Wimbledon interviste, Brown: “Tutti sognano almeno una volta di giocare sul centrale”

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Wimbledon interviste, Brown: “Tutti sognano almeno una volta di giocare sul centrale”

Wimbledon, secondo turno, D. Brown b. R. Nadal 7-5, 3-6, 6-4, 6-4. L’intervista del dopo partita a Dustin Brown

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Quando sei uscito dal campo, John McEnroe ha detto che la tua partita è stata una delle migliori mai giocata a Wimbledon da parte di un giocatore non di alta classifica. Come descriveresti la tua prestazione di oggi?
Lo ha detto anche a me durante un’intervista per la radio. E’ una cosa bellissima detta da lui che appartiene a una generazione di giocatori che giocava moltissimo serve and volley. E’ stato bello riuscire a giocare oggi in quel modo e riuscire a farlo per molto tempo. Sapevo come giocarci perché lo avevo già incontrato ad Halle e sapevo anche che qui le condizioni erano diverse: l’erba è un po’ più lenta e soprattutto qui si gioca tre set su cinque.

I tuoi games di risposta sono interessanti e insoliti rispetto al resto degli altri giocatori: alterni palle corte a risposte aggressive. Puoi dirci qual è il tuo approccio quando ti prepari a rispondere al servizio di Nadal?
Il punto è che devo provare a giocare in modo da farlo uscire dalla sua zona preferita. Se fossi rimasto a scambiare da fondo non sarei riuscito a giocare bene, così ho provato a fare il mio gioco. Anche rischiando di sbagliare qualche risposta ho provato a non dagli ritmo, a non fargli colpire troppe palle. Nel secondo set è entrato meglio in partita e per me è stato più difficile perché con lui devi riuscire a mettere la palla negli ultimi centimetri del campo e negli angoli, e anche così è riuscito a passarmi.

Cosa pensi della carriera e di quanto ha fatto Rafa fino ad oggi, soprattutto alla luce del tuo risultato odierno?
E’ una domanda molto difficile. Sicuramente lui è uno dei più grandi sportivi di tutti i tempi e per me essere riuscito a batterlo due volte, sulla mia superficie preferita, è sicuramente una fortuna. Non avrei certo voluto giocare con lui sulla terra o sul cemento perché in quel caso avrei avuto molte più difficoltà a giocare il mio tennis. Ero contento di avere la possibilità di giocare contro di lui su questo campo, a prescindere da come fosse andata a finire, perché tutti i ragazzi che giocano a tennis sognano di riuscire una volta a giocare qui sul campo centrale. Aver giocato in questo modo contro di lui, ed esserci riuscito per tutto il match è stato speciale.

Hai un tatuaggio molto particolare. Ce ne puoi parlare?
È il ritratto di mio padre, l’ho fatto lo scorso anno. Non riesco a vederlo molto spesso, solo al termine della stagione. Il tatuaggio era una delle cose che volevo fare da molto tempo.

Cos’hai provato quando sei andato a servire per il match?
Sicuramente avrei preferito fargli il break e non dover servire. Quando sono andato a rete sul 15-40 mi sono detto di cercare di fare una volée decente; ho visto il suo rovescio e ho pensato che sarebbe andato lungo, poi mi sono girato e ho visto la palla sulla riga. Lui poi ha fatto un ace e due servizi vincenti. Lì mi sono detto che se il destino voleva che perdessi l’avrei fatto provando ad essere più aggressivo possibile, che poi è quello che non è successo sul mio primo turno di battuta. Ho fatto il peggior doppio fallo di tutta la partita. Lì mi sono detto “Okay, non importa, hai servito un sacco di volte per il match. Sii aggressivo e, se proprio devi fare un altro doppio fallo, che sia almeno veloce e lungo”.

Hai sempre detto di non curarti dei giudizi degli altri e di essere felice come sei. Puoi spiegarmi bene cosa intendi e anche ci puoi dire quali sono le tue riflessioni riguardo ai tempi in cui vivevi nel camper?
Sicuramente tutto questo mi ha fatto diventare la persona che sono, ha formato il mio carattere dentro e fuori dal campo, e credo che mi abbia portato fino ad oggi, che credo sia il giorno più felice della mia vita. E’ difficile rispondere quando le persone mi chiedono di parlare di me. Tutti noi siamo diversi l’uno dall’altro, per me è normale essere così e non provo ad essere diverso.

Hai detto che preferisci incontrare Rafa sull’erba rispetto alla terra battuta. Credi che anche gli altri giocatori la pensino come te?
Dovresti chiederlo agli altri. Credo che dipenda dal tipo di giocatore, sicuramente ce ne sono alcuni che non vorrebbero incontrarlo neanche sull’erba, e nemmeno io se fossi costretto a scambiare da fondo. Questa ovviamente è una superficie che favorisce il mio tipo di gioco, mi permette di fare il mio gioco e così riesco a togliere tempo a Rafa e lo costringo a giocare colpi che normalmente non gioca. Da fondocampo è uno dei migliori e quando riesce a colpire bene di diritto il punto è fatto.

Molti giocatori esprimono il proprio carattere attraverso il loro modo di giocare. Come pensi che venga espressa la tua personalità attraverso il tennis? Cosa possiamo sapere di te attraverso il tuo modo di giocare?
Non so cosa si veda da fuori perché non mi vedo giocare, però so che posso giocare partite come questa ma anche pessimi match. Tempo fa ho giocato un quarto di finale in un challenger a Roma. Non so cosa ho combinato ma è stato terribile. Ho perso 6-1 6-2 in meno di un’ora. Credo che la cosa principale per me sia accettare che il mio gioco abbia questi alti e bassi, poi devo sapere bene cosa devo fare in campo e cercare di metterlo in pratica, sia che io vinca o perda.

Pensi che ora gli altri giocatori non vogliano giocare contro di te?
Lo spero (ridendo). Su questa superficie sicuramente so che posso fare il mio gioco. Ovviamente non sono imbattibile ma mi viene più naturale giocare sull’erba. Non so cosa pensino gli altri giocatori perché naturalmente nessuno mi ha detto niente, ma so che posso fare bene. Non vedo l’ora di giocare la prossima partita.

 

 

traduzione di  Alessia Gentile

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