Se c'è un'ingiustizia, l'ha patita Serena Williams. Nessuna meriterebbe il Grande Slam più di lei

Editoriali del Direttore

Se c’è un’ingiustizia, l’ha patita Serena Williams. Nessuna meriterebbe il Grande Slam più di lei

Dopo Steffi Graf, unica a realizzarlo su quattro superfici diverse, nessuna tennista è stata completa come Serena Williams (21 Slam e 6 Wimbledon). Neppure Monica Seles, Justine Henin, Kim Clijsters, Venus Williams, Jennifer Capriati, Amelie Mauresmo. Non è un problema di Slam vinti

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Se c’è una tennista che meriterebbe di realizzare il Grande Slam– ma nello stesso anno eh, non questo artificioso “Serena Slam” che lei con oggi ha già centrato due volte – questa è Serena Williams.

Francamente non sarebbe proprio giusto che non ci riuscisse. Le basta uno Slam per eguagliare i 22 di Steffi Graf, l’ultima a realizzare il Grande Slam (1988, ormai 27 anni fa!), ma sarebbe quasi una beffa se lo vincesse magari l’anno prossimo e non quest’anno a settembre a New York.

Little Mo Connolly lo vinse nel ’52 quando l’unica avversaria seria era Doris Hart, Margaret Court nel ’70 (quando c’era Billie Jean King) , ma a quell’epoca – come per Don Budge nel ’38 e Rod Laver nel ’62 e nel ’69 – tre dei quattro Majors si giocavano ancora sull’erba. Per chi era un “erbivoro” d.o.c. quel percorso era in fondo abbastanza più agevole.

Steffi Graf è stata quindi l’unica “Slam-Champion” a vincere i 4 Slam nello stesso anno su diverse superfici.

Avrebbe meritato di riuscirci anche Martina Navratilova (18 Slam in carriera) che per 2 volte, sia nell’83 sia nell’84 seppe trionfare in 3 Slam su 4 e in particolare non avrebbe mai dovuto perdere la semifinale dell’Australian Open (che allora era a fine anno, la quarta tappa insomma) con Helenona Sukova, ceca come lei e assai più forte come doppista: quel giorno però la Sukova, alta un metro e 90 almeno, attaccò a tutto spiano una Martina dal braccino rattrappito…perchè sulle sue chances di realizzare il Grande Slam le avevano fatto una testa grande così. E Martina era un’amazzone dal cuor fragile. Avesse avuto i nervi saldi di Chris Evert, molto meno talentuosa di lei pur se anch’ella straordinaria (18 Slam anche per lei, 7 a Parigi), Martina avrebbe potuto vincere più di 25 Slam. Ma soprattutto all’inizio della carriera, disturbata non poco anche dalla situazione politica dell’ex Cecoslovacchia, dalla difficoltà di conquistare ogni volta per ogni torneo perfino il visto per l’espatrio (subendo ogni genere di ricatti), Martina perse una gran quantità di opportunità.

Mentre Chris Evert non ha mai vinto 3 Slam nello stesso anno, invece Monica Seles c’era riuscita, sia nel ’91 sia nel ’92, prima di venire accoltellata ad Amburgo nel ’93 da quel pazzo (Gunther Parche) che voleva impedirle il sorpasso al suo idolo Graf.

Monica ci sarebbe quasi certamente riuscita a strappare molti Slam a Steffi, però forse non sull’erba: nel ’92, anche se in semifinale riuscì a battere una Martina Navratilova già quasi trentaseienne, da Steffi in finale prese 62 61.

Insomma, le più campionesse più complete della loro epoca, capaci cioè di imporsi su tutte le superfici, sono state prima Margaret Court nei primi anni 70, poi Martina Navratilova negli anni Ottanta (anche se, come detto, il Grande Slam le è sfuggito), quindi Steffi Graf a cavallo degli anni 80-90, e infine dal terzo millennio in poi Serena Williams.

Venus non è mai stata altrettanto forte sulla terra battuta, Martina Hingis ha vissuto solo poche estati al vertice, tutte le altre tenniste che sono state anche n.1 non hanno mai dato la sensazione di poter realizzare il Grande Slam.

Fino a Serena Williams. Che invece nel periodo 2002-2003 avrebbe “dovuto” centrarlo. Ma poi, abbastanza curiosamente, fino a quest’anno – per una serie di circostanze, incluse tante distrazioni cui Serena non ha saputo resistere quando si è innamorata degli ambienti cinematografici di Los Angeles finendo per frequentare più il vippaio hollywoodiano, e varie star dello sport, piuttosto che le palestre e …il dietologo.

Ha 33 anni e viaggia per i 34, ha un servizio e colpi d’inizio gioco che le consentono di tenere quasi sempre l’iniziativa, di comandare. Con gli anni che passano, se dovesse difendere sarebbe dura. Tante rivali recuperano più palle di lei.

Difatti quelle che le possono creare più grattacapi sono quelle che tirano forte come lei, che non la subiscono. E, anche se ha infilato adesso una serie di 28 vittorie consecutive negli Slam, le sue giornate no ce le ha ancora: qui a Wimbledon è stata a due punti dal perdere con la britannica Watson. E anche in finale con la Muguruza all’inizio è stata in difficoltà.

Ne ho parlato a lungo nel video di fine serata, di questa finale. Sembrava che all’inizio la tennista più emozionata fosse proprio Serena alla sua venticinquesima finale di Slam – 20 vinte e 4 perse – e non l’esordiente Garbine, un solo torneo vinto in carriera e uno dei più…modesti: Hobart (Tasmania) 2014.

Tre doppi falli di Serena nel primo game, come le avevo vista fare soltanto quando, qui l’anno scorso nel doppio con Venus, pareva ubriaca, incapace di reggersi in piedi. Un mistero cosa sia accaduto quel giorno…nessuno ha più l’ardire di chiedergliene conto.

4-2 Garbine e tutti i 17.000 del Centre Court si sono scoperti spagnoli (o venezuelani?). Non che ce l’avessero con Serena, già cinque volte qui premiata. Ma la ragazzona che sorride sempre – anche se invece sarebbe scoppiata in lacrime quando un applauso interminabile l’ha salutata al momento della premiazione per la finalista sconfitta – rappresentava la novità, la possibile sorpresa, una di quelle ragazze che se vincono tutti raccontano agli amici: “C’ero anch’io”.

Chi volete che dica “c’ero anch’io” quando a vincere è Serena. Lei ci ha ormai abituato a vincere, a conquistare 5 games di fila quando è sotto 4-2 come oggi, a fare 10 games su 11 (ancora come oggi dal 2-4 al 6-4, 5-1), a sollevare trofei.

Vincendo questo torneo Serena ha più del doppio dei punti WTA di chi la segue in classifica, Maria Sharapova – ahilei battuta qui per la diciassettesima volta di fila (nemmeno la soddisfazione di Gerulaitis le ha concesso!) – e questo non era mai successo nella storia del circuito WTA.

Oggi Serena ha vinto il so 68mo torneo. E, anche se gli Slam sono …soltanto 21, anche gli altri 47 sono tornei di peso.

Ai tornei femminili Premier, ma anche del gradino inferiore, partecipano quasi sempre tutte le migliori. Gli uomini a volte si concedono tornei minori – Federer a Istanbul, Nadal a Barcellona, Murray a Monaco, Wawrinka a Ginevra, Nishikori a Memphis -le donne quasi mai. I tornei che ha vinto Serena sono stati quasi sempre tornei ipercompetitivi. Per questo motivo valgono ancora di più i suoi 68 tornei. Che avrebbero potuto essere molti di più se non avesse avuto anche diversi infortuni, compresa quella pericolosissima trombosi che la colpì un paio d’anni fa e non avesse saltato 7 Slam dal 2000 a oggi (mentre Francesca Schiavone ne ha fatti 60 di fila, ad esempio) oltre a presentarsi in cattive condizioni di forma a tanti altri.

Ha vinto il suo ventunesimo Slam a 33 anni e a quasi 34, può vincerne ancora diversi perchè il gap fra lei e le altre – non solo in termini di punti che è comunque un dato indicativo – resta ancora amplissimo.

Un altro trentatreenne, quasi trentaquattrenne potrebbe vincere Wimbledon quest’anno. Si chiama Roger Federer. Se riesce a servire e a rigiocare come contro Murray ce la può fare, anche se Djokovic ha una seconda palla di servizio migliore di quella dello scozzese e una superiore solidità mentale (quando non è troppo nervoso). Ho detto che ce la può fare e non che ce la farà, sebbene il Djokovic di questo Wimbledon, pur avendo ceduto due soli set (ma Anderson poteva anche mandarlo a casa!) non mi abbia mai troppo impressionato.

Ma, ripeto, ci vorrà il miglior Federer per vederlo trionfare per l’ottava volta su questo lawns battendo nello stesso tempo sia Novak Djokovic sia …Pete Sampras.

Infatti Djokovic, rispetto a Murray, è più capace di comandare il gioco. Lo subisce meno. E Federer è più “irresistibile” quando ha il pallino in mano che quando lo hanno gli altri. Anche perchè quando ce l’ha lui si stanca meno. Un Federer che riuscisse a vincere una maratona al quinto set su Djokovic per me sarebbe la più clamorosa sorpresa. Ma anche la storia più bella da scrivere.
Piccola notazione finale, le previsioni indicano per domani alta probabilità di pioggia, il che vorrebbe dire, se le stesse fossero esatte, che si giocherebbe con il tetto chiuso, indoor. Aspetto questo che forse sarebbe un piccolo vantaggio in più per Federer. Chissà, cosa ne pensano al riguardo i nostri lettori?

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