Wimbledon femminile: ottavi e quarti in ventiquattro ore

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Wimbledon femminile: ottavi e quarti in ventiquattro ore

Serena Williams supera Venus e Agnieszka Radwanska Jelena Jankovic. Le donne affrontano un momento critico del torneo: tra ottavi e quarti di finale, infatti, non è previsto il giorno di riposo.

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Il turno degli ottavi di finale di Wimbledon 2015 non è facile da sintetizzare, perché dopo le tante eliminazioni eccellenti della prima settimana, il tabellone si era sviluppato in modo disomogeneo. E così per alcune l’impegno appariva (almeno sulla carta) piuttosto agevole, mentre per altre invece si poteva ipotizzare che il match sarebbe stato combattuto.

Naturalmente la partita più prestigiosa era lo scontro delle sorelle Williams: 27 Slam in campo, 10 vittorie a Wimbledon, solo per citare due dati tra i tanti. Ha vinto Serena, come si presumeva: sin da quando hanno cominciato ad essere protagoniste del circuito, Venus e Serena sono state accusate si decidere a tavolino a chi convenisse vincere, e oggi sicuramente la vittoria sarebbe stata fondamentale per Serena. Ma va anche detto che ormai il confronto comincia ad essere impari, come il ranking illustra chiaramente: Serena è la numero 1 del mondo per distacco sulla seconda mentre oggi Venus è la numero 16.

Dopo le sorelle Williams, il match con la coppia di giocatrici più titolate era quello di Radwanska e Jankovic: ex numero 1 e numero 2 del mondo, finaliste Slam.
C’erano sette precedenti tra di loro, con un andamento strettamente legato alle superfici: Jankovic aveva vinto i due match disputati sulla terra, Radwanska i cinque sul cemento. Il confronto sull’erba era dunque un inedito, e la vittoria di Aga conferma la sua maggiore attitudine alla superficie. Jelena ha provato a ripetere la partita contro Kvitova: sotto di un set e di un break si è riportata in parità nel secondo set, ma sul 4 pari ha nuovamente ceduto il servizio.
Una curiosità regolamentare: sulla palla break del 4 pari il giudice di sedia ha chiamato per la seconda volta una time violation a Jankovic e a quel punto Radwanska ha chiesto di ottenere il punto. L’arbitro le ha replicato che la time violation al servizio  dalla seconda volta in poi non comporta concessione di punti, ma semplicemente la perdita della prima di servizio. Aga non conosceva bene la norma.
Segnalo che Radwanska sino ad oggi non ha ancora perso un set; insieme a lei approdano ai quarti con il percorso netto anche Azarenka, Sharapova e Vandeweghe.

Senza raggiungere (almeno sino ad ora) il prestigio dei due match con le quattro protagoniste citate, almeno altre tre partite erano di grande interesse, e tutte con una caratteristica comune: scendevano in campo rappresentati della generazione di mezzo (Azarenka, Wozniacki e Safarova) contro giovani emergenti come Bencic, Muguruza e Vandeweghe.

Azarenka ha regolato Bencic in due set (6-2,6-3), ma penso sarebbe sbagliato considerare una prova negativa quella di Belinda.
Lo dico perchè anche se l’erba non si può definire la superficie preferita di Azarenka, Vika a Wimbledon ha comunque alle spalle semifinali e tante vittorie eccellenti. E Bencic ha saputo conquistarsi un posto nella seconda settimana sconfiggendo giocatrici non facili come Pironkova e Mattek-Sands (che aveva eliminato Ivanovic giocando un match brillante ed aggressivo).
Insomma la partita era difficile per Bencic, ben al di là di quanto dicesse il ranking (Azarenka numero 24, Bencic 22) perché va tenuto conto di tutte le traversie fisiche passata da Azarenka negli ultimi dodici mesi.

Tra le giovani Muguruza continua la sua corsa malgrado abbia avuto sino ad ora uno dei tabelloni più complicati in assoluto (Lepchenko, Lucic e soprattutto Kerber). Il 6-4, 6-4 con cui ha eliminato Wozniacki forse non illustra quanto sia stato duro e impegnativo il match. In questi giorni Caroline sembrava essere tornata il muro dei tempi migliori, con numeri irrisori alla casella dei gratuiti. Ma Garbiñe ha mostrato una solidità nel palleggio quasi equivalente, aggiungendoci in più la naturale maggiore aggressività di gioco.
Riuscire a battere una dopo l’altra due delle migliori difensiviste del circuito come Kerber e Wozniacki  è a mio avviso dimostrazione di una tenuta fisica, tecnica e nervosa eccezionale. I quindici posti di differenza nel ranking (20 Muguruza, 5 Wozniacki) non si sono visti, perché Garbiñe ha saputo alzare il proprio livello mostrando un tennis da top ten.
Caroline d’altra parte conferma ancora una volta che per lei il quarto turno di Wimbledon è un ostacolo insuperabile: è la quinta volta in carriera che arriva a questo punto e per la quinta volta non riesce ad andare oltre.

Se Muguruza partiva con un handicap di 15 posti in classifica, Vandeweghe ne concedeva addirittura 41 a Safarova (47 a 6). In termini di ranking l’impresa della giornata è la sua.
Ma sull’erba il servizio di Coco diventa un’arma temibilissima, che quasi le consente di annullare le differenze con le migliori. Il suo tabellone (Schmiedlova, Pliskova, Stosur) è stato forse il più duro insieme a quello di Muguruza eppure ancora deve perdere set. Oggi ha fatto ricorso a due tiebreak per sconfiggere un’avversaria forse non al massimo della freschezza mentale, ma che sembrava stesse trovando la forma strada facendo.
Di questa partita sottolineerei un dato, quello della conversione delle palle break: Vandeweghe 2 su 2, Safarova 2 su 9. Una statistica che illustra la maggior capacità di giocare meglio i punti importanti da parte di Coco. Avevo avuto l’impressione che Lucie non avesse del tutto recuperato sul piano nervoso dopo le fatiche di Parigi, e mi pare che questi numeri lo confermino.

Per la verità c’era un altra partita che metteva di fronte una top ten contro una giovane emergente: Sharapova contro Diyas (ranking 4 contro 34). Ma, magari sbaglio, a me sembrava un match meno incerto sul piano del pronostico; fra l’altro qualche mese fa le due si erano incrociate a Melbourne ed era finita 6-1, 6-1.
In conferenza stampa Sharapova ha spiegato che l’erba rende migliore il gioco di Diyas, perché Zarina è molto brava a colpire stando bassa e compatta, e questa dote è fondamentale per rendere sui campi di Wimbledon. Ma Sharapova è troppo solida mentalmente per perdere match di questo tipo, e oggi non solo ha vinto, ma lo ha saputo fare in due set malgrado si fosse ritrovata indietro nel secondo.

Due match forse ancora più scontati sul piano del pronostico apparivano quelli di Keys contro Govortsova e Bacsinszky contro Niculescu. Questo sulla carta, naturalmente, perché in realtà le giocatrici meno considerate hanno sì perso, ma solo in tre set ed entrambe dopo avere vinto quello di apertura. Addirittura Bacsinszky ha cominciato con un 1-6, e ci ha messo un po’ a trovare la strada giusta per venire a capo di un’avversaria anomala come Niculescu. In più per Timea i precedenti non erano di aiuto, visto che contro Monica aveva perso quattro volte su cinque.

Difficoltà in avvio anche per Keys, che si è ritrovata nella strana situazione di aver tutto da perdere pur essendo nella seconda settimana di Wimbledon: rovescio della medaglia di un turno sicuramente fortunato. Contro una giocatrice classificata al 122mo posto al mondo ma che sta attraversando giornate di ispirazione straordinaria, Madison ha steccato in partenza (3-6) Per quanto Keys spingesse, Govortsova riusciva spesso a contenere e a spingere a sua volta. Tutto le girava alla perfezione, come si notava dalle risposte choppate che regolarmente ricadevano nell’ultimo metro di campo.
Keys ha un po’ vacillato nel secondo set, quando non riusciva a scrollarsi di dosso l’avversaria, ma una volta pareggiati i conti le differenze di classifica sono emerse.

A questo punto del torneo, delle otto giocatrici in gara, tre sono americane, le statunitensi Serena Williams, Keys, e Vandeweghe, e cinque sono europee: una bielorussa (Azarenka), una russa (Sharapova), una spagnola (Muguruza), una svizzera (Bacsinszky) e una polacca (Radwanska),
Va anche detto che gli Stati Uniti hanno per forza dovuto perdere una rappresentante, visto che Serena e Venus si scontravano tra loro. E tutte e otto le giocatrici ancora in corsa non erano presenti nei quarti dell’anno scorso.

Ma il bilancio del lunedì non può essere considerato come un evento a sé: a Wimbledon le donne disputano subito i quarti, senza giorno di riposo. E’ evidente che chi è stata poco in campo, chi ha speso meno sul piano fisico e nervoso, avrà più possibilità di dare il meglio anche nel turno del giorno dopo.
Le partite sono appena finite ed è già tempo di guardare immediatamente al match successivo: nella sua conferenza stampa Azarenka non ha fatto in tempo a sedersi che è stata tempestata di domande sulla partita che l’attende contro Serena, senza che nessuno si preoccupasse di chiedere qualcosa sul match della giornata contro Bencic. Vika non ha gradito, ma questo è anche il segnale di quanto siano concatenati i due turni. I tempi incalzano e quando il match è importante bisogna lasciarsi tutto alle spalle immediatamente.

Per questo a conclusione dell’articolo inserisco il punteggio e la durata dell’incontro per ciascuna giocatrice uscita vincente, direttamente confrontata con l’avversaria del prossimo turno:

Serena (6-4, 6-3) in 67 minuti
Azarenka (6-2, 6-3) in 68 minuti

Sharapova (6-4, 6-4) in 97 minuti
Vandeweghe (7-6, 7-6) in 108 minuti **

Muguruza (6-4, 6-4) in 92 minuti
Bacsinszky (1-6, 7-5, 6-2) in 129 minuti

Keys (3-6, 6-4, 6-1) in 92 minuti ***
Radwanska (7-5, 6-3) in 102 minuti

N.B nel tardo pomeriggio due di loro hanno anche disputato il doppio:
** Coco Vandeweghe ha giocato tre set nel doppio femminile, rimanendo in campo per altri 101 minuti (Hsieh/Pennetta def Groenefeld/Vandeweghe 3-6, 6-0, 9-7)
*** Madison Keys ha giocato tre set nel doppio misto, rimanendo in campo per altri 127 minuti (Kubot/Hlavackova def Kyrgios/Keys 3-6, 7-6, 10-8).

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