US Open, italiani: Pennetta avanti nonostante il drone! Ok Errani, fuori Giorgi e Knapp

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US Open, italiani: Pennetta avanti nonostante il drone! Ok Errani, fuori Giorgi e Knapp

Sara Errani, febbricitante e con la tosse, perde il primo set 6-0, poi rimonta e batte Jelena Ostapenko. Ora avrà Samantha Stosur. Karin Knapp eliminata da Angelique Kerber. Camila Giorgi resiste solo un set alla Lisicki, poi prende un bagel. Flavia Pennetta supera in due set la Niculescu, in un match che nel finale ha visto un drone fuori controllo schiantarsi sulle tribune del Louis Armstrong, fortunatamente senza provocare feriti.

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[26] F. Pennetta b. M. Niculescu 6-1 6-4 (da New York, Ruggero Canevazzi)

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Flavia Pennetta sbriga la pratica Monica Niculescu in un match a lungo dominato e complicatosi solo nel finale, quando 3 match-point falliti sul 6-1 5-2 hanno messo un’inattesa pressione alla brindisina, che ha perso il primo di due break di vantaggio ma ha poi comunque chiuso due giochi più tardi al quarto match-point con un bel vincente di rovescio lungo linea al termine di uno scambio lunghissimo. Sul 5-3 30 pari, con la Niculescu al servizio, è passato sopra il campo un piccolo drone fuori controllo, che si è schiantato in una zona della tribuna fortunatamente vuota. Qualche attimo di paura e niente più, il match è continuato anche se gli uomini della Security hanno cominciato l’ispezione e l’identificazione dell’oggetto, recintando la zona e facendo defluire il pubblico dalle uscite lontane dalla zona dell’impatto.

Il match si disputa sul Louis Armstrong anziché sul campo 17 come da programma, a causa del protrarsi dei match precedenti (su tutti il primo, Konta-Muguruza, una maratona di 3 ore e 23 minuti) ed essendo ancora in pieno svolgimento alle 19:15 il match tra Berdych e Melzer. Il risultato è che la partita comincia con pochissime persone sugli spalti, saranno non più di un centinaio (ma è anche vero che sull’Arthur Ashe sta per scendere in campo Roger Federer). Il match comincia e ha da subito una chiave tattica chiara: la Niculescu ricorre molto spesso al dritto in back, dei chop dal taglio esasperato nel tentativo di rallentare il ritmo imposto da Flavia. La tattica però non funziona: la Pennetta si piega benissimo sulle gambe, alzando la traiettoria della palla, giocando regolare e sbagliando pochissimo, in attesa degli errori dell’avversaria. In questo modo il break è inevitabile e arriva puntuale al quarto gioco: 3-1 e servizio Pennetta, che domina in lungo e in largo, tra errori dell’avversaria al termine di scambi piuttosto lunghi e qualche vincente da applausi, fino al 6-1 dopo appena 25 minuti.

Nel secondo parziale la musica non cambia: la tds n.26 si porta 2-0 e 0-40 sul servizio della Niculescu, che continua imperterrita a insistere col dritto giocato esclusivamente in back. Sembra quasi una “Roberta Vinci di dritto”: come Robertina gioca quasi sempre il rovescio in back, lei fa lo stesso con l’altro fondamentale. Se però i tagli della Vinci sono spesso efficaci, quelli della rumena non disturbano Flavia, che mette a segno un parziale di 7 game a 0 dall’1 pari del primo set al 2-0 del secondo. Poi si issa quasi indisturbata sul 5-2 e va a servire per il match. Qua la partita cambia all’improvviso: la brindisina fallisce 3 match-point e cede il servizio alla terza palla break, manifestando un po’ d’insofferenza. “Sei decisamente più forte!”, le gridano dal suo box. Al nono game, sul 5-3 Niculescu, avviene come sopra detto un episodio decisamente imprevisto: mentre le due lottano sul 30 pari, un ronzio avvolge il campo e sopra di esso un oggetto nero non ben identificato, se pur di piccole dimensioni, finisce per schiantarsi nelle tribune che danno sul lato lungo del campo. Seguono attimi di paura, ma non succede nulla, la Security si precipita a verificare di cosa si tratta e recinta la zona: era un drone fuori controllo. Il gioco riprende, ma certo se in quei posti ci fosse stato qualcuno staremmo a parlare non di una tragedia ma certamente di un brutto incidente. Flavia torna a servire sul 5-4, annulla una pericolosissima palla break costringendo la Niculescu all’errore e poi chiude al 4° match-point, procuratosi con un servizio vincente e trasformato con un bellissimo rovescio lungo linea vincente a chiudere uno scambio durissimo, dopo 1 ora e 19 minuti di partita. La Pennetta affronterà al terzo turno la sorprendente Petra Cetkovska, che ha eliminato la Wozniacki (finalista lo scorso anno) dopo 3 ore e 2 minuti di battaglia.

Sempre in conferenza stampa, Flavia sottolinea la paura che ha provato appena dopo lo schianto del drone (“Non mi è mai capitata una cosa del genere in carriera, per un attimo ho pensato al peggio”) e le motivazioni che solo i tornei dello Slam le danno in questa fase finale della carriera (“Soprattutto qui a New York, arrivo con sensazioni bellissime che non provo più molto spesso”). Sempre a tal proposito, Flavia fa una precisazione assolutamente sorprendente e inattesa: “Prima del Roland Garros ero in confusione totale, volevo non partecipare al torneo, pensavo non avesse senso farlo senza motivazioni, ma poi lo stesso torneo me la ha trasmesse!

Circa mezz’ora dopo il match, un comunicato ufficiale dell’USTA (la Federazione tennistica americana, responsabile dell’organizzazione degli Open), conferma che si è trattato di un drone e che non ci sono stati feriti, informando che il New York Police Department sta effettuando le verifiche necessarie per capire le origini del fatto.

[24] S. Lisicki b. C. Giorgi 6-4 6-0 (da New York, Ubaldo Scanagatta)

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Che sveglia a Camila Giorgi! La Lisicki fa gli ace e lei i doppi falli.

Confesso di avere un debole per Camila Giorgi. Sì, perchè è una ragazza che mi fa sognare. Poi, purtroppo, spesso suona la sveglia, anzi suonano le sveglie, la mia e quella che le danno le sue avversarie. E io cado fragorosamente dal letto – non sono leggero … – facendomi quasi altrettanto male di quanto deve sentire ogni volta papà Sergio (Giorgi) che continua a dire (e penso a credere) che sua figlia vale una top-ten…

Oggi Camila, fin dal secondo punto, ha cominciato a far errori (29 in tutto) e doppi falli – alla fine sono stati 10, quasi la sua media, ma 4 sono però venuti proprio su altrettante palle-break per Sabine Lisicki – mentre la tedesca di origini polacche mieteva un ace dopo l’altro, perfino 4 in un game quando è salita 4-2 nel primo set. In totale avrebbe fatto 13 aces in 8 games di servizio. In pratica, facendo una media, è come se nei suoi 8 turni di servizi fosse partita con un vantaggio di un 15 in 8 games e di un 30 in altri 5 games.

Insomma è stato un 6-4 6-0 in 61 minuti e qualcuno potrebbe pensare che “scelgo” le partite della Giorgi anche perchè possono essere spesso anche molto veloci.

Ma non è quello invece il motivo. Quando, come oggi ci sono quattro partite da vedere e da riferire ai lettori – oggi che giocavano Errani, Knapp, Pennetta e Giorgi – io scelgo di vedere la Giorgi, perchè so che nei suoi match può succedere di tutto, nel bene e nel male. Mi aspettavo, dopo averla vista competere alla grande a arrivare a due punti dal battere un’ottima Venus Williams all’Australian Open, che quest’anno l’avrei vista più sovente nel bene che nel male.

Purtroppo mi sa d’essermi sbagliato. L’anno non è finito, i 4 Slam però sì, e cioè sono finiti i momenti topici della stagione del tennista, quelli che distribuiscono più punti in classifica e su di essa incidono maggiormente. Io pensavo mesi addietro che Camila sarebbe giunta almeno ad essere testa di serie, cioè fra le prime 32 tenniste del mondo, al quarto Slam annuale, e invece no, anche se non è così lontana visto che è n.36 e che lo scorso anno qui perse al primo turno e quindi non dovrebbe perdere ulteriori posizioni.

Non è un verdetto negativo definitivo, il mio sul potenziale di Camila. Ci mancherebbe. Lei non ha ancora 24 anni, li compierà a dicembre, e sia per il tipo di educazione che ha avuto – con un padre sempre molto presente che ne ha in qualche modo limitato una crescita libera da condizionamenti di vario tipo – sia per il suo carattere fra il timido e l’introverso, a me Camila sembra ancora oggi una ventitreenne non ancora maturata in rapporto alla sua età.

Se mi dicessero che ha 21 anni e non 23, insomma, non mi stupirei. E allora ripensando a Silvia Farina, a Roberta Vinci, e in parte anche a Flavia Pennetta che i loro migliori risultati li hanno centrati quando non erano più bambinelle, non perdo tutte le speranze di vedere salire in alto Camila. Semplicemente sogno un po’ meno, perchè anche oggi vedendola contro Sabine Lisicki non ho notato alcun tentativo di affidarsi ad un piano B.

La Lisicki è una bombardiera, non solo al servizio. Non conosce mezze misure. Tira sempre forte, proprio come Camila. Tant’è che prima che il loro match sul Grand Stand cominciasse in tanti tweets d’illustri colleghi si leggeva che il primo duello fra le due ragazze avrebbe potuto battere il record degli errori gratuiti. Alla fine, come accennato, gli errori di Camila sono stati 29, quelli di Sabine 20, totale 49: i vincenti sono stati 23 ma ci vanno tolti i 13 aces di Sabine e l’unico di Camila. Quindi tutto quel gran tirare ha prodotto in tutto 5 vincenti di dritto della Lisicki, e 0 di rovescio, 5 vincenti di dritto e 1 di rovescio di Camila.

Allora io mi chiedo (prima di chiederlo a Camila che certo mi dirà di essere incappata in una cattiva giornata): Ma se uno si accorge di aver messo a segno solo 6 vincenti… non dovrebbe provare a fare qualcos’altro? Anche se è “contronatura”?
So già che il discorso del piano B non attecchirà
. Devo stare attento anzi a non fare innervosire i Giorgi, perchè da quell’orecchio proprio non ci sentono.

Prima di attaccare qui le frasi colte nell’intervista due spunti di cronaca per una partita che è durata solo il primo set. Dopo due games di assaggio, Camila ha rischiato il break già nel terzo game: dopo essere andata sotto 15-40 con il secondo doppio fallo. Ma sul 2 pari prima un paio di errori gratuiti, poi il doppio fallo n.3 sulla palla game hanno spostato l’equilibrio retto fin lì. Un gioco da… ragazzi più che da ragazze per la Lisicki che ha servito anche a velocità superiore ai 207 km orari, tenere due volte il game a 15 sul 4-3 e sul 5-4. Aveva sofferto un tantino solo sul 3-2, dopo il break, salvandosi con 4 aces quasi consecutivi, a 103, 108, 121 e 107 miglia.

L’inizio del secondo set con Camila che ha commesso il doppio fallo n.4 sul primo punto e il n.5 sulla pallabreak, è stato quasi traumatico anche per la Lisicki che, contagiata, ha fatto due doppi falli anche lei, ma riuscendo però a tenere il game grazie all’ace n.8 e n.9 della sua partita. Tre errori consecutivi di Camila hanno consegnato il 3-0 “pesante” a Sabine e… buonanotte a tutti. Salvo a me che mi sono svegliato di brutto dal mio sogno di vederla finalmente andare molto avanti anche in uno Slam già quest’anno. Lei, su padre ed io torneremo a sognare insieme il prossimo anno. Siamo testardi, noi.

Spunti tecnici: la rapidità frenetica di Camila

La Giorgi in conferenza stampa non fa altro che confermare la mia sensazione scritta sopra, ovvero che la storia del piano B non attecchisce. Anzi, Camila rifiuta categoricamente la ricerca di questo, affermando che “il piano B non c’è, io ho uno stile di gioco, se cambiassi stile perderei sempre. Oggi ho avuto una brutta giornata, mi sono mossa male in campo. Da fuori è facile dire ‘serve un piano B’, ma quello che conta è la preparazione, quella non la vede nessuno. Oggi non trovavo il ritmo giusto, questo è quanto“.

 

[16] S.Errani b. J. Ostapenko 0-6 6-4 6-3 (da New York, Luca Baldissera)

stats errani

Inizio-shock per Sara Errani, opposta a Jelena Ostapenko (diciottenne lettone numero 114 WTA, leggi l’intervista esclusiva rilasciata a Ubitennis a Wimbledon) nel match che inaugura il programma del “day 4” sul Grandstand di Flushing Meadows. La giovane lettone aggredisce ogni colpo, sale benissimo sopra la palla, e in pochi minuti si trova in vantaggio 3-0 e servizio. Nel quarto game Ostapenko scende un attimo di ritmo, e Sara ha tre possibilità di break, purtroppo sprecate più che annullate dall’avversaria, che vola sul 4-0. Jelena sembra sempre più in fiducia, oltre al gran dritto che è il suo colpo migliore comincia anche a chiudere ottimi rovesci lungolinea, e con il terzo break nel set arriva il 5-0 per la lettone. È una Errani che comunque subisce troppo, non si muove al massimo, fa fatica a far scorrere la palla, e non è una sorpresa quando in campo arriva la fisioterapista. Durante il MTO Sara non viene trattata a livello fisico, l’impressione è che si tratti di un malessere generale (in conferenza stampa Sara ci racconterà di avere il mal di gola e la febbre). Certo il gran caldo di oggi, amplificato dal cemento, non aiuta. Al rientro in campo la situazione non migliora, Errani scappa da due scambi cercando una smorzata e una volée poco convinte, Ostapenko tira un paio di vincenti, e il 6-0 è servito.

Sara appare veramente in difficoltà fisica, gli spettatori assiepati all’ombra della tribuna lato ovest mormorano perplessi, si teme il ritiro dell’azzurra a questo punto. Giustamente Jelena non accenna a diminuire la pressione con le accelerazioni da fondo, ed è francamente sorprendente che Sara tenga il servizio d’apertura del secondo set. Ma il tennis è detto “lo sport del diavolo” non a caso: bastano due leggerezze e un doppio fallo di Jelena, ed Errani piazza il break e si ritrova 2-0, e tre minuti dopo tiene la battuta che la porta 3-0. Una svolta veramente incredibile, ma Sara ancora non sta bene e si vede. Per sua fortuna, l’inesperta avversaria invece di tenere un onesto ritmo da fondo, che con l’azzurra tanto appannata fisicamente probabilmente basterebbe per fare la differenza, comincia a tirare troppo e a prendersi rischi anche eccessivi: Errani ringrazia, incassa parecchi punti dai gratuiti (almeno tre rovesci volati via in modo imperdonabile) di Jelena, brekka e va 4-0 e servizio.

A questo punto, il match vede Ostapenko che tira e sbaglia, Errani che soffre e tiene, ma si muove sempre peggio e spesso rinuncia a rientrare per difendere il campo quando una delle botte di Jelena la sposta lateralmente. Scuote spesso la testa, non alza gli occhi nemmeno per guardare il suo angolo. Ricomincia quindi a girare bene per la lettone, che recupera e si porta 3-4. Sara ora sta facendo serve&volley sistematico, chiaro segno di problemi e poca presenza fisica e mentale in campo, l’esempio migliore è il facile smash che tira fuori di due metri consegnando il settimo game a Jelena. Ora la partita ha perso ogni logica e coerenza, la lettone perde il servizio che la avrebbe portata 4 pari, l’azzurra va 5-3 e set point, che si gioca seguendo a rete un servizio a 80 miglia all’ora, venendo fulminata dalla risposta. Dopodiché, con due rovesci lungolinea vincenti la Ostapenko torna sotto sul 4-5. È mezzogiorno e un quarto, la calura è soffocante, le giocatrici cercano sollievo negli asciugamani ghiacciati ai cambi di campo.

E si vede tutta l’inesperienza della diciottenne lettone, quando nel momento di servire per il 5 pari si incarta nuovamente in diversi errori, consegnando il secondo set a una Sara francamente miracolata nel raggiungere il parziale decisivo. Si va dunque al terzo, a questo punto non ha molto significato chi sia al servizio, il canovaccio del match non cambia. Subito break per la Ostapenko, poi controbreak Errani, che per la prima volta si auto-incita dando l’impressione di crederci, ma ancora Jelena toglie la battuta a Sara e va 2-1. Continua l’alternanza di cose buone e sciocchezze di Ostapenko, Errani fa quello che può. Si arriva al 3 pari, tutti e sei i game sono stati break. Sara a volte si piega, e si tocca il fianco sinistro, Jelena piazza diversi vincenti, e quando l’azzurra tiene il primo servizio del set andando sopra 4-3 il pubblico esplode in un applauso convinto, perchè il successivo, ennesimo, break che porta l’azzurra sul 5-3 a servire per il match era praticamente scontato. Jelena annulla con bravura due match point consecutivi, poi un terzo e un quarto (rovescio in pieno sulla riga), e alla fine cede 6-3. Al terzo turno Sara affronterà la testa di serie n°22, Samantha Stosur (5-2 i precedenti in favore dell’ australiana).

Sara Errani in conferenza stampa: “Sono stata male già stanotte, ho la tosse e mi gira la testa, probabilmente ho anche la febbre. L’aria condizionata qui agli US Open è micidiale, negli spogliatoi sembra che ci siano 10 gradi, quando ci entri sudato rischi sempre di ammalarti. C’è mancato davvero poco che mi ritirassi, ma per fortuna nel secondo set lei si è messa a sbagliare, mi ha rimessa in partita, e alla fine ho vinto non so nemmeno io come. Ora prenderò un antibiotico, spero di recuperare. Samantha Stosur per me è una delle più forti, su questi campi gioca benissimo, ha un servizio incredibile, dovrò trovare il modo di contrastarla. Mi sono già ritirata dal doppio misto con Fabio (Fognini, n.d.r.), non ce la potevo fare stasera”.

[11] A. Kerber b. K. Knapp 7-5 6-2 (da New York, Vanni Gibertini)

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Finisce al secondo turno l’US Open di Karin Knapp, fermata in due set da una Angelique Kerber che sicuramente non ha giocato il suo miglior tennis, ma ha saputo lasciar passare i momenti “no”, soprattutto all’inizio del primo set, e piazzare le zampate vincenti quando contava, finendo poi per chiudere in relativa scioltezza. Karin ha chiesto un “medical timeout” a metà del secondo set, peraltro a match già ampiamente compromesso, e si è fatta applicare una evidentissima fasciatura al ginocchio destro, che però non è sembrato aver avuto un effetto determinante sull’esito della partita.

Iniziato alle 13 in punto sotto un sole molto caldo, il match ha stentato molto a decollare nei primi game, con entrambe le protagoniste non particolarmente centrate e piuttosto fallose. La Knapp è sicuramente scesa in campo con fare più intraprendente, ed ha cercato fin dall’inizio ad imporre la sua maggiore potenza da fondocampo, per evitare di rimanere intrappolata nelle geometrie della sua avversaria. Una Kerber molto fallosa ed irritata subisce il break per prima al quarto game, ma riceve in regalo il controbreak immediatamente al game successivo, quando senza colpo ferire incassa due doppi falli consecutivi della Knapp sul 40-40 e rimette il match in parità. L’italiana sbaglia decisamente troppo di diritto, anche colpi facili in mezzo al campo da chiudere facilmente; la Kerber prova a farla correre ed a finire con qualche palla corta, ma senza troppo successo, anche grazie ad una buona mobilità laterale messa in mostra da Karin. Sul 4-3 per l’azzurra arriva una palla break che potrebbe mandarla a servire per il set, ma la Kerber la cancella con grande coraggio servendo uno slice esterno avvelenato e chiudendo con un fendente di rovescio incrociato dall’altra parte. Da qui la tedesca cede solamente un punto nei successivi tre turni di battuta, e soprattutto approfitta del quarto doppio fallo della Knapp per ottenere il break all’undicesimo gioco e chiudere il set in 55 minuti.

Nel terzo game del secondo set, tre rovesci sbagliati di Karin Knapp danno il break alla Kerber, che da quel momento prende saldamente il controllo delle operazioni e s’invola 5-1, non senza però dover annullare (in maniera eccellente peraltro) due palle break sul 2-1. A nulla servono gli incoraggiamenti dalla tribuna di Roberta Vinci, nascosta sotto un asciugamano bianco per ripararsi dal sole, il match scivola via senza particolari scossoni, se non per il medical timeout di cui si è detto sopra.

Un vero peccato perché almeno nel primo set l’alto-atesina era apparsa più forte dell’avversaria, tuttavia non è riuscita a concretizzare le occasioni avute ed ha finito poi per pagare dazio.


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