Pennetta e Vinci fuori a Pechino. Fognini avanza (Tuttosport). Karlovic mister ace. Battuto il record di Ivanisevic (Crivelli).

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Pennetta e Vinci fuori a Pechino. Fognini avanza (Tuttosport). Karlovic mister ace. Battuto il record di Ivanisevic (Crivelli).

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Pennetta e Vinci fuori a Pechino. Fognini avanza (Tuttosport)

Fabio Fognini è approdato ai quarti di finale a Pechino battendo per 6-2 2-6 6-2 il belga David Goffin, che nel turno precedente aveva eliminato Andreas Seppi. Vinto il primo set, il 28enne ligure si è fermato sul 2-2 nel secondo set, concedendo quattro game di fila all’avversario, che lo precede di 11 posizioni nel ranking mondiale. Nella terza frazione Fabio ha ottenuto il break nel quarto gioco, per poi proseguire verso la vittoria. Nei quarti Fognini troverà oggi l’uruguaiano Pablo Cuevas (n.37 Atp), che ha sconfitto per 7-6 (5) 7-6 (7) il croato Ivo Karlovic dopo aver eliminato a sorpresa il ceco Tomas Berdych, numero 5 del mondo e seconda testa di serie. L’azzurro è in vantaggio 3-1 nei precedenti con Cuevas ed ha vinto l’ultimo incontro il mese scorso, nel secondo turno degli US Open. Avanza ai quarti anche Novak Djokovic, campione in carica e cinque volte vincitore a Pechino: il serbo ieri ha battuto senza nessuna difficoltà il cinese Zhang Ze: 6-2 6-1 il punteggio finale in favore del n. 1 del mondo. Niente quarti di finale a Pechino invece per Flavia Pennetta e Roberta Vinci. L’unica italiana ad aver superato il terzo turno del China Open è quindi Sara Errani, oggi in campo contro la svizzera Timea Bacsinszky (n. 17 Wta), che nel primo turno ha eliminato Camila Giorgi. La Vinci è stata battuta per 6-1 3-6 6-2, dalla statunitense Bethanie Mattek-Sands, proveniente dalle qualificazioni. Per la 32enne tarantina si allontana la possibilità di partecipare al Masters. Per quanto riguarda la Pennetta, è stata sconfitta per 3-6 6-4 6-3, dalla russa Anastasia Pavlyuchenkova, nove anni più giovane e 25 gradini più giù in classifica. Al rientro dopo gli US Open la Pennetta aveva eliminato domenica la cinese Xinyun Han e nel secondo turno la brasiliana Teliana Pereira. La Pennetta è tornata a parlare dell’annunciato ritiro: «Non so come mi sentirò a gennaio o a febbraio – ha spiegato la brindisina – per ora non ho ripensamenti, ma se tra qualche mese sentirò il desiderio di giocare, giocherò. Non devo restare ferma su una decisione per forza. Questo resta un momento splendido per me. Ho tutto quello che ho sempre voluto: ho vinto uno dei tornei più importanti del mondo e ho accanto la persona che amo»

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Karlovic mister ace. Battuto il record di Ivanisevic (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport).

Non è facile avere la passione del tennis e voler continuare a giocare quando tutto intorno a te parla d’altro. Quando i tuoi amici fuggono per via della guerra e tu rimani solo, l’unico modo che hai per allenarti è di continuare a servire, servire, servire, fino a quando il braccio ti fa male: «Il conflitto in Jugoslavia mi ha impedito di fare una preparazione adeguata. Allora aspettavo che venisse sera e i campi fossero vuoti. Prendevo un paio di palle che erano lì e iniziavo a battere, da solo, per ore. Tutti i giorni. Era già buio e io non facevo altro che battere. Non c’era nessuno con cui allenarsi, nessuno che mi consigliasse». Allora Ivo Karlovic, nato a Zagabria nel 1979, aveva 13 anni e il fisico era molto più adatto al basket che al tennis. Non che non ci avesse provato «ma non mi è piaciuto perché mi hanno fatto giocare contro gente di vent’anni». Così Ivo è arrivato alla notevole altezza di 2 metri e 11 che ne fanno il più alto tennista professionista della storia. Da lassù, mettere degli ace non è un’impresa così difficile e infatti da ieri il gigante croato è il giocatore con più ace in carriera, 10.247, grazie ai 26 messi a segno nella sconfitta degli ottavi di Pechino contro Cuevas: per 10, ha fatto meglio dell’idolo di gioventù, il connazionale Goran Ivanisevic (sono gli unici sopra quota 10.000). Il vincitore di Wimbledon 2001 passò professionista nel 1988, tre anni prima che l’Atp cominciasse il conteggio ufficiale dei servizi vincenti, ma come media in carriera Ivo non ha eguali e certo non ha intenzione di finire qui: «Sapevo che era un traguardo possibile e man mano che mi avvicinavo ho provato i brividi. La battuta è la mia arma migliore, ne vado orgoglioso, se la salute mi assiste penso di poter incrementare il record nelle prossime due o tre stagioni». Già, la salute. Due anni fa Karlovic ha rischiato di morire per una meningite fulminante. Si ripreso alla grande e quest’anno, a 37 anni, ha compilato la miglior stagione in carriera, con il sesto torneo vinto a Delray Beach (tra l’altro, ha saputo imporsi su tre superfici diverse, anche se l’erba, per ovvie ragioni, resta il suo giardino preferito), l’ingresso consolidato nei primi 20 (era stato fugacemente numero 14 nel 2008, ora è 18) e la media migliore in carriera negli ace, 24 a partita: significa che ad ogni match parte da sei game vinti. Era suo anche il record di velocità, 251 all’ora, poi superato dall’australiano Groth, mentre a giugno, con 45 ace contro Berdych ad Halle, ha battuto il suo stesso primato di ace per una partita 2 su 3. E quelle sere al buio a colpire una pallina contro il muro gli devono essere sembrate molto meno tristi.

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