Wimbledon: siamo già ai quarti ma il vero torneo comincia adesso

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Wimbledon: siamo già ai quarti ma il vero torneo comincia adesso

A Wimbledon domani è il giorno degli uomini. Quattro partite che sembrano chiuse, ma mai dire mai: chi ha più possibilità tra Simon, Cilic, Gasquet e Pospisil?

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Tanto rumore per nulla? Più o meno. Questa edizione di Wimbledon potrebbe passare alla storia come quella più noiosa di sempre, se non fosse che il torneo probabilmente comincia solo domani. I dieci giorni che abbiamo alle spalle sono serviti per scrollare alcune tossine ai favoriti e a poco altro.

Se è vero che mancano la metà delle prime otto teste di serie è anche vero che manca la metà meno nobile, cioè quella dal numero 5 al numero 8. Nishikori si è infortunato; Ferrer non ha neanche iniziato il torneo; Raonic veniva da un infortunio che gli aveva impedito di partecipare al Roland Garros. Resterebbe l’eterno incompiuto, Tomasino Berdych, rimasto imbrigliato nella solita ragnatela di quel gatto pestifero di Simon, che gli ha impartito una severissima lezione tattica.

Ma i primi 4, quelli strafavoriti, i Fab Four della seconda metà degli anni ’10 sono tutti lì. E sono arrivati ai quarti praticamente senza penare, con la dovuta eccezione di Novak Djokovic, il numero 1 del mondo, che ha dovuto faticare due giorni per venire a capo di quella che ha definito – esagerato – la partita più dura mai giocata da queste parti.  Nole è sembrato in grosse difficoltà con un Anderson che sarà stato pure in grande spolvero, ma che insomma nei precedenti era sotto 4-1 e tranne che in quella partita vinta mai era arrivato a 5 in un set. Insomma il sudafricano è uno che Djokovic si mangia a colazione e il fatto che sia stato sull’orlo del baratro – non soltanto sotto di 2 set a zero ma anche 15-40 sull’1-2 del quinto set –    è più che un campanello d’allarme. Il fatto è che Djokovic non sembra il ritratto della serenità. La grande consapevolezza degli ultimi nove mesi sembra essere sparita insieme al terribile sforzo nervoso di Parigi, quando in campo è sceso un giocatore sempre sull’orlo di una crisi nervosa, finalmente scioltasi con quel pianto al cospetto di Stan Wawrinka. Si sperava che il serbo potesse ripartire  ma è bastato perdere un tiebreak perché Nole tornasse a vedere qualche fantasma. Il modo con cui ha perso il tiebreak del secondo set, nonostante Anderson abbia fatto dei veri e propri numeri, è più che anomalo. Adesso lo aspetta Marin Cilic, il giocatore più misterioso degli ultimi anni, capace di inabissarsi fuori dai top 20; di ritrovarsi vincendo Slam travolgendo ogni cosa al suo passaggio, di tornare nell’anonimato e di ritrovarsi adesso ai quarti di Wimbledon. Il match è una replica dello scorso anno, quando Nole si trovò sotto per 2 set a 1 – ancora dopo un tiebreak- ma poi lasciò solo 4 giochi al croato. Cilic ha faticato molto sia con Isner che con Berankis e ha lasciato un set anche a Kudla. Con Djokovic è sotto 12-0. In teoria qualsiasi risultato diverso da una agevole vittoria di Djokovic sarebbe una gran sorpresa. In teoria…

L’altro quarto della parte alta è dominata dal vincitore del Roland Garros, Stan Wawrinka. Lo svizzero è l’unico giocatore rimasto che non ha ancora perso un set e solo con Goffin ha avuto qualche difficoltà. Il tabellone è stato abbastanza agevole ma The Man è un giocatore con una consapevolezza nuova. Il modo con cui ha vinto con Verdasco, ad esempio, è da grande fuoriclasse, con un break per set quando serviva. Stan ha ancora qualche problema tecnico da risolvere, soprattutto con la risposta è poco a proprio agio con i rimbalzi bassi dell’erba. Se è rimasto il giocatore capace di condurre all’avvilimento il povero Djokovic non ci potrà essere partita contro il Gasquet migliore degli ultimi anni. Richard ha vinto una gran partita contro Kyrgios, perché l’australiano non ha giocato affatto male e vincerà presto da queste parti. E per quanto Dimitrov possa essere entrato in una fase involutiva sull’erba da solo non si batte, bisogna dargli una mano. Poi stavolta il francese oltre a mettere in mostra il solito rovescio è sembrato meno tormentato, addirittura meno distante dai teloni di fondo campo. Se riesce a mantenere queste predisposizione può provare a fare partita con Stan. I due si sono incrociati poche volte e sono 1-1. Ma il primo incontro erano dei bimbi e Gasquet non ebbe problemi a superare Stan . Il secondo, sulla terra di Parigi, fu giocato 2 anni fa e si chiuse solo 8-6 al quinto dopo che Stan recuperò da 2 set a 0. Certo un altro Stan. Ma anche un altro Gasquet.

Nella parte bassa, Simon cercherà di strappare il servizio ad uno che non lo perde da 107 turni consecutivi. Ma se c’è qualcuno che può dar fastidio a Sua Maestà è proprio Gilles Simon, capace di batterlo nei primi due incontri e di infastidirlo terribilmente almeno altre tre, quelle più importanti: in Australia, a Parigi (entrambe finite al quinto set) e nella finale di Shanghai dell’anno scorso quando a Federer ci vollero due tiebreak per vincere il torneo. Certo, qui siamo sull’erba, ma lo stesso Federer non scommetterebbe sulla tenuta del suo record, e non ce la sentiamo di contraddirlo. Da qui a ritrovarci Simon in semifinale naturalmente ce ne corre.

Infine il quarto più scontato di tutti, quello tra il favorito numero 1 del torneo e l’outsider. Per quanto visto fin qui Murray appare il più in palla, nonostante i set lasciati per strada a Seppi e a Karlovic. E se a qualcuno viene in mente Federer meglio che dia uno sguardo ai diversi tabelloni che i due hanno avuto. Come scritto altre volte questo Murray ha una consapevolezza nuova, gioca meglio di due anni fa e ha di fronte avversari che per un motivo o per l’altro sembrano più deboli. Non vincesse il torneo sarebbe una sorpresa. Che non vinca domani neanche un’ipotesi. In ogni caso tanti complimenti a Pospisil, quanto ci sarebbe piaciuto ci fosse un altro al suo posto…

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