Lettera di Massimo Rossi al direttore sul caso Bracciali-Starace

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Lettera di Massimo Rossi al direttore sul caso Bracciali-Starace

“Constato un certo favore per una giustizia sommariamente motivata”. Una sentenza carente sull’illustrazione dei motivi. Manca il testo alle intercettazioni specifiche, la spiegazione, i testimoni. Al pollice verso dei lettori replica l’avvocato Rossi

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A riguardo, potresti voler leggere:

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“Bracciali e Starace radiati, ma le prove dove sono?” (Avv. Massimo Rossi)
I commenti dell’avvocato Antonio Garofalo e del direttore Ubaldo Scanagatta sulla sentenza del Tribunale Federale
Binaghi: “Guerra totale a chi ci infanga”

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Caro direttore,

per motivi tecnici legati al periodo feriale solo oggi sono riuscito a leggere i numerosi commenti al mio pezzo relativo alla radiazione di Starace e Bracciali .
Mi sembra che emerga un certo favore per la giustizia sommaria o, quel che a mio parere è anche peggio, una certa noncuranza nei confronti di una giustizia sommariamente motivata.
Personalmente preferisco le cose fatte bene, perché garantiscono qualità e, a volte, anche Giustizia.
La sentenza del Tribunale federale è a mio parere molto carente sul piano della illustrazione dei motivi, soprattutto in fatto prima ancora che in diritto, per i quali Starace e Bracciali sarebbero da considerarsi colpevoli.
Chiunque voglia prendersi la briga di leggere il testo integrale della sentenza (e credo che pochi di coloro che hanno commentato il mio articolo lo abbiano fatto) potrà ben verificare che quasi nessuna delle intercettazioni richiamate con grande enfasi da numerosi commentatori come prove regine e inoppugnabili della colpevolezza dei due giocatori viene ivi ripresa quale elemento a carico.
Cosa che invece il tribunale federale avrebbe dovuto fare con grande attenzione e precisione, spiegando il perché e il per come certi contenuti e certe parole, se inseriti in determinati contesti, costituiscono la prova diretta e materiale del fatto contestato, e cioè la vendita del match con Gimeno Traver.
Non solo manca la spiegazione ma manca il testo delle intercettazioni. Mancano anche i testimoni.
La sentenza in realtà si limita a richiamare genericamente il contenuto del materiale ricevuto dalla Procura di Cremona e ad avventurarsi in fragili presunzioni, basate anche su imbarazzanti interpretazioni del punteggio di alcune partite, giungendo ad affermare cose assolutamente paradossali per chi capisca un minimo di tennis. Ma questo lo avevo già scritto.
Quindi delle due l’una: o la sentenza e’ fatta e scritta male, e allora merita di essere criticata, prima ancora che impugnata, oppure i giudici hanno ritenuto irrilevanti le intercettazioni che non hanno utilizzato, e allora io dico che Starace e Bracciali sono innocenti perché le prove indicate in sentenza le considero del tutto insufficienti.
Ai tanti commentatori colpevolisti (giustizialisti?) dico che non basta aver letto sulla Gazzetta o su qualche sito degli articoli o delle trascrizioni virgolettate per motivare un pollice verso senza ritorno. Capisco il giudizio del popolo, in nome del quale si pronunciano le sentenze, ma le sentenze le scrivono i Giudici e solo del loro contenuto bisogna tenere conto, anche per criticarle.
Questo si chiama garantismo e per me, in piena libertà e autonomia di pensiero, questo è l’unico modo per fare Giustizia. Altrimenti continuiamo a fare le ” tricoteuses ” seduti comodi sotto il palco della ghigliottina a guardar tagliare teste dopo sommari processi e con sommarie motivazioni, convinti dalla nostra vicina di sedia che riferisce di aver sentito dire che i condannati sono senz’altro colpevoli.
Sono peraltro quasi sicuro, caro Direttore, che ciascuno dei tuoi lettori che si è espresso contro il mio pezzo, laddove si trovasse a doversi difendere davanti a un Tribunale, anche federale, comincerebbe a pensarla esattamente come me.

Un caro saluto.

Massimo Rossi

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