Niente da fare per l'Italia, la seconda settimana di Wimbledon resta un tabù

Editoriali del Direttore

Niente da fare per l’Italia, la seconda settimana di Wimbledon resta un tabù

Andreas Seppi cede in 4 set ad Andy Murray ma esce a testa alta. Male invece Camila Giorgi che ha commesso troppi gratuiti per sperare di superare la Wozniacki. La sconfitta della Kvitova regala il 6° Wimbledon a Serena?

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Anche quest’anno, come lo scorso, nessun italiano alla seconda settimana. O, più esattamente, agli ottavi. Un anno fa Bolelli concluse, e perse, al lunedì il suo match di terzo turno con Nishikori. Ma appunto era un terzo turno. Non è un bel risultato se pensiamo che nel tabellone maschile figurano 12 nazioni con almeno un rappresentante superstite (Serbia, Svizzera, Francia, Croazia ne hanno due) e in quello femminile sono 11 (ma gli Usa ne hanno 4, e hanno celebrato un bell’Independence Day…, Bielorussia e Svizzera 2: insomma, passi per gli USA, ma che la piccolissima Svizzera abbia 4 rappresentanti e noi zero un po’ dà fastidio).

A Seppi non si poteva onestamente chiedere di più, anche se quando è passato in vantaggio di un break nel quarto set, dopo aver infilato una serie di sei games consecutivi, per un attimo ci siamo illusi. In teoria, non conoscessimo Murray, campione quanto piagnone, avremmo potuto illuderci ancor più quando ha chiamato il fisioterapista per curarsi un fantomatico dolore alla spalla. O quel fisioterapista è un mago oppure dopo aver perso 6 games di fila prima del MTO, ecco che Andy ha conquistato lui sei games di fila e vinto il match. Per carità, lo scozzese è più forte del nostro, i risultati – e non solo i confronti diretti (6-1 e gli ultimi 6 di fila: questo 6 oggi è un numero ricorrente) parlano per lui – però una volta il tennis era un gioco continuo, non lo si poteva interrompere. Oggi i giocatori troppo spesso si servono del MTO per spezzare il ritmo all’avversario. E non è né bello né sportivo. Detto questo so benissimo che Murray è più forte di Seppi, lo si è visto finchè non si è distratto – o si è…procurato un dolorino alla spalla…- ed è certo meglio per il torneo (ma non per Seppi e per il tennis italiano) che lo scozzese vada avanti perchè lui è uno che può vincere il torneo e , onestamente, Seppi no.

Andreas ha avuto comunque il merito di cercare di reggere il confronto. Cosa che purtroppo Camila Giorgi, in giornata nerissima, non è invece riuscita a fare. Non si può fare tutta quella caterva di errori solo perchè, come ha detto il padre Giorgi (bravissimo nel trovare alibi per Camila così come a motivarla sempre con proclami superottimisti ed incoraggianti), ha perso 3 kg in circostanze abbastanza misteriose (o comunque non spiegate) dalla vittoria nel torneo di Hertogenbosch a oggi. Papà Giorgi sostiene – ma solo oggi – che Camila non ha mai giocato bene in nessuno dei tre match disputati qui “li ha vinti perchè le altre erano troppo più deboli”, ma insomma fatto sta che purtroppo l’Italia è fuori da questo Slam che è sempre stato quello che ci ha dato le minori soddisfazioni, come ha ricordato in un suo articolo riepilogativo Roberto Salerno un giorno fa. Solo Panatta e Sanguinetti, e con tabellloni non irresistibili, hanno centrato i quarti, dopo la famosa semifinale di Nicola Pietrangeli nel 1960 (perduta 6-4 al quinto).

Per il resto ho registrato l’ennesima sconfitta inattesa di una delle prime teste di serie del torneo femminile, stavolta la campionessa in carica Petra Kvitova. Battuta da una Jankovic che ha forse trovato la sua miglior giornata di servizio da anni. Un bel ritorno il suo. In quel momento, ho twittato che Serena Williams, graziata venerdì sera dalla Watson che era arrivata a due punti dal match, ha probabilmente vinto il suo sesto Wimbledon. Dalla Sharapova non perde mai, dopo il trauma che la russa le procurò quando aveva 17 anni sorprendendola qui.

In aggiornamento

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