ATP Cincinnati: Wawrinka-Djokovic sì, Federer-Nadal no. Murray salva matchpoint con Dimitrov

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ATP Cincinnati: Wawrinka-Djokovic sì, Federer-Nadal no. Murray salva matchpoint con Dimitrov

Negli ottavi di finale del Masters Series di Cincinnati Novak Djokovic batte David Goffin al terzo set dopo essere stato sotto 3-0 (con doppio break) nel set decisivo. Stanislas Wawrinka supera Ivo Karlovic (altri 35 ace) in un match senza break. Tommy Robredo raccoglie un solo game contro Tomas Berdych, Alexandr Dolgopolov batte per la 4° volta su 4 Jerzy Janowicz, Richard Gasquet vince con Marin Cilic. Rafael Nadal fuori in tre set con Feliciano Lopez, Andy Murray elimina Grigor Dimitrov annullando un match point, Roger Federer devastante contro Kevin Anderson

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[2] R. Federer b. [15] K. Anderson 6-1 6-1 (Tommaso Voto)

Roger Federer archivia la pratica Anderson in due rapidi set e conquista i quarti di finale dell’Atp di Cincinnati, torneo che lo svizzero ha vinto ben 6 volte. Per lo svizzero la partita con Anderson non ha praticamente dato alcun problema, troppa la differenza tecnica tra i due, poi Roger contro i tennisti-battitori, come il sudafricano, va a “nozze”. La prestazione dell’ex n.1 del mondo è stata priva di sbavature e complessivamente solida, in cui ha servito con percentuali alte ed ha spesso trovato la rete. Kevin ha fatto quello che poteva, ma, come del resto nei 3 precedenti, non ha saputo reggere da fondo campo ed è andato in crisi negli spostamenti laterali. Federer ha usato molto il back di rovescio per cercare di rallentare lo scambio per poi “infierire”con il suo famoso diritto, oggi ritornato a “viaggiare” come ai vecchi tempi. Il 34enne di Basilea ha mostrato una buona condizione atletica, perché è tornato a “danzare” sulla linea di fondo campo ed a preparare i suoi colpi con la solita classe e leggiadria. Il prossimo avversario di Roger sarà Lopez, che ha battuto Nadal e quindi non avremo lo scontro tanto atteso alla vigilia del torneo.

[3] A. Murray b [16] G. Dimitrov 4-6 7-6(3) 7-5  (Raffaello Esposito)

Nella parte bassa del tabellone nuotano predatori pericolosi e alle 19.00 ora locale due di loro si scontrano, in palio il diritto di accedere ai quarti di finale del Masters 1000 di Cincinnati. Il cielo è nuvoloso ma non minaccia pioggia quando Andy Murray e Grigor Dimitrov scendono in campo e iniziano il riscaldamento. I due vivono momenti opposti. Lo scozzese con il trionfo di Montreal su Nole ha raggiunto la seconda posizione nella classifica ATP, giusto premio ad una stagione vincente e colma di soddisfazioni sia sul circuito che in coppa Davis. Per contrappasso il bulgaro è preda di un’involuzione tattica e psicologica, più che tecnica, che ne sta offuscando il talento. Il divorzio da Roger Rasheed e il “gran rifiuto” incassato da Lendl, uno che di mentalità vincente se ne intende, testimoniano il momento non felice di Grigor, che forse non sarà mai disposto ai sacrifici necessari per scalare le vette del tennis. I precedenti dicono cinque due per l’uomo di Dunblane ma le sconfitte rimediate lo scorso anno sul cemento di Acapulco e sull’erba di Wimbledon non lo lasciano certo tranquillo sull’esito odierno.

Murray è ancora freddo dopo aver fatto il gelataio a Cincinnati e perde il servizio d’apertura con due doppi falli ma Dimitrov è in giornata di grazia, gioca molto avanzato e anticipa i colpi con potenza e accuratezza, piazzando la palla sempre a un dito dalla riga di fondo. Il suo è un dominio anche estetico e alcuni colpi attraversano l’aria con una nettezza cristallina. Il bulgaro non concretizza altre palle break ma domina i suoi turni di battuta fino al decimo game quando serve per il set. Qui Murray dà segni di vita e va 0-30 con un lob liftato in controtempo. Arriva anche a palla break fallisce colpevolmente la risposta su una seconda di servizio. Grigor si dimostra solido anche mentalmente e chiude il set con un ace e mezzo.

In un curioso gioco di simmetrie il secondo set ha un avvio pressoché identico al primo con Andy che cede la battuta con un rovescio in corridoio seguito da un doppio fallo e non mostra segni di reazione. Dimitrov è ispirato come non mai e continua a disegnare traiettorie perfette, strappa ancora d’imperio il servizio allo scozzese con un passante stretto di rovescio incrociato da urlo, giocato solo col polso, e vola sul quattro uno. Per quel che succede dopo entra in ballo la capacità del tennis di creare sempre storie da raccontare. Dopo quindici games giocati divinamente, Grigor ha il primo passaggio a vuoto e restituisce uno dei due break con un doppio fallo, regalando a Murray un’ultima speranza. Quanto basta per trasformare lo scozzese che improvvisamente non sbaglia più un colpo, tira fortissimo e prende tutto riuscendo ad annullare lo svantaggio nel game più lungo ed emozionante della partita quando Dimitrov serve per andare sul cinque tre. Il bulgaro non è tranquillo, potrebbe andare sul 40-0 ma sbaglia una facile demi-volée a campo aperto e il game si trasforma in una corrida ai vantaggi che alla fine lo vede soccombere con due dritti d’attacco nettamente lunghi. Andy è ancora vivo, porta il set al tie-break e lo sorvola col punteggio di sette a tre. Il livello di gioco del set è stato altissimo ma da un certo punto in poi Dimitrov non ha più messo la prima di servizio ed ora sembra anche calato fisicamente.

Il bulgaro apre al servizio ma i primi piani mostrano uno sguardo smarrito, quasi assente e il break immediato è solo la logica conseguenza. Però la ruota gira ancora. Andy va due a zero e sembra in controllo ma Grigor torna in sé e lo brekka a 15 nel quarto gioco con un dritto lungolinea annullando subito dopo un’opportunità sulla propria battuta e portandosi avanti tre a due. Il gioco torna a fluire dalle sue corde come per magia ed è lui ora a strappare il servizio ad uno stranito avversario portandosi sul quattro due. Nel settimo game Dimitrov gioca ormai da un’ora senza mettere prime e va sotto 30-40 ma Murray sbaglia. I due giocano scambi a velocità supersonica e il bulgaro chiude quello decisivo con un super super dritto lungo linea scappando sul cinque due. Finita? Macché. Grigor serve per vincere ma i suoi nervi non reggono, gioca un game orribile con errori assortiti e rimette per l’ennesima volta in forse il risultato di una partita finita e ricominciata cento volte. E c’è anche la centounesima perché nel decimo game Murray serve per pareggiare ma concede un match point sul 30-40, Dimitrov spara fuori la risposta ed è il suo canto del cigno perché subito dopo cede il servizio per sfinimento e Murray stavolta coglie l’attimo giusto chiudendo per sette cinque un match da lustrarsi gli occhi. Nei quarti lo attende Gasquet.

F. Lopez b. [8] R. Nadal 5-7 6-4 7-6(3) (Francesco Gizzi)

Feliciano Lopez piazza il suo quarto sigillo in carriera contro Rafa Nadal e vola meritatamente ai quarti di finale dopo una partita dura che ha visto cambiare volto diverse volte. Non è di certo una sorpresa la sconfitta del maiorchino. Nadal è solo un lontano parente di quello strepitoso campione che demoliva i suoi avversari, oggi resta un giocatore di un’umiltà commovente, ma che è costretto a giocare partita pari contro molti, troppi avversari. Eppure qualche segnale positivo c’è stato. Rafa sembra aver capito la lezione di Toronto e fin dall’inizio del match decide di rispondere almeno due metri più avanti. L’inizio del match infatti è tutto a favore del maiorchino. Lopez fatica ad ingranare e soffre l’aggressività di Nadal. Feliciano è costretto a rincorrere metri fuori dal campo e non trova angolo con i suoi colpi. Nadal allunga sul 3-1 ma pian piano Lopez entra nel match. Il contro break arriva appena dopo al quarto tentativo grazie ad una deliziosa stop volley. La continuità non sembra proprio abitare i due iberici quest’oggi e così la situazione si ripropone poco dopo: Nadal strappa il servizio nell’ottavo game per poi restituirlo malamente con un doppio fallo. Altalena di emozioni che non finisce qui però. Feliciano serve per andare al tie-break ma con due doppi falli regala il primo parziale all’amico Rafa.

Il secondo set sembra trovare un andamento meno tortuoso. Nadal alterna buone accelerazioni a dritti troppo corti e facilmente attaccabili, Lopez cresce di livello e soprattutto grazie al servizio e a delle volèè strepitose, si mette sulla corsia di sorpasso. Il break arriva nel terzo gioco. Feliciano manterrà con tranquillità il vantaggio fino al 6-4 finale. Ancora di diverso copione il terzo parziale. Se il primo era stato contraddistinto dagli errori e dai break e il secondo da un Lopez superiore al servizio, ora entrambi servono benissimo concedendo le briciole a chi risponde. Nemmeno l’ombra di una palla break, pochi scambi e inevitabile tie-break a decidere l’incontro dopo quasi 2 ore e mezza. Il tie Feliciano, non a caso ribattezzato “Deliciano”, lo gioca da fenomeno regalando due colpi da maestro e scappando via sul 6-3. Ace e pugni al cielo per celebrare la quarta vittoria in carriera su Rafa che era avanti nei precedenti 9 a 3. Non ci sarà il tanto sperato quarto Federer-Nadal domani, ma con un Feliciano così non è detto che sia poi tanto un male, anzi.

[1] N. Djokovic b. [13] D. Goffin 6-4 2-6 6-3 (Marco Lauria)

La t-shirt griffata Lacoste è la stessa indossata qualche giorno fa dall’amico fraterno Jeremy Chardy, ma questa volta Novak Djokovic ha dovuto sudare sette camicie per avere la meglio su uno strepitoso David Goffin. Un doppio fallo e una stecca di dritto rimettono il serbo in carreggiata e gli permettono di rimontare un match che sul 3-0 (con doppio break) a favore del belga sembrava ormai compromesso.

L’andamento del primo set è contorto, già nel secondo game il belga annulla una palla break mostrando di tenere bene lo scambio quando il serbo non riesce a trovare profondità. Djokovic contiene bene l’esuberanza di Goffin nei primi turni di servizio, poi costringe il belga ad offrire una nuova opportunità di break, ma questa volta il rovescio bimane non prende quota terminando la sua corsa in rete e consentendo lo strappo al numero uno del mondo. Djokovic consolida il vantaggio salendo 4-2, ma Goffin in due occasioni pulisce le righe con un paio di passanti lungolinea e riesce a breakkare il serbo rifacendosi sotto. Il cyborg serbo urla qualcosa fissando il suo angolo quando torna a sedersi sul 4-3, poi torna in campo colerico e soffre le accelerazioni del folletto belga, chiudendo a 0 il game in risposta. Sul 5-4 Djokovic ritrova finalmente continuità e profondità e riesce a chiudere il set sfruttando la seconda palla break a sua disposizione.

Il secondo parziale si apre inaspettatamente con il break del belga che risponde con la stessa arma che lo ha costretto ad arrendersi nel primo set e dal piatto corde fa uscire un dritto profondissimo che il serbo non può rimandare dall’altra parte. Djokovic palesa più di qualche malumore e sfoga i suoi nervi demolendo la racchetta, ma Goffin trova sovente angoli che gli permettono di chiudere a rete e si tira fuori da una situazione intricata confermando il break. Il serbo non è irresistibile e concede ancora qualcosa sul suo servizio, ma è in risposta, il suo marchio di fabbrica, che non riesce a disturbare Goffin che chiude per la seconda volta a 0 il game al servizio. Djokovic prova a cambiare racchetta, ma il il risultato è un dritto in avanzamento in rete, due doppi falli e l’ennesima palla corta che questa volta Goffin non può raccogliere perché termina fuori di metri. L’opportunità di servire per portare la partita al terzo è ghiotta, e il belga non la spreca portando a casa per la prima volta un set contro il numero 1 del mondo, che chiude con la miseria di soli quattro punti in risposta.

Le difficoltà del serbo continuano anche nel set che decide le sorti del match. Djokovic apre al servizio ed offre subito una palla break tirando fuori di metri un dritto elementare. Il belga prende l’iniziativa e accelera con un lungo linea di rovescio, poi sul recupero di Djokovic smasha da fondocampo aprendo nuovamente con un break. In risposta il serbo prova a farsi sotto, ma Goffin trova ancora due fenomenali accelerazioni e sale 2-0. E’ sempre il belga a dettare il ritmo che Djokovic dal secondo set prova sovente a spezzare con il back, ma Goffin sulle ali dell’entusiasmo è una volta di più straordinario a procurarsi due palle break con le canoniche accelerazioni lungolinea, questa volta di rovescio. Djokovic perde la bussola e commette il quinto doppio fallo del match concedendo al belga di scappare 3-0, ma quando la partita sembra aver preso una piega complicata per il numero uno al mondo, arriva una stecca di dritto di Goffin a consentirgli di rientrare in partita. La rimonta è dietro l’angolo e il serbo è uno squalo. Approfitta delle defaillance del suo avversario che continua ad accelerare senza però costruire il punto come aveva fatto nelle precedenti occasioni. La fretta castiga oltremodo il folletto belga, ma quando Nole breakka per la terza volta consecutiva il belga sfondando col dritto su una palla senza peso les jeux sont faits. L’ultimo turno di servizio è solo una formalità.

[5] S. Wawrinka b. I. Karlovic 6-7(2) 7-6 (5) 7-6(5) (Stefano Tarantino)

Come era preventivabile nella sfida di ottavi di finale tra Stan Wawrinka ed Ivo Karlovic (4-1 sin qui i precedenti per lo svizzero) decidono i tie break. Se ne giocano ben 3, ed il punto decisivo che regala la vittoria al nr. 5 del mondo e del tabellone è paradossalmente un doppio fallo di Karlovic (il 7° del match). È stato un match divertente, durato oltre 2 ore e mezza, che ha divertito il pubblico, rappresentando una logica contrapposizione di stili, i servizi straripanti (anche oggi più di 30 ace per il croato, esattamente 35) e il gioco d’attacco senza sosta di Karlovic, la pesantezza di palla, gli scambi solidi da fondo campo ed il magnifico rovescio di Stan Wawrinka. Come detto, alla fine la spunta lo svizzero, bravissimo mentalmente a rimanere sempre in gara nonostante le occasioni per breakkare l’avversario si presentassero con il contagocce.

Wawrinka vince il sorteggio ma decide di rispondere, Karlovic inizia a fare sfracelli con la battuta anche se il terzo game se lo aggiudica ai vantaggi. Il suo avversario pare ben più concentrato di ieri, quando aveva fornito una prova abbastanza opaca contro l’altro croato, Borna Coric. Karlovic in un men che non si dica arriva a 9 ace e si porta sul 5-4, Wawrinka serve ed arriva il primo momento di difficoltà del suo match. Lo svizzero con un doppio fallo (il secondo del game e anche del set) offre addirittura un set point a Karlovic, ma il tennista croato sbaglia di diritto e manca l’occasione. Si arriva così al tie break, Wawrinka va subito sotto di un minibreak e con un gratuito di diritto finisce sotto 1-5. Contro il servizio di Karlovic è quasi impensabile recuperare questo svantaggio ed infatti il croato chiude 7-2 dopo 50 minuti.

Nel secondo set è Wawrinka che inizia a servire e nel terzo game rischia grosso. Si giocano ben 16 punti e Karlovic ha due palle per centrare il break e mettere una seria ipoteca sulla partita. Bravissimo Wawrinka che le salva e va avanti 2-1. Non ci sono particolari sussulti, Karlovic cede appena 4 punti quando serve, arriva il secondo tie break. Stavolta è Wawrinka che parte bene, rovescio al corpo di Karlovic che manda fuori la volée, lo svizzero allunga 2-0 e mantiene il piccolo vantaggio sino alla fine chiudendo 7-5 con un servizio vincente. Si va al terzo, sembra giusto così, anche se Wawrinka non è ancora riuscito a conquistarsi una palla break.

Entrambi i tennisti escono dal campo, il terzo set inizia con Karlovic che ha qualche problema in più rispetto ai due set precedenti quando serve. Il tennista croato (che da lunedì tornerà nei primi 20 del mondo, onore al merito per questo 36enne che sta probabilmente giocando il suo miglior tennis) recupera da 0-30 nel terzo game ma poi è costretto a fronteggiare 2 palle break consecutive sul 15-40 nel quinto gioco. Sulla prima si salva con un bel serve & volley mentre sulla seconda fa un vero e proprio miracolo, arpionando chissà come un passante di Wawrinka con la pallina che ricade anche con un po’ di fortuna dall’altra parte della rete. Karlovic tiene la battuta, ma anche sul 3 pari deve fronteggiare una palla break. Stavolta basta un servizio vincente, ed ancora una volta niente break. Tutto regolare sino al tie break, anche se Wawrinka rischia un po’ proprio sul 5-6 quando si fa rimontare dal 40-0 prima di tenere la battuta. Il tie break decisivo segue il leit motiv della partita, si seguono i servizi sino al 6-5 Wawrinka che si procura così il match point. Come detto in apertura Karlovic cede le armi con un quanto mai inopinato doppio fallo. Bravi entrambi, partita molto divertente ed emozionante. Ora per Wawrinka una probaile rivincita della fine del Roland Garros perché nei quarti dovrebbe trovare Novak Djokovic (Goffin permettendo).

[12] R. Gasquet b. [7] M. Cilic 7-5 6-3 (Francesco Gizzi)

Quello tra Cilic e Gasquet è il primo ottavo di giornata della parte bassa del tabellone ed è anche un match che sa quasi di inedito. Pare un’assurdità eppure i due giocatori si sono scontrati solo una volta in carriera e lo hanno fatto due anni fa sulla terra rossa di Montecarlo dove vinse abbastanza nettamente il francesino. Cilic è chiamato all’ennesimo test post New York 2014, fosse anche solo la metà di quel bellissimo giocatore ammirato poco meno di un anno fa sarebbe una notizia non da poco.

Contrariamente alle aspettative, il match non è né spettacolare né più di tanto godibile. Marin sembra essere il più solido dei due al servizio ed è anche il primo a guadagnarsi nel terzo game una palla break che però Gasquet annulla con un ace. Sui turni di servizio del croato non si gioca, mentre il francese è sempre costretto ai vantaggi nei suoi turni di battuta e nel settimo game affronta un’altra palla break stavolta cancellata con un bel serve and volley. Come (troppo) spesso gli accade, Gasquet gioca metri lontano dalla linea di fondo e da quella distanza i suoi colpi perdono profondità e efficacia. Cilic non è forse brillantissimo però è senz’altro lui a comandare lo scambio anche se in alcuni frangenti è lento e compassato. Ma il tennis è uno sport strano. Il francese, che non aveva mai dato l’impressione di poter far male, si trova improvvisamente sul 6-5 ad avere due consecutivi set point. Cilic li annulla con il servizio ma alla terza occasione il francese rispolvera il suo fenomenale rovescio lungolinea e si aggiudica il primo parziale.

Cilic si ritrova sotto nel punteggio pur avendo vinto due punti in più rispetto al suo avversario. Nel secondo set però il croato non sembra aver accusato il colpo e al nono tentativo nel match riesce finalmente  a strappare il servizio a Gasquet grazie a uno scellerato doppio fallo di quest’ultimo. Tanta forse troppa  deve esser stata la felicità per il croato che nel game successivo subito concede in un game fiume ben 5 possibilità del contro break. Gasquet dopo aver sprecato tanto alla fine ricuce lo strappo con un altro splendido rovescio. Da qui in poi si segue la regola dei servizi senza particolari sussulti fino all’ottavo game: Cilic non serve più la prima  e Gasquet ringrazia, andando a servire e chiudere il match senza problemi. Forse più ombre che luci per Gasquet. Tuttavia,  Il francese ha comunque dimostrato di saper giocare con personalità e coraggio nei momenti delicati dell’incontro. Ora per lui il vincente tra Dimitrov-Murray.

[Q] A. Dolgopolov b. J. Janowicz 6-3 3-6 6-4 (Paolo Valente)

Aleksandr Dolgopolov avanza ai quarti di finale di Cincinnati nel segno del quattro: sconfigge infatti per la quarta volta in quattro confronti Jerzy Janowicz e vince la sua quarta partita consecutiva (due nelle qualificazioni e due nel tabellone principale) in un torneo nel quale non ne aveva mai vinto una nelle quattro precedenti edizioni a cui aveva partecipato. C’è finalmente il sole oggi a Cincinnati, ma a influenzare le condizioni di gioco c’è un fastidioso vento, tanto forte da smuovere anche le telecamere fisse della tv. Nell’unico match degli ottavi di finale che non vede in campo nessuna testa di serie, i due giocatori, tanto talentuosi quanto incostanti, si dividono i primi due set: nel primo a Dolgopolov basta un break sul 4-3, nel secondo Janowicz scappa subito 5-0 per poi chiudere 6-3 (il primo set vinto dal polacco contro l’ucraino in carriera). Nel terzo set il vento finalmente cala e il livello di gioco si alza: Janowicz ha subito due opportunità di break, ma Dolgopolov le annulla e grazie al 7° doppio fallo del polacco strappa il servizio all’avversario per il 4-2. Sembra finita, ma Dolgopolov fallisce due match point sul 5-2 e nel game successivo concede il controbreak. Janowicz, giocatore spesso fuori dalle righe, va a servire per pareggiare i conti ma concede un terzo match point al tennista di Kiev, che grazie al diritto in rete dell’avversario si garantisce un posto fra i migliori 8 del torneo e il ritorno fra i primi 50 del mondo.

Risultati:

[1] N. Djokovic b. [13] D. Goffin 6-4 2-6 6-3
F. Lopez b. [8] R. Nadal 5-7 6-4 7-6(3)
[2] R. Federer b. [15] K. Anderson 6-1 6-1
[5] S. Wawrinka b. I. Karlovic 6-7(2) 7-6(5) 7-6(5)
[12] R. Gasquet b. [7] M. Cilic 7-5 6-3
[Q] A. Dolgopolov b. J. Janowicz 6-3 3-6 6-4
[6] T. Berdych b. T. Robredo 6-0 6-1
[3] A. Murray b. [16] G. Dimitrov 4-6 7-6(3) 7-5

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