Wimbledon interviste, Murray: "A Kyrgios dico che con i media bisogna essere se stessi"

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Wimbledon interviste, Murray: “A Kyrgios dico che con i media bisogna essere se stessi”

Wimbledon, quarto turno: A. Murray b. I. Karlovic 7-6 6-4 5-7 6-4. L’intervista del dopo partita a Andy Murray

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Tu sembri sempre un giocatore molto tattico, sul match point e in altre occasioni sembravi stessi per servire centrale ma sei andato esterno e lo hai ingannato. È una tattica efficiente?
Sì, credo che contro di lui su questa superficie sì. Gli piace prendersi delle opportunità sulla seconda di servizio. Per alcuni quando fai un servizio in kick la palla arriva fin qua sù, per lui è più giù. Lui ci gira attorno e colpisce di dritto e lo fa bene, è grande e quando impatta bene esce un gran tiro. Io ho provato a usare un po’ di varietà per non farlo stare a suo agio.

Devi essere estasiato per la precisione del tuo servizio.
Sì, ho messo un sacco di prime, non ho servito forte come al solito, ho preferito tenere la percentuale alta. Durante gli scambi mi sentivo a mio agio. Ma contro di lui è un match tattico e duro, è stressante giocarci contro.

Dovresti conoscere bene il tuo prossimo avversario, lo hai affrontato 3 volte negli ultimi 10 mesi.
Sì.

Immaginavi sarebbe stato diverso?
È una superficie diversa, le tre volte erano sul cemento e credo un paio fossero indoor. Non ci avevo mai giocato sull’erba, ha vinto il doppio qui e gioca bene su questa superficie.

Porta tuo fratello a cena domani e vedi se potrà darti un paio di consigli. Sta facendo bene al momento.
No, non lo porterò a cena. Di solito non lo faccio perché il doppio e il singolo sono cose diverse. Ci ho giocato abbastanza negli ultimi mesi per conoscere il suo gioco.

Tornando a Karlovic, credo gli hai fatto il pallonetto 5 volte, è uscito spontaneo?
Credo siano più di 5 (ride).

Era qualcosa che hai pensato fosse efficace ed hai continuato ad usarlo?
Beh, ci sono molte ragioni per il quale è una buona soluzione contro i giocatori che vengono a rete. Se lo usi da subito, poi loro non possono avvicinarsi troppo alla rete quando avanzano. È buono usarlo non solo contro di lui, ma contro tutti, perché impedisce loro di avvicinarsi alla rete.

Hai avuto problemi con qualcosa che pensi tu debba lavorarci su?
È difficile giudicare questo contro Ivo, perché è un match completamente diverso rispetto a quelli che giochi nel tour. Credo di aver giocato buoni passanti, di esser rimasto concentrato durante tutto il match.

Nick era nella stanza prima della tua, era turbato per qualcosa detto dai media e lui dice di esser stato frainteso. Tu passi molto tempo coi media, cosa potresti dirgli o consigliarli.
La cosa più importante è cercare di essere se stessi, non credo che tutti apprezzino quanto duro sia crescere sotto la luce dei riflettori, quanto difficile è avere tante persone che si aspettano che tu sia perfetto a una giovane età. Mi piace Nick, ci ho parlato lontano dai campi ed è una persona diversa. Troverà la sua strada, sperando che ci siano buone persone vicino a lui con esperienza e che possano aiutarlo, gente come Hewitt e Pat Rafter, è importante ascoltarli.

Come sta la spalla? É guarita?
Sì, mi sento meglio, mi sarebbe piaciuto servire un po’ più forte oggi. Oggi ho giocato tre ore e mi sento meglio di com’ero tre giorni fa, il che è positivo.

Quattro scozzesi, tuo fratello ha appena vinto, Maia Lumsden, Anna Brogan. Un’ondata di ragazzini scozzesi arrivano dopo di te.
Spero sia così, ovviamente i risultati di oggi sono fantastici, entrambe le ragazze hanno un atteggiamento fantastico. Anche Ali Collins lavora bene ed è questo che voglio vedere, ragazzi che raggiungono il loro potenziale, qualsiasi esso sia.

Hai parlato di trovare il giusto equilibrio tra le emozioni in campo e fuori, il fatto che tu ora riesca a controllarti è puramente una evoluzione o è qualcosa che ti ha portato Amélie?
No, credo che molto venga dall’esperienza, dal lavoro e dal capire cos’è che non va, ovviamente non sono perfetto e potrei migliorare. Gli Australian Open di quest’anno sono un esempio di dove avrei potuto far meglio. Ma ora ho solo una prospettiva migliore sulla vita rispetto a quando avevo 21 o 22 anni, questo aiuta.

Prima del torneo hai detto che avresti giocato meglio del 2013, come paragoni come senti il tuo gioco ora rispetto ai Wimbledon precedenti arrivato a questo punto?
È molto difficile rispondere, credo di star giocando bene, sono nei quarti contro Pospisil ed è una buona opportunità per me, mi sono preparato bene per il torneo. Gli ultimi match al Queen’s sono stati molto positivi per me e anche il tennis giocato in questa settimana era buono, non so come rispondere a questa domanda.

 

Traduzione di Paolo Di Lorito

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