Wimbledon interviste, Federer: "Ho già vinto qui, è più facile da digerire"

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Wimbledon interviste, Federer: “Ho già vinto qui, è più facile da digerire”

Wimbledon, finale: Novak Djokovic b. Roger Federer 7-6 6-7 6-4 6-3. L’intervista dopo partita a Federer

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Quanto è stato cruciale il tiebreak?
È sempre difficile per entrambi i giocatori iniziare il primo set, il secondo e il terzo. È sempre una sfida mentale e fisica continuare, continuare. Penso che abbiamo avuto entrambi delle opportunità. Non ricordo bene come è andato. Penso che sia stato molto incerto. Ho salvato un paio di palle break all’inizio ed è stato molto importante per me per restare attaccato a lui. Poi ho avuto anch’io delle opportunità. Poi lui ha ottenuto il break grazie ad un dritto che non avrei dovuto sbagliare. C’era un’atmosfera diversa. Anche da parte del pubblico. Andava tutto nella direzione del tiebreak. Si doveva costruire lentamente il match all’inizio del terzo set. Ma ci sono stati certamente alcuni game molto serrati. Forse sono stati la chiave del match, ma chi lo sa. Sarebbe stato bello rimanere attaccato a lui o andare avanti di un break.

Sentivi che ti mancavano le energie nel terzo e nel quarto set?
Non proprio. Penso che la pioggia sia arrivata nel momento sbagliato per me. Se fosse arrivata prima o più tardi, sarebbe stato meglio. Non sono riuscito ad approfittarne, sebbene poco dopo fossi stato avanti 0-30. Ma mi sento bene. È stata un’interruzione per pioggia un po’ precipitosa. Prima una pausa, poi di nuovo in campo. Ho cercato di parlare con il mio team, ho cercato di rilassarmi, allo stesso tempo ho cercato di rimanere caldo. Non è frenetica, ma non è la solita interruzione per pioggia. Ci avevano detto che saremmo rientrati in campo il prima possibile. Ma alla fine sono contento che siamo riusciti a giocare la finale all’aperto, perché è un torneo outdoor, non indoor.

Quando pensi a che agonista sei, come e quando riesci a separare il grande percorso che hai fatto dalla delusione di non avercela fatta oggi?
Abbastanza velocemente. Penso ancora di aver fatto un grande torneo. Puoi giocare dei buoni tornei anche senza vincere. Ho vinto sei match e ne ho perso uno. La percentuale rimane ancora molto buona. Certamente me ne vado a mani vuote. Per me il trofeo del finalista non è la stessa cosa. Tutti lo sanno. Per fortuna ho già vinto qui, quindi è come se non avessi niente da inseguire. Ma chiaramente mi sarebbe piaciuto vincere oggi. Non ci sono dubbi su questo. Ma penso ancora di poter essere felice del livello di gioco. Anche oggi ho avuto un buon livello.

Novak ti ha descritto come il più grande giocatore della storia. Dove pensi che si possa collocare lui tra i grandi?
Progredirà. Non sappiamo chi è cosa e tutte queste cose. Ma chiaramente si sta facendo un nome avendo vinto così tante volte in slam diversi. Ma anche la sua striscia al numero 3, 2, 1, e i tanti titoli vinti. Per lui è cruciale non aver avuto infortuni. Chiaramente diventerà uno dei migliori. Per sapere dove, dovremo ancora aspettare e vedere. Sono sicuro che ha davanti ancora molti altri grandi anni.

Che cosa dici dell’aspetto psicologico? Hai salvato sette set point.
È stato buono. Forse avrei dovuto vincere il primo set. Alla fine un set pari è stato in parte il risultato più giusto. A quel punto è stato come un match al meglio dei tre set. E’ stato un peccato non essere riuscito  a prendere più slancio.

Andy Murray lo scorso anno ci disse che una sconfitta qui a Wimbledon lo aveva fatto stare peggio, perché era come se avesse perso la migliore possibilità di vincere uno slam. Per te perdere qui è diverso rispetto agli altri tornei?
Non è mai divertente perdere, a meno che non sai di aver fatto divertire il pubblico, puoi essere contento della tua prestazione e poi superi la sconfitta più velocemente. Ma non significa che tu non sia deluso. Alcuni incontri sono più facili da digerire. Questo è uno di quelli per come è finito. È stato imbarazzante aver dovuto chiudere il tetto. Mi sono fatto una doccia e sono rientrato per la cerimonia. Dicevo: “Date a Novak il trofeo. È il suo momento. Va bene. Andiamo a farci la doccia, rientriamo”. È stato strano. Penso che questo mi abbia dato la possibilità di calmarmi e rientrare con un’idea migliore di quello che era successo in campo.

Hai parlato del fatto di non avere niente da inseguire. Chiaramente i tuoi record parlano da soli, e anche il tuo livello di gioco. Quando valuti la tua prestazione, quanto incide il fatto che recentemente non hai vinto negli slam? Quanto ti colpisce l’assenza di uno slam nel tuo curriculum negli ultimi anni?
Sarebbe stato più bello vincerne qualcuno invece che perderli tutti. Allo stesso tempo ho perso contro il numero 1 del mondo. È il tipo di giocatore contro cui puoi perdere. Ma non lo accetterò dicendo “è normale”. Non lo è. L’ho già battuto alcune volte, sono fra quelli che hanno avuto questa possibilità. Lo stesso vale per Stan e altri che hanno dato a Novak del filo da torcere. Chiaramente credevo fortemente che avrei potuto vincere, ma rimango umile sapendo quanto è stato difficile il match. Penso di essere riuscito a dimostrare in campo quanto è stato serrato. Il 2013 è stato duro. Il 2014 è stato l’anno del recupero. Lo scorso anno qui avevo iniziato a giocare meglio. Anche gli US Open erano andati bene. Quest’anno qui è andato bene. Gli Australian Open sono stati deludenti. Quindi sono qui. Il mio gioco è buono. Sono stato brekkato poche volte in questo torneo. Ho giocato al mio livello. Le cose vanno tutte bene. Mi è capitato di affrontare giocatori che stavano giocando molto bene, come Cilic o anche Seppi, oggi di nuovo Novak.

Traduzione di Chiara Nardi

 

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