ATP Cincinnati interviste, Federer: "Un trionfo inatteso, ma ha funzionato tutto bene. Ho grande fiducia"

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ATP Cincinnati interviste, Federer: “Un trionfo inatteso, ma ha funzionato tutto bene. Ho grande fiducia”

ATP Cincinnati, finale: R. Federer b. N. Djokovic 7-6(1) 6-3. L’intervista del dopo partita a Roger Federer

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Quel punto nel tiebreak, quando sei entrato dentro al campo e hai colpito quella risposta praticamente sulla linea del servizio, è stato davvero notevole. Qual è stata la strategia in quel punto in particolare?
Beh, ero intenzionato a farlo di nuovo, mano a mano che il set progrediva, ma la sensazione era che le seconde di servizio non fossero molte e in alcuni punti non mi sembrava la cosa giusta da fare. Così ho pensato – era sul 4-1 nel tiebreak? No era sul 3-1. Ho pensato, forse è arrivato il momento di farlo. Pensavo che andasse sul rovescio, invece è andato forte sul dritto. Così mi sono allungato e ho trovato un timing eccezionale. È andata dentro e l’ho messo subito sotto pressione. Sono felice che abbia funzionato. In risposta sono riuscito a variare molto bene, e sul mio servizio sono stato davvero solido. Se non perdi il servizio, come ho spiegato l’altro giorno, puoi fare quello che vuoi in risposta. Ed è quello che ho provato a fare anche oggi, ma sono molto felice di come ho servito durante tutto l’arco del match.

Ti senti a tuo agio con questa nuova tattica così aggressiva? È un punto di non ritorno?
Non proprio. Continuerò a rispondere anche da fondo campo. Quello che farò sarà variare molto cercando di mettere in difficoltà il mio avversario. L’idea è di mettere gli avversari nella condizione di non sapere cosa sta per succedere. Non posso farlo sempre. Alcune superfici ti consentono di farlo più di altre, ma questa settimana ha funzionato bene. Siamo onesti, non l’ho certo fatto su ogni singola seconda di servizio, ma sono stato sempre molto aggressivo.

Domanda sul rendimento del servizio.
Si, ho servito bene. Ho servito bene quando è stato necessario. Sapevo che il servizio mi avrebbe aiutato nei momenti importanti. Anche con la seconda so di avere delle ottime variazioni. È un’ottima cosa giocare con quella fiducia che non ti porta mai a pensare: ‘Ah, sono 0-15’. Un pensiero simile potrebbe facilmente significare break in arrivo. Non bisogna pensare troppo avanti, solo a quello che viene subito dopo. Oggi penso di averlo fatto molto bene, ed è una cosa che ovviamente dovrò fare altrettanto bene agli US Open. Oltre a questo, penso di aver giocato molto bene anche da fondo. Mi sono mosso bene tutta la settimana. Penso che per me sia un aspetto cruciale, riuscire ad uscire dai blocchi presto, rapidamente, capire quando è il momento di andare avanti, essere esplosivo.

Che sensazione è trionfare qui per la settima volta?
È bellissimo. Ad essere onesti, non me lo aspettavo. Sapevo di avere una chance ma sentivo che potevano esserci giocatori maggiormente in palla rispetto a me, visto che avevano già giocato a Montreal. Di solito è una cosa che aiuta. Così ho deciso di provarci, di vedere come sarebbe andata a finire. Se fosse andata male qui non sarebbe stato un grosso problema, sarei tornato ad allenarmi più motivato che mai in vista degli US Open. Ora ho la fiducia, ho le partite e mi sento molto fresco, perché i match sono stati abbastanza corti. E anche perché non ho giocato entrambi i tornei, adesso si tratta semplicemente di verificare la prossima settimana di quanti allenamenti avrò veramente bisogno. Si tratterà più che altro di adattarsi alla diversa velocità della superficie e alle nuove palle, che di solito è la cosa che mette noi giocatori maggiormente in difficoltà.

Secondo molti giocatori, il tuo rovescio è migliorato molto da quando lavori con Edberg. Ti ha dato qualche consiglio in particolare?
Onestamente, penso di dover dare a Stefan un sacco di merito per tantissime cose, ma penso che il rovescio sia migliorato perché ho una testa della racchetta più grande. Questo cambiamento mi ha avvantaggiato molto sul lato del rovescio. Ho dovuto abituarmi allo slice, che era il mio colpo preferito con la vecchia racchetta. Adesso sento di colpire la palla in maniera più pulita. Ovviamente Stefan vuole che giochi con i piedi dentro al campo e che venga avanti il più possibile, ma in maniera più intelligente.

Questa vittoria ti riporta al numero 2 del ranking mondiale. Quanto conta in vista di New York?
Come ho spiegato l’altro giorno, per me conta poco essere numero 2 o numero 3. Non mi piace andare troppo in là quando guardo il tabellone. Lo fate voi, il che ha perfettamente senso. Facciamo come se stessi rispondendo ad una vostra domanda sulla possibilità di incontrare Djokovic in finale o in semifinale. Per me sarebbe meglio affrontare Novak in semifinale? Chi lo sa, forse. Numero 2 o 3 cambia poco. Adesso il problema è risolto, non ci affronteremo prima della finale. Ma onestamente, non voglio pensare così lontano visto che non disputo una finale a New York dal 2009. Ci saranno molti giocatori agguerriti, di solito giocano tutti abbastanza bene lì. È una superficie giusta, un bel campo. Tutti sanno che è l’ultima occasione dell’anno per vincere uno Slam o per fare una buona prestazione. Per cui non ci saranno match semplici. Voglio essere sicuro di fare bene fin dall’inizio.

Hai detto di sentirti fresco e riposato. Il servizio è stato molto solido. Di quali altri aspetti del tuo gioco sei soddisfatto?
Praticamente ogni cosa. Penso di essermi mosso bene. Ero esplosivo quando venivo avanti. Le volée sono state davvero buone. E da fondo campo penso di aver colpito sempre molto bene con il dritto. Questa settimana ho servito bene, ma penso di avere ancora spazio per qualche miglioramento ulteriore al servizio. Non sempre ho colpito nel punto in cui avrei voluto. In allenamento non mi sentivo così bene, ad essere onesti. Non credevo che sarei riuscito a tenere così bene e facilmente i miei turni di battuta nel corso dell’intero torneo, perché di solito è la prima cosa che peggiora dopo un lungo periodo di vacanza. Penso anche di essere stato molto creativo in risposta, questo mi darà un sacco di spunti per il resto della stagione. Attualmente ci sono tante cose che posso fare e che prima non pensavo di poter fare o che non mi azzardavo a fare perché pensavo che fosse una pazzia. Dopo questa settimana dovrò rivalutare tutto ciò.

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