6-7(5) 7-6(4). L’intervista del dopo partita a Milos Raonic

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Hai chiuso la porta in modo piuttosto deciso dopo un game complicato alla fine. A volte è comodo avere un gran servizio no?
Certo, aiuta. Mi rende la vita un po’ più facile.

Quando hai un’arma come il tuo servizio, ci vogliono un paio di anni ad organizzargli il gioco intorno? Puoi parlarcene?
Certamente ho avuto bisogno di tempo per organizzare il mio gioco e trovare la mia identità tennistica. Non ero il migliore da junior ma dopo che ho capito quali erano i miei punti di forza sono arrivati i progressi.

Pensi di essere completo ora?
No, sto migliorando ogni giorno e so cosa devo fare. Devo solo fare meglio in alcune cose.

Tommy Haas ha 37 anni, cosa ne pensi?
È incredibile quel che sta facendo. Non sta solo giocando a 37 anni ma sta anche tornando alla grande. È un testimonial della passione per il gioco e dell’etica del lavoro che fa sì che i problemi gravi non sembrino così gravi.

Nel terzo set hai avuto una sorta di ansia, se non panico?
No, stavo servendo bene, dovevo solo trovare un modo di giocare meglio da fondo e rispondere meglio.

Magari volevi chiudere in tre e nel terzo eri più sotto pressione?
Non credo. Lui stava giocando bene, probabilmente meglio di me nel terzo set.

Quali sono i tuoi pensieri per il match contro Nick Kyrgios?
Sarà un bel match, è un anno che non giochiamo contro. Credo che siamo cambiati molto entrambi. Non vedo l’ora.

Cosa ricordi del match dell’anno scorso?
Ricordo molti momenti difficili, ma mi aiutò la mia calma. Ebbi delle opportunità che non sfruttai ma credo che il mio atteggiamento mi aiutò molto in quel match.

Quanto sei migliorato da quella vittoria?
Molto, sento di fare molte cose meglio. Penso di capirmi meglio. Sento di sapere come controllare meglio la situazione, sia dal punto di vista fisico che mentale. Ho guadagnato molta esperienza da allora. Prima vincevo giocando bene. Ora anche se gioco male posso vincere grazie alla mia forza mentale.

Pensi che sia giusto pensare a te come il bravo ragazzo e lui come il selvaggio?
Non m’interessa, penso solo a cercare di vincere la partita.

Quali sono le parti del suo gioco che trovi più difficili da contrastare?
Sicuramente per entrambi sarà fondamentale il servizio. Tutti e due facciamo bene negli scambi brevi, da due a cinque colpi. Credo che la chiave sarà su chi riuscirà a comandare in quei casi.

È un big match nella tua testa?
È il terzo turno di uno Slam, niente di più o di meno.

Come va il piede? Senti dolore?
Ho un po’ di fastidio ma è normale dopo un’operazione. Niente di speciale.

Meno che nel primo turno o non è cambiato niente?
No, più o meno è lo stesso, non si può guarire in un giorno. Man mano che passano i giorni il piede migliora ma il fastidio non va via.

Ti servono antidolorifici?
No.

Ti piace giocare sull’erba?
Ho imparato ad amarla. All’inizio non era così, ho ricordi terribili del 2011 in cui scivolavo sempre e pochi giorni dopo mi sono operato all’anca. Ma una volta che l’ho capita ho iniziato a divertirmi.

Credo che tu abbia registrato il terzo servizio più veloce della storia di Wimbledon oggi. Significa qualcosa per te? E quanto credi di poter migliorare ancora in questo?
No, non m’interessa, finchè il servizio non torna indietro sono felice (ride).

 

Traduzione di Paolo Valente

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