Suggestiva cerimonia d'apertura allo US Open, ma senza fuochi d'artificio

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Suggestiva cerimonia d’apertura allo US Open, ma senza fuochi d’artificio

L’inno nazionale intonato da Vanessa Williams, prima della “passeggiata” di un solo set di Serena

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(da New York, Antonio Volpe Pasini)

Sullo sfondo splendido tramonto dominato dall’Empire State Building avvolto in una livrea di luci verdi, blu e gialle in onore delgli Us Open, l’ultimo major della stagione tenstica ha preso ufficialmente il via con una cerimonia d’apertura piuttosto sottotono rispetto agli anni passati. Stavolta, per “colpa” del nuovo tetto dell’Arthur Ashe Stadium, niente fuochi d’artificio, che negli anni passati avevano fatto andare in delirio il pubblico, ma “solo” giochi di luce iniziati durante il breve discorso di prammatica del sindaco di New York Bill de Blasio e continuati durante le esibizioni di Josh Groban, Aloe Blacc e Ciara, ma soprattutto della superstar Vanessa Williams che ha cantato l’inno nazionale prima di cedere il campo a l’altra Williams: Serena.
Proprio durante l’esibizione della cantante-attrice c’è stato l’unico momento di relativa emozione quando un aereo diretto all’areoporto La Guardia ha sorvolato a bassa quota lo stadio: tutti hanno puntato gli occhi al cielo e un leggero brivido di paura ha percorso gli spalti, segno evidente che l’11 settembre vive ancora nella memoria dei newyorkesi.
E’ durato un attimo, poi tutti pronti a fare il tifo per Serena.

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