Becker: ”Vorrei vedere Djokovic alzare la Coppa dei Moschettieri a Parigi”

Interviste

Becker: ”Vorrei vedere Djokovic alzare la Coppa dei Moschettieri a Parigi”

Boris Becker, coach del n. 1 del mondo Novak Djokovic, è stato il protagonista dell’incontro-conferenza organizzato a Belgrado dalla “Novak Djokovic Foundation”, dove ha raccontato della sua vita, delle sue esperienze, del suo rapporto con Novak. E dove ha confessato il desiderio che vorrebbe veder realizzato

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Chi era presente lo ha definito un attore consumato.

Qualche giorno fa, la sera prima della conferenza stampa tenuta assieme a Novak Djokovic, Boris Becker è salito senza alcun timore sul palco di uno degli storici teatri di Belgrado, il Teatro Drammatico Jugoslavo “Ljuba Tadic”, per raccontare al numeroso pubblico presente la sua storia: dall’infanzia a Leimen, passando per la carriera da tennista di alto livello, sino all’esperienza attuale come coach del più forte giocatore del mondo.

Era la terza volta che Becker visitava la capitale serba. Le prime due visite erano legate all’amicizia con il tennista belgradese Slobodan “Bobo” Zivojinovic, giocatore che ottenne anche una discreta notorietà nella seconda metà degli anni ’80. Ottimo doppista, tanto da arrivare al n. 1 della classifica mondiale e a vincere in coppia con Andres Gomez gli US Open nel 1986, il gigante jugoslavo (1,98 di altezza per 100 kg di peso) ottenne buoni risultati anche in singolare, soprattutto sulle superfici veloci grazie al suo poderoso servizio. Best ranking n. 19, vinse 2 tornei ATP ed arrivò due volte in semifinale negli Slam, in entrambe le occasioni senza essere testa di serie. La prima fu agli Australian Open del 1985, dopo aver battuto in cinque set nei quarti John Mc Enroe, la seconda, quella più famosa, a Wimbledon nel 1986, dove si arrese solo al quinto set a Ivan Lendl, che in finale fu poi sconfitto proprio da Becker.

L’amicizia tra i due era nata poco tempo prima e fu Zivojinovic a raccontarne la genesi in una intervista di diversi anni fa: “Alla fine del 1984 giocammo le qualificazioni a Stoccolma, non ci conosceva nessuno (erano entrambi fuori dai top 100, ndr). Nello spogliatoio ci trovammo seduti uno di fronte all’altro. Boris, 16enne, piangeva e diceva che non avrebbe mai più preso una racchetta in mano: ‘Meglio andare a scuola e studiare, se perdo partite così’. Lo consolai, dicendogli che era stato solo un episodio negativo e che il suo momento sarebbe arrivato. Pochi mesi dopo avrebbe vinto Wimbledon“.
I due amici giocarono molte volte insieme in doppio: tra il 1985 ed 1987 vinsero anche tre tornei e arrivarono in finale in altre tre occasioni.

Fu così che Becker venne una prima volta a Belgrado nel 1988 per giocare un’esibizione con Zivojinovic, allo stadio della Stella Rossa davanti a 10.000 persone, e poi una seconda volta 4 anni dopo per partecipare al matrimonio tra il suo amico e la cantante pop-folk Lepa Brena, famosissima negli anni ottanta in Jugoslavia.

Becker e Zivojinovic a Belgrado nel 1987

Becker e Zivojinovic a Belgrado nel 1988

Zivojinovic, oggi presidente onorario della Federazione Tennis della Serbia, era impegnato in Cile la scorsa settimana e non ha perciò potuto salutare il suo vecchio amico e assistere all’incontro-conferenza “Boris Becker da una diversa angolazione”, organizzato dalla Novak Djokovic Foundation e presentato dallo stesso Djokovic assieme alla moglie Jelena Ristic.
Ma seduti in platea c’erano tanti altri grandi nomi dello sport, dello spettacolo e dell’imprenditoria della Serbia, insieme ai migliori studenti delle università di Belgrado e Novi Sad.

Tutti ad ascoltare il “il rosso di Leimen”, che ha raccontato com’era la sua vita in quella piccola cittadina del Land tedesco del Baden-Wuttenberg, come è accaduto che tra basket, nuoto e calcio abbia scelto il tennis e come un ragazzino talentuoso sia diventato campione di Wimbledon a 17 anniBecker ha parlato degli alti e bassi nella sua carriera, ha parlato dei sogni e di quanto siano importanti nella carriera di un atleta. Anche se per lui tutto è stato un po’ particolare, dopo che nel 1985 divenne il più giovane vincitore nella storia del torneo sull’erba All England (record che detiene tuttora).
Nella mia vita tutto è successo molto in fretta. Non ho avuto il tempo di sognare. Vincere Wimbledon è stato come arrivare in cima dell’Everest” ha detto il 47 enne tedesco, che dopo quella vittoria in finale contro Kevin Curren nel luglio di 30 anni fa fu catapultato all’improvviso in una realtà totalmente diversa da quella a cui era abituato.
Il torneo fu seguito per la prima volta dal capo di stato tedesco. Non era mai accaduto prima. Al rientro a casa mi accolsero come se fossi il Papa. Salutavo la gente da un’auto scoperta, ci saranno state 50.000 persone. Non capivo cosa stava succedendo, io ero cresciuto in una cittadina di 10.000 abitanti. Era come essere in un sogno. Ma poi ho capito che era anche la fine di una vita “normale” ha confessato Becker, spiegando che da quel momento iniziarono le pressioni, una vita sempre sotto i riflettori e che non fu tutto facile e scontato da gestire, per uno che in fin dei conti era ancora un adolescente.
Quando a 17 anni ho sollevato il trofeo più importante del tennis volevo solo vincere. Ma un ragazzo così giovane, com’ero io a quei tempi, aveva anche bisogno di scoprire se stesso. È un processo, non sei una macchina, devi avere altri interessi oltre al tennis. Il tennis mi ha dato tutto nella vita, ma ad un certo momento ti rendi conto che non puoi vivere solo di quello. Ho vinto ancora tornei, ero sempre ai vertici della classifica mondiale, ma ero anche giovane. Volevo uscire, avere una vita oltre al tennis. Fortunatamente a quei tempi non c’erano i social network, internet, sennò ogni volta che facevo tardi, il giorno dopo lo avrebbero saputo tutti!” ha detto Becker facendo ridere il pubblico in sala.

Ha raccontato aneddoti della sua carriera, come quello della conquista dell’oro olimpico Barcellona nel 1992 in doppio, assieme al connazionale Michael Stich. Nonostante i rapporti tra i due fossero tutt’altro che idilliaci.
Eravamo grandi rivali nel circuito. A Barcellona, all’inizio, anche se giocavamo insieme in doppio praticamente non ci parlavamo. Poi, quando fummo eliminati in singolare, ma soprattutto una volta arrivati ai quarti di finale, io dissi: “Dobbiamo sederci e fare un piano, perché giocheremo contro una grande coppia, Casal e Sanchez, e soprattutto contro 12.000 tifosi spagnoli scatenati”. Da quel momento iniziammo a collaborare e a parlarci, e alla fine vincemmo il torneo. Chiamai metà villaggio olimpico a festeggiare, alcune persone le vidi solo in quell’occasione, festeggiammo a lungo e chi era l’unico assente? Beh, Stich. Con ancora addosso la tuta della premiazione andò direttamente all’aeroporto e partì per la Germania. Sei settimane fa l’ho incontrato ad Amburgo e mi ha chiesto se mi ricordassi che avevamo vinto il titolo olimpico. Ho risposto affermativamente e lui mi ha detto: “È stato davvero un grande successo, solo che non so per quale motivo non l’abbiamo mai festeggiato. Sai, dovremmo farlo una volta o l’altra.” Penso che prima di morire troveremo veramente il tempo per farlo” ha detto Becker, suscitando l’ilarità generale del pubblico del teatro intitolato a Ljubomir “Ljuba” Tadic, uno dei più grandi attori del cinema jugoslavo, scomparso nel 2005.

Risate e applausi hanno spesso fatto da sottofondo alle parole dell’ex n.1 del mondo che, proprio da grande attore, ha saputo sapientemente mescolare risposte serie e scherzose, così come da giocatore alternava le cannonate di servizio e dritto ai deliziosi tocchi sotto rete. E lo ha fatto anche quando è arrivato il momento di parlare dei più grandi rivali di Nole, Federer e Nadal.
Spesso ci si domanda chi è il miglior giocatore di tennis di tutti i tempi. Ma questa domanda non potrà mai avere una risposta, perché questo sport ha avuto molti grandi campioni, che sono stati i migliori nelle rispettive epoche. Prima il più forte era Laver, giocava in maniera fantastica. Poi è arrivato Borg, uno dei miei idoli, era incredibile. Dopo è venuto il momento del genio di McEnroe e a seguire il dominio di Lendl, l’atleta che personalmente ritengo abbia portato la professionalità nel tennis, poi Edberg. Tutti vincitori nati. In seguito c’è stato Agassi, il tennista con la migliore risposta al servizio e Sampras, che ha vinto 14 trofei del Grande Slam. Dopo il 2000 è arrivato questo svizzero. Ha conquistato 17 titoli del Grande Slam e, da questo punto di vista, è lui il migliore in assoluto, ha portato il tennis al livello più alto. Poi ha fatto la sua comparsa anche quello spagnolo che ha trionfato nove volte al Roland Garros, un risultato incredibile. Ma a interrompere la festa è arrivato un ragazzo dalla Serbia che li ha scioccati a colpi di dritto e rovescio. Tutti sono rimasti sorpresi. Da dove spunta adesso questo serbo che gioca così bene a tennis? Per Novak è stato molto difficile all’inizio, perché non aveva il rispetto degli altri. Ma lui ha una grande forza, la determinazione, la perseveranza dei veri campioni. Nella vita ha dovuto affrontare molto presto degli ostacoli ed ha imparato molto da questo. Ha imparato che bisogna affrontarli e superarli.”

E la perseveranza è anche una caratteristica che accomuna l’allievo Nole al coach Boris.
Parliamo la stessa lingua, anche se ci ha messo un po’ di tempo a capire il mio pessimo inglese. Punta sempre alla vittoria, come facevo io. Ho riconosciuto in lui quello spirito, quella fame di nuove vittorie e trofei. È questo uno dei motivi principali per cui ho accettato di diventare il suo allenatore.” ha sottolineato Becker, che è entrato a far parte del team di Djokovic nel dicembre 2013.

Un altro punto in comune tra Becker ed il suo allievo è la voglia di conquistare il Roland Garros, l’unico Slam che manca nel palmares del 28enne di Belgrado, ma anche in quello del suo allenatore, che da giocatore non è mai riuscito a vincere un torneo sulla terra battuta. Il tedesco disputò ben 6 finali sul mattone tritato, uscendo sempre sconfitto: le più importanti furono quella persa a Roma contro Pete Sampras e le due disputate a Montecarlo. In particolare è rimasta nella storia quella del Torneo del Principato del 1995, in cui crollò al quinto set contro Muster, dopo essere stato in vantaggio due set a zero e aver sprecato un match point tentando un ace di seconda, a quasi 200 km orari, nel tie-break del quarto.
Ho un desiderio ancora irrealizzato, vedere Novak sollevare la Coppa dei Moschettieri a Parigi” ha rivelato “Bum Bum” al pubblico belgradese.

Il pubblico ha apprezzato anche l’onestà con cui il tedesco ha risposto alle domande che gli sono state poste, in particolare quelle relative alla collaborazione con Novak.
Quando abbiamo iniziato la nostra collaborazione, molti hanno criticato la cosa. Hanno detto che non ero adatto a lui. Ma noi ci troviamo bene assieme, abbiamo personalità simili. C’è stato anche un momento difficile, proprio all’inizio. Agli Australian Open del 2014 si era presentato da campione in carica e quattro volte vincitore del torneo. Qualsiasi risultato che non fosse stata la vittoria sarebbe stato visto come un fallimento (Nole perse nei quarti 9-7 al quinto contro il futuro vincitore Stan Wawrinka, ndr). Ma siamo stati pazienti e i risultati ci hanno dato ragione. Sono orgoglioso di Novak, della sua determinazione e della sua perseveranza. È quello che gli consente di rimanere al vertice” ha detto il 47enne ex campione, che ha poi ha elegantemente spazzato via una volta di più le voci su eventuali dissapori all’interno del team di Nole relativi al suo arrivo, dicendo di essere stato ben accolto da tutti dal primo momento. E ha poi voluto sottolineare come spesso all’esterno non si tenga in dovuta considerazione l’importante ruolo che ha Jelena, la moglie di Novak, all’interno del team. Ma non rinunciando neanche in questo caso alla battuta.
Ragazzi, davvero non possiamo trascurare quanto sia importante Jelena nella vita di Novak. Lei è la persona che è sempre accanto a lui, lo aiuta ad essere il migliore nella sua professione, E aiuta molto anche me. Lei è la persona che si sveglia accanto a lui, e prima dell’allenamento da lei posso avere notizie di prima mano se Nole ha dormito bene oppure no.” ha detto Becker, facendo ridere Novak e sua moglie Jelena, seduti in prima fila, vicino alla squadra serba di Coppa Davis: i giocatori Viktor Troicki e Nenad Zimonjic e il capitano non giocatore Bogdan Obradovic. E Becker ha riservato una delle sue boutade anche a Troicki.
Viktor, lo sai vero che sono ancora arrabbiato con te per il torneo dei Queen’s?“ ha detto “Bum Bum” al 27enne tennista di Belgrado, riferendosi alle occasioni sprecate nella semifinale persa a Londra contro Murray.

Il tre volte vincitore di Wimbledon ha infine sostenuto che il tennis negli ultimi anni è tornato ad essere molto popolare grazie alle grandi rivalità che lo stanno caratterizzando in questo periodo.
Il tennis vive di rivalità. È uno dei motivi per cui il tennis oggi è così popolare. Quando hai personaggi come Novak, Roger, Rafa, Andy e adesso anche Stan, questo attrae il pubblico: giocatori con alle spalle storie e ambienti diversi, grandi rivali tra loro” ha dichiarato Becker.

Come detto, l’incontro con Boris Becker è stato presentato da Novak Djokovic e sua moglie Jelena, nelle vesti rispettivamente di presidente e direttore della Novak Djokovic Foundation, organizzatrice dell’evento, che hanno presentato anche il primo numero di “Original” la rivista della Fondazione destinata agli studenti. Il n.1 del mondo ha voluto ringraziare il suo allenatore per averlo sostenuto nel portare avanti il lavoro della fondazione e per aver condiviso le sue esperienze con il pubblico in sala, in particolare con gli studenti “che rappresentano il futuro di questo Paese” come aveva detto la moglie Jelena ad inizio serata.
È un uomo fantastico, disciplina tedesca e fascino francese” ha detto a fine serata riferendosi al suo coach il 28enne tennista di Belgrado, che ha poi postato su Twitter un commento sulla serata, per ringraziare ancora Becker del messaggio trasmesso dal palco:
“Impara, abbi fede, lavora duro e non mollare mai. Questo è quello che mi porto via dalla conferenza della scorsa notte di Boris Becker”

https://twitter.com/DjokerNole/status/647532140977111040/photo/1

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