Kyrgios, Morfeo e la maledizione di Stan

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Kyrgios, Morfeo e la maledizione di Stan

Il cattivo ragazzo non perde occasione per confermare il suo stile (grazie al cielo) inimitabile ma intanto perde da Murray e abbandona New York. Dalla querelle con Wawrinka a Montreal non ha più vinto un incontro

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Partiamo leggeri.

John McEnroe ha recentemente dichiarato di non poter tollerare oltre né il look né tantomeno il comportamento di Kyrgios su un campo da tennis. Sembra la storia del bue che dà del cornuto all’asino ma il giovane australiano farebbe bene a prestare orecchio a quelle parole proprio perché vengono da un suo diretto antenato.

John almeno traeva forza e concentrazione dalle sue sceneggiate mentre lo stesso non accade al suo aspirante emulo. Ieri contro Murray Nick ha deliziato ancora i suoi fans, se ce ne sono, con atteggiamenti più adatti ad un bullo di quartiere che a un professionista strapagato. Prima si stravacca semi-addormentato sulla seggiola al cambio campo, poi sfoggia un lessico da Accademia della Crusca per accogliere spettatori ritardatari. E’ troppo impegnato per giocare a tennis e Murray lo asfalta al quarto.

Il buon Nick non è italiano, non conosce superstizione né cabala altrimenti comincerebbe a farsi delle domande. Infatti da quando si è rivolto gentilmente a Wawrinka in Canada non ha più vinto un match, perdendo con Isner, Gasquet e Murray. “Non è vero ma ci credo” si dice e forse l’australiano, riflettendo su quelle sconfitte, troverà giovamento nella lettura del “Galateo” di Giovanni Della Casa, scritto per i Kyrgios del sedicesimo secolo.

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