WTA Finals: impresa Kvitova, cade anche Sharapova

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WTA Finals: impresa Kvitova, cade anche Sharapova

Per la prima volta nella storia delle Finals la vincitrice sarà una giocatrice che ha perso due partite nel torneo. Kvitova-Radwanska è la finale più giusta? Chiedete a Sharapova e Muguruza

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P. Kvitova b. M. Sharapova 6-3 7-6(3)

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Il breve tempo di una foto e giù a mimare i due fondamentali, rovescio-dritto, dritto-rovescio. Le si legge in volto l’enorme voglia di riscatto dopo una stagione complicata, la determinazione nell’andare a prendersi la quarta finale nel Master (la prima a Singapore) e vendicare la sconfitta nel round robin dello scorso anno, quando la Kvitova si impose con un insindacabile 6-3 6-2. Allora fu la Sharapova a non aver avuto il tempo necessario per recuperare dalle fatiche del giorno precedente, impegnata per oltre tre ore da Caroline Wozniacki, una che di maratone ne ha corse per davvero. Petra, rallentata dalla lieve forma di mononucleosi diagnosticata qualche mese fa, non è al meglio e non si è fin qui resa protagonista di una rassegna indimenticabile, con una sola vittoria nei tre round robin, ma come ha ripetuto più volte il direttore alla nostra Flavia un paio di giorni fa – “questo è lo sport del diavolo” –  e oggi Petra Kvitova non si darà per vinta.

È la Kvitova a sembrare più in palla nei primi game del match, con Masha che non riesce a trovare continuità col servizio, ma la ceca non è abile ad approfittare del break in apertura e si fa immediatamente riacciuffare. Nonostante le percentuali del servizio stentino a decollare, la russa riesce a tenere i turni in battuta senza correre eccessivi rischi, ma non è in grado di premere in risposta e far male alla ceca. Il copione è prevedibile e l”equilibrio si spezza nel settimo game; la Kvitova trova ottime soluzioni in risposta che colgono impreparata la russa, lenta in uscita dal servizio. Questa volta la bicampionessa dei Championships non si fa pregare e conferma il break salendo 5-3. Lo shock non scuote la Sharapova, lontana parente di quella vista nei tre round robin, che si fa rimontare una volta di più e chiude subendo il terzo break in cinque turni di servizio, spedendo in corridoio un altro rovescio.

La ceca, è noto, non è preceduta dalla fama di consumata cinica, così alla prima opportunità Masha si rifà sotto e conquista il break in apertura di secondo set. L’inerzia del match prende una piega diversa, la Sharapova sale di livello e, sebbene distante dai picchi di rendimento dei giorni scorsi, riesce finalmente ad incidere da fondo e scardinare la difesa della ceca. Le certezze che la Kvitova ha accumulato nel primo set si screpolano sotto i colpi decisi della russa, che in un batter d’occhio sale 4-0. La Sharapova ormai trova con continuità la prima, riesce a mettere i piedi in campo e accumulare un buon numero di vincenti che le permettono di guadagnare un buon margine di sicurezza e portarsi sul 5-1, ma il ritorno di fiamma della Kvitova è veemente. Quattro game consecutivi della ceca rimettono il match in equilibrio;  salgono i decibel, sale la qualità del match e la quantità di emozioni. La Kvitova mette la testa avanti evitando un break che avrebbe avuto i contorni della beffa, la Sharapova non ci sta e risponde presente chiudendo con un ace. Si va al tie break.

L’espressione di Masha è contrita, guarda l’angolo, sembra sofferente, ma parte forte e conquista un mini-break. Il lungo linea esce di un soffio e la pressione della Kvitova si fa sempre più costante; la ceca rimonta, sale 3-2 e risponde ai “c’mon” della russa. Il colpo del KO è un rovescio lungo linea sul quale Sharapova arriva, ma non riesce a rimandare dall’altra parte della rete. Un ace, poi l’ennesimo errore di misura della russa. Petra è in finale.

Torneo che si giocheranno Agnieszka Radwanska e Petra Kvitova, cioè due ragazze che hanno vinto due volte e perso altre due. Garbine Muguruza e Maria Sharapova , che chiuderanno l’anno rispetivamente in terza e quarta posizione, hanno vinto tre volte e perso una. E vanno a casa.

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